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28 dicembre 2011 11:45
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Direttore Tecnico agenzia viaggi (con esperienza ultra ventennale nel tour operating), iscritto all’albo Regione Lazio, offresi per copertura titolo. Disponibilità immediata. Antonella, 338 6164900.
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[post_content] => Turismo sostenibile e patrimoni dell'umanità in primo piano in occasione del terzo forum nazionale in svolgimento oggi a CastelBrando, in provincia di Treviso.
Tra i partecipanti al forum sul turismo sostenibile anche Enit, che ha illustrato l’importanza del comparto turistico per la crescita socioeconomica del Paese. In Italia, infatti, il turismo genererà un contributo al Pil pari a 237,4 miliardi di euro entro la fine del 2025, candidandosi ad avere un ruolo sempre più strategico nei prossimi anni, con una crescita stimata che porterà il valore del turismo fino a 282,6 miliardi di euro entro il prossimo decennio.
«L’intera filiera turistica genera valore sul territorio, rappresentando una leva di crescita fondamentale. I turisti scelgono l’Italia per le proprie peculiarità, per quanto abbiamo da offrire. I risultati ottenuti in questi anni mostrano come siamo in grado, come sistema Paese, di conciliare i successi economici con quelli sociali e sostenibili. Siamo orgogliosi di quanto stiamo facendo e da simili occasioni di confronto nascono i successi del futuro» ha commentato Elena Nembrini, direttore generale Enit.
I dati
Nei primi 7 mesi del 2025 l’Italia è seconda in Europa per presenze internazionali (151,8 milioni) e per il totale dei soggiorni (268,4 milioni), ma anche terza per afflusso domestico con 116,6 milioni di pernottamenti da gennaio a luglio.
L’Italia del turismo nel 2025 ad oggi fa segnare +5,7% di presenze totali nelle strutture ricettive tra gennaio e luglio 2025; +10,4% se guardiamo a quelle internazionali; quasi 25 miliardi di euro dal turismo internazionale nel solo primo semestre (+5,9%) con un saldo della bilancia turistica dei primi sei mesi di 9,2 miliardi (in crescita del +6,5%).
Nel complesso, si conta per il 2024 una spesa turistica di 122,6 miliardi di euro da parte dei turisti italiani e di 55,2 miliardi da parte di quelli stranieri mentre per il 2025 si prevede un totale di consumi stranieri pari a 60,4 miliardi di euro e di 124,6 miliardi di euro per i consumi domestici (la crescita per i consumi italiani si stima pari al +1,6% mentre arriva al +9,4% per i consumi dei turisti stranieri).
Tra le top 3 motivazioni dei viaggiatori stranieri che scelgono l’Italia, in testa la vacanza, poi i viaggi di lavoro occasionali e la visita a parenti e familiari (turismo delle radici). Ad accompagnare questi risultati, c’è un lavoro costante per conciliare i successi economici con gli aspetti di turismo sostenibile. Il turismo italiano è volano anche di questi valori, come testimoniato dai numeri: dal 2019 al 2023 è diminuita l’intensità delle emissioni di gas serra di viaggi e turismo.
Impatto poi sul mondo del lavoro e dell’occupazione in Italia: 1,34 milioni di posti di lavoro di occupazione femminile nel turismo (filiera diretta e indiretta) in crescita sul 2019 quando erano 1,28 milioni; 48,6% di occupazione femminile diretta (707 mila) sul totale contro la media Europa del 47,8%; 17,1% di occupazione ad alta retribuzione nel turismo sul totale dell'occupazione nel 2023 contro il 15,4% di media europea e riduzione della disoccupazione giovanile con 134.000 giovani impiegati direttamente in viaggi e turismo.
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«Negli ultimi mesi stiamo assistendo a una vera corsa all'investimento sul nostro territorio da parte di grandi gruppi internazionali, family office e fondi che cercano soluzioni residenziali ma anche strutture complesse come hotel, dimore storiche e palazzi - spiega Claudio Citzia, fondatore della piattaforma Luxforsale, che ha realizzato l'Osservatorio 2025 sui trend del segmento lusso -. Oggi si guarda non solo alle classiche città del lusso come Milano, Firenze, Roma o Venezia, ma anche a location emergenti: Liguria, Sicilia, Puglia, Marche e Veneto sono luoghi che registrano flussi crescenti di visitatori e acquirenti».
Su Luxforsale la quota di utenti stranieri è cresciuta in modo significativo: oggi quasi il 48% dei visitatori proviene da Paesi internazionali, da mercati consolidati e, sempre più spesso, da Paesi emergenti nel luxury real estate come Indonesia (12,36%), Turchia (3,92%), Pakistan (2,74%), Ucraina (2,25%) e Kuwait (1,38%).
