20 settembre 2023 09:56
Ha riaperto i propri battenti lo scorso 8 settembre, dopo una ristrutturazione durata sei mesi, il Mandarin Oriental, Singapore. Il restauro, guidato da Jeffrey Wilkes, head designer dello studio DesignWilkes ha dato nuova vita agli interni originali dell’hotel attraverso l’utilizzo di colori e ispirazioni ti piche del luogo, come l’architettura in stile Peranakan, le case in bianco e nero e gli alberi Angsana. “Ogni angolo dell’hotel racconta una storia: dai paesaggi lussureggianti di Singapore agli intricati dettagli che si possono trovare nelle botteghe tradizionali – spiega lo stesso Wilkes -. Vogliamo far sì che gli ospiti non visitino solamente la città, ma che si sentano parte integrante di essa
Caratteristica distintiva del design delle 510 camere e suite della struttura è il sublimarsi dei
confini fra spazi interni ed esterni. Lo stile di ogni stanza si ispira infatti al panorama su cui affacciano le sue finestre: motivi batik e una palette di colori più freddi si fondono armoniosamente con i paesaggi visibili dalle camere con vista su Marina Bay, mentre quelle affacciate sul mar Cinese Meridionale si distinguono per i toni caldi che evocano il calore dell’alba. Gli spazi rivolti verso la città vengono invece contaminati dalla verdeggiante vegetazione di Singapore, attraverso lussureggianti stampe botaniche capaci di trasportare all’interno ciò che è fuori.
Hous 65 è poi la nuova lounge privata dell’hotel, che si trasforma in uno spazio sofisticato co-gestito dal team del club privato Mandala Club, dove prendere parte a un fitto calendario di eventi culturali, artistici e culinari che includono un ampio programma dedicato al vino con degustazioni guidate da esperti sommelier e produttori vinicoli. Embu, l’inedita proposta di ristorazione aperta tutto il giorno, è stata pensata come uno spazio fresco, verdeggiante e arioso con una zona buffet dedicata ai bambini e un’area giochi. Accanto alla hall, il Mandarin Cake Shop è un’elegante pasticceria che offre dolci, pane artigianale e cioccolatini da gustare in negozio o da regalare ai propri cari, oltre a un caratteristico tè pomeridiano. La riapertura di settembre vede anche il ritorno del Mo Bar, con una nuova cocktail list innovativa.
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Minor Hotels, la società madre dei brand di hotel di lusso Anantara, Tivoli e Elewana Collection, allarga il portafoglio con l'Anantara Palais Hansen Vienna Hotel che sarà inaugurato a marzo 2024 e risponde alla strategia del Gruppo di espandersi in Europa.
La struttura, che sarà inaugurata sotto il brand Anantara a marzo del prossimo anno, conterà 152 camere e suite arredate in stile classico e disposte su tre piani, tra cui una suite presidenziale di 270 metri quadrati, la più grande della capitale austriaca. L'offerta gastronomica includerà un ristorante stellato Michelin, la cucina regionale del Wintergarten, l'elegante Lobby Lounge & Bar e la Cigar Lounge. Dieci sale per ricevimenti al piano terra e al mezzanino renderanno l'hotel un luogo ideale per riunioni ed eventi, mentre la sala da ballo sarà la location perfetta per ospitare cene di gala, matrimoni e conferenze per un massimo di 265 persone.
Non mancheranno una piscina coperta, un centro fitness e una spa. L'Anantara Palais Hansen Vienna Hotel sarà sottoposto a un'importante ristrutturazione, durante la quale verrà introdotta la suite completa dei servizi ed esperienze firmate Anantara. A partire dalla fine del 2024 e per tutto il 2025, i lavori riguarderanno le camere e le suite, la lobby, gli spazi per le riunioni, i ristoranti e i bar. Inoltre, l’attuale spa sarà rinnovata e riproposta come Anantara Spa, combinando le tradizioni del benessere europee e asiatiche.
"Siamo entusiasti di portare il marchio Anantara a Vienna, indiscusso centro culturale dell'Austria e una delle capitali mondiali della musica. L'Anantara Palais Hansen Vienna Hotel offrirà un'esperienza impareggiabile di lusso, eleganza e ospitalità nel cuore di una delle città più belle d'Europa. Questo è un traguardo emozionante sia per Minor Hotels che per Anantara, che conferma la nostra strategia di espansione delle proprietà e brand in tutto il continente." Dillip Rajakarier, CEO of Minor Hotels
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Il racconto ci riporta a un momento difficile, che è però servito a dare un’identità al ristorante Mamì, storie di cucina italiana. "Durante i mesi del lockdown lo staff del Melià Milano è sempre rimasto in contatto - racconta il general manager Luca Barion -. Il nostro team di cucina è composto da uno chef, due sous-chef e una pasticciera provenienti da diverse regioni italiane. In una delle nostre call settimanali abbiamo deciso di fare un contest realizzando dei piatti della tradizione, rivisitati in una formula attuale. Tutti hanno partecipato con entusiasmo e diverse idee sono entrate nel menù del Mamì. Quando la compagnia ci ha informati che sarebbero partiti i lavori di ristrutturazione e la zona f&b sarebbe diventata strategica, spostando il bar e il ristorante verso la hall, abbiamo pensato di rinnovare la proposta del nostro ristorante interno. Memori del nostro contest, abbiamo studiato la ricca piazza gastronomica di Milano".
