19 ottobre 2016 11:48
Il 6 maggio 1527 avvenne Il Sacco di Roma. Oggi Notfortouristrome vi farà ripercorrere quegli eventi con una passeggiata accompagnata il prossimo 30 ottobre alle 10.30.
Si passeggerà fiancheggiando idealmente le antiche mura che circondavano Borgo e Trastevere, per calarsi nelle vicende del Sacco di Roma. Un evento sconvolgente che ha lasciato profonde tracce nella storia a venire dell’Urbe. Una Città Eterna che diviene palcoscenico dello scontro tra potenze dominatrici, della lotta intestina della Chiesa, di saccheggi e atrocità, tutti episodi drammatici e surreali, con protagonisti illustri e grotteschi personaggi calati nell’epoca dell’Italia Disunita. Una vicenda di forte crudezza e drammaticità inserita in quel Rinascimento che siamo abituati a ricordare essenzialmente per il rifiorire artistico e culturale.
Così domenica 30 Ottobre alle ore 10.30, partendo dall’appuntamento delle 10:15 in Via delle Fornaci, 37 (davanti l’ingresso del Teatro Ghione), le guide di Notfortuoristrome vi accompagneranno in un itinerario composto da visite suggestive e cariche di significati storici: Porta Cavalleggeri, Piazza del Vaticano, Via dei Corridori, Borgo Sant’Angelo, Lungotevere (alt.za del Santo Spirito), Ponte Sisto e Piazza Farnese.
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[post_content] => Un 2025 da 16.800.000 passeggeri, con un lieve calo - come previsto - del 3,5% per poi tornare, nel 2026, attorno ai 17.400.000 del 2024. Sacbo, società di gestione dell'aeroporto di Milano Bergamo, tira le somme dell'anno ormai concluso e guarda al prossimo quando lo scalo toccherà anche il record di aeromobili basati: 24. E saranno spesso più grandi: l’Airbus 321 porterà 50 passeggeri in più, il Boeing Max 8002 passerà da 181 a 197.
In fieri il potenziamento della viabilità e il parcheggio multipiano, di cui nel 2026 sarà realizzato il progetto esecutivo da sottoporre a Enac: una struttura di cinque piani per 2.000 auto e 30 milioni di euro di costo. «Per dare un motivo ai passeggeri per usare l’accesso a est la cosa migliore è la realizzazione del parcheggio - spiega Amelia Corti, direttore generale, ripresa da Il Corriere di Bergamo -. Che è più piccolo e quindi di realizzazione più veloce di quello previsto a ovest. Dove un cantiere sarebbe stato anche complicato dalla presenza dei lavori del treno».
Il 2025 ha visto un aumento dei ricavi non-aviation, all’interno dello scalo: «Che con i nuovi spazi crescono molto anche in termini di qualità - sottolinea il presidente Giovanni Sanga -: se ne accorge chi va in altri aeroporti e ci scrive per sottolineare la differenza».
Allungando lo sguardo all’estate 2026 sono confermate 150 destinazioni e anche se Milano Bergamo non è fra gli scali ufficiali delle Olimpiadi, conta sulla sua posizione geografica per un aumento di traffico. Tanto che Sacbo sta facendo una pianificazione per i voli di Stato e le delegazioni, con flussi facilitati per le squadre e le tifoserie. E se Ryanair e Wizz Air continuano a rappresentare l’85% del traffico, Sacbo è sempre in cerca di nuove collaborazioni: «Ci avete visto crescere adeguandoci come un calzino alle esigenze delle compagnie», riassume Corti. Gli interventi «più soddisfacenti», in prospettiva per i numeri, sono i nuovi contatti verso il Golfo Persico: «Sono impressionati dalla nostra vicinanza con Milano e a breve potremmo avere novità».
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[post_content] => Il Vietnam viaggia spedito verso la conclusione di un 2025 da record per numero di arrivi internazionali: secondo i dati diffusi dall'Ufficio Nazionale di Statistica (Ministero delle Finanze), il paese ha infatti totalizzato oltre 19,1 milioni di visitatori internazionali nei primi 11 mesi di quest'anno, pari ad una crescita del +20,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Il dato rappresenta il livello più alto mai registrato, che supera i 18 milioni di visitatori del 2019, prima cioè della pandemia.
