27 July 2024

Alpitour e la novità Capo Verde: “Dove le low cost non arrivano”

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Franco Campazzo, al centro, insieme all'head of marketing, Tommaso Bertini (a sinistra), e all'head of product della della divisione seamless & no frills, Massimo Mariani

E’ l’isola di Boa Vista, a Capo Verde, l’ultima novità in casa Alpitour World: una struttura ex Iberostar ora a gestione Voihotels e brandizzata Bravo. “Entrerà in portfolio a partire dal prossimo 3 maggio – racconta il chief product officer tour operating del gruppo, Franco Campazzo -. Al momento stiamo ipotizzando tre rotazioni settimanali Neos da Milano, Roma e Verona. Ma siamo già pronti a far salire a quattro i collegamenti, se la risposta del mercato dovesse essere particolarmente buona, con un raddoppio su uno dei tre scali già serviti”. Interessante l’idea alla base dell’operazione: “Capo Verde è una delle poche destinazioni a medio raggio non ancora inflazionata dall’offerta low cost, con la loro chimera, spesso non reale, delle tariffe super-scontate – spiega sempre Campazzo -. E’ quindi perfetta per pacchetti tour operating. Da qui la decisione di un investimento importante su una struttura da 200 camere complessive”.

Per il resto, il gruppo sta lavorando su un paio di ulteriori progetti ma è ancora troppo presto per svelarne i dettagli. Preoccupa invece un po’ la questione inflazione, prosegue Campazzo, “se non altro perché, a fronte di aumenti prevedibili, le persone si aspettano inevitabilmente di più. Il rischio è quello di rimanere al di sotto delle aspettative crescenti dei clienti. Ciò detto, le nostre contrattazioni procedono bene. Nella maggior parte dei casi gli incrementi sono organici, niente di sopra le righe. Fanno eccezione quelle strutture che durante la pandemia hanno abbassato un po’ troppo i prezzi, per paura di perdere troppa domanda. Ora cercano di tornare su valori  economicamente più sostenibili, ma se l’aumento è eccessivo diventa difficile. Per agevolare il mercato, quello che possiamo fare noi di Alpitour, è rinunciare a una parte di profitto, non incrementando i nostri margini proporzionalmente alla crescita delle tariffe, come invece normalmente dovrebbe accadere (un’opzione, quest’ultima, già anticipata a noi di Travel Quotidiano, in un’intervista di inizio gennaio, dal general manager tour operating, Pier Ezhaya, ndr)”.

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