Emerge in modo netto il fenomeno dello short rent di lusso che oggi non costituisce più una semplice alternativa all'hotellerie, ma si evolve in strategia di investimento.
Le più richieste
A livello numerico la Lombardia e la Toscana si confermano le regioni con il maggior numero di immobili di lusso: la prima con 1.036 immobili e la seconda con 963 immobili. Segue la Liguria con ben 519 residenze di pregio. Tra le città più rappresentate, figurano Milano (185 immobili), Roma (146), Firenze (81) e Verona (28). In Emilia Romagna, Ravenna con 25 immobili prende il posto di Bologna. In Lombardia è interessante anche la presenza di Monza con 85 proprietà.
A fianco delle grandi capitali storiche, si osservano veri e propri exploit regionali. La Toscana resta un riferimento indiscusso, con il primato per numero di immobili sopra i 10 milioni di euro e una domanda diversificata fra dimore storiche, ville e appartamenti di lusso. La Sicilia si distingue sia per il mercato delle ville in zone di pregio (a Palermo e Taormina gli immobili più richiesti tra gli acquirenti), sia per località montane come Randazzo. La Liguria, trainata da mete litoranee quali Alassio e Sanremo, si posiziona tra le regioni più richieste e dinamiche. Lombardia e Veneto registrano una crescita solida delle transazioni luxury e una valorizzazione record dei prezzi medi regionali.
«Da quindici anni a questa parte, l'Italia non ha mai vissuto un periodo così favorevole per gli investimenti immobiliari di fascia alta: oggi il nostro Paese è di nuovo sotto i riflettori internazionali, e nei prossimi cinque anni probabilmente assisteremo ad una ulteriore crescita, per effetto dell'instabilità geopolitica globale e ai conflitti internazionali che spingono molti investitori a scegliere mete sicure e affidabili».
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[post_content] => «E' molto interessante che ci siano domande crescenti da parte di operatori per essere qui a Londra, al WTM, e che ci fa capire quanto sia importante il nostro Paese, quanto interesse susciti, naturalmente nel mondo anglosassone, che attualmente ci ospita, ma anche agli altri bacini turistici. Grazie naturalmente, al ministro Daniela Santanchè, che guida il turismo con grade visione, e all'ambasciatore italiano a Londra, Inigo Lambertini. », così Ivana Jelinic, amministratore delegato dell'Enit, ha introdotto la presentazione del Padiglione Italia organizzato da Enit al WTM di Londra.
«Io sono onorata di essere qui a Londra - ha iniziato il ministro del turismo Daniela Santanchè -. Il mercato UK è il terzo per spesa turistica in Italia: Veneto, Lazio, Lombardia, Campania, Sardegna e Toscana le regioni più scelte. L’Italia si conferma regina del turismo europeo: +5,7% di presenze totali nelle strutture ricettive tra gennaio e luglio 2025, +10,4% se guardiamo esclusivamente a quelle internazionali; quasi 25 miliardi di euro dal turismo internazionale nel primo semestre (+5,9%) con un saldo della bilancia turistica dei primi sei mesi di 9,2 miliardi (in crescita del +6,5%); 105,5 milioni di passeggeri aeroportuali internazionali nei primi 8 mesi (cioè +7,4% rispetto al 2024) e una previsione di chiusura 2025 di 185 miliardi di euro di consumi turistici totali, con la spesa straniera in Italia che si stima a fine anno al +9,4% e quella domestica al +1,6%.»
A tutto questo si accompagnano i dati positivi sull’occupazione (come dalle ultime rilevazioni WTTC) tra cui emergono donne e giovani: 1,34 milioni di posti di lavoro di occupazione femminile nel turismo (filiera diretta e indiretta) in crescita sul 2019 quando erano 1,28 milioni; 17,1% di occupazione ad alta retribuzione nel turismo sul totale dell'occupazione contro il 15,4% di media europea; riduzione della disoccupazione giovanile con 134.000 giovani impiegati direttamente nei viaggi e turismo.
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[post_content] => Nel 2025, la tassa di soggiorno versata in Italia dovrebbe ammontare a circa 1,2 miliardi di euro, con un incremento del 15,8% rispetto al 2024. Questo dato è previsto dall’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno e confermato da diverse fonti che indicano un aumento significativo del gettito rispetto al miliardo di euro circa incassato nel 2024. Il numero di Comuni che applicheranno la tassa arriverà a circa 1.389 nel 2025, con molti sindaci che hanno aumentato le aliquote per un maggior incasso complessivo
La tassa di soggiorno raccolta dai vari comuni viene utilizzata principalmente per finanziare iniziative legate al turismo e al miglioramento delle strutture ricettive locali. La ripartizione delle risorse può variare tra i diversi enti locali, ma generalmente il denaro viene impiegato per: promozione turistica: campagne di marketing e promozione delle destinazioni locali.