Nel solo mese di novembre 2025, il Vietnam ha accolto quasi 2 milioni di visitatori internazionali, con un aumento del 14,1% rispetto al mese precedente e del 15,6% rispetto a novembre 2024.
Le performance dei singoli mercati
Tra gennaio e novembre 2025, la Cina ha registrato un aumento del 43,1% su base annua; molto bene anche Giappone e Stati Uniti che hanno centrato una crescita rispettivamente del 15% e dell'8,4%, mentre la Corea del Sud ha segnato un leggero calo (-4,6%).
I mercati europei hanno continuato a crescere costantemente, riflettendo l'impatto dell'estensione delle esenzioni dal visto. Tra le performance più significative spiccano quelle dell'Italia con un +21,3%, e poi del Regno Unito (+20,7%), Francia (+21,4%), Germania (+16,6%). Tassi di crescita inferiori, ma sempre consistenti, anche per Spagna (+5,8%), Danimarca (+12,1%), Svezia (+15,9%), Norvegia (+19,6%), Polonia (+41,7%), Svizzera (+17,1%), Repubblica Ceca (+0,1%).
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Da segnalare, in particolare, l'ottimo andamento dei flussi turistici provenienti dai mercati a lungo raggio nel solo mese di novembre: i mercati nordamericani hanno registrato un +30,5% rispetto al mese precedente, mentre il Canada ha registrato un aumento del 55,9%. Anche gli arrivi dall'Europa hanno registrato un forte aumento con gli arrivi dall'Italia a +89%, a conferma del forte appeal del Vietnam durante l'alta stagione di fine anno.
Recentemente l'Unwto ha posizionato il Vietnam tra le destinazioni turistiche in più rapida crescita al mondo, insieme al Giappone.
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Si tratta di un incremento del +10,4% sul novembre 2024, con crescita del segmento di traffico internazionale (+16,6%) che compensa la flessione del traffico domestico (-5,8%). Ma soprattutto, al 30 novembre 2025, il Sistema aeroportuale toscano ha già superato il totale dei passeggeri transitati nell'intero 2024.
Pisa e Firenze insieme hanno raggiunto i 9,2 milioni di passeggeri con un incremento del +8,4% sul 2024.
In particolare, il Vespucci di Firenze registra il miglior novembre della sua storia con 265.000 passeggeri movimentati, per un incremento del +11,6% sul 2024. In forte crescita il segmento di traffico internazionale (+17,1%) che ha più che compensato la contrazione del segmento domestico (-15,7%). Le rotte maggiormente trafficate a novembre confermano Parigi al primo posto, seguita da Londra, Barcellona, Amsterdam e Madrid. In pratica Firenze ha già superato - al 30 novembre 2025 - il totale dei passeggeri transitati nel 2024, con 3,6 milioni di passeggeri e una crescita del +9,5%.
Ed è traffico record anche per il Galilei di Pisa, che centra il suo miglior novembre con 348.000 passeggeri transitati e un aumento del +9,5% sul 2024. Andamento similare per il segmento di mercato internazionale (+16,1%) che si contrappone alla flessione di quello nazionale (-2,2%). Tirana conquista il primato delle rotte più servite, seguita da Londra, Palermo, Catania e Bari. Al 30 novembre 2025, lo scalo pisano ha oltrepassato il totale dei passeggeri transitati nel 2024 con 5,6 milioni passeggeri (+7,7% rispetto allo stesso periodo del 2024).
[post_title] => Toscana Aeroporti: novembre imprime un'accelerata record al traffico passeggeri
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[post_content] => Quando si pianifica un viaggio in Marocco, una delle domande più frequenti riguarda il clima e le temperature: "Quando fa caldo? Quando piove? Qual è il periodo migliore per visitare il deserto?" Sono interrogativi legittimi, considerando che il Marocco è un paese geograficamente complesso, dove si può passare dalla neve sulle montagne dell'Atlante al calore torrido del Sahara nel giro di poche ore di auto. Capire il clima marocchino significa saper scegliere non solo quando partire, ma anche cosa mettere in valigia e quali destinazioni privilegiare in base alla stagione.
