30 gennaio 2020 15:52

Vola alto il 2020 di Air Europa in Italia e punta dritto «a una crescita del fatturato del +7% – afferma Renato Scaffidi, general manager Italia della compagnia – dopo un 2019 chiuso con un aumento del +12% di fatturato e del +16% di passeggeri, superando quindi il budget che ci eravamo posti». Una discrepanza che si riconduce alla «maggiore capacità introdotta sul p2p e sul conseguente maggior numero di passeggeri su queste tratte, che sono però, inevitabilmente, a minor rendimento di quelle in proseguimento sul lungo raggio». A contribuire al trend positivo sono stati tutti i segmenti di traffico, con una «lietissima – benché auspicata – sorpresa da quello leisure con aumenti addirittura a tre cifre». Un dato che, senza false modestie, il direttore non può ricondurre agli «ottimi rapporti personali» con il mercato da una parte, ma oggettivamente anche «alle mutate necessità di un mercato che chiede sempre più flessibilità, che un’offerta di linea come la nostra è in grado di garantire».
Doveroso il ringraziamento al canale trade, «che si conferma una volta di più quello privilegiato per noi, basti pensare che quello invece diretto convoglia una percentuale di vendite al di sotto delle due cifre». Balzo in avanti comunque anche per il traffico corporate «con un +27%, cui si affianca il +5% dell’etnico». Positivo infine il dato di load factor «con una crescita di due punti percentuali, fino all’88%».
Lo sguardo va quindi ai prossimi mesi, che vedranno la compagnia portare avanti il rinnovo della flotta «con l’ingresso di altri nove Beoing 787-9, tutti con la nuova cabina di business class – in configurazione 1-2-1 – che saranno impiegati sulle rotte a maggiore vocazione corporate. Ricordo che complessivamente i Dreamliner operativi in flotta saranno 29 entro il 2022, rispetto ai 28 previsti inizialmente».
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L’Osservatorio Astoi analizza e interpreta i comportamenti degli italiani nei confronti delle vacanze e dei viaggi durante i periodi di Natale, Capodanno ed Epifania, offrendo una lettura aggiornata di dati, tendenze e dinamiche di acquisto del turismo organizzato.
I risultati evidenziano come l’inverno non sia più concentrato esclusivamente sulle festività, ma si configuri come una stagione di viaggio più lunga e articolata, caratterizzata da una domanda solida e ben distribuita nel tempo. Il quadro complessivo rimane ampiamente positivo e conferma il ruolo centrale del turismo organizzato nelle scelte di viaggio degli italiani.
Non solo Natale e Capodanno, dunque, ma un inverno che si estende, con partenze distribuite, prenotazioni anticipate e una domanda orientata verso esperienze di qualità e destinazioni di lungo raggio.
Emerge un’evoluzione strutturale della domanda: il viaggio viene pianificato con maggiore anticipo e consapevolezza, distribuito su più settimane e curato in tutti i suoi aspetti - dalla scelta della destinazione alla qualità dei servizi, fino alle coperture assicurative – per essere vissuto come un’esperienza completa, non più come una semplice “fuga”.
Ezhaya
“I dati dell’Osservatorio Astoi confermano che anche il viaggio invernale è entrato in una fase di maturità: non più una scelta impulsiva, ma un progetto consapevole, analizzato e definito - commenta il presidente Astoi, Pier Ezhaya -. Nel pubblico si rafforza la voglia di viaggi esperienziali, che uniscano scoperta, relazione con i territori e partecipazione attiva. Aumentano i viaggi legati alle passioni e la richiesta di viaggi di gruppo, che offrono contenuto e condivisione. Il “cosa” e il “come” diventano quasi importanti quanto il “dove”, chiari indirizzi che i tour operator sono pronti a interpretare.
Dopo un triennio di dati positivi, il 2026 sarà un anno di continuità, con una crescita solida e strutturale; il viaggiatore pianifica prima, si informa di più, valuta con attenzione il rapporto qualità-prezzo e affida con maggiore fiducia l’organizzazione del viaggio a professionisti che garantiscano affidabilità, competenza e personalizzazione. Tecnologia e intelligenza artificiale rappresentano strumenti sempre più importanti per migliorare efficienza, personalizzazione e servizio, senza sostituire il fattore umano”.
