18 luglio 2023 10:57
Continua, seppur lentamente, la crescita del tasso di penetrazione degli hotel di catena in Italia. Stando all’ormai consueta analisi semestrale condotta dalla società di consulenza riminese Thrends, Chains Monitor, nei primi sei mesi dell’anno sono state in particolare 141 le strutture entrate a far parte di un brand, il 60% delle quali appartenenti al segmento upscale. Allo stesso tempo, sono state 89 le proprietà che al contrario hanno chiuso qualsiasi forma di affiliazione. Pure in questo caso il 60% degli indirizzi apparteneva al cluster upscale, mentre il 73% era associato a una catena domestica.
Nonostante l’incremento netto registrato nel primo semestre, l’Italia rimane comunque uno dei paesi europei con il più basso tasso di penetrazione degli hotel di catena. Tale valore, escludendo la regione con la percentuale più alta e quella con la più bassa, si attesta infatti attorno al 6%, con picchi del 16,9%, dell’11,5% e dell’11% rispettivamente in Sardegna, Lazio e Lombardia. Dall’altro lato dello spettro si situano invece l’Abruzzo (2%) e il Trentino – Alto Adige (1,8%).
Nei prossimi tre anni è quindi in programma lo sviluppo e/o l’affiliazione di 164 hotel, di cui il 75% appartenenti a gruppi internazionali. Si tratta di quattro strutture del segmento economy, 15 midscale, 55 upscale e 74 luxury, a cui si aggiungono 16 proprietà di cui ancora non è noto il posizionamento. Di questi il 75% entrerà a far parte di brand internazionali: nel 39% dei casi americani, nel 15% francesi e nell’11% spagnoli.
A trainare la crescita dei marchi di catena saranno in particolare il Lazio, che detiene il 22% delle nuove aperture in pipeline, seguito dalla Lombardia (21%), dal Veneto (15%) e dalla Toscana (7%). In termini di singole mete si annoverano Roma (20%), Milano (12%), Venezia (8%), Firenze (4%) e Cortina d’Ampezzo (3%). Infine, scorporando i dati per tipologia di destinazione, il 39% dei nuovi hotel di catena debutterà in città d’arte, il 24% in località leisure, il 13% in mete business e il’12% in location sun & beach.
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[post_content] => Non ci siamo. La questione passaporti non si risolve. Anzi, peggiora. E' sempre più difficile averne uno in tempi ragionevoli: dieci mesi di attesa a Venezia, quasi otto a Bolzano, sette a Cagliari, solo per avere l’appuntamento in questura; in sei città su 17 non è stato nemmeno possibile prenotare l’appuntamento: Bologna, Genova, Milano, Pordenone, Potenza e Torino. A un anno dalla prima rilevazione, Altroconsumo ha aggiornato l’inchiesta relativa ai passaporti. E i risultati sono allarmanti. Non solo la situazione non è migliorata; i tempi in molte città si sono persino allungati. Uniche eccezioni positive: Perugia, dove il primo appuntamento è addirittura il giorno dopo, e Pescara.
Il ministro Santanché esulta per il progetto Polis. Ma così com'è serve a poco
Ora però arriva la novità del progetto Polis: da questo mese di dicembre le Poste italiane sono abilitate a erogare i passaporti. La novità è stata salutata dal governo, e più in particolare dal ministro Santanché, come una soluzione che "va ad affrontare in maniera strutturale una problematica, quella del rilascio dei passaporti, che ha pesato molto nei mesi scorsi. Come sempre affrontiamo pragmaticamente i problemi a cui cerchiamo di fornire soluzioni strutturali e durature nel tempo a favore degli italiani”. Bene, si dirà. Almeno è un tentativo. Ma c'è un però. E non di poco conto. Come bene evidenziato dalla ricerca Altroconsumo, i veri guai sono nelle grandi città. Perché è lì che si forma un imbuto difficilmente superabile. Il fatto è che il progetto Polis è attivo solamente nei comuni con meno di 15 mila abitanti. In quelle località, cioè, dove il problema passaporto non c'è. O se c'è, è minimo. Sembra una battuta di qualche genio della comicità. Invece è tutto vero.