Altri usi
Manutenzione e miglioramento delle infrastrutture: strade, servizi pubblici e altre infrastrutture di interesse turistico. Servizi pubblici: potenziamento di servizi come trasporti, sicurezza, supporto agli operatori turistici. Sostenibilità ambientale: progetti per ridurre l’impatto ambientale del turismo.
Se notate non c'è neanche uno spunto che punta a incentivare il lavoro presso le strutture turistiche. La tassa di soggiorno, poi di queste dimensioni (1,2 miliardi di euro), deve essere usata esclusivamente per incentivare il lavoro non per il marketing e altre sciocchezze del genere. Ormai il marketing ha preso il posto del lavoro. Questo è il mondo che ci stiamo portando sulle spalle.
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[post_content] => L'associazione nazionale dei comuni italiani non ci sta. L'aumento dell'imposta di soggiorno previsto nella legge di bilancio continua a sollevare le critiche delle associazioni di categoria. L'ultima dichiarazione è quella del presidente dell’Anci Gaetano Manfredi: «Esprimiamo la nostra contrarietà in merito. Pur apprezzando la proroga dei limiti massimi dell’imposta di soggiorno anche per il 2026, ci preoccupa la disposizione che prevede di destinare una quota dell’eventuale gettito aggiuntivo alle coperture delle spese comunali per i minori e l’assistenza agli alunni disabili. Ribadiamo la priorità e l’urgenza della questione che abbiamo sollevato come Anci – prosegue Manfredi nell'intervento riportato da Ilfattoquotidiano – che riguarda la crescita significativa delle spese a carico dei bilanci comunali, ormai vicine al miliardo di euro annuo. La necessità di affrontare questo squilibrio finanziario è centrale per la sostenibilità dei servizi locali. Tuttavia ciò che il governo propone ci sembra una soluzione tampone e incerta nel quantum, che scarica sui bilanci comunali una spesa che spetta allo stato».
Il significato dell'imposta
«L’imposta di soggiorno non costituisce un’entrata libera, ma è stata concepita per finanziare le spese direttamente collegate all’impatto dei flussi turistici. L’utilizzo di questa imposta per finanziare spese obbligatorie per il sostegno a minori e disabili – che per loro natura sono spese statali – rischia di snaturare il principio fondante dell’imposta stessa» chiude il presidente Anci.
La discussione assume un'importanza determinante, visto che il 2025 si preannuncia come un'annata da record. «Il 2025 sarà un nuovo anno record per quanto riguarda gli incassi dell’imposta di soggiorno che raggiungeranno 1 miliardo 186 milioni, segnando un incremento significativo rispetto all’anno scorso, pari al 15,8% – riferisce ad Ansa Massimo Feruzzi, responsabile dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno di Jfc -. Dalle prime rilevazioni e stime riferite al 2026, gli incassi relativi all’imposta di soggiorno, tra incrementi di tariffe, modifiche al regolamento con ampliamento dei periodi di applicazione dell’imposta e altre amministrazioni che la introdurranno, potrebbero toccare quota 1 miliardo 300 milioni».
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[post_content] => La Spezia si sta consolidando sempre più come destinazione turistica. La promozione mirata portata avanti in questi anni sta dando ottimi risultati come confermato dai dati dei flussi turistici disponibili a luglio 2025 confrontati con i dati del 2024, forniti dall’Osservatorio regionale grazie ai quali è possibile fare una prima valutazione, seppure parziale, dell’andamento della stagione turistica.
Dai dati disponibili ad oggi si una sostanziale tenuta dei numeri degli arrivi e delle presenze nella orovincia della Spezia, con un lieve calo delle presenze, ma a un sostanziale incremento degli arrivi e delle presenze a livello comunale, con addirittura un aumento del 4% delle presenze registrate fino a luglio.
A livello comunale si registrano dati tutti positivi: nel 2025 gli arrivi sono stati 194.945, il +3,38% rispetto al 2024; le presenze si sono attestate a 433.709, il +4,07% rispetto al 2024.
Nel territorio comunale si registra un importante aumento del turismo italiano (+11,86) e una sostanziale tenuta del turismo straniero (+1,08) in controtendenza quest’ultimo dato rispetto alla Liguria (-0,93).