Una stagione solida
Nel periodo delle festività di fine anno, i tour operator Astoi registrano in media una crescita dei ricavi del 10% e di circa il 7% dei passeggeri, rispetto allo scorso anno, nonostante un contesto ancora segnato da incertezze economiche e instabilità geopolitica. Un risultato che conferma la solidità del Turismo Organizzato e la capacità del settore di intercettare una domanda sempre più orientata alla qualità, alla sicurezza e alla professionalità.
Questo andamento si inserisce in un contesto globale favorevole: l’industria dei viaggi cresce a un ritmo superiore rispetto all’economia mondiale e arriverà a generare nei prossimi dieci anni circa il 12% del PIL globale (Global Travel Report – Tourism Economics).
La finestra post-Capodanno
Accanto al tradizionale picco delle festività, la finestra delle partenze fra il 1° e il 10 gennaio registra un incremento medio del 10% rispetto allo scorso anno grazie a una maggior attrattività dei prezzi. Capodanno resta il momento più richiesto, ma è seguito da una seconda importante onda stagionale, sostenuta soprattutto dal lungo raggio e dai viaggi di gruppo.
Advance booking, assicurazioni
Il viaggio viene sempre più vissuto come un progetto pianificato e consapevole. Oltre il 70% delle prenotazioni avviene con 60–90 giorni di anticipo, mentre il last minute resta marginale e concentrato su poche destinazioni.
Questo approccio si riflette anche nelle tipologie di vacanza scelte: prevalgono i viaggi di gruppo organizzati, affiancati da una forte domanda di tour individuali e itinerari su misura, in particolare sul lungo raggio, con una forte richiesta di esperienze autentiche.
Il soggiorno mare resta una delle formule più richieste per le festività, spesso combinato con esperienze culturali o tour, mentre in Italia tengono molto bene la montagna e i long weekend.
In questo contesto, aumenta in modo significativo anche la richiesta di coperture assicurative, in particolare le polizze mediche e contro l’annullamento, ormai percepite come parte integrante del pacchetto. La maggiore complessità dei viaggi, soprattutto verso mete lontane, e il valore attribuito al supporto del Tour Operator rendono la protezione un elemento essenziale per vivere il viaggio in piena sicurezza e serenità.
Durata e costi
La durata media delle vacanze si attesta intorno agli 8/9 giorni, con differenze significative in base alla destinazione: 3–5 giorni in Italia, 5–8 giorni sul medio raggio e fino a 10–11 giorni sul lungo raggio.
Sul fronte dei prezzi si registra una sostanziale stabilità, con aumenti contenuti tra il 3% e il 5%, più marcati sul lungo raggio, mentre corto e medio raggio rimangono complessivamente in linea con lo scorso anno. La scelta dei viaggiatori è sempre meno guidata dal prezzo in senso stretto e sempre più orientata alla qualità dell’esperienza e al valore complessivo dell’offerta.
Il costo medio si colloca tra 2.500 e 3.000 euro a persona, con un range che va dai 600-800 euro per il corto raggio ai 1.400-1.600 euro per il medio raggio, fino a 3.300-3.800 euro e oltre per il lungo raggio, dove incidono in modo rilevante circuiti e viaggi tailor made ad alta componente esperienziale.
Il 2026
Guardando al 2026, i tour operator Astoi prevedono uno scenario ancora positivo, seppur caratterizzato da una crescita più contenuta rispetto agli ultimi anni. Le stime indicano un incremento medio compreso tra l’8% e il 10%, con alcuni operatori che prevedono performance anche migliori. La domanda continuerà a concentrarsi sui viaggi esperienziali, spesso in piccoli gruppi o costruiti su misura.
Si confermano centrali l’advance booking, una forte attenzione al rapporto qualità-prezzo e al valore percepito, insieme alla ricerca di contenuti di viaggio più autentici e personalizzati. Un quadro pienamente coerente con i mega-trend internazionali, che indicano un turismo in crescita trainato da personalizzazione, sostenibilità, tecnologie digitali e intelligenza artificiale, nel quale il Turismo Organizzato continua a rappresentare un punto di riferimento per progettare viaggi complessi e ad alto contenuto.
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[post_content] => Gnv afforza il servizio sulla linea Napoli-Palermo introducendo due partenze serali con orari differenziati per cinque giorni alla settimana, garantite da due navi in partenza da Palermo verso Napoli e viceversa.
