Banconista Roma e provincia
7 gennaio 2013 10:15
Tipologia di annuncio: Richiesta di lavoro
Annuncio pubblicato da: Marco
Telefono: 348 8423045
Email:
Provincia: • Frosinone, Latina, Lazio, Rieti, Roma, Viterbo
Comune: • Frosinone, Latina, Rieti, Roma, Viterbo
Settore: • agenzie di viaggio, compagnie aeree, hotel, tour operator
Mansione: • addetto biglietteria, banconista, receptionist
Testo dell'annuncio
Annuncio pubblicato da: Marco
Telefono: 348 8423045
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Provincia: • Frosinone, Latina, Lazio, Rieti, Roma, Viterbo
Comune: • Frosinone, Latina, Rieti, Roma, Viterbo
Settore: • agenzie di viaggio, compagnie aeree, hotel, tour operator
Mansione: • addetto biglietteria, banconista, receptionist
Testo dell'annuncio
Banconista con esperienza pluriennale presso agenzie di viaggio e tour operator, compagnie aeree e receptionist presso hotel. Utilizzo Crs Sabre e Galileo, Sipax Plus, vendita biglietterie aeree, ferroviarie e marittime. Vendita pacchetti turistici. Contabilità prima nota, AS 400, Nuconga. Per Roma e provincia. Disponibilità immediata. Automunito, motomunito. Marco, cell 348 8423045.
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[post_content] => Sono trascorsi esattamente 20 anni da quando fu trasportato a Milano il ponte di comando del leggendario transatlantico Conte Biancamano, che oggi compie 100 anni ed è esposto nella sezione dedicata ai trasporti del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. La visita al prestigioso museo milanese è stata promossa nell’ambito della presentazione di Bit2026: ripercorrere la storia del transatlantico e raccontare l’evoluzione del viaggio come scoperta di contenuti, idee ed esperienze, valorizzando persone e territori, diventa una metafora del concept della prossima edizione di Bit, che sarà un grande produttore di contenuti, con un focus sulla persona.
«Perché al Museo il viaggio non è soltanto spostamento, - afferma Marco Iezzi, curatore dell’area Trasporti - ma un’idea che attraversa epoche, linguaggi e innovazioni. Un filo conduttore che unisce storie, tecnologie e visioni». Iezzi ha raccontato l’ultimo transatlantico italiano costruito all’estero, quel Conte Biancamano commissionato ai cantieri navali scozzesi, i cui interni furono progettati da uno dei più famosi architetti dell’epoca: Antonio Coppedé.
«Oggi parliammo di turismo, anche se ai tempi del Conte Biancamano non c'era l'industria turistica come la intendiamo oggi. Il viaggio stesso era una forma di turismo: la meraviglia degli ambienti permetteva di trascorrere piacevolmente il tempo. Il gusto è sicuramente cambiato, ma possiamo ancora vivere il fascino del transatlantico». È molto interessante seguire il percorso proposto dalle aree del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, dove il viaggio assume diverse forme: è un viaggio tecnologico che attraversa le innovazioni del secolo scorso e mostra come abbiano trasformato la nostra quotidianità. Iezzi accompagna il visitatore sulla plancia del Conte Biancamano: un’icona della navigazione italiana. «Nato nel 1925, fu varato nell’aprile successivo e partì il 20 dicembre da Genova per il suo primo viaggio diretto a New York.
Non era una nave da crociera ma un servizio di linea; un sistema di trasporto che tutte le settimane salpava verso la sua destinazione. Il transatlantico viaggiò per 15 anni verso le Americhe, lungo la tratta Genova-New York. Allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale fu requisito dall’esercito statunitense per il trasporto truppe. Venne restituito al governo italiano nel 1948 e riallestito nei cantieri di Monfalcone nella versione odierna. Anche Giò Ponti lavorò agli arredi. Il Biancamano navigò fino al 1960 e, finita la carriera attiva in mare, venne tagliato in diversi pezzi. Uno di questi, da mille tonnellate, è stato trasportato 20 anni fa a Milano.
