9 gennaio 2012 10:43
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Testo dell'annuncio
Agente di viaggio cerca lavoro a Roma.
BANCONISTA:
Gruppi Incoming – Turismo scolastico.
Biglietteria aerea con crs Worldspan con conseguimento nel 2005 dell’attestato Worldspan “Corso Conversion”.
Biglietteria low cost.
Biglietteria ferroviaria con sistema “Trenitalia Web”.
Nel 2002 conseguimento attestato Sipax completo: tecnica ferroviaria, utilizzo sistema di prenotazioni e biglietteria.
Biglietteria navale: Tirrenia, Moby, Snav, Corsica Sardinia Ferries, etc.
Biglietteria Eurolines/Ibus.
Biglietteria Open Tour – Carrani
Vendita pacchetti viaggio – Realizzazione viaggi su misura – Prenotazioni hotel – Noleggio auto.
Contabilità sistema Ollysoft – Prima nota.
Utilizzo sistemi informatici.
Contatti: Fabiola 347 4869427 – nfabiola_83@yahoo.it
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[post_content] => Novembre di ulteriore crescita per l'aeorporto di Bologna: i passeggeri sono stati 646.532, in aumento del 12,3% su novembre 2022, benché ancora a meno 9,3% sullo stesso mese del 2019 (ultimo anno pre-Covid). Nel periodo gennaio-novembre i passeggeri complessivi sono stati 9.299.285, in aumento del 17,6% sullo stesso periodo del 2022 e del 7% sullo stesso periodo del 2019.
Nel dettaglio, crescono i passeggeri su voli domestici (152.083, +15,9% su novembre 2022 e +2,0% su novembre 2019), mentre i passeggeri su voli internazionali (494.449) sono in aumento rispetto al 2022 (+11,3%) ma segnano un decremento rispetto al 2019 (-12,3%).
Le destinazioni “più volate” di novembre 2023 sono state: Catania, Tirana, Barcellona, Parigi De Gaulle, Londra Heathrow, Madrid, Istanbul, Francoforte, Palermo e Bucarest. Particolarmente significativo (+55,2% su novembre 2022) l’incremento di passeggeri da/per la capitale albanese, che attualmente è servita da tre compagnie aeree, per un totale di 32 partenze a settimana.
[post_title] => Aeroporto Bologna: oltre 9,2 mln di passeggeri nei primi 11 mesi dell'anno, più 7% sul 2019
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[post_content] => New York è una delle indiscusse capitali culturali degli Stati Uniti. Percepita come emblematica del Nuovo Mondo, sarà perché l’abbiamo amata e ammirata in così tante pellicole cinematografiche e serie televisive, o perché il piano urbanistico di Manhattan, così caratteristico, a griglia, non permette di perdersi nemmeno a un bambino, ma la sensazione è quella di trovarsi a casa. Kibo propone per la prima volta New York tra le sue destinazioni e invita a soggiornarvi durante un periodo incredibilmente speciale: il Capodanno.
Se ogni stagione in questa metropoli ha la sua peculiarità, il periodo della holiday season la ammanta di un fascino romantico senza uguali. Le luci, che già sono le protagoniste delle notti newyorchesi, si moltiplicano, le vetrine e le strade risplendono di addobbi a tema e l’atmosfera di festa si riverbera negli animi multiculturali della città. Imperdibili la pista di pattinaggio sul ghiaccio al Rockfeller Center, sotto al grande albero di Natale, o la più green Wollman Rink di Central Park, aperta nel lontano 1949, una serata in uno dei teatri di Broadway, che in questo periodo propongono spesso classici e musical, nonché una passeggiata tra i negozi più chic. Su tutto l’atmosfera di attesa che accompagna sempre la fine dell’anno vecchio e l’arrivo di quello nuovo, con lo sguardo rivolto al futuro e ai propri sogni da concretizzare. E chi vuole partecipare a un vero rito newyorchese non può perdere il tradizionale countdown di mezzanotte a Times Square.
Kibo propone partenze con volo diretto da Milano, e cinque notti in hotel 4 stelle situati in pieno centro a Manhattan. La partenza del 29 dicembre 2023 prevede il soggiorno a Homewood Suites Times Square South, con le prime colazioni incluse, a partire da 2.086 euro a persona in camera doppia. La partenza del 30 dicembre 2023 prevede invece il soggiorno in solo pernottamento al rinnovato ed elegante Nh Collection Madison Avenue, a partire da 2.098 euro a persona in camera doppia.
