Euphemia: ad essere in crisi è l’agenzia, non l’agente
Un’analisi condotta di recente in Spagna da Insight View, riportata dalla stampa di settore, segnala che il 46% delle agenzie di viaggio si trova attualmente in una condizione di alto o massimo rischio insolvenza. Il dato è raddoppiato rispetto al 2019, a causa della riduzione dell’attività nel biennio pandemico, unita alla richiesta di prestiti e all’importo esiguo dei ristori erogati dallo Stato. Una situazione allarmante che trova riscontro anche in Italia: secondo i dati pubblicati da Il Sole, nell’estate del 2021 il settore del turismo organizzato ha perso l’81% del fatturato rispetto al 2019, passando da 13,3 miliardi a 2,5 miliardi di euro. Questi dati hanno inevitabilmente avuto una ricaduta diretta sui posti di lavoro: la stessa testata ipotizzava 40.000 posizioni a rischio. Fortunatamente, da qualche mese il comparto della distribuzione organizzata vive una fase di forte rilancio che ha consentito di scongiurare, almeno in parte, le previsioni.
Negli ultimi mesi molte imprese, specialmente quelle a conduzione familiare, sono state costrette a chiudere o a rinunciare ai loro dipendenti disperdendo un know how importantissimo.