14 September 2024

Fruit: InViaggi a quota 20 mln di fatturato in tre anni

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Triplicare il giro d’affari in tre anni fino a raggiungere quota 60 milioni di euro totali. E’ questo l’ambizioso obiettivo di Fruit Viaggi che dopo la recente acquisizione del brand InViaggi punta a una crescita importante, tale da rendere l’operatore un punto di riferimento importante del turismo organizzato italiano. L’idea è quindi quella di raddoppiare in un triennio il fatturato della villaggistica, con il marchio storico Fruit Village, portandolo dai 20 milioni circa attuali a 40 milioni, al contempo beneficiando degli ulteriori 20 milioni garantiti dall’offerta generalista di InViaggi a regime.

La presentazione ufficiale del brand si terrà in occasione del Ttg di Rimini, spiega l’amministratore unico della società campana, Cesare Landi: “Alla fiera presenteremo anche il nuovo direttore generale dedicato al marchio InViaggi e due risorse commerciali aggiuntive, con cui pensiamo di potenziare la nostra presenza al Nord. L’acquisizione di InViaggi mira infatti anche a raggiungere quest’area del Paese, dove ancora non siamo fortissimi ma in cui invece il nostro nuovo brand era conosciuto e affermato”.

Il prodotto si presenterà con un logo inedito e un’offerta che ripartirà dai punti di forza storici di InViaggi: “L’idea è quella di posizionarci nel segmento medio del mercato, con una proposta dall’ottimo rapporto qualità-prezzo – prosegue Landi -. Ci concentreremo soprattutto su Egitto, Tunisia, Baleari e Grecia mettendo a scaffale non solo la classica charteristica a rotazione settimanale, ma anche un’offerta più flessibile servita dai voli di linea e adatta intercettare le nuove esigenze della domanda”.

Nelle intenzioni del gruppo, il brand InViaggi manterrà una propria identità precisa, separata dal prodotto Fruit. Per ospitare le nuove risorse dedicate, la sede centrale dell’operatore campano è stata ampliata con l’aggiunto di un nuovo locale. “Con InViaggi potremo finalmente aggiungere un nuovo tassello alla nostra proposta – conclude Landi -, raggiungendo quel target di clientela che all’all inclusive preferisce formule di vacanze più libere come la mezza pensione o il solo pernottamento e colazione”.

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