La verità è che il Marocco non ha un clima unico, ma piuttosto una collezione di microclimi che variano drasticamente a seconda della regione, dell'altitudine e della vicinanza all'oceano o al deserto. Questa diversità climatica è al tempo stesso una sfida e un'opportunità: sfida perché richiede una pianificazione attenta, opportunità perché significa che in qualsiasi periodo dell'anno c'è sempre una parte del Marocco che offre condizioni meteo ideali per essere visitata.
Le Quattro Zone Climatiche del Marocco
Per capire davvero il clima marocchino, bisogna pensare al paese diviso in quattro zone climatiche distinte, ciascuna con le proprie caratteristiche e i propri ritmi stagionali.
La Costa Atlantica: Mite tutto l'Anno
La fascia costiera che si affaccia sull'Oceano Atlantico – da Tangier a nord fino a Dakhla nel sud del Sahara Occidentale – gode di un clima mediterraneo temperato dall'influenza oceanica. Città come Casablanca, Rabat, Essaouira e Agadir vivono un clima sorprendentemente mite tutto l'anno.
Le temperature in queste zone raramente scendono sotto i 10°C in inverno o superano i 28-30°C in estate. L'oceano funziona come un gigantesco regolatore termico, raffreddando le estati e riscaldando gli inverni. Le mattine possono essere fresche anche d'estate, con nebbie che si dissolvono verso mezzogiorno, mentre i pomeriggi sono piacevolmente ventilati.
L'inverno atlantico (dicembre-febbraio) porta occasionali piogge, generalmente concentrate e brevi piuttosto che persistenti. Le temperature diurne si aggirano sui 16-20°C, perfette per passeggiate sul lungomare ma troppo fresche per chi sogna bagni in mare. La primavera (marzo-maggio) è probabilmente il periodo più bello: temperatura dell'aria intorno ai 20-25°C, mare che inizia a scaldarsi, vegetazione verde e fiorita grazie alle piogge invernali.
L'estate atlantica (giugno-agosto) sorprende i visitatori abituati ai 35-40°C del Mediterraneo: qui difficilmente si superano i 28°C grazie all'aliseo costante che soffia dall'oceano. Essaouira, in particolare, è famosa come "città del vento" ed è meta prediletta dei surfisti e kitesurfisti proprio per questo vento affidabile. Agadir, più a sud, ha un clima ancora più stabile con 300 giorni di sole all'anno e temperature che oscillano tra 20 e 26°C praticamente sempre.
Le Città Imperiali: Quattro Stagioni Distinte
Marrakech, Fes, Meknes e la pianura interna del Marocco vivono un clima continentale con escursioni termiche importanti sia tra giorno e notte che tra estate e inverno. Qui le stagioni sono ben definite e molto più marcate rispetto alla costa.
L'inverno (dicembre-febbraio) può essere sorprendentemente freddo, soprattutto di notte. A Marrakech le temperature notturne scendono regolarmente sotto i 5°C, con occasionali gelate nelle prime ore del mattino. Fes, più a nord e circondata da montagne, può essere ancora più fredda con temperature che toccano lo zero. Le giornate sono però spesso soleggiate e piacevoli, con massime intorno ai 18-20°C. La pioggia è presente ma non abbondante – qualche giorno ogni tanto, mai settimane di pioggia continua come in Nord Europa.
La primavera (marzo-maggio) è il periodo magico di queste città. Le temperature risalgono gradualmente dai 20°C di marzo ai 28-30°C di maggio, con notti ancora fresche che garantiscono un sonno riposante. I giardini sono in fiore, le montagne dell'Atlante ancora innevate sullo sfondo creano contrasti fotografici spettacolari, e l'aria ha quella limpidezza particolare che solo la primavera mediterranea regala. Aprile è probabilmente il mese ideale per visitare Marrakech e Fes.
L'estate (giugno-settembre) è il vero banco di prova per chi visita le città imperiali. Marrakech diventa un forno, con temperature che regolarmente superano i 38-40°C a luglio e agosto. Il sole picchia impietoso dal mattino alla sera, l'aria è secca e il caldo secco del deserto invade la città. Molti marrakchini benestanti fuggono verso Essaouira o le montagne. Per i turisti, significa svegliarsi all'alba per visitare i monumenti, ritirarsi nelle ore più calde (12-17) e riemergere solo al tramonto. Fes è leggermente meno calda ma l'umidità maggiore rende il caldo più opprimente.
