17 May 2024

Valtur: a La7 i lavoratori licenziati si appellano a Di Maio

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La trasmissione L’aria che tira di La7 si è occupata del caso Valtur. Un breve servizio nel quale parlavano i veri protagonisti, cioè i dipendenti licenziati e il sindacalista che ha seguito da vicino la vicenda, Luigi Brianzi di Filcams Cgil di Milano, che chiedevano un urgente impegno da parte del ministro del Lavoro, Di Maio, per dare una svolta a questa “brutta storia”. Fermiamoci qui, per adesso, e constatiamo due cose: innanzitutto non c’era la controparte. Dove si sono nascosti gli imprenditori guidati da Andrea Bonomi? Perché non parlano? Sono sicuro, conoscendo personalmente alcuni colleghi della testata giornalistica di La7, che è stata fatta richiesta di intervista, o almeno di una dichiarazione, alla quale, probabilmente, non è stato neanche risposto. Secondo: Brianzi ha detto: «L’azienda ha rifiutato l’appello per la proroga dei licenziamenti, e non ha nessun interesse ad aprire un tavolo con la mediazione del ministro del lavoro». Da queste due immagini ne viene fuori una classe finanziaria e imprenditoriale che non ha alcun interesse verso i propri dipendenti, e che inoltre usa le imprese solo per disegni imponderabili e legati strettamente ai sistemi della finanza.

In studio il giornalista Francesco Specchia di Libero ha commentato il servizio dicendo che: «Valtur propone un modello di turismo superato. Oggi abbiamo Airbnb, abbiamo il web, le prenotazioni online. Valtur non è riuscita a interagire con la modernità». Questo dimostra quanto scarsa sia la conoscenza dell’industria turistica. Valtur e le prenotazioni online non hanno niente in comune. Uno fa riferimento al turismo organizzato, l’altro al turismo individuale. Per non parlare di Airbnb e altre società similari.

La verità, ed è emersa chiara durante il dibattito, al quale hanno partecipato il sindacalista ed oggi esponente di Potere al popolo, Giorgio Cremaschi, Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare e il senatore Pd Stefano Esposito, è molto semplice ed è questa: il caso Valtur è il frutto di una speculazione finanziaria e non di un intento di rilanciare uno dei marchi più prestigiosi dell’industria turistica italiana. Il resto sono chiacchiere

Giuseppe Aloe

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