"Ci siamo resi conto che la scelta più trasgressiva era quella di fare un ristorante di cucina italiana - prosegue quindi Barion -. Ed è stata la scelta giusta. Per gli ospiti interni ed esterni. È la cucina della mamma 2.0, perfetta anche per il concetto tanto in voga dello storytelling: in Italia ogni paese e città ha il suo storytelling gastronomico, che il personale di sala condivide volentieri con gli ospiti. Inoltre la cucina italiana, dove non si butta nulla, è un esempio di sostenibilità. Oggi il 70% degli ospiti del Mamì sono clienti esterni. Ora pensiamo a nuovi progetti per continuare ad arricchire la sua proposta e gli ottimi risultati dimostrano che anche nel ristorante dell’albergo si può mangiare bene. È nata una nuova cultura della ristorazione e la ricca concorrenza dell’area in cui si trova il Melià, fra San Siro e City Life, fa alzare l’asticella!».
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Gli ospiti che acquistano il servizio Elite Club avranno invece accesso a zone esclusive dell'hotel, come un'area privata sulla spiaggia con letti balinesi e un bar dove verranno servite bevande Premium, che potranno gustare nello Sports Bar e nel nuovo Elite Club Lounge Bar, dove sarà pure possibile effettuare il check-in in uno spazio riservato. Non solo: una delle nuove opzioni di ristorazione dell'hotel è esclusivamente riservata agli ospiti Elite, che potranno accedere al ristorante Elite Club sia per la colazione à la carte sia per la cena. Il servizio Elite Club comprende inoltre 62 camere con vista, dotate di dispenser di liquori con bevande Premium; minibar con snack e bottiglia di vino; late check-out confermato fino alle 13 e possibilità di early check-in; regalo di benvenuto e aromaterapia in camera; possibilità di prenotare nei ristoranti a tema con priorità.
Per quanto riguarda la gastronomia, il Riu Palace Pacifico ha aggiunto un ristorante italiano, mentre il giapponese adesso offre una vasta gamma di piatti asiatici in stile Asian Street Food. Altre novità importanti sono l'aggiunta di due nuovi snack bar nell'area della piscina: il Pepe's Food, che offre piatti alla griglia, e il Tiki Tako, dove gli ospiti possono gustare una varietà di tacos in stile messicano. Anche lo Sports Bar fa un salto di qualità con il concept All American Favorites, espandendo la propria offerta gastronomica con piatti come le costine o i mac and cheese. Presente infine anche una nuova caffetteria Capuchino.
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Il Melià Milano sorge in via Masaccio, tra San Siro e City Life: un’area di Milano che continua a rinnovarsi rispondendo alle sempre nuove esigenze dei visitatori. "Nato nel 2001, è stato uno dei primi alberghi aperti in Italia dalla Melià Hotels International - afferma il general manager Luca Barion -. In questi ultimi 15 anni l’hotel è cambiato insieme con una Milano che, dopo l’Expo, è diventata una destinazione leisure. Prima sono aumentati i concerti e gli spettacoli e poi il vicino Mico, il centro congressi, è diventato una delle più importanti realtà congressuali in Europa, con eventi da 4, 5, 10mila persone. I congressisti, hanno scoperto che Milano non è solo città del business e della moda, ma un luogo storico e culturale. Se il Melià Milano appartiene per il 60% al segmento business e congressuale, oggi siamo arrivati al 30%/40% di quel segmento leisure che 15 anni fa si fermava al 10%/11%. Dal punto di vista mice abbiamo per il 90% eventi aziendali che spaziano nel settore farmaceutico, finanziario, automobilistico e anche turistico".
È grande l’entusiasmo del general manager Barion, che racconta una struttura che vive un momento positivo: "Da aprile 2022 è cominciato un trend che è proseguito ed è migliorato nel 2023. Il forecast generale per il 2024 è di avere una stabilizzazione dei numeri importanti di quest’anno, dal punto di vista della tariffa media di vendita e dell’occupazione. Adesso aspettiamo il ritorno di due aree importanti: il mercato asiatico, che era in forte crescita prima del Covid, e quello indiano, che stava emergendo".
L’hotel sta vivendo un’opera di restyling grazie all’architetto della compagnia Alvaro Sans, che progettò il Melià Milano 22 anni fa. "Quando è iniziata la ristrutturazione la compagnia ha spiegato che la zona f&b sarebbe diventata strategica e il bar e il ristorante sarebbero stati spostati verso la hall per avere maggiore visibilità - prosegue Barion -. Abbiamo riaperto il ristorante Mamì, storie di cucina italiana agli esterni e, dopo aver studiato la ricca piazza gastronomica di Milano, ci siamo resi conto che la scelta più trasgressiva sarebbe stata quella di avere un ristorante di cucina italiana. È la cucina della mamma 2.0! Oggi il 70% degli ospiti del Mamì sono clienti esterni". Infine la sostenibilità: "È un elemento strategico molto importante per la compagnia - conferma Barion -: Melià International ha 370 alberghi nel mondo, con 30 mila dipendenti. Quindi impattiamo. Inoltre la richiesta di attenzione all’ambiente viene anche dal mercato: oggi il cliente mice e business è molto attento».