In termini di costi in Europa peggio dell'Italia fa solo il Portogallo
Tornando alla ricerca Altroconsumo: non solo i tempi di attesa sono lunghissimi, ma anche i costi risultano molto elevati per le tasche dei cittadini. Il passaporto italiano è tra i più costosi in Europa, anche quello per i minori che ha una durata più breve. In Italia, infatti, fare o rinnovare il passaporto costa 116 euro. Gli italiani spendono quasi il quadruplo degli spagnoli (30 euro) e quasi il doppio dei tedeschi (60 euro). Comunque, molto di più di francesi (86 euro), inglesi (82,50) e olandesi (77,87 euro). Solo il Portogallo fa peggio di noi, visto che da loro il passaporto costa 65 euro ma ha una validità di soli cinque anni, con un costo annuo (13 euro) che è di poco superiore a quello del passaporto italiano (11,60 euro).
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I viaggi d’affari dall’Europa verso l’America Latina rappresentano in particolare un mercato dall’ampio potenziale di crescita, considerato che gli analisti stimano un volume d’affari di oltre 43 miliardi di dollari (dato 2022) e una progressione a 68 miliardi nel quinquennio a venire. "Il ritmo di crescita del 6% è un dato che consideriamo meritevole di attenzione, anche in virtù dei recenti investimenti del partner Aeromexico, che proprio nell’estate scorsa è tornata a servire non-stop la rotta da Roma Fiumicino a Mexico City – commenta Giorgio Garcea, chief commercial & operations officer di Cisalpina Tours.
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L'Unwto ha attribuito la performance positiva della regione a nuove misure quali la semplificazione dell'ottenimento dei visti, allo sviluppo di nuove destinazioni, a nuovi progetti turistici e allo svolgimento di grandi eventi.
Altre regioni stanno ancora recuperando. L'Europa ha conquistato la quota maggiore del turismo globale con il 56%, avendo accolto 550 milioni di turisti internazionali; l'area ha recuperato il 94% dei livelli pre-pandemia, con la forte domanda statunitense e intraregionale a fare da traino alla ripresa.
L'Africa ha raggiunto il 92% del livello di turismo internazionale precedente alla pandemia. Le Americhe si sono attestate all'88% grazie alla forte domanda statunitense di viaggi nei Caraibi.
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Restyling del logo, una comunicazione maggiormente incisiva e mirata con il mercato, oltre a importanti investimenti in prodotto e tecnologia e un conseguente rafforzamento della rete commerciale. E' la strategia d'integrazione messa in campo dal gruppo Volonline, dopo la recentissima acquisizione del 100% della banca letti e metasearch broker Reisenplatz, già partner di lunga data della compagnia guidata da Lugi Deli.
“L’internazionalizzazione resta uno dei nostri principali obiettivi, anche perché disponiamo dei numeri e dell’esperienza per diventare partner affidabili per prenotare servizi alberghieri in oltre 185 paesi nel mondo” commenta Norman Tassin, chief commercial officer di Reisenplatz.
“Per valorizzare tutto il prodotto del gruppo, a inizio 2023 abbiamo sviluppato il web service del nostro contrattualizzato - aggiunge il cto Volonline, Luca Adami -. Tutti i nostri contratti attraverso le dmc locali, hotel diretti e operatori terzi sono oggi centralizzati dai singoli pm in un unico ambiente, dove non solo siamo nelle condizioni di distribuirlo a tutte le business unit, ma di misurarne pure concretamente la competitività. Anche Reisenplatz è entrato in questa logica di contrattazione e distribuzione integrata”.
Nel frattempo, Reisenplatz registra una considerevole crescita di una delle sue ultime release, vale a dire la business unit dedicata ai mini gruppi (fino a dieci camere per massimo 20 persone) ideata dallo stesso Tassin e lanciata a marzo 2021. “Sono in aumento le richieste non solo dall’Italia ma anche dall’estero - rivela il cco -. Abbiamo praticamente raddoppiato il fatturato rispetto all’anno scorso. Il segreto del successo sta nelle tempistiche della risposta: nell’arco di 24 ore dalla richiesta vengono fornite alle agenzie di viaggi disponibilità, prenotazione con conferma del pricing e contratto. Le destinazioni in questo momento più vendute sono Italia ed Europa, seguite da Emirati Arabi, Stati Uniti e Giappone”.
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[post_content] => Le Isole Canarie sono proiettate verso una stagione invernale da record: il periodo che va dal 1° ottobre al 31 marzo rappresenta tradizionalmente quello più redditizio dell'anno per il comparto turistico dell'arcipelago, unica destinazione subtropicale europea.
Il mese di apertura della stagione ha già registrato risultati notevoli, con cifre che indicano un massimo storico in diverse aree strategiche. Il numero di strutture operative, le camere e i letti disponibili e i livelli di occupazione nel settore alberghiero hanno raggiunto livelli senza precedenti, a conferma delle potenzialità e della crescente attrattiva delle Canarie come destinazione di richiamo internazionale.