[post_title] => La prima volta di Kibo a New York: le proposte per Capodanno
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[post_content] => Sono 154 i mezzi personalizzati fra tram e autobus con cui Idee per Viaggiare ha deciso di colorare le città metropolitane, stimolando il pubblico a viaggiare e a farlo selezionando il proprio brand. La campagna è attiva nelle città di Milano, Roma, Torino, Bologna, Napoli, Verona, Bari e Brescia, cui si aggiungono quattro maxi affissioni negli aeroporti di Linate e Fiumicino.
Tra i soggetti selezionati, i paesaggi caldi e accoglienti di oceano Indiano, Thailandia, Tanzania e Sudafrica, oltre al resort Sun Siyam Iru Veli, esclusiva dell’operatore alle Maldive. La creatività della campagna è stata sviluppata dall’ufficio marketing di Idee per Viaggiare: dai messaggi per chi è bloccato nel traffico cittadino con l’invito a immaginarsi altrove, all’approccio phygital negli aeroporti, dove i Qr code aprono letteralmente le proposte presentate, rivelando i dettagli concreti ai potenziali consumatori.
“Ci siamo divertiti nel dare vita a questo progetto condiviso, che ha visto la luce grazie alla partecipazione di tutto il team marketing - spiega la marketing manager del to, Paola Schiavone -. In azienda abbiamo competenze molto diversificate e complementari che permettono il passaggio dal pensiero all’azione in tempi brevissimi. Dalla selezione delle immagini al graphic design, dal copywriting alla comunicazione digital, tutto è frutto dell’analisi fatta dal team e della sua trasposizione pratica”.
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[post_content] => Un notevole contributo. Definisce così l'apporto di Alpitour ai propri risultati consolidati al 30 settembre la Tamburi Investment Partners. Un giudizio estremamente positivo per il più grande operatore torinese, che nella relazione Tip viene tra l'altro citato nella primissima parte del comunicato. Frutto senz'altro del più che positivo andamento di una realtà "in forte crescita, che nel periodo ha consuntivato, per la prima volta nella sua storia, un primo semestre positivo a livello di ebitda e ha proseguito nel terzo trimestre (chiusosi a luglio) con ottime performance". Ma anche, viene da pensare, di uno sforzo comunicativo volto a presentare al meglio un asset che dallo scorso inizio ottobre è stato messo sul mercato.
Le parole lusinghiere sulla più importante realtà del turismo organizzato italiano non finiscono peraltro qui: "I risultati economici raggiunti sino a luglio da Alpitour e gli ottimi dati preconsuntivi, inclusivi del periodo estivo, del quarto trimestre (chiuso al 30 ottobre e quindi non incluso nei risultati al 30 settembre di Tip) sono tali da consentire sia la previsione di un risultato estremamente positivo per l’esercizio in corso, sia una conferma della modifica strutturale, in positivo, grazie anche agli ingenti investimenti effettuati nel triennio precedente, oltre che al trend mondiale del turismo, sui suoi conti economici".
In generale, sottolinea quindi il documento, "il gruppo Tip chiude i primi nove mesi del 2023 con un utile consolidato pro forma di 73,6 milioni di euro e con un patrimonio netto che raggiunge gli 1,29 miliardi, dopo distribuzioni di dividendi per 21,7 milioni e ulteriori acquisti di azioni proprie nel periodo per 15,6 milioni".
Per quanto riguarda il prossimo futuro, infine, "noi, a meno di un allargamento dei conflitti bellici in essere o di altri eventi catastrofici, continuiamo a non vedere una forte recessione, neanche nella prima metà del 2024. Vediamo piuttosto un effetto rilevante del livello dei tassi di interesse, con banche centrali intenzionate a mantenerli elevati, con paesi costretti a emettere titoli in teoria a qualsiasi costo visto l’indebitamento accumulato e le difficoltà di rifinanziarlo e, non ultimo, con molte aziende nelle condizioni di non poter effettuare rimborsi a causa dell’espansione del circolante, dell’effetto economico dei tassi stessi e di una domanda meno dinamica. Con i tassi di interesse che permarranno più o meno ai livelli attuali per un po’ di tempo è perciò difficile che, in generale, i mercati finanziari crescano molto. Ci sarà però, assai probabilmente, una forte selezione perché chi potrà beneficiare della situazione lo farà. E pertanto le società poco indebitate riprenderanno ad accelerare la crescita, anche a livello di finanza straordinaria, sia per un più agevole accesso al credito, sia per una minore concorrenza da parte di chi faceva della leva finanziaria la principale chiave di sviluppo".