L'autunno (ottobre-novembre) è l'altra stagione d'oro. Le temperature scendono gradualmente dai 30°C di ottobre ai 22-25°C di novembre, il caldo torrido si stempera lasciando posto a giornate piacevoli. I colori del tramonto sembrano ancora più intensi nell'aria limpida autunnale, e i giardini rifioriscono dopo la pausa estiva. Ottobre in particolare è un mese eccellente per esplorare queste città.
Le Montagne dell'Atlante: Il Regno delle Quattro Stagioni
La catena dell'Atlante attraversa il Marocco da sudovest a nordest, creando una barriera climatica che separa la costa atlantica dal deserto del Sahara. Qui il clima è montano puro, con variazioni estreme legate all'altitudine.
Il Medio Atlante, con città come Ifrane (chiamata la "Svizzera marocchina"), vive inverni rigidi con abbondanti nevicate tra dicembre e marzo. Non è raro vedere temperature che scendono a -10°C di notte, mentre le cime più alte come il Jbel Bou Iblane (3.340m) rimangono innevate fino a maggio. Esistono persino piccole stazioni sciistiche come Mischliffen, dove i marocchini vengono a sciare nei weekend invernali.
L'Alto Atlante, con il Jbel Toubkal che tocca i 4.167 metri (la vetta più alta del Nord Africa), presenta un clima ancora più estremo. L'inverno porta neve abbondante sopra i 2.000 metri, rendendo molti passi impraticabili tra dicembre e marzo. Le temperature possono scendere a -20°C sulle vette. Anche in estate, le notti sopra i 3.000 metri sono gelide, con temperature vicine allo zero, mentre le giornate possono essere calde con il sole diretto che scalda intensamente.
Le valli dell'Atlante, come la Valle dell'Ourika o la Valle delle Rose, godono di un clima più mite ma comunque fresco rispetto alle pianure circostanti. Queste zone sono rifugi ideali durante l'estate torrida delle città imperiali: a 1.500-2.000 metri di altitudine, le temperature estive raramente superano i 28-30°C di giorno e scendono piacevolmente di notte.
La primavera e l'autunno sono i periodi migliori per il trekking nelle montagne dell'Atlante: temperature diurne gradevoli (15-25°C a seconda dell'altitudine), sentieri accessibili, e paesaggi spettacolari con la fioritura primaverile o i colori autunnali.
Il Deserto del Sahara: Estremi Climatici
Il Sahara marocchino, con le sue dune iconiche di Merzouga e M'hamid, rappresenta forse l'ambiente climatico più estremo e affascinante del paese. Qui le temperature oscillano tra due estremi che sorprendono sempre i visitatori impreparati.
L'inverno desertico (dicembre-febbraio) può essere gelido. Le notti nel deserto scendono regolarmente sotto lo zero, con temperature che in gennaio possono toccare i -5°C prima dell'alba. Molti turisti arrivano immaginando il deserto sempre caldo e si ritrovano a tiritar di freddo nei campi tendati. Le giornate sono però piacevoli, con temperature intorno ai 18-22°C e un sole che scalda intensamente. Questa escursione termica di 25-30 gradi tra giorno e notte è una caratteristica tipica dei climi desertici, dove l'assenza di umidità nell'aria impedisce la conservazione del calore notturno.
La primavera desertica (marzo-maggio) è generalmente considerata il periodo migliore per visitare il Sahara. Le temperature notturne risalgono gradualmente sopra lo zero (5-10°C), rendendo le notti nei campi berberi più sopportabili, mentre le giornate si mantengono piacevoli sui 25-30°C. Aprile in particolare offre condizioni quasi ideali: né troppo freddo di notte né troppo caldo di giorno. È anche il periodo delle tempeste di sabbia occasionali, spettacolari anche se possono disturbare i piani.
L'estate desertica (giugno-settembre) è brutale. Le temperature diurne superano regolarmente i 45°C, con picchi che a luglio e agosto possono toccare i 50°C all'ombra nelle ore più calde. Il sole del deserto è impietoso, il calore si riverbera dalla sabbia, e anche solo camminare per pochi minuti diventa estenuante. Le notti però rimangono sorprendentemente fresche, scendendo a 20-25°C – una differenza di 25-30 gradi rispetto al giorno. Solo i più avventurosi visitano il deserto d'estate, e anche loro si muovono principalmente all'alba e al tramonto.
