22 October 2024

Mercato Italia sempre più importante per Viva. Aumenti contenuti ma pesa l’inflazione

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Sono dati più che incoraggianti quelli che arrivano dai Caraibi di Viva Resorts by Wyndham. Il gruppo ha infatti registrato a livello globale una crescita delle presenze del 3% nei primi sei mesi dell’anno rispetto al pari data 2023, con una proiezione di un più 6% sull’intero 2024. E in tale contesto cresce il peso del mercato Italia, già il terzo assoluto per volumi, che tra gennaio e giugno ha visto i pernottamenti salire del 13% con una previsione  di un +18% per l’anno completo.  “Il dato della Penisola è ancora più significativo – spiega la vice president sales and revenue manager Viva Resorts, Giuliana Carniel – se si considera che con il mercato tricolore lavoriamo praticamente solo su cinque – sei resort del nostro portfolio di otto strutture tra Repubblica Dominicana, Bahamas e Messico (presto nove con l’arrivo del Viva Miches in collaborazione con il brand Bravo di Alpitour, ndr)”.

L’Italia è particolarmente importante per il gruppo anche perché, insieme al mercato tedesco, è uno di quelli con il maggior numero di repeaters, circa il 20% del totale. Certo, come ormai da tempo sta notando la maggior parte degli operatori, anche Viva si trova ad affrontare una certa polarizzazione dei tempi di prenotazione: da una parte c’è tanto advance booking, praticato soprattutto dagli stessi repeaters e dai viaggiatori più consapevoli delle dinamiche di mercato; dall’altro avanza il sotto data, specialmente da parte dei giovani. “I mesi che stanno in mezzo sono la sfida che ci troviamo ad affrontare. Grazie ai gruppi e a promozioni specifiche riusciamo però quasi sempre a equilibrare gli andamenti della domanda“.

A monte di quest’ultima evoluzione c’è sicuramente il tema dei prezzi, con i consumatori che, in un contesto di elevata inflazione, sono sempre più propensi a prenotare nei periodi in cui le tariffe sono più basse. “I costi che continuano ad aumentare e lo scenario si fa più complesso – ammette Giuliana Carniel – In Messico, per esempio, sono cambiate le politiche sociali e di conseguenza sono aumentati i costi del personale, la moneta si è svalutata e alcuni dei beni primari hanno visto i prezzi impennarsi sino al 40%. Con la nuova presidente appena eletta, inoltre, gli stipendi potrebbero essere destinati a salire ulteriormente. Non solo: in Messico a volte è difficile perfino fare delle previsioni di budget, dato che voci come quella dell’energia elettrica possono balzare dal 20% semplicemente da un giorno all’altro. Alle Bahamas, per di più,, nonostante siano da sempre considerate un paradiso fiscale, il governo ha recentemente deciso di aumentare l’Iva“.

A fronte di tutto ciò, Viva si sforza però di contenere l’aumento dei prezzi, soprattutto nei confronti del mercato europeo che produce oltre il 50% del fatturato della compagnia e che già si trova ad avere a che fare con un balzo delle tariffe del volato di più del 30%. “E’ per questo motivo che verso i Paesi del Vecchio continente abbiamo limitato gli aumenti al 4%, massimo 6% annuo, senza mai neppure avvicinarci a incrementi a doppia cifra percentuale – conclude Giuliana Carniel -. Recuperiamo invece qualcosa sui mercati più vicini, come quello sudamericano, il canadese e naturalmente gli Usa, che al momento pesano attorno al 15% del nostro giro d’affari”.

 

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