Costruire nel museo un padiglione che lo contesse e sorreggesse non è stato facile. - ricorda Iezzi - Oggi la plancia di comando e la suggestiva sala dal ballo del transatlantico sono musealizzate insieme con il sottomarino Enrico Toti, il primo costruito in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Anche quest’ultimo fu trasportato a Milano 20 anni fa, abbiamo quindi un doppio anniversario nel settore Trasporti del museo. Nel corso degli anni abbiamo raccolto tante testimonianze e ricordi di chi ha viaggiato a bordo del transatlantico; come quella coppia non più giovane che anni fa entrò nel museo, visitò la parte del transatlantico in mostra e poi mi mostrò un foglio ingiallito ripiegato: era un biglietto del Conte Biancamano! Marito e moglie avevano viaggiato a bordo e vollero condividere con me tanti ricordi donandomi infine il prezioso biglietto.
Tra i viaggiatori ci sono stati anche personaggi famosi dell'industria italiana come Luigi Lavazza, che andava in Sud America per interessi commerciali. All'epoca l'aereo non era ancora un mezzo efficace: solo nel 1960 la compagnia aerea nazionale si dotò dei grandi aerei per le trasvolate, avviando il declino del transatlantico». Conte Biancamano si trova al museo insieme con oggetti iconici sorprendenti, come la Valigia delle Indie - una locomotiva creata per collegare il Nord al Sud dell’Italia, ovvero Bardonecchia e Brindisi, testimoniando come la tecnologia ferroviaria abbia contribuito all’integrazione del Paese.
Tra i tanti pezzi stupefacenti e in mostra permanente al museo si possono poi ammirare il tram Carrelli del 1928, la suggestiva Nave Scuola Ebe per la navigazione a vela e il catamarano Luna Rossa del team Prada, protagonista dell’America’s Cup del 2013. Grazie alla sua collezione il Museo diventa un luogo dove “viaggiare” è un’esperienza che attraversa mare, terra, aria, spazio e pensiero.
Chiara Ambrosioni
[post_title] => Milano: il Museo Nazionale Scienza Leonardo da Vinci racconta la nascita del concept del viaggio e del turismo
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[post_content] => Las Vegas sorprende il visitatore in cerca di una vacanza alternativa con una vasta scelta di attività all'aperto: 40 km a nord dalla Strip si possono indossare le scarpe da trekking per percorrere uno dei 26 sentieri del Red Rock Canyon, che superano i 65km di lunghezza e offrono percorsi adatti a ogni escursionista e cavallerizzo.
Per chi vuole invece scattare fotografie uniche tra rocce di arenaria rossa o scoprire la variegata fauna locale, con mufloni e lucertole colorate, a un’ora da Las Vegas si trova il Valley of Fire State Park. In meno di un’ora si raggiunge anche l'area alpina del Mount Charleston: ideale per le passeggiate estive e adatta allo sci e allo snowboard durante l’inverno.
Questo territorio del Nevada è perfetto anche per chi ama viaggiare su un lussuoso fuoristrada: seguendo il tour Red Rock Rocky Gap Off-Road, in 4 ore si raggiunge la città fantasma di Eldorado. Si possono anche lasciare i sentieri battuti per vivere emozionanti avventure: il SunBuggy Fun Rentals propone percorsi su veicoli fuoristrada personalizzati progettati con roll-bar a 360 gradi per garantire la massima sicurezza, mentre i tour di Pink Adventure Tours esplorano il terreno desertico accidentato. Per gli appassionati di auto Las Vegas ha pensato anche al circuito Speedvegas, ispirato alla Formula1: 2km con 10 curve mozzafiato e lunghi rettilinei ad alta velocità su cui guidare supercar come Ferrari, Lamborghini o Porsche. È parte della ricca offerta di intrattenimento anche il Dig This Vegas: un parco giochi dove guidare ruspe e bulldozer e dedicarsi alle costruzioni con l’intera famiglia.
Un modo alternativo per scoprire Las Vegas senza lasciare il centro è un viaggio con la SlotZilla Zipline che corre sopra Fremont Street e consente di percorrere 300m raggiungendo i 56km orari di velocità. Si possono anche vivere avventure rilassanti o emozionanti sull’acqua: non lontano dalla Strip di Las Vegas c’è un lago di circa 1,5km2 dove praticare attività acquatiche. Dal kajak alla stand-up paddleboard, dal flyboard al jetpack, fino all'e-foiling: una tavola da surf a idrogetto elettrica per planare sulla superficie del lago. Anche la Lake Mead National Recreation Area è un’oasi d’acqua nel deserto con oltre 750 miglia di costa. Tante le esperienze disponibili, tra cui una crociera di 90 minuti fino alla diga Hoover, a bordo di un battello a ruota a pale.
