25 October 2024

Eliseo Capretti: «Il mio ricordo di Bruno Colombo»

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Riceviamo da Eliseo Capretti un breve ricordo di Bruno Colombo che pubblichiamo.

«Ho conosciuto Bruno Colombo ancora ragazzo, nei primi anni ’70, quando lui dirigeva Airtour, in quota Iberia, ed era ubicato in Piazza Diaz a Milano, mentre io, giovane responsabile di una nuova linea per vacanze giovani e per studenti, lavoravo dall’altra parte del palazzo, in via Rastrelli.

Mi mandò da lui, Cossa, per studiare qualcosa da realizzare o forse, perché lui mi studiasse e poi riferisse agli amici colleghi; almeno così mi era sembrato, ed io, che allora giravo con gli zoccoli di legno, ero rimasto stupito dalla sua eccezionale passione.

Poi, dopo qualche anno me ne andai anch’io da quell’area geografica, che definirei magica. Fra piazza Diaz, via Poalo da Cannobbio, la fine di via Larga, Torre Velasca e via Albricci. Poi nel ’76 mi sono messo in proprio con la Ocean.

Solo anni dopo, quando ambedue avevamo, come dire, fatto carriera, ci ritrovammo perché come vicepresidente di Amavet e consigliere di World Travel Group, feci un contratto sul quale alla fine ci scontrammo e vinsi io, con dispiacere, in tribunale, e il Ventaglio dovette pagare una grossa somma. 

Avevo tentato di non andare in causa e gli proposi un accomodamento, ma i suoi collaboratori non la vedevano così e lui li ascoltò, anche se poi mi disse che avevo ragione.

In quel momento e come reazione, acquistai azioni del Ventaglio per un congruo ammontare, per cui per un breve periodo, del tutto inconsapevolmente, fui uno dei più importanti azionisti dell’azienda, che con il proprio voto potevano orientare le decisioni del consiglio di amministrazione

Finito il Ventaglio e perso tutto, lui, in un certo senso, si sentiva in difetto verso di me. Come prima io mi sentivo verso di lui. Ci siamo incontrati di nuovo circa tre anni fa, quando io, già malato, e lui libero dal Ventaglio, eravamo stati contattati da un gruppo che aveva idee sul turismo. Ci avevano cercato come possibili collaboratori, ma per ambedue la cosa non avrebbe avuto le gambe per andare avanti, per cui lasciammo stare e ci perdemmo di nuovo.

Ecco volevo scrivere proprio per testimoniare che, pur essendo diversi e pur non essendo amici, ora a me e al turismo, la sua persona, la personalità e la visione mancheranno molto. La sua intelligenza sarebbe stata molto utile in questi momenti di grave crisi.

Ciao Bruno

Eliseo Capretti»

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