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[post_content] => E' il centro storico di Venezia, con un'indice di esposizione turistica pari a 0,76, l'area a maggior rischio di overtourim della regione Veneto. Il dato potrebbe sembrare scontato, ma non è così. Provando ad andare oltre a opinioni, percezioni soggettive e correnti di pensiero, Federalberghi Veneto e Sociometrica, in collaborazione con Teamwork e Cherry Bank, hanno provato a studiare il fenomeno in maniera sistematica tramite un approccio analitico e dati oggettivi. Il rapporto è quindi partito da una serie di indicatori fondati su dati disponibili e costanti nel tempo, che chiunque potesse verificare e che avessero un valore oggettivo. Quello più efficace è apparso così la Tourism Exposure (Esposizione al turismo), costituita a sua volta da due indicatori fondamentali: l’intensità e l’estensione.
Il comune di Lazise primo per intensità dell'overtourism
L’intensità dell’overtourism valuta in particolare la concentrazione di turisti in una specifica area o destinazione durante un determinato periodo, rispetto alla popolazione locale. In altre parole quantifica la presenza turistica rispetto alla popolazione residente. In Veneto, ben il 65,5% dei comuni (su un totale di 563) è interessato al fenomeno turistico. Dai dati emerge come il comune di Lazise, in provincia di Verona, abbia il più elevato rapporto tra presenze turistiche e popolazione residente (1,5), vale a dire che i turisti in un giorno medio rappresentano il 150% della popolazione residente. Al secondo posto si colloca il comune di Cavallino-Treporti (1,4), seguito da San Michele al Tagliamento (1,3). Venezia, che non compare nella graduatoria dei primi 20 comuni del Veneto, merita un discorso a parte, in quanto l’indicatore cambia di molto se rapportato alla popolazione del centro storico (meno di 50 mila abitanti), dove notoriamente si svolge la vacanza, o se rapportato all’intera popolazione del comune (256.083 abitanti, dati Istat). Considerando i soli abitanti del centro storico, l’indicatore di intensità di turismo diventa 0,6, piazzando Venezia al nono posto della classifica.
L'estensione dell'overtourism è l'indice più critico per il centro storico di Venezia
L’estensione dell’overtourism valuta invece la diffusione geografica dei turisti su un’area o regione più ampia, ossia guarda l’ampiezza della presenza turistica su un territorio. In questo caso, Venezia è l’unica realtà in cui lo studio considera distintamente l’area di maggiore attrazione turistica (ovviamente il centro storico e le sue isole) rispetto al resto del comune (Mestre e terraferma). La città balza quindi al primo posto della graduatoria registrando un’altissima densità: 3.845 turisti/kmq, anziché 94,7 considerando l’intero territorio comunale. Seguono, staccati di molto, il comune di Cavallino-Treporti con 410 turisti/kmq e una superficie di 44,7 kmq e Peschiera del Garda con 333 turisti/kmq e una superficie di 18,3 kmq. Il report sottolinea, da una parte, le difficoltà nel definire le zone da considerare a maggiore attrazione turistica pur all’interno dello stesso comune (si pensi per esempio ai differenti sestieri di Venezia) e, dall’altra, si reputa necessario considerare diversi elementi quali la natura del territorio, la distribuzione dei flussi al suo interno, l’organizzazione della logistica... Il report considera poi le presenze extra alberghiere e quelle derivanti dalle locazioni turistiche brevi. La classifica non cambia molto sul fronte delle posizioni, ma moltissimo nei valori assoluti: l’isola di Venezia sfiora quota 5.050 turisti/kmq (5.048,5 per l’esattezza), mentre per Cavallino-Treporti la differenza è lievissima (da 410 a 416 turisti/kmq) e così dicasi per Peschiera del Garda (da 333 a 366 turisti/kmq).