Il servizio è stato rafforzato passando da 3300 metri lineari a 4700 metri lineari di disponibilità con Gnv Splendid e Gnv Auriga cui si è aggiunta Golden Carrier (in noleggio temporaneo). Dal prossimo 19 dicembre, con l’aggiunta ulteriore di Gnv Sirio, il numero di navi in servizio salirà da 3 a 4, raggiungendo a pieno regime un totale di oltre 6000 metri lineari, per un rafforzamento complessivo della capacità di carico sulla linea tra il capoluogo campano e quello siciliano.
Prenotazioni in aumento
Le prenotazioni di questi giorni hanno già registrato un deciso aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a testimonianza del forte interesse di passeggeri e operatori merci per questo collegamento. L’operazione permette alla compagnia di potenziare uno dei collegamenti più strategici del proprio network, assicurando un servizio più flessibile e contribuendo alla crescita socioeconomica dei territori connessi. La rotta Napoli–Palermo continua a sostenere filiere produttive essenziali, facilitando gli scambi tra la Campania, la Sicilia e il resto dell’Italia.
Matteo Della Valle, cco di Gnv, ha commentato: «Siamo molto soddisfatti di poter potenziare la Napoli–Palermo, una linea storica e strategica per il nostro network. Il rafforzamento della capacità di carico e le due partenze serali per cinque giorni la settimana ci permettono di rispondere ancora meglio a una domanda di mercato in forte crescita, sia passeggeri sia merci. La risposta positiva delle prenotazioni conferma l’importanza di questo collegamento per le comunità e per le filiere produttive che uniscono Campania e Sicilia. Con questo intervento continuiamo a garantire un servizio affidabile e sempre più vicino alle esigenze dei territori».
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[post_content] => Iberia avanza verso il Flight Plan 2030, destinato ad ampliare il network dei collegamenti a lungo raggio e a rafforzare la propria leadership nella connettività tra Europa e Americhe con l'annuncio della nuova rotta Madrid-Toronto.
Dal 13 giugno 2026 il vettore spagnolo opererà cinque frequenze settimanali - lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica - sulla tratta per Toronto, per un totale di 37.000 posti durante la prossima stagione estiva. Sulla rotta sarà impiegato l'Airbus A321Xlr, di cui Iberia è stata la compagnia aerea di lancio, un anno fa.
Il lancio rientra dunque nel Flight Plan 2030, la roadmap strategica di Iberia per i prossimi anni, che prevede un investimento di 6 miliardi di euro nel rinnovo e nell'espansione della flotta, che passerà dagli attuali 48 velivoli a lungo raggio a 70, nella digitalizzazione dei servizi, nel miglioramento dell'esperienza dei clienti e nell'apertura di nuove destinazioni.
«Toronto sarà la nostra 49ª destinazione, segnando una pietra miliare nella storia di Iberia - ha affermato María Jesús López Solás, chief commercial, network development and alliances officer di Iberia -. Questo collegamento avvicinerà il Canada alla Spagna e all'Europa, offrendo ai viaggiatori canadesi più opzioni per scoprire il nostro Paese e il continente europeo con la migliore esperienza possibile. Operare questa rotta con l'Airbus A321Xlr non è solo una decisione operativa, ma una dichiarazione di principi: innovazione, efficienza e sostenibilità sono i pilastri su cui costruiamo il nostro futuro».
«Con quasi 70.000 passeggeri che viaggiano ogni anno tra l'aeroporto internazionale Toronto Pearson e Madrid-Barajas, questa nuova partnership rafforzerà la nostra rete globale e offrirà ai viaggiatori ancora più opzioni per vivere la vivace cultura spagnola, migliorando al contempo la connettività con destinazioni in Europa, Medio Oriente e Africa» ha aggiunto Deborah Flint, president & ceo, Toronto Pearson.
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[post_content] => Un Oman che si ritaglia un ruolo sempre più da protagonista sul palcoscenico turistico internazionale, deciso però «a salvaguardare le proprie tradizioni», facendo anche tesoro dell'esperienza maturata dai 'vicini' Emirati.