L'autunno desertico (ottobre-novembre) replica le condizioni primaverili: temperature che scendono dai 35-40°C di settembre ai 25-30°C di novembre, notti che diventano gradualmente più fresche. Ottobre è un mese eccellente per il deserto, forse anche migliore di aprile perché la sabbia ha ancora il calore accumulato durante l'estate, rendendo le notti leggermente più miti.
Fenomeni Climatici Particolari
Il Chergui: Il Vento del Deserto
Il chergui (o scirocco) è un vento caldo e secco che soffia dal Sahara verso nord, investendo tutto il Marocco con ondate di calore improvvise. Può verificarsi in qualsiasi stagione ma è più comune in primavera e autunno. Quando arriva il chergui, le temperature possono salire di 10-15 gradi in poche ore: Marrakech può passare da 25°C a 40°C in una mattinata. L'aria diventa secca e polverosa, la visibilità si riduce per la sabbia in sospensione, e tutto sembra ricoperto da una patina ocra. I marocchini dicono che il chergui "rende tutti nervosi" – c'è persino un detto che giustifica comportamenti irrazionali durante questi giorni: "È colpa del chergui!"
Le Piogge: Quando e Quanto
Il Marocco non è un paese particolarmente piovoso, ma le precipitazioni si concentrano nei mesi invernali (novembre-marzo) con pattern che variano notevolmente da regione a regione. La costa atlantica e le montagne del Rif a nord ricevono le piogge più abbondanti (600-800mm annui), mentre il deserto del Sahara può rimanere senza una goccia d'acqua per anni interi.
Le piogge marocchine raramente sono di lunga durata come in Nord Europa. Più tipicamente si tratta di acquazzoni intensi e brevi, spesso accompagnati da temporali spettacolari, seguiti da schiarite. Questo pattern può creare problemi di alluvioni improvvise (flash floods) nei wadi e nelle zone desertiche, dove il terreno arido non assorbe l'acqua che scorre velocemente formando torrenti impetuosi. I turisti che campano nel deserto devono sempre informarsi sulle previsioni meteo prima di dormire nei wadi.
La Neve: Sì, Nevica in Marocco!
Molti si sorprendono scoprendo che in Marocco nevica, e anche abbondantemente. L'Atlante riceve nevicate regolari ogni inverno sopra i 1.500-2.000 metri, con accumuli che possono superare i 2 metri sulle vette più alte. Anche città di pianura come Meknes e Fes possono vedere occasionali nevicate, rare ma non impossibili.
La neve trasforma il paesaggio marocchino in qualcosa di magico e surreale: vedere kasbe di argilla rossa circondate da campi innevati, o palme coperte di neve a Midelt, crea contrasti fotografici incredibili. Per i trekker, la neve apre possibilità di escursioni invernali e persino arrampicate su ghiaccio sulle pareti nord del Toubkal.
Quando Visitare il Marocco: Consigli Pratici
La domanda da un milione di dollari: quando è il momento migliore per visitare il Marocco? La risposta dipende da cosa volete vedere e fare.
Per le città imperiali (Marrakech, Fes, Meknes): Primavera (marzo-maggio) e autunno (ottobre-novembre) sono ideali. Temperature piacevoli, poca pioggia, giornate lunghe e soleggiate.
Per il deserto del Sahara: Primavera (marzo-maggio) e autunno (ottobre-novembre) offrono il miglior compromesso tra temperature diurne e notturne. Evitate luglio-agosto a meno che non siate masochisti.
Per la costa atlantica: Praticamente tutto l'anno è buono, ma l'estate (giugno-settembre) offre le temperature più calde per chi vuole fare bagni in mare.
Per le montagne dell'Atlante: Dipende dall'attività. Trekking estivo (giugno-settembre) per evitare neve e freddo. Sci invernale (dicembre-marzo). Primavera per vedere la fioritura e i wadi pieni d'acqua.
Per un tour completo del paese: Aprile-maggio e ottobre-novembre sono i mesi d'oro che permettono di visitare tutte le regioni in condizioni ottimali.