Dopo aver vissuto una giornata di scoperta si torna alle architetture futuristiche di Las Vegas, alle vivaci arcade e ai luminosi teatri dove immergersi nell’offerta di intrattenimento della città, in continua evoluzione. Emozionante la visita dell’immensa The Sphere: dall’esterno uno schermo led sferico brilla sulla città, mentre all’interno lo spettatore si immerge nella proiezione rinnovata e adattata allo schermo de Il Mago di Oz. La pellicola è quella interpretata da Judy Garland nel 1939 e, ancora oggi, conquista gli spettatori dimostrando di essere la Favola per antonomasia degli Stati Uniti. Ricco e variegato il programma degli eventi e spettacoli allestiti nelle diverse e sontuose location della città: dallo show colorato Absinthe al Mad Apple del Cirque de Soleil, dai concerti agli spettacoli di magia, alle commedie, ai tanti stupefacenti shows. Senza dimenticare le citazioni del passato, come il divertente e coinvolgente Disco Show proposto da The Linq Hotel al ritmo degli anni ‘70.
(Chiara Ambrosioni)
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[post_title] => Las Vegas: patria dello spettacolo e di un’inaspettata offerta di attività outdoor
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[post_content] => Il 2026 di Lufthansa segna una tappa significativa nella storia della compagnia con l'anniversario dei 100 anni dalla fondazione della prima Lufthansa, nel 1926. Per celebrare questa occasione speciale, decollerà una “flotta anniversario” unica nel suo genere, che combina tradizione e innovazione in un design tutto nuovo.
Le flotte secondarie più importanti di Lufthansa sfoggeranno la speciale livrea del centenario: la fusoliera blu sarà adornata da una gru bianca le cui ali si fondono con quelle dell'aereo. Oltre alla gru, sul lato sinistro della fusoliera è integrato un “100” e sul lato destro la scritta “1926 / 2026”. Un “100” sarà visibile anche sulla parte inferiore dell'aereo.
La flotta dell'anniversario sarà guidata dal nuovo Boeing 787-9 “Berlin”, in arrivo a Francoforte il prossimo mese di dicembre. Verranno verniciati anche un Airbus A380, un Airbus A350-1000, un Airbus A350-900, un Airbus A320 e un Boeing 747-8.
Gli aeromobili saranno gradualmente dotati del nuovo design: la flotta dell'anniversario dovrebbe essere completa nell'autunno del 2026.
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[post_content] => Dal 6 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026 ad Assisi eventi, mercatini, spettacoli itineranti, presepi diffusi, testimonianze di pace, festival di musica medievale natalizia, trekking delle feste, con celebri opere d’arte contemporanea proiettate sulle principali facciate di chiese e monumenti della città, attraverso spettacolari proiezioni luminose. Un progetto originale, immersivo, nuovo, coinvolgente, per un’esperienza unica che trasforma il centro storico in una sorta di galleria d’arte a cielo aperto, lanciando al mondo un messaggio potente di speranza e bellezza.
Le immagini proiettate sono frutto del lavoro congiunto di storici dell’arte e lighting designer, supportati da strumenti digitali. A ispirare i creativi, artisti come Chagall, Magritte, Klimt, Köder, Picasso, che testimoniano la pace attraverso elementi tratti da alcune delle loro creazioni più famose. Cuore del progetto è piazza del Comune, dove la tematica “Pace sulla Terra” viene interpretata attraverso una selezione di alcune opere di Banksy, il più grande street artist contemporaneo, che ha portato ad Assisi la propria arte rivoluzionaria con la mostra “Peace on Earth”, visitabile alla Rocca Maggiore fino all’11 gennaio 2026.
È la prima volta che l’arte contemporanea viene utilizzata per animare il Natale attraverso la tecnica dell’illuminazione mappata di chiese e monumenti, che da anni rende iconiche e speciali le luci natalizie ad Assisi.