Si può parlare di overtourism quando la Tourism Exposure è sopra quota 0,75
Una volta calcolati questi due indicatori (intensità ed estensione), lo studio si occupa quindi di normalizzarli, vale a dire di considerarli su una scala comune comparabile, e poi di combinarli insieme, per creare l’indicatore fondamentale sintetico della Tourism Exposure. È calcolato a zero a uno: dove le destinazioni raggiungono il valore zero significa che in quelle località sia l’intensità sia l’estensione del fenomeno turistico è minimo, o del tutto inesistente. Nel caso in cui il valore è invece uno significa che si è in presenza della massima esposizione del comune al fenomeno turistico. Ecco allora, come si segnalava all'inizio, che in sintesi, unendo i due indici, Venezia centro storico risulta al primo posto, raggiungendo il valore di 0,76. Ciò significa che, rispetto a una teorica saturazione totale della popolazione e del territorio dell’isola di Venezia rispetto al turismo, saremmo a quota 76% con un massimo teorico del 100%. Se invece, considerassimo Venezia in quanto comune, perciò considerando sia il totale della popolazione, sia il totale dell’estensione del comune, allora il comune nella sua interezza sarebbe al ventottesimo posto. Al secondo posto si colloca Lazise, con l’indice combinato dello 0,52, seguito da San Michele al Tagliamento a pari merito con cavallino Treporti (0,49).
Anche nel caso di questo indicatore sintetico e generale, risulta però difficile definire un valore oltre il quale vi sia un totale e complessivo overtourism, se non quando si raggiunga il valore massimo di uno o ci si collochi nelle sue vicinanze. Tuttavia, sottolinea l’analisi redatta da Sociometrica, è possibile predisporre indicativamente il paletto dello 0,75: valore di saturazione oltre cui la presenza turistica diventa difficilmente sostenibile e si innescano meccanismi negativi sia dal lato della domanda, perché i turisti non visiterebbero due volte una località troppo affollata, sia dal lato della residenzialità, perché la qualità della vita degli abitanti risulterebbe compromessa.
[post_title] => Fenomeno overtourism: un'indagine veneta ne prova a dare una definizione scientifica
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[post_content] => Assohotel e ricerca. Nonostante la concorrenza, l’accoglienza alberghiera è ancora il fulcro dell’industria turistica italiana: nel 2022 alberghi e hotel della penisola hanno registrato oltre 250milioni di pernottamenti, il 61,3% del totale.
È quanto emerge da un’analisi sul sistema ricettivo italiano condotto da Cst per Assohotel, l’associazione che riunisce le imprese della ricettività turistica alberghiera Confesercenti.
Un risultato che conferma il ruolo insostituibile della rete dei nostri hotel, nonostante le criticità: dal 2012 al 2022 le imprese ricettive alberghiere sono calate del -3,9%, a fronte di un deciso aumento delle strutture extralberghiere: +55,6%. Una concorrenza che ha pesato soprattutto sulle piccole attività: in dieci anni hanno chiuso i battenti 2457 alberghi a 1 e 2 stelle.
“Ancora oggi il settore alberghiero italiano rappresenta uno dei sistemi di ospitalità più importante al mondo e il primo in Europa - afferma il presidente di Assohotel Vittorio Messina - che non ha mai interrotto quel processo di trasformazione e di riqualificazione dell’offerta, dall’aumento della dimensione media delle strutture al passaggio ad una categoria superiore, ma soprattutto con l’offerta di nuovi servizi, con gli investimenti per l’ammodernamento strutturale e con l’innalzamento della qualità percepita dai propri ospiti.
"Per questo il settore va sostenuto ed è, altresì, necessario risolvere quanto prima lo squilibrio provocato dalla deregulation di fatto in cui si è sviluppato il mercato degli affitti brevi negli ultimi anni, che ha comportato forme di concorrenza sleale a tutto svantaggio delle attività imprenditoriali alberghiere, soprattutto quelle di dimensioni più piccole a gestione familiare come gli hotel a 1 o 2 stelle che un tempo rappresentavano un ‘punto di forza’ del sistema ricettivo nazionale, sottoposte ad un prelievo fiscale più oneroso e a costi maggiori per essere in regola con la normativa e poter competere sul mercato.”