Cosa Mettere in Valigia
Il clima vario del Marocco richiede un guardaroba versatile:
Primavera/Autunno: Vestiti a strati. T-shirt e camicie leggere per il giorno, ma anche un maglione o giacca leggera per serate e montagne. Scarpe comode da camminata. Cappello e occhiali da sole. Crema solare.
Estate: Vestiti leggeri e traspiranti in fibre naturali (cotone, lino). Cappello essenziale. Foulard per proteggersi dal sole e dalla sabbia. Se visitate il deserto, portate comunque un pile per le serate che possono essere fresche.
Inverno: Abbigliamento caldo a strati. Le case marocchine tradizionali non hanno riscaldamento centralizzato, quindi serve vestirsi bene anche al chiuso. Giacca impermeabile per la pioggia occasionale. Se andate in montagna o deserto, abbigliamento da freddo vero: pile, piumino, guanti, berretto.
Tutto l'anno: Scarpe comode e robuste (si cammina molto). Abbigliamento rispettoso della cultura locale (spalle e ginocchia coperte, soprattutto per le donne nelle zone più tradizionali). Farmacia da viaggio con protezione solare alta fattore.
Conclusioni: Il Marocco in Ogni Stagione
La bellezza del clima marocchino sta proprio nella sua diversità. Non esiste un "periodo sbagliato" per visitare il paese – esiste il periodo sbagliato per visitare una specifica regione con aspettative specifiche. Ma c'è sempre una parte del Marocco che in quel momento offre condizioni ideali.
L'inverno che rende il deserto troppo freddo di notte è lo stesso inverno che porta neve spettacolare sulle montagne e temperature miti sulla costa. L'estate che rende Marrakech un forno è la stessa estate che regala giornate perfette a Essaouira. Questa varietà climatica è un invito a tornare più volte, in stagioni diverse, per scoprire facce diverse dello stesso affascinante paese.
Capire il clima marocchino significa pianificare meglio, aspettarsi meno sorprese sgradevoli, e godersi di più ogni momento del viaggio. Che sia il calore secco del deserto, il fresco delle montagne, o la brezza oceanica della costa, il Marocco ha un clima perfetto da offrire in ogni periodo dell'anno – basta sapere dove cercarlo.
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[post_content] => Il turismo religioso vive una fase di forte rinnovamento, trainato da una domanda sempre più ampia e diversificata. Non è più solo un segmento tradizionale legato alla visita dei luoghi sacri, ma un ecosistema complesso che unisce spiritualità, cultura, benessere e scoperta dei territori. In questo scenario, la professoressa Simona Attollino, docente di Diritto e religione e direttrice dell’Executive Master in Turismo religioso e gestione smart dei beni culturali dell’Università LUM, offre una chiave di lettura utile a operatori, DMO e professionisti della filiera.
Negli ultimi anni la domanda è guidata da una forte ricerca di senso e di benessere integrale, una tendenza che la pandemia ha solo accelerato. Il viaggio verso un santuario o lungo un cammino non è più un gesto rituale, ma un tempo dedicato alla cura di sé, con ricadute profonde anche sul piano psicologico e relazionale. A confermarlo sono anche le elaborazioni Isnart, che evidenziano un aspetto particolarmente rilevante per gli operatori: il turista religioso è spesso un visitatore di ritorno, segno di una fidelizzazione naturale e identitaria.
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[post_content] => «L'aspettativa è per un 2026 nuovamente nel segno della crescita»: Giacomo Cattaneo, direttore commerciale aviation di Sacbo, delinea il prossimo futuro dell'aeroporto di Milano Bergamo, a margine dell'evento per l'apertura della nuova area partenze.
Dopo un 2024 di traffico record con più di 17 milioni di passeggeri, il 2025 chiuderà probabilmente attorno ai 16,7 milioni «un pochino meno quindi, proprio per i lavori che hanno interessato il terminal, ma ci attendiamo un 2026 nuovamente in crescita, anche se ora è molto prematuro dare numeri precisi».
Certe sono invece alcune delle prime novità a livello di operativo 2026: «A cominciare dal raddoppio di flydubai, che anzi sarà operativo già dal 16 dicembre 2025 e fino al prossimo maggio, con un'interruzione per poi riprendere da agosto.