L’accensione è prevista il 6 dicembre prossimo, alle ore 17.00, insieme all’albero in piazza del comune. Un momento speciale, perché il Natale di pace, luce e incontro di Assisi sarà acceso simbolicamente da Betlemme, la città dove è nato Gesù, gemellata con quella di San Francesco dal 1989, all’insegna dei valori della fratellanza.
Nel cuore della città, ci saranno presepi artistici diffusi in angoli caratteristici, mostre presepiali e presepi speciali davanti alla Basilica inferiore di San Francesco e nel chiostro della Basilica di Santa Maria degli Angeli. Nel Palazzo Monte Frumentario, nella Galleria Le Logge e nel Palazzo del Capitano del Perdono, in mostra una straordinaria collezione di presepi (circa 800) provenienti da tutto il mondo.
Nelle frazioni del territorio assisano (Armenzano e Petrignano), i tradizionali presepi viventi, per i quali è previsto un servizio navetta gratuito dal centro storico. Il presepe di Petrignano, per prima volta raggiungerà il cuore di Assisi, con il corteo storico e la rievocazione della Natività nei vicoli della città.
Immancabile, il 31 dicembre, la festa di Capodanno in Piazza con live show di “Antonio Ballarano Band”. Il 6 gennaio grande attesa per la Befana in piazza, che si calerà dalla Torre del Popolo, con calze per tutti bambini.
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[post_content] => Da quarantacinque anni Visit Usa Association è un punto di riferimento per chi promuove e chi sceglie gli Stati Uniti come meta di viaggio, un ruolo sempre più rilevante per un mercato in continua a crescere, che ha superato Regno Unito e Germania.
Al timone c’è Lia Maiorca, segretario generale, custode di una visione che unisce professionalità e autentica curiosità per un Paese in continua evoluzione. Al Going Square Academy di Genova ha ricordato come il network, nato negli anni ’80 dopo la chiusura degli enti ufficiali del turismo americano, riunisca tour operator, catene alberghiere, compagnie di autonoleggio e destinazioni statunitensi, con l’obiettivo di offrire risposte concrete agli agenti di viaggio ma anche al cliente finale.
Oggi i soci sono 75, numero in aumento nonostante le tensioni globali. «Il mercato italiano vale un milione di passeggeri l’anno e cresce ancora: gli Usa restano la destinazione più amata», conferma Maiorca. Molti i repeater in cerca di novità. «Lavoriamo sulla diversificazione, promuovendo non solo mete iconiche come New York, Miami e California, ma anche aree meno note: Sud, Montagne Rocciose, New England e regioni dal forte valore storico come il Massachusetts, legato al turismo delle radici».
Un’attenzione particolare va anche alle culture native americane, portatrici di esperienze autentiche che trasmettono la vera essenza degli States. Autofinanziata, l’associazione raggiunge il pubblico soprattutto tramite social e agenzie, che veicolano storie e identità di una destinazione dalle molte anime.
Dal 2014 Visit Usa investe inoltre nella formazione continua: dopo i primi webinar è nato nel 2023 il programma “Agenti Pro”, che crea una comunità selezionata di agenti più coinvolti nelle attività e con uno spazio dedicato sul sito.
I grandi eventi 2026
Elevate le attese per il 2026, che sarà un anno emblematico per il turismo americano, segnato da tre ricorrenze di rilevanza mondiale:
America250: (dal 4 luglio 2026) - celebrazioni per il 250° anniversario della Dichiarazione d’Indipendenza, con eventi da Boston a Philadelphia, New York e Washington D.C.;
Fifa World Cup 2026 (11 giugno – 19 luglio): gli Stati Uniti ospiteranno 11 città sede di gara, con la finale il 19 luglio al New York New Jersey Stadium. Altri incontri sono in programma in Canada e Messico.
Centenario della Route 66: l’iconica strada che attraversa otto Stati da Chicago alla California, simbolo del viaggio on the road e del mito americano, inaugurata l’11 novembre 1926.