In questo quadro, il Sultanato ha saputo - negli anni - conquistare i favori dei viaggiatori italiani che «se nel 2010 erano poco più di 8.450 nel 2024 sono arrivati a 48.000, per una crescita del +460% - sottolinea Massimo Tocchetti, presidente Aigo e rappresentante in Italia del ministero del patrimonio culturale e del turismo dell'Oman -; addirittura con il dato dei crocieristi si sale a quota 72.000 arrivi dall'Italia, che si conferma secondo mercato dopo la Germania. Nel primo semestre 2025, i turisti italiani sono stati quasi 37.000, +49,2% rispetto all'analogo periodo del 2024».
Un trend ascendente, favorito anche dall'apertura «dei voli Oman Air da Roma Fiumicino - in aggiunta a quelli già attivi da Milano Malpensa - che, con quattro frequenze alla settimana, hanno aperto al bacino del Centro-sud Italia». A questo operativo si affianca il nuovo volo targato Neos da Milano Malpensa per Muscat, attivo ogni venerdì dal prossimo 24 ottobre. Questo secondo volo settimanale si aggiunge ai voli già operativi per Salalah, da Milano Malpensa ogni venerdì e da Verona e Roma Fiumicino ogni domenica su base stagionale.
Proprio il trasporto aereo è uno dei settori oggetto di forte sviluppo e attenzione da parte delle istituzioni omanite, «con la prevista apertura, entro il 2028, di un nuovo scalo internazionale nel Governatorato del Musandam; l’Autorità per l’Aviazione Civile del Sultanato ha inoltre programmato la realizzazione, nei prossimi cinque anni, di tre ulteriori aeroporti – Jabal Akhdar, Masirah e Sohar – con l’obiettivo di rendere più accessibili le aree chiave del territorio».
Una meta «turistica d’eccellenza, capace di offrire esperienze autentiche e di alto livello», con un prodotto che fa perno su tradizione e cultura, natura e soft adventure, ecoturismo, luxury e lifestyle, conta anche sulla crescita della propria capacità ricettiva: due strutture di Envi Lodges, brand di lusso ecosostenibile debutteranno nel 2026 con l'Envi Al Sifah, un luxury beach camp resort sulla costa, e l'Envi Jabal Akhdar, tra le montagne dell’Hajar. The Malkai è un nuovo progetto con tre campi tendati di lusso che aprirà nell’autunno 2026 in diverse località dell’Oman: Barkaa (vicino a Muscat), nelle montagne di Al Hajar e nelle dune del deserto di Sharqiyah Sands. Infine, Anantara si prepara a inaugurare il prossimo anno il suo terzo resort nel Sultanato: Anantara Resort at Bandar Al Khairan a Muscat.
Infine, nel 2028 sono invece attese l’apertura di Four Seasons Resort and Private Residences Muscat, prima struttura del gruppo in Oman, e del primo Club Med nel Sultanato, nel Governatorato del Musandam.
«Nei prossimi mesi avvieremo nuove collaborazioni con i principali tour operator e network di agenzie. Parallelamente, ci rivolgiamo anche al consumatore finale: per tutto il mese di ottobre abbiamo attivato una campagna di comunicazione ‘out of home’ nelle aree centrali di Milano - Basilica di San Carlo, Corso Vittorio Emanuele, piazza Gae Aulenti e Largo La Foppa - e di Roma, in Corso Vittorio Emanuele, oltra a campagne online, in collaborazione con i tour operator attivi sulla destinazione e iniziative editoriali di grande spessore».
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[post_content] => La ristorazione si conferma la seconda componente dell'offerta turistica italiana con 11 miliardi di euro di valore aggiunto generato nel 2024. Lo evidenzia il rapporto "Il potere turistico della ristorazione", realizzato da Sociometrica per FIPE-Confcommercio e presentato in anteprima al TTG di Rimini alla presenza del Ministro del Turismo Daniela Santanchè.
Nel 2024 la spesa dei turisti italiani e stranieri in servizi di ristorazione ha superato i 23 miliardi di euro, distribuita in quasi 3.300 comuni turistici italiani. Il settore rappresenta il 9,4% della distribuzione del valore aggiunto nel comparto turistico, posizionandosi dopo le seconde case (27,0%) e prima di hotel e ricettività (16,6%).