Più in particolare a livello provinciale si registra una sostanziale tenuta dei flussi: 636.884 arrivi, il +0,51% rispetto al 2024. Hanno valore negativo solo i mesi di marzo e luglio, segno che la destagionalizzazione a livello provinciale e di area vasta comincia a funzionare.
In generale si registra un lieve calo dei turisti stranieri su tutta la Liguria (-0,93) dovuto alle incerte e preoccupanti dinamiche internazionali.
«Il turismo rappresenta un importante motore dell’economia spezzina - spiega il sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini -. In particolare, offre nuove opportunità alle giovani generazioni, che trovano in questo ambito oggi così fiorente una prospettiva concreta di futuro. Gli arrivi e le presenze registrati confermano il trend positivo che sta vivendo la nostra città: oltre un milione e duecentomila notti trascorse sono la prova che le politiche turistiche stanno dando i risultati sperati. Per questo continuiamo a promuovere La Spezia, a far conoscere le sue bellezze agli esperti del settore di altri Paesi e a presentarla in tutto il mondo, così da mantenere e accrescere questo flusso, offrendo al contempo garanzie ai cittadini. Anche i progetti di destagionalizzazione stanno producendo risultati concreti: stiamo elevando la qualità dell’offerta turistica in ogni periodo dell’anno, con eventi, manifestazioni e iniziative che animano la città e la rendono ancora più attrattiva. A ciò si aggiunge il potenziamento delle campagne di comunicazione e di marketing territoriale».
«I dati confermano che La Spezia – aggiunge l’assessore al turismo Maria Grazia Frijia - sta diventando una destinazione turistica sempre più riconosciuta e apprezzata, sia a livello nazionale che internazionale. Il lavoro svolto in questi anni, con una promozione mirata e una visione strategica, sta dando i suoi frutti. La destagionalizzazione è una sfida che stiamo affrontando con determinazione, attraverso progetti innovativi, campagne digitali e iniziative che valorizzano il territorio in ogni periodo dell’anno. Vogliamo che La Spezia sia vissuta e scoperta 365 giorni l’anno, come città accogliente, dinamica e ricca di esperienze autentiche».
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[post_content] => Civitatis archivia un'estate con il più. Nei mesi estivi, le prenotazioni di attività da parte dei clienti italiani sono cresciute del 50,66% rispetto all’anno scorso.
Il turismo nazionale continua a essere il grande favorito. Tra le città italiane più prenotate quest’estate troviamo: Napoli, Palermo, Firenze, Roma, Catania, Matera, Venezia, Siracusa, Trieste e Torino. Tra le mete internazionali, le preferenze degli italiani si concentrano sulle grandi capitali europee e sulle città iconiche in tutto il mondo. La top 10 include New York, Parigi, Cracovia, Lisbona, Budapest, Barcellona, Madrid, Londra, Praga e Siviglia.
Le attività più richieste
Oltre alla scelta delle destinazioni, gli italiani hanno dimostrato di prediligere esperienze che permettono di vivere ogni luogo in modo unico e approfondito. Tra le attività più prenotate spiccano i classici free tour nelle città europee, come quelli di Montmartre a Parigi, del centro storico di Lisbona, Praga o Siviglia, perfetti per scoprire la storia e la cultura locale.
Tra le esperienze più richieste a livello internazionale si segnalano i biglietti per Summit One Vanderbilt e il Go City Pass di New York, la crociera sulla Senna a Parigi, l’escursione ad Auschwitz-Birkenau con guida in italiano, il tour di Harry Potter ai Warner Bros. Studios di Londra, così come attività più immersive come il tour di Napoli sotterranea e le escursioni da Amsterdam a Zaanse Schans, Marken e Volendam.
In termini di profili, le coppie si confermano il gruppo più numeroso, rappresentando circa il 33,5% delle prenotazioni. Seguono le famiglie con figli maggiori (20,7%), le famiglie con figli piccoli (20,6%), i gruppi di amici (15,8%) e i viaggiatori singoli, che ormai rappresentano circa il 9,3% del totale, consolidando la tendenza dei viaggiatori che cercano esperienze personalizzate.
Sebbene i viaggi si svolgano soprattutto da giovedì a domenica, il momento della prenotazione ha il suo picco: il sabato. Questo giorno è diventato quello in cui gli italiani cliccano di più per programmare la prossima esperienza, sfruttando il weekend per organizzare il prossimo viaggio.
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[post_content] => Mandarin Oriental allarga il raggio d'azione all'Austria. Il prossimo 20 ottobre verrà infatti inaugurato il Mandarin Oriental Vienna. Situato all’interno dell’Innere Stadt, il primo distretto, e con affaccio su Riemergasse, l’hotel offrirà 138 camere e suite, vari ristoranti e The Spa at Mandarin Oriental.