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«Si tratta di un’opera fondamentale per lo sviluppo del traffico crocieristico del porto della Spezia - spiega lo stesso Sommariva - in parte finanziata con il Fondo complementare al Pnrr, ma si tratta, soprattutto, dell’opera che innescherà il complessivo sviluppo del porto secondo le linee tracciate dal vigente piano regolatore: molo crociere, nuovo terminal Ravano, ampliamento del terminal del Golfo, nuovo waterfront di Calata Paita e il completamento delle opere ferroviarie e della nuova fascia di rispetto. Queste opere che si realizzeranno secondo tempistiche praticamente contestuali, rappresentano il compimento di un disegno strategico che assicurerà, nel suo insieme lo sviluppo industriale – logistico, quello turistico e un nuovo assetto delle relazioni fra porto e città all’insegna del recupero di fruibilità di nuovi spazi urbani per la cittadinanza».
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«Con l’inaugurazione del Como Alpina Dolomites, che si affianca nella Penisola al Castello del Nero, saliamo a cinque indirizzi nel Vecchio continente – racconta il pr director della compagnia, Brett Perkins -. Fino a poco tempo fa la nostra offerta era concentrata in Asia, ora ci stiamo rifocalizzando sull’Europa ma il nostro ceo, Olivier Jolivet, non finisce mai di sorprenderci. Non mi stupirebbe per esempio se presto ci fosse qualche novità in Giappone o negli Stati Uniti. Quel che è certo, al momento, è che l’anno prossimo faremo sicuramente un altro annuncio ma è ancora presto per svelare qualcosa di più».
Difficile però che il gruppo Como riesca a mantenere il ritmo di espansione del 2023, anno che ha visto anche l’inaugurazione del Metropolitan Singapore. «Sebbene recentemente ci siamo aperti ai contratti di management, che a oggi riguardano proprio la nuova struttura di Singapore e il Como Laucala Island a Fiji, rimaniamo infatti una società a conduzione familiare che detiene la proprietà diretta della maggior parte delle proprie strutture. Non perseguiamo perciò uno sviluppo fine a se stesso, ma cerchiamo di trovare ogni volta le strutture più adatte al nostro concept».
Realizzato in collaborazione con la designer Paola Navone, il Como Alpina Dolomites è il primo resort ski-in, ski-out della compagnia. La struttura, con apertura annuale, sarà dotata di 60 camere, a cui si aggiungono tre ristoranti «e la nostra tradizionale Shambala spa, che sarà uno dei centri benessere più grandi delle Alpi». Ma gli investimenti italiani di Como non si sono limitati alle Dolomiti. Il Castello del Nero ha infatti visto sempre quest'anno la realizzazione del podere San Filippo, situato a circa 20-25 minuti dal resort originario. «È una struttura dotata di 22 appartamenti da uno a tre camere con piscina inclusa – prosegue Perkins -. L’idea è quello di farlo diventare presto una sorta di mini-resort indipendente. Abbiamo inoltre aperto Villa San Giulia: una proprietà di quattro camere a pochi passi sempre da Castello del Nero. Prenotabile solo in esclusiva è dotata di una mini-Shambala spa, con la possibilità di beneficiare anche dei servizi a domicilio dello chef della proprietà toscana. Il prossimo anno è infine in programma l’inaugurazione di un ulteriore ristorante chiamato Olive Grove».
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L'open air debutta all'interno della collezione Small Luxury Hotels of the World. Il player outdoor di lusso a stelle e strisce Under Canvas ha infatti appena annunciato l'entrata in Slh di nove proprietà outdoor, tutte negli Usa, nonché del proprio resort Ulum. Le tende Under Canvas trovano ispirazione nello stile safari; sono arredate con letti king-size, biancheria di pregio, caricatori Usb, lanterne da letto, stufe a legna, terrazze e bagni privati. Alcuni di questi alloggi dispongono di una tenda Stargazer, per ammirare le stelle grazie a una finestra panoramica che sovrasta il letto matrimoniale.
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[post_content] => Il Fondo pubblico d'investimento dell'Arabia Saudita (Pif) acquisirà una partecipazione del 10% nell'aeroporto di Heathrow. A cedere la quota è il colosso spagnolo delle infrastrutture, Ferrovial. Un altro 15% della società madre, Fgp Topco, sarà venduto al fondo di private equity francese Ardian.
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Il Pif ha confermato l'operazione sottolineando in una nota che «I nostri investimenti a Heathrow sono in linea con la strategia del Fondo pubblico per gli investimenti di sostenere l'azienda come partner a lungo termine» e aggiungendo che Heathrow è una «porta d'accesso fondamentale per il mondo».
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