Roma guida la classifica con 1,16 miliardi
La geografia del valore aggiunto nella ristorazione turistica vede Roma in testa con 1.163,8 milioni di euro (36,5% del totale), seguita da Milano con 452,3 milioni (14,2%), Venezia con 371,8 milioni (11,7%) e Firenze con 303,1 milioni (9,5%). Rimini si attesta a 169,5 milioni (5,3%), mentre seguono Napoli (159,3 milioni), Torino (123,0 milioni) e Lignano Sabbiadoro (91,0 milioni).
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Turismo internazionale pesa il 67,7% nei top comuni
Il dato più significativo riguarda l'incidenza del turismo internazionale nei primi dieci comuni turistici italiani, che genera complessivamente il 67,7% del valore aggiunto totale. Venezia rappresenta il caso più emblematico con l'86,6% del valore aggiunto generato da visitatori stranieri, seguita da Firenze (80,4%), Milano (71,6%) e Roma (70,3%).
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Le tre Italie della ristorazione turistica
Il rapporto identifica tre diversi modelli di sviluppo turistico. Il Centro Italia, con Roma e Firenze, è caratterizzato dalla più alta incidenza di turismo internazionale (72,4%) e da un peso economico del 46,0% sul valore aggiunto totale, trainato dalle città d'arte di rilevanza mondiale. Il Nord Italia, con Milano, Venezia, Rimini, Bologna, Torino e Jesolo, registra un'incidenza di turismo internazionale del 65,2% e un peso economico del 44,8% sul totale.
Ristoranti italiani nel mondo come soft power
Il rapporto evidenzia come la cucina italiana rappresenti uno strumento di soft power globale, grazie a una rete di oltre 90.000 ristoranti italiani nel mondo che rafforzano l'immagine del Paese. «La ristorazione valorizza le economie locali ed è un patrimonio, anche immateriale, che accompagna ogni esperienza turistica», ha sottolineato Lino Enrico Stoppani, presidente di FIPE-Confcommercio. «Non è solo valore economico, ma cultura e identità attraverso cui raccontare il Paese. È un settore che contribuisce in modo determinante alla competitività del turismo italiano e alla promozione del brand Italia nel mondo».
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[post_content] => Da un approccio quantitativo a una strategia basata sulla qualità. La notizia c’è e a fare da apripista è Welcome Travel Group, che segna una svolta nelle dinamiche di mercato.
«Siamo arrivati a circa 2.600 punti vendita affiliati – spiega il direttore network Dante Colitta -. Ora è tempo di stabilizzarci. La logica che guiderà le nostre attività future non è più quella ispirata alla crescita numerica dei punti vendita; siamo entrati in una nuova fase e puntiamo consolidare e intensificare i rapporti con le agenzie già attive».
Sicuramente ci sarà sempre qualche punto vendita in uscita e qualche nuova affiliazione, ma la dinamica dei numeri non è destinata a crescere in modo esponenziale, come avveniva in passato.
«Negli ultimi tre anni e mezzo abbiamo inserito circa 800 nuove adv. E’ tempo di concentrarci su chi vuole giuocare la nostra stessa partita, garantendo strumenti e opportunità di valore sempre maggiore».
E se i vecchi obiettivi per i prossimi anni indicavano addirittura 3.000-3.300 punti vendita, nella nuova strategia i circa 2.630 punti vendita con i quali si chiuderà l’anno sono un traguardo ottimale. E un nuovo inizio. «Vogliamo affrancarci dall’etichetta di network puramente commerciale, andando invece a proporre strumenti nuovi. L’obiettivo è quello di essere il 12° uomo in campo al fianco delle agenzie, e i risultati registrati dai nostri WE Focus e da GEO Update ci indicano che la direzione lungo la quale ci stiamo muovendo è quella giusta. Basti pensare che al termine del ciclo di eventi, al 31 agosto, il risultato ottenuto dalle agenzie partecipanti era tre volte superiore rispetto a quello prodotto dal network in generale».
Fra gli strumenti per vincere la concorrenza della disintermediazione e dell’online, in primo piano anche due nuovi sistemi di e-commerce. «Abbiamo notato che i clienti si recano sempre meno in agenzia, ma preferiscono sfruttare altri mezzi per rivolgersi ai dettaglianti. Per questo, risultano particolarmente importanti strumenti ad hoc in grado di incontrare le esigenze del singolo punto vendita, che sono diverse le une dalle altre».