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[post_content] => Las Vegas ha compiuto 120 anni. Fondata nel 1905 come stazione ferroviaria nel deserto del Nevada, è diventata una destinazione globale, capace di trasformarsi ogni giorno. Oggi si definisce “La capitale mondiale dello sport e dell’intrattenimento” ed è una potenza globale nel turismo e nell'ospitalità. Dalla legalizzazione del gioco d'azzardo nel 1931 all'apertura dell'Hotel Flamingo nel 1946, Las Vegas è diventata una destinazione iconica e vibrante e dal 1959 accoglie i suoi visitatori con il cartello "Welcome to Fabulous Las Vegas"! Sin dagli anni ‘60 e ‘70 personaggi di fama internazionale come Elvis Presley hanno contribuito a farne non solo un “parco giochi”, ma anche la location per spettacoli di intrattenimento di alto livello.
Nel 1989 è poi iniziato il trend dei “megaresort”: il primo fu il Mirage, quindi vennero costruiti i resort a tema che dominarono gli anni ‘90 come il Luxor Las Vegas, il Bellagio Resort & Casino, il New York New York Hotel & Casino, il Paris Las Vegas Hotel & Casino e il The Venetian Resort Las Vegas, strutture suggestive che hanno trasformato la Strip in un mondo fantasy immersivo, portando a Las Vegas anche il Campanile di San Marco e i canali di Venezia, la Tour Eiffel e i bistrot di Parigi e la Statua della Libertà New York. «La storia di Las Vegas è caratterizzata da una visione audace, resilienza e immaginazione senza limiti. - afferma Steve Hill, presidente e ceo della Las Vegas Convention and Visitors Authority - Abbiamo celebrato 120 incredibili anni e vogliamo rendere omaggio alle persone, alle collaborazioni e all'innovazione che hanno reso Las Vegas un luogo unico al mondo. Siamo solo all'inizio».
Infatti nel corso degli anni la città ha continuato a reinventarsi aprendo le porte a concerti di livello mondiale, a show di ogni genere musicale e di magia, a eventi di grande richiamo, ad attrazioni coinvolgenti e agli sport professionistici. Se la suggestiva e immensa The Sphere stabilisce un nuovo standard per l'intrattenimento coinvolgente, strutture come l'Allegiant Stadium e la T-Mobile Arena aprono la strada allo sport e alle opportunità. Sono infatti arrivati i Vegas Golden Knights, i Raiders, le Las Vegas Aces, la Formula 1 e grandi eventi come il Super Bowl LVIII e WrestleMania 41. Nel 2027 è in programma la College Football Playoff Championship, mentre nel 2028 si terrà la NCAA Men's Final Four e la Major League Baseball farà di Las Vegas la sua casa con gli Athletics in uno stadio all'avanguardia, da 33.000 posti, la cui costruzione inizierà quest'anno.
Chiara Ambrosioni
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[post_content] => Visit Emilia ripropone la rassegna che permette di scoprire in modo insolito gli spazi scenici storici delle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Dal 5 all'8 dicembre, dodici sedi aprono le quinte per raccontarsi.
«Mi piace immaginare - spiega Simone Fornasari, presidente di Visit Emilia - che aprire un teatro non è solo un gesto turistico, ma politico. Nel senso più nobile del termine: è prendersi cura della polis, della comunità, di quella parte di noi che ha bisogno di bellezza per non dimenticare chi siamo».
Il Teatro Regio di Parma, costruito per volere della duchessa Maria Luigia nel 1829, è un piccolo capolavoro neoclassico dove ogni doratura ha la grazia di un inchino. Le visite guidate, a pagamento, che durano circa 30 minuti.
Il Teatro Farnese a Parma è un miracolo in legno. Costruito nel 1618 all’interno della Pilotta, il Teatro Farnese avrebbe dovuto crollare mille volte, invece è rimasto lì, testardo come un’idea che non vuole arrendersi. Tutto in legno, perfino la maestosità.
Il Teatro Verdi a Busseto è stato inaugurato nel 1868 e voluto dai bussetani in onore del maestro, che però non ci mise mai piede. All’interno della Rocca Pallavicino, la sala a ferro di cavallo, i medaglioni dipinti con le muse del teatro e il busto di Verdi all’ingresso sono un pellegrinaggio laico per molti visitatori da tutto il mondo, che siano o meno, appassionati di lirica.