L'aumento delle strutture alberghiere e ricettive aperte - come si evince dai dati pubblicati dall'Istituto Nazionale di Statistica spagnolo (Ine) - indica non solo una ripresa dalle conseguenze della pandemia, ma anche una significativa traiettoria di crescita. Particolarmente degno di nota è l'aumento dell'occupazione nel settore, che riflette l'impegno delle isole a sostenere l'economia e a fornire opportunità di lavoro alle comunità locali.
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La giornata ha visto incontrarsi e confrontarsi i rappresentanti della ricettività locale, tra cui proprietari, gestori e manager di strutture ricettive dell’alberghiero e dell’extra-alberghiero, insieme ai fornitori dei servizi per l'ospitalità. Inoltre, sono stati organizzati momenti di formazione sui trend e sulla revenue con Edoardo Furi di Franco Grasso.
Hanno partecipato anche associazioni e rappresentanti istituzionali, che hanno contribuito a raccontare e valorizzare l'offerta della destinazione, mettendo i riflettori sul tessuto imprenditoriale.
Intervistato durante l'evento, Francesco Monzillo, segretario generale della Camera di Commercio Rieti-Viterbo, ha dichiarato: "Gli incontri con gli operatori sono sempre momenti preziosi, perché oltre alla promozione, che è fondamentale, bisogna supportare anche le vendite, quindi serve sempre un momento di confronto".
La Camera di Commercio di Rieti-Viterbo si impegna per il supporto di entrambe le destinazioni: "Stiamo cercando di integrare queste due realtà - spiega Monzillo - per poter offrire una proposta compiuta ai visitatori dell'Alto Lazio, cercando comunque di mantenere l'identità di questi due territori, che stanno funzionando piuttosto bene dal punto di vista dei visitatori".
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Tra gli altri interventi della giornata, Daniela Quintarelli delle Terme dei Papi, un'oasi di relax e benessere in cui godere dei benefici dell'acqua sorgiva e termale, uniti alla ricca gamma di servizi e trattamenti proposti, e Massimo Airaghi di Sky, che ha parlato delle opportunità offerte dall'azienda agli operatori del ricettivo.
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[post_content] => Sarà l'attuale Emerald Zanzibar Resort & Spa della famiglia Scarapicchia, oggi operato anche con il brand Valtur Escape, la struttura di debutto del nuovo brand lusso del gruppo Tui, The Mora. L'operatore tedesco ha infatti recentemente acquisito la proprietà a 5 stelle aperta poco più di un anno fa, attraverso il fondo di investimento alberghiero Tui Global Core Hospitality promosso insieme alla società Hansainvest.
Non è ancora noto sapere in quale destinazione nascerà la seconda struttura del brand, tuttavia tra le possibili destinazioni rientra l’Italia, insieme a Grecia, Portogallo, Sudafrica, Thailandia e Indonesia. Il portfolio alberghiero del gruppo Tui comprende attualmente 12 marchi: The Mora, Royalton, Tui Blue, Robinson, Tui Magic Life, Riu, Suneo, Atlantica, Grupotel, Iberotel, Akra Hotels e Aqi. Secondo il Chain Hotels Database di Thrends, in Italia Tui detiene attualmente un portfolio di sei proprietà appartenenti al segmento upscale, per un totale di circa 1.500 camere.
Lo studio legale Quorum, con un team cross-practice guidato dai partner Nicola Romano e Francesco Fiore, ha curato gli aspetti contrattuali, societari e immobiliari dell'operazione di acquisizione da parte di Tui Global Hospitality Fund, svolgendo anche il ruolo di lead law firm. La società venditrice è stata assistita da Pierallini Studio Legale, con un team guidato dalla naming partner Laura Pierallini e dal partner Gianluigi Ascenzi, che ha svolto anche in questo caso il ruolo di lead law firm.
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[post_content] => Cresce la presenza del gruppo Numa, che mette a segno un importante colpo di mercato acquisendo da Proprium Capital Partners la piattaforma di serviced apartment Yays. La società con sede ad Amsterdam gestisce 489 unità in Olanda, Belgio e Francia, a cui si aggiunge una pipeline di ulteriori 124 appartamenti a Madrid, Francoforte e L’Aia. L'operazione, il cui valore non è stato rivelato, è stata supportata da Dla Piper, Cbre e Ey per la parte venditrice, nonché da Greenberg Traurig, Taylor Wessing e Eight Advisory per conto dell'acquirente.
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