Posti letto
Il settore alberghiero italiano risulta caratterizzato da una dimensione media di posti letto piuttosto contenuta, specialmente se confrontata con alcuni Paesi europei. Gli alberghi italiani registrano in media 69,1 posti letto per struttura nel 2022, seppur in crescita rispetto al 66,7% del 2012, a fronte dei 101 spagnoli, 170,6 portoghesi, 159 croati, 86 greci e 76,3 francesi. Invece, in termini di esercizi e numerosità di posti letto il primato spetta all’Italia, seguita da Germania e Spagna.
Le stelle
Secondo i criteri di classificazione delle strutture alberghiere, in Italia la media delle stelle attribuite all’intero settore è di 3,4: è la Sardegna a conquistare il livello medio più elevato. Gli alberghi italiani sono infatti concentrati in prevalenza nella categoria intermedia dei 3 stelle (46% di esercizi), ai quali è riconducibile il 39,5% dei posti letto disponibili. Tuttavia, nel corso degli ultimi dieci anni si è registrato un aumento dell’incidenza degli alberghi di categorie superiori: in termini di strutture il peso dei 4 stelle è del 19,7%, quello dei 5 stelle è del 2%.
Gli hotel per area/regione
Rispetto alla distribuzione territoriale degli hotel, nelle regioni del Nord Est si concentra circa il 41,2% delle imprese e il 35% dei posti letto dell’intero comparto; sono prevalentemente piccole/medie imprese con una dimensione media delle strutture di 58,8 posti letto, in assoluto il valore più basso rispetto a quanto rilevato per le altre aree geografiche dove la distribuzione degli hotel risulta abbastanza omogenea. Nelle regioni del Sud e Isole, invece, si registrano 6.951 strutture alberghiere, il 21,4% del totale, e la dimensione media in termini di posti letto sale invece a 92,6. Mentre, per quanto riguarda il rapporto letti/superfice territoriale, il dato medio è di 7 posti letto per chilometro quadrato. In questo caso la concentrazione maggiore si rileva per il Trentino - Alto Adige mentre quella minore risulta in Molise.
La presenza straniera in albergo
Negli ultimi dieci anni - considerando anche il periodo di stallo dei mercati dovuto alla pandemia - la componente straniera ha ceduto il 5,8% degli arrivi e il 4,2% di presenze. In ogni caso, pur in presenza di alcuni condizionamenti negativi anche nel 2022, il peso dei turisti stranieri sul totale è stato del 46,5%. Un risultato positivo sia per gli effetti sulla bilancia dei pagamenti, sia perché si tratta di una componente della domanda turistica con una spesa media più elevata: le presenze straniere si sono concentrate maggiormente negli hotel a 4 e 3 stelle. Inoltre, le presenze straniere tendono a distribuirsi in periodi più lunghi, contribuendo così ad attenuare il fenomeno della stagionalità dei flussi turistici.
La spesa
A conferma della dinamicità di un settore che, nel corso degli anni, ha rimodulato continuamente il suo modello di offerta per riuscire a competere con le nuove proposte di ricettività che periodicamente si sono introdotte sul mercato, anche i dati di Banca d’Italia: nel 2022 la spesa dei turisti stranieri che hanno soggiornato in hotel è stata di 21,1 miliardi di euro, pari al 49,8% della spesa totale di tutti gli stranieri. Invece, se consideriamo solo la spesa sostenuta per il servizio di alloggio in hotel, il valore stimato da Banca d’Italia è di 10,1 miliardi di euro, cioè il 53% della spesa totale sostenuta per tutte le tipologie di alloggio. Per quanto riguarda, infine, il profilo di spesa per l’alloggio di chi sceglie l’hotel, si rilevano, in media, 91,4 euro per notte contro i 53,4 euro di spesa media riferita a tutti i servizi di alloggio.
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[post_content] => Prosegue la crescita di Club Med a livello globale. L'operatore francese, dopo esser tornato già l'anno scorso a un fatturato pari al 99% dei livelli pre-Covid, chiude il primo semestre 2023 a quota 1 miliardo di euro (+32% sullo stesso periodo del 2022). L'utile operativo è stato di 159 milioni, mentre i margini operativi lordi rettificati (ebitda adjusted) hanno raggiunto i 265 milioni (309 milioni nell'intero 2022). Il trend positivo continua anche nella seconda parte dell'anno, seppure a ritmi più contenuti, pari al +6% (ma occorre ricordare che l'inizio del 2022 era stato ancora caratterizzato dalla presenza della variante Omicron, ndr). In tale contesto molto bene è andata tra gennaio e giugno la domanda italiana, salita del 68% soprattutto grazie al traino del lungo raggio, in particolare Seychelles e Maldive (+78%), ma anche Bahamas, Mauritius e Turks & Caicos. In estate buone le performance di Cefalù (+17%) e delle destinazioni montagna, favorite anche dal grande caldo registrato nelle mete mediterranee.