Il bilancio dell’anno
Intanto, in casa Wtg si tirano le prime somme di un anno particolare, che ha comunque permesso al gruppo di mettere a segno una crescita totale dei volumi di fatturato che dovrebbe aggirarsi sul 10%.
«Fino a marzo le previsioni erano estremamente positive – ammette Colitta -. Poi, l’estate ha un po’ eroso i numeri». Una stagione vissuta «sulle montagne russe», con fasi altalenanti. «Un fenomeno inconsueto è stata la partita giocata dal Mare Italia: non è stato il bene rifugio al quale tutti eravamo abituati, specie in momenti di tensioni geopolitiche, anzi. Le prenotazioni nel nostro Paese, soprattutto a causa di politiche tariffarie fuori mercato, hanno segnato il passo con qualche punto percentuale in meno sul 2024. Per contro, Egitto, Grecia e lungo raggio hanno colmato il gap con una performance brillante».
E il futuro? «Sul 2026 stiamo registrando un incremento importante, anche se a muoversi in anticipo è sempre il segmento alto spendente, meno condizionato dall’andamento dei prezzi. Sarà cruciale però capire come la filiera – agenzie, t.o., hotel – saprà porsi in termini di rapporto qualità-prezzo». La partita è aperta.
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[post_content] => Nelle ultime settimane, Barcellona ha implementato un piano per limitare la crescita delle crociere turistiche in città. Il nuovo protocollo, firmato dal consiglio comunale e dal porto, stabilisce un limite massimo di 31.000 passeggeri al giorno, che rappresenta una riduzione rispetto agli attuali 37.000.
L'idea è quella di riorganizzare il traffico al molo di Adossat attraverso un investimento pubblico-privato di 185 milioni di euro entro il 2030. L'accordo prevede una riduzione del numero di terminal, da sette a cinque. I terminal A, B e C saranno demoliti e al loro posto verrà costruito un nuovo terminal pubblico in grado di gestire fino a 7.000 passeggeri contemporaneamente. Gli altri quattro, gestiti da operatori privati, continueranno a funzionare.
Contenere i picchi
L'obiettivo è contenere i picchi di congestione turistica e ridurre l'impatto sull'area portuale e sul centro città. Il calendario degli interventi è già stato definito: nel 2026 verrà chiuso il Terminal Sud e demolito il Terminal C; nel 2027 inizierà la costruzione della nuova infrastruttura pubblica; e nel 2028 verranno demoliti i Terminal A e B.
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[post_content] => L'ultima iniziativa di Barcellona per contrastare l'overtourism prende di mira le crociere con un piano che punta a ridurre la capacità del porto crocieristico della città, il più trafficato d'Europa.
Secondo quanto riferisce Reuters, in base a un nuovo accordo tra il Comune di Barcellona e l'Autorità Portuale, il numero dei terminal passerà da sette a cinque entro il 2030, con una conseguente riduzione della capacità passeggeri massima del porto da 37.000 a 31.000.
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Il piano di riqualificazione del porto, già in corso, prevede la demolizione dei vecchi terminal e la costruzione di un nuovo Terminal C sostenibile, con alimentazione da terra e una capacità ampliata per 7.000 passeggeri. Il numero di terminal crociere sarà di conseguenza ridotto da sette a cinque.
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La struttura è fornita di indicatori di occupazione dei singoli stalli, display digitali per l'informativa sui posti disponibili e sistemi di pagamento elettronico. I lavori, iniziati a novembre 2023, hanno visto l'utilizzo di oltre 9.000 metri cubi di calcestruzzo, 1.000 tonnellate di ferro da armatura e 1.700 tonnellate di acciaio da carpenteria, portando allo sviluppo di una struttura in carpenteria metallica a otto livelli, ciascuno della superficie di circa 3.300 metri quadrati di parcamento, con due ingressi e rampe separate per l'ingresso e l'uscita dei mezzi.
Nei prossimi giorni, come riferisce l'Ansa, inizieranno invece i lavori per la realizzazione di un secondo lotto del parcheggio, anch'esso di otto livelli e in adiacenza al primo, cui sarà collegato con un giunto strutturale.
Questo secondo lotto dovrebbe essere disponibile nella seconda metà del 2026. L'intervento, nel suo complesso, porterà a un incremento di circa il 40% dei posti auto attualmente disponibili per i passeggeri del Marconi e comporterà un investimento complessivo di circa 38 milioni.
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