Il Teatro Pallavicino a Zibello è piccolo, elegante e con quella grazia un po’ timida dei teatri di provincia. Il Pallavicino è stato inaugurato nel 1804 nel palazzo dei marchesi da cui prende il nome.
Nel Teatrino del Castello di Vigoleno le visite non sono solo “guidate”, ma animate. Il che significa che, tra le mura medievali e i mattoni antichi, si rischia di incontrare qualche fantasma gentile che vuole raccontarti la sua storia.
A Piacenza, la mappa del bello si chiude con due nomi blasonati: il Teatro Municipale, nato nel 1804 su disegno di Lotario Tomba e la Sala dei Teatini, chiesa sconsacrata diventata spazio teatrale. Nel primo si respira ancora l’aria dei melodrammi ottocenteschi, nel secondo quella delle sperimentazioni moderne.
Durante le visite guidate al teatro municipale Romolo Valli a Reggio Emilia, si entra nel cuore segreto del palcoscenico reggiano: si scoprono la maestosità della sala a ferro di cavallo, i quattro ordini di palchi dorati, il sipario storico e i camerini dove vibra ancora l’eco degli artisti.
Dedicato al musicista locale Bonifazio Asioli, il teatro Bonifazio Asioli a Correggio sembra quasi un “salotto” dell’Ottocento. Una sala raccolta, i palchi ben conservati e l’atmosfera da casa di famiglia dove l’arte è un’abitudine.
La visita del teatro Giovanni Rinaldi a Reggiolo, intitolato a Giovanni Rinaldi, illustre musicista del XIX secolo, rappresenta un’anteprima in vista dell’apertura ufficiale che avverrà nel 2026. Il teatro è annoverato tra i primi 60 teatri storici d’Italia.
Nel silenzio raccolto di Guastalla, il teatro Ruggero Ruggeri sembra un piccolo scrigno di meraviglia. Nato nel 1671 per volere dei duchi Gonzaga, custodisce ancora la grazia barocca dei suoi palchi a ferro di cavallo e l’intimità delle sue decorazioni seicentesche. Intitolato al grande attore Ruggeri, oggi ospita spettacoli di prosa, musica e danza.
Il teatro Herberia a Rubiera non si visita in silenzio: lo si ascolta. Perché le sue visite sono accompagnate dalla musica, come se il teatro stesso avesse bisogno di ricordarti che è vivo. Il Teatro Herberia aprì il sipario nel 1926, mostrandosi in una struttura tardo Liberty ideata dall’ing. Antonio Panizzi e dall’arch. Italo Costa.
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“Sartoria Cibrèo” nasce nel 2020, ma l’esperienza di famiglia parte da lontano, fin dal 1979, quando il papà di Giulio Picchi, titolare e attuale coo del gruppo, avviò un progetto di ristorazione che nel tempo ha saputo ampliarsi e reinventarsi, mantenendo intatto l'entusiasmo dei primi giorni.«Siamo nati a Firenze e in città si concentra la nostra attività. E’ stato il mercato stesso a indicarci la via da seguire, con una richiesta sempre maggiore che, facendo perno sulla ristorazione, andava ad abbracciare la realizzazione di eventi e l’ampliamento ad altre attività di scoperta del territorio».
Il progetto
Il progetto “Sartoria” del gruppo Cibrèo - quest'ultima è una parola mutuata dal fiorentino antico che indica un insieme di cose buone – si è via via arricchito di nuovi contenuti e oggi l’azienda di famiglia è in grado di organizzare eventi su misura per due sole persone o per centinaia di clienti. «Senza mai snaturare la nostra identità, che affonda le sue radici nella ristorazione autentica, in aderenza alle tradizioni locali del nostro territorio. Attualmente, “Sartoria” è il ramo d’azienda che cresce in modo più veloce e anche il 2025 è andato forte, malgrado la stagionalità sia cambiata iniziando a premiare mesi di spalla come ottobre e novembre».
Opportunità da cogliere
La capacità di cogliere nuove opportunità si è tradotta ad esempio nell’apertura del nuovo Cibrèo Ristorante & Cocktail Bar all’interno dell’Helvetia & Bristol di Firenze. Ma anche nella messa a punto di tutta una serie di servizi su misura.