L’edificio che ospiterà l’hotel su Riemergasse 7 è un palazzo in stile Art Déco progettato dall’architetto Alfred Keller. Completato originariamente nel 1908, l’edificio è un ex tribunale che è stato restaurato con cura per preservarne il patrimonio architettonico, integrando elementi di design contemporaneo.
Il general manager, Mario Habicher, ha commentato: «Il nostro obiettivo è creare un luogo che sia un rifugio per i viaggiatori internazionali e, allo stesso tempo, un punto d’incontro per i cittadini che sanno apprezzare l’eccezionale. Lo storico edificio Art Nouveau di Riemergasse è la cornice ideale per questo progetto».
Le 86 camere e 52 suite di Mandarin Oriental Vienna sono state restaurate con cura per unire il comfort contemporaneo al fascino intramontabile dell’Art Nouveau viennese. Tra le proposte spiccano le tre Mandarin Signature Suites e la Royal Suite. L’executive chef, Thomas Seifried, ha curato la proposta gastronomica dei 4 ristoranti e bar, declinati
in un concept innovativo: Atelier 7.
Le Sept, ristorante fine dining dell’hotel, offrirà un menu incentrato sul pesce. L’all-day dining Atelier 7 – Brasserie unisce l’eleganza Art Nouveau al comfort food internazionale. Per onorare la tradizione delle caffetterie viennesi, non poteva mancare Atelier 7 – The Café, dove verranno serviti specialty coffee e pregiate varietà di te provenienti dal tutto il mondo, accompagnati da viennoiserie artigianale. La proposta gastronomica culmina nell’Atelier 7 – Izakaya and Bar, un luogo dove l’Art Nouveau
incontra il Japonisme.
Thomas Seifried, executive chef di Mandarin Oriental, Vienna ha commentato: «Vienna è pronta per un nuovo capitolo culinario che vuole ispirare e sorprendere. Attraverso Atelier 7, i nostri ospiti si imbarcheranno in un viaggio di sapori all’interno di location eleganti e allo stesso tempo accoglienti. La nostra idea di buona cucina mira a essere accessibile a tutti coloro che vogliono assaporarla».
La Spa at Mandarin Oriental è un rifugio di serenità che offre un’ampia gamma di trattamenti olistici, tra cui i e rituali ispirati alle tradizioni locali. L’area comprende sette cabine per i trattamenti, inclusa una suite esclusiva per coppie, oltre a una piscina coperta, palestra e una Vip treatment area.
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Un 2024 da incorniciare per Blu Hotels, con un bilancio consolidato che evidenzia un giro d’affari complessivo - incluse le tre strutture commercializzate in franchising - di 89,9 milioni di euro e un fatturato da 77,7 milioni di euro (+7,9%).
L’ebitda di gruppo si è attestata a 14,6 milioni di euro (+15,8% sul 2023), l’ebit ha raggiunto 8,7 milioni (+28,6%) e l’utile netto è di 5,2 milioni di euro (+43,1%).
«Risultati estremamente positivi - commenta Nicola Risatti, presidente e ad del Gruppo Blu Hotels -, in particolare considerando che l’incremento ottenuto è stato realizzato a parità di disponibilità ricettiva, con lo stesso numero di camere rispetto all’anno precedente, e con un utile finale in crescita di oltre il 40%».
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Sul fronte mare, il Salento si conferma una delle mete più apprezzate, grazie alla qualità dell’offerta e alla facilità di accesso. Sono inoltre in valutazione nuovi progetti nel Sud Italia, con l’obiettivo di rafforzare la presenza nelle aree dove il gruppo opera con strutture ad alte performance.
«Guardando all’estate, le previsioni sono altrettanto incoraggianti e puntiamo a raggiungere gli 85 milioni di euro di fatturato. Nel corso degli ultimi mesi abbiamo lavorato per assicurare la continuità di gestione di alcuni tra gli asset più strategici del nostro portfolio; obbiettivo che è stato raggiunto in parte sottoscrivendo contratti ultraventennali con alcuni dei nostri partner, come per il Grand Hotel di Forte dei Marmi e il Grand Hotel Misurina, e in parte acquistando direttamente gli immobili tramite le società di Real Estate del Gruppo, come per il Golf Hotel di Folgaria e lo Sport Hotel Cristal. Questo ci permette di portare avanti l’importante piano di ristrutturazione e ammodernamento delle strutture iniziato negli ultimi anni».
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