"Altro fattore importante nel dirigere la domanda tricolore è stata la questione passaporti - spiega la managing director Southern Europe & emerging markets di Club Med, Rabeea Ansari -. Date le difficoltà che molti hanno incontrato nel processo di richiesta e rinnovo dei documenti, le destinazioni accessibili con la sola carta d'identità hanno infatti goduto di un notevole vantaggio competitivo. Tra queste segnalo per esempio le Antille Francesi, che hanno visto la presenza degli italiani crescere del 107%. Il trend sta proseguendo anche nella seconda parte dell'anno, in particolare riguardo alla domanda per la Turchia (+78%), mentre in linea generale il mercato tricolore segna al momento un +10% sul lungo raggio". Sempre dall'Italia, molto bene le richieste per la montagna invernale, che registrano un +20% rispetto a 12 mesi fa (14 i resort a catalogo per Club Med sulle Alpi).
A sostenere la domanda dei viaggiatori della nostra Penisola è soprattutto il prodotto alto di gamma Exclusive Collection. "Il che ci garantisce marginalità importanti, che tendono a rimanere stabili anche in un contesto di alta inflazione come quello attuale - prosegue Rabeea Ansari -. Ben il 35% delle prenotazioni generate dall'Italia si riferisce infatti a questo segmento, mentre il mercato tricolore è nella top 3 per volumi della collezione".
Un contributo importante arriva dalle agenzie di viaggio, che pesano per il 50% del giro d'affari complessivo di Club Med nella nostra Penisola. "Per il trade abbiamo organizzato una convention a Cefalù in programma agli inizi di ottobre, a cui parteciperanno un'ottantina di agenzie tra i nostri migliori partner - conclude Rabeea Ansari -. Abbiamo persino creato un Trident Club, che raggruppa le adv con il fatturato più alto. A loro riserviamo alcuni benefici ad hoc, tra cui priorità negli inviti per i nostri fam trip e over commission dedicate. Al momento sono incluse 18 agenzie che generano il 52% del fatturato italiano totale trade. La metà sono localizzate nel Nord Italia, il resto nel Centro-Sud".
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[post_content] => Non rallenta la corsa l'aeroporto Marconi di Bologna, che dopo l'ottima performance di luglio, anche in agosto ha centrato un nuovo record superando il milione di passeggeri (1.059.853). La cifra corrisponde ad una crescita del 15,9% sull'agosto 2019 e del 10,8% sull'agosto 2022.
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[post_content] => Aumentano i ricavi, ma il bilancio resta in rosso: il secondo trimestre di Boeing è stato chiuso con una perdita di 149 milioni di dollari malgrado le vendite siano salite fino a 19,75 miliardi di dollari - una crescita del 18% - con 136 aeromobili consegnati tra aprile e giugno.
E' stata la divisione commerciale a trainare i ricavi, mentre il settore space and defence e gli alti costi di produzione hanno penalizzato il risultato finale.
In costante crescita la produzione dei velivoli maggiormente richiesti dal mercato: per il 737 Max, la produzione è prevista attestarsi a 38 aerei al mese dagli attuali 31 e per il 787 Dreamliner da quattro a cinque al mese entro fine 2023.
"Abbiamo avuto un secondo trimestre forte, con un aumento delle consegne e un solido cash flow. Siamo ben posizionati per raggiungere gli obiettivi operativi e finanziari che ci siamo prefissati per quest'anno e oltre - ha commentato Dave Calhoun, presidente e ceo di Boeing -. Riconosciamo il lavoro che dobbiamo ancora fare, ma stiamo facendo progressi nel nostro turnaround e stiamo migliorando la stabilità dei nostri impianti e della catena dei fornitori per rispettare gli impegni presi con i nostri clienti". A fronte di una domanda ancora forte, stiamo aumentando costantemente i tassi di produzione dei nostri programmi chiave e continuiamo a investire nel nostro personale, nei nostri prodotti e nelle nostre tecnologie".
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