«Quello del cibo è un linguaggio universale, che parla al cuore. Il nostro punto di forza è la certezza di contribuire alla salvaguardia di un territorio, con tutte le sue peculiarità. Lavoriamo a contatto con persone che hanno la gioia di concedersi una cena fuori casa; il nostro è un lavoro faticoso ma estremamente appagante. Da romantici e sognatori quali siamo, continueremo ad alzare l’asticella».
Attività per tutti
Lavorando intorno al concetto di ristorazione, si possono declinare moltissime altre attività ed è proprio questa la forza di Sartoria Cibrèo: «Per chi lo desidera, siamo in grado di organizzare tantissime attività legate al territorio: tour in van, escursioni in bicicletta, visite a realtà locali e aziende produttrici di alimenti, corsi per imparare a realizzare oggetti di ceramica. Il tutto in stretto contatto con gli artigiani locali delle botteghe del quartiere di Sant’Ambrogio a Firenze».
Il gruppo Cibrèo non persegue però la crescita a tutti i costi: «Vogliamo mantenere intatta la nostra identità – aggiunge il manager -. E' giusto allargare la conoscenza del marchio, senza però snaturarci e mantenendo inalterata la fedeltà ai principi di sempre».
I mercati esteri
Questa vision sartoriale non impedisce però di guardare all’estero, con il mercato Usa che resta il principale ma con ottime potenzialità di sviluppo anche a Oriente. «Le culture asiatiche sono molto consolidate, con un modo di approcciare il cibo diverso dal nostro ma di grande sostanza e tradizione. Una sfida interessante, che abbiamo colto con dinamismo fin dagli anni Ottanta, quando aprimmo un nostro ristorante a Tokyo».
Da allora la strada percorsa è stata lunga, ma la filosofia che guida il servizio è rimasta la stessa: «L’evoluzione è una componente necessaria, ma nella nostra missione serve anche coerenza di intenti e consolidamento». La sfida è aperta.
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La Polonia vuole farsi conoscere anche come destinazione per turismo enogastronomico: dalla tipicità ai produttori locali al fine dining, forte di una new wave di chef e cultura che sta facendo riscoprire letteralmente la cucina polacca e le sue produzioni. Barbara Minczewa, direttore dell'Ente del Turismo della Polonia, vede la gastronomia come uno dei driver principali per intercettare i flussi turistici qualificati, in particolare il segmento giovane alla ricerca di esperienze autentiche.
«Una Polonia diversa dai soliti cliché che ci sono stati per anni», ha dichiarato Minczewa durante l'evento "Armonie di Sapori. Viaggio gastronomico da Varsavia a Milano" Il Paese, destination partner di Guida Michelin da tre anni, conta oggi cinque città e cinque regioni polacche inserite nella prestigiosa guida, con numerosi ristoranti stellati che rappresentano il nuovo corso della ristorazione nazionale.
«Le città d'arte continuano ad essere il nostro primo importante prodotto, ma sempre più turisti sono attratti dal turismo esperienziale e sostenibile», afferma la direttrice dell'ente. L'offerta si amplia includendo le foreste primordiali che ospitano i bisonti europei, animali che vivono esclusivamente in Polonia, elemento distintivo per il segmento nature-based.
Il Paese, che conta 16 regioni con forte identità territoriale, punta sulla regionalità come asset competitivo nel mercato italiano. e si concentra anche sulla valorizzazione delle specificità locali.
Chef protagonisti del rilancio
L'operazione di marketing territoriale ha visto protagonisti due chef di eccellenza di Varsavia: Marcin Przybysz del ristorante Epoka e Bartosz Szymczak del ristorante Rozbrat 20 (1 stella Michelin). Entrambi rappresentano la nuova generazione di chef polacchi che, dopo esperienze formative internazionali in Regno Unito, Svizzera, Danimarca e Italia, sono tornati in patria per reinterpretare la tradizione culinaria nazionale.
«Dopo la Seconda Guerra Mondiale e il periodo comunista abbiamo perso la nostra cultura e le tradizioni gastronomiche», ha spiegato Przybysz durante la presentazione. Il suo ristorante Epoka utilizza esclusivamente ricettari polacchi antecedenti al 1939, con un menu che riporta le date originali delle ricette e una mappa della Polonia con i prodotti del territorio.
