11 July 2025

A Travel Hashtag l’evoluzione dell’ospitalità lusso: dalla forma alla passione

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Palmiro Noschese

Dal guanto bianco della formalità al guanto rosso della passione. E’ il paradigma dell’evoluzione dell’ospitalità di lusso negli ultimi 20-30 anni. A raccontarlo, sul palco bolognese della tredicesima edizione di Travel Hashtag, è stato un professionista con una lunga carriera nell’hotellerie alto di gamma come Palmiro Noschese, oggi strategic advisor per il comparto. Ma il concetto è stato sostanzialmente condiviso da tutti i numerosi partecipanti all’evento itinerante ideato da Nicola Romanelli e ospitato questa volta dal resort dei colli bolognesi, Palazzo di Varignana. Il lusso, certo è ancora pur sempre eccellenza ripetuta con costanza e coerenza nel tempo, ha ricordato il direttore generale della Scuola Italiana di Ospitalità, Giulio Contini, “ma oggi non è più solo o tanto un hardware fatto di stucchi e marmi preziosi. Il nuovo lusso è piuttosto un’esperienza unica, personalizzata e sostenibile“.

D’altronde il cluster del top di gamma è cambiato. E profondamente, ha osservato il vice president salese Europa e Nord America del gruppo Accor, Martin Sapori: “Oggi il segmento dei viaggiatori alto – spendenti non è più composto esclusivamente da un pubblico senior. Anzi, gli ospiti di età compresa tra i 25 e i 44 anni rappresentano ormai il 64% della domanda complessiva. Occorre quindi adeguare le strategie di distribuzione a un target che è nato nell’era digitale e dei social. Bisogna personalizzare e segmentare i messaggi per ogni tipologia di clientela”.

E’ la domanda del lusso in generale che si sta peraltro sempre più spostando dal possesso di oggetti preziosi agli asset più intangibili. Lo dimostra anche l’ultima ricerca realizzata dalla fondazione Altagamma, in collaborazione con la società di consulenza Bain: “Il giro d’affari totale del mercato alto-spendente globale oggi ammonta a circa 1.500 miliardi di euro – ha sottolineato il country manager Italia di Emirates, Flavio Ghiringhelli -. Una cifra enorme che vede ancora ai primi posti per voci di spesa le auto, seguite da orologi, gioielli e altri articoli costosi. Sul terzo gradino del podio si è però ormai consolidata l’ospitalità, che pesa per circa il 15% del totale. Una quota che per di più sta ulteriormente crescendo, con volumi stimati in aumento del 6% annuo da qui al 2o30″.

Eppure, nonostante prospettive tanto rosee, “la formazione nel turismo oggi incontra molte difficoltà – ha rivelato la docente dell’università Europea di Roma, Carmen Bizzarri -. Non che il settore abbia mai goduto di un grandissimo prestigio, ma la pandemia ha persino peggiorato la percezione che molte famiglie hanno dell’industria dei viaggi, aumentandone il senso di incertezza. Di conseguenza, negli ultimi anni, gli istituti formativi italiani dedicati al turismo stanno registrando un drastico calo di iscritti. E la stessa precarietà di molti posti di lavoro entry level, da sempre tallone d’Achille del settore, certo non aiuta”.

 

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Tutti provenienti da musei nazionali di diverse città italiane, e da alcuni depositi museali, questi tesori nascosti simboleggiano la riscoperta necessaria e inesauribile di una pluralità di collezioni presenti nei musei della Penisola.\r\n\r\nA partire dalle tavole quattrocentesche del maestro di Castel Sardo e Antonello da Messina fino ai vertici del cinquecento con giganti come Perugino, Raffaello, Sebastiano del Piombo, Pordenone e Andrea Previtali, il percorso espositivo prosegue con uno sguardo sul Seicento e la potenza dei dipinti di Tanzio da Varallo, Sassoferrato e Ludovico Carracci, per poi esplorare la grandezza della pittura barocca attraverso le opere di Giovanni Baglione, Luca Giordano, Francesco Fracanzano, Mattia Preti e Valerio Castello. La delicatezza e la grazia del settecento prendono forma nelle tele di Pompeo Batoni, Nicola Maria Rossi e Paul Troger, mentre il realismo ottocentesco è rappresentato dai lavori di Filippo Palizzi. 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