8 July 2025

Nuova sezione short break per MyItalytotheworld

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Le maggiori capitali europee, le città d’arte italiane, le metropoli americane, oltre a paesi come la Giordania e, nel prossimo futuro, destinazioni quali Irlanda, Inghilterra, Emirati Arabi Uniti, Malta e Israele. Sono alcuni dei prodotti disponibili nella nuova sezione short break appena lanciata sul proprio portale da MyItalytotheworld, il tour operator che si è presentato ufficialmente al mercato per la prima volta in occasione dell’ultimo Tove di Milano.

“In questi ultimi mesi abbiamo lavorato sulla creazione di pacchetti di viaggio di breve durata con itinerari appealing, compresi quelli che prevedono una sola notte di soggiorno – spiega la general manager Marella Bagnoli -. Ciò ha perseguito la nostra mission aziendale che è anche quella di modellare la nostra offerta alle esigenze delle agenzie di viaggio nostre partner”.

All’interno della sezione dedicata, le agenzie potranno ora consultare nel dettaglio ogni singola opzione proposta, compresi i servizi offerti e quelli di cui desiderano avvalersi, oltre a selezionare la data di partenza, scegliendola in base a un calendario che, per alcuni tour, fornisce date disponibili addirittura sino ai primi mesi del 2024. La sezione short break, così come quella dei tour e minitour nel mondo, offre come valore aggiunto nessun adeguamento di valuta e nessun costo di iscrizione.

 

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L'importanza di un'educazione al 'sacro' è cruciale, anche per evitare fenomeni di sfruttamento predatorio sul territorio e favorire relazioni equilibrate tra visitatori e luoghi». Il prof. Santamato ha evidenziato quindi i risvolti della complicata integrazione tra turismo e accoglienza attraverso l’esempio di San Giovanni Rotondo, raccontando i rischi delle conseguenze negative sull'economia locale e sulla sostenibilità ambientale a causa degli elevati costi sociali (gestione rifiuti, servizi sanitari, sicurezza) legati all'afflusso di un pellegrinaggio di massa non regolato e non consapevole.\r\nLa prof. Claudia Caneva (Università Ecclesia Mater) ha aggiunto alle criticità il problema della formazione non sempre all'altezza delle esigenze, oltre che quello della perdita di consapevolezza culturale nei luoghi sacri. «Servono percorsi formativi per gli operatori, come per esempio per le guide turistiche, che siano capaci di restituire senso e codici simbolici a chi accompagna e accoglie i pellegrini: una formazione ispirata, storica e umanistica».\r\nClaudiana Di Cesare, giornalista di Travel Quotidiano ed esperta in turismo e innovazione, ha sottolineato come il turismo religioso, se ben governato, possa diventare un vero laboratorio per costruire modelli di sviluppo sostenibile davvero integrati, ma ha evidenziato il punto di vista degli operatori del settore e delle varie realtà della filiera dell'accoglienza che «si sentono spesso isolati, senza strumenti concreti, senza il supporto di una promozione integrata ed emozionale e con reti di coordinamento ancora troppo deboli».\r\n\r\nModelli e visioni a confronto\r\nGuardare al passato e all'esperienza degli altri paesi può offrire spunti preziosi per leggere il presente e valorizzare le nostre opportunità. Il prof. Luigi Russo dell’Università Europea di Roma ha offerto una lettura storica del pellegrinaggio e delle sue implicazioni culturali e sociali. Russo si è soffermato in particolare sul Medioevo, periodo in cui il turismo religioso si è affermato con grande vigore, permettendo la nascita di una rete di ospitalità religiosa diffusa e necessaria per sostenere i lunghi viaggi dei pellegrini.\r\n\r\nIl prof. Fernando Martínez de Carnero Calzada (Sapienza Università di Roma) ha arricchito la narrazione portando uno studio comparato sull’esperienza dei pellegrini tra Italia e Spagna, analizzando anche le narrazioni turistiche e i dati biometrici sulla percezione dell’autenticità, «spesso costruita più dai dispositivi di promozione che dalla reale esperienza del pellegrino. C’è bisogno di maggiore ascolto e di una governance che valorizzi l’esperienza spirituale, non solo i flussi», ha aggiunto.\r\n\r\nIl contributo di Roberta Alberotanza (ECHE Lab, Università Mediterranea di Reggio Calabria) ha messo in luce l’evoluzione degli itinerari religiosi come strumenti di integrazione europea, dialogo interculturale e coesione sociale: «I cammini a tema religioso non sono solo percorsi di fede, ma veri ponti culturali che uniscono territori, comunità e patrimoni».\r\nL’evento si è concluso con l’invito rivolto ai relatori dalla prof.ssa Bizzarri alla raccolta dei contributi in vista di una prossima pubblicazione e al prosieguo del dialogo attivo con studenti e operatori. Il progetto di terza missione finanziato dall’Università Europea di Roma, infatti, prevede che gli studenti lavorino, in collaborazione con gli operatori, alla creazione di prodotti turistici innovativi pensati per le nuove tipologie di viaggiatori delineate durante la tavola rotonda, alla ricerca di spiritualità, benessere e bellezza nella propria vita.\r\n\r\n","post_title":"Il turismo religioso cambia volto: a Roma nuove visioni tra spiritualità e sostenibilità","post_date":"2025-07-04T12:26:52+00:00","category":["enti_istituzioni_e_territorio"],"category_name":["Enti, istituzioni e territorio"],"post_tag":[]},"sort":[1751632012000]}]}}

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