La scoperta? La cucina polacca va molto oltre i luoghi comuni che vedono in menu patate, cavoli o gulash, ma si arricchisce di molti vegetali, funghi, anche tartufo, pesce, e il pregiato caviale locale.
La strategia di educazione del mercato
Il progetto gastronomico polacco include una componente educativa rivolta sia al mercato interno che a quello internazionale. «Vogliamo insegnare alle persone, educarle, perché crediamo di poter tornare sulla giusta strada», ha sottolineato Przybysz, evidenziando come l'operazione miri a creare consapevolezza anche tra gli operatori polacchi stessi.
L'iniziativa si inserisce in un più ampio piano di promozione turistica che vede nella gastronomia uno strumento di narrazione territoriale. «La gastronomia racconta molto del popolo e del territorio», conferma Minczewa, sottolineando il potenziale ancora inespresso della destinazione in questo segmento.
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E’ stato il mercato stesso a indicarci la via da seguire, con una richiesta sempre maggiore che, facendo perno sulla ristorazione, andava ad abbracciare la realizzazione di eventi e l’ampliamento ad altre attività di scoperta del territorio».\r\nIl progetto\r\nIl progetto “Sartoria” del gruppo Cibrèo - quest'ultima è una parola mutuata dal fiorentino antico che indica un insieme di cose buone – si è via via arricchito di nuovi contenuti e oggi l’azienda di famiglia è in grado di organizzare eventi su misura per due sole persone o per centinaia di clienti. «Senza mai snaturare la nostra identità, che affonda le sue radici nella ristorazione autentica, in aderenza alle tradizioni locali del nostro territorio. 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Da romantici e sognatori quali siamo, continueremo ad alzare l’asticella».\r\nAttività per tutti\r\nLavorando intorno al concetto di ristorazione, si possono declinare moltissime altre attività ed è proprio questa la forza di Sartoria Cibrèo: «Per chi lo desidera, siamo in grado di organizzare tantissime attività legate al territorio: tour in van, escursioni in bicicletta, visite a realtà locali e aziende produttrici di alimenti, corsi per imparare a realizzare oggetti di ceramica. Il tutto in stretto contatto con gli artigiani locali delle botteghe del quartiere di Sant’Ambrogio a Firenze».\r\n\r\nIl gruppo Cibrèo non persegue però la crescita a tutti i costi: «Vogliamo mantenere intatta la nostra identità – aggiunge il manager -. E' giusto allargare la conoscenza del marchio, senza però snaturarci e mantenendo inalterata la fedeltà ai principi di sempre».\r\nI mercati esteri\r\nQuesta vision sartoriale non impedisce però di guardare all’estero, con il mercato Usa che resta il principale ma con ottime potenzialità di sviluppo anche a Oriente. «Le culture asiatiche sono molto consolidate, con un modo di approcciare il cibo diverso dal nostro ma di grande sostanza e tradizione. Una sfida interessante, che abbiamo colto con dinamismo fin dagli anni Ottanta, quando aprimmo un nostro ristorante a Tokyo».\r\n\r\nDa allora la strada percorsa è stata lunga, ma la filosofia che guida il servizio è rimasta la stessa: «L’evoluzione è una componente necessaria, ma nella nostra missione serve anche coerenza di intenti e consolidamento». 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Barbara Minczewa, direttore dell'Ente del Turismo della Polonia, vede la gastronomia come uno dei driver principali per intercettare i flussi turistici qualificati, in particolare il segmento giovane alla ricerca di esperienze autentiche.\r\n\r\n«Una Polonia diversa dai soliti cliché che ci sono stati per anni», ha dichiarato Minczewa durante l'evento \"Armonie di Sapori. Viaggio gastronomico da Varsavia a Milano\" Il Paese, destination partner di Guida Michelin da tre anni, conta oggi cinque città e cinque regioni polacche inserite nella prestigiosa guida, con numerosi ristoranti stellati che rappresentano il nuovo corso della ristorazione nazionale.\r\n\r\n«Le città d'arte continuano ad essere il nostro primo importante prodotto, ma sempre più turisti sono attratti dal turismo esperienziale e sostenibile», afferma la direttrice dell'ente. 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