«A ciò si sommano i nuovi impegni di Ryanair - che evidentemente continua a detenere una quota rilevante di traffico sul nostro scalo - con incrementi importanti soprattutto a livello di frequenze su rotte già attive, oltre alle due new entry di Rabat e del'isola greca di Limnos». Rilanci anche per Wizz Air, e Norwegian, con il ritorno di una rotta per Billund, ma altri colloqui sono in corso con altre compagnie aeree». Spazio anche per il segmento 'charter', «da Neos ad Albastar, si prospetta già una intensa stagione estiva».
Traffico internazionale sugli allori
Il Caravaggio conferma sempre più la sua preponderante vocazione al traffico internazionale, rispetto al domestico, «che ha visto una ripresa soltanto nell'immediato post-Covid. Ora siamo decisamente tornati ai numeri pre-pandemia, con il 75% di passeggeri internazionali e massimo un 25% di nazionale.
I principali mercati sono quelli di Spagna, Inghilterra, Polonia e Romania: in questo quadro ci sono però anche altri bacini che stanno crescendo tanto, uno su tutti quello degli Emirati, dove oltre alla già citata rotta su Dubai nel periodo invernale arriviamo a quattro collegamenti al giorno includendo anche i due voli per Sharjah (con Air Arabia, ndr). Senz'altro un'area che sta crescendo sia come incoming sia come outgoing in virtù del network di proseguimenti a disposizione una volta raggiunti gli Emirati».
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L'allargamento del fronte est dell'aerostazione vede ora una nuova aerea al primo piano che si estende su una superficie di 7500 mq, con 14 linee per i controlli di sicurezza dotate delle soluzioni tecnologiche più avanzate, che consentono di mantenere all’interno del bagaglio a mano liquidi fino a 2 litri per ogni contenitore e i dispositivi elettronici. La prima postazione è riservata ai passeggeri a ridotta mobilità, alle famiglie con bambini piccoli e al fast-track. L’accesso all’area dei controlli di sicurezza è regolato da 9 gate per la lettura della carta d’imbarco.
Al piano terra del terminal partenze è stata rinnovata l'area di 4.300 mq con l'ampliamento della sala check-in con 30 nuove postazioni in modalità self check-in per un totale di 64, e il raddoppio degli spazi riservati al sistema Bhs per lo smistamento dei bagagli. Il programma delle opere infrastrutturali ha permesso inoltre di ampliare di 840 mq l’area partenze extra-Schengen, con l'aggiunta di 2 nuovi gate d’imbarco.
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«Tra le novità tecnologiche c'è anche il sistema di rilevamento delle presenze basato sull’intelligenza artificiale, che permette di monitorare in tempo reale i flussi di passeggeri. Infine, al piano superiore del terminal c'è anche il nuovo duty-free, che ampia la già significativa offerta di servizi commerciali a disposizione dei passeggeri. Passeggeri che in ultima analisi possono ora beneficiare di un servizio più adeguato, efficiente, moderno e al passo dei tempi».
L'inaugurazione odierna - con la partecipazione, oltre che delle autorità pubbliche civili, militari e religiose, del presidente Enac, Pierluigi Di Palma, e del presidente di Assaeroporti, Carlo Borgomeo - è una sorta di viatico per il prossimo, fondamentale passo avanti rappresentato dal collegamento ferroviario che nel giro di un anno (entro fine 2026) unirà «l'aeroporto al centro di Bergamo e Milano, con fino a 154 corse giornaliere, via Treviglio o via Carnate». In parallelo verrà aperto il nuovo centro servizi aeroportuali, «dove sorgerà anche l'hotel (Hilton Garden Inn, ndr). Insomma, per Milano Bergamo diventare una 'aerotropoli' - così come gli studi di settore vedono il futuro degli scali aeroportuali - sarà un'evoluzione naturale».
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[post_content] => In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne indetta per il 25 novembre, Alpitour conferma e rafforza il proprio percorso in ambito Diversity & Inclusion ottenendo il rinnovo della certificazione Uni/PdR 125:2022 per la parità di genere.
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Le attività in programma
Nell’ambito di questo percorso in cui il rispetto e la valorizzazione degli individui sono al centro delle politiche di sviluppo, Alpitour ceglie quest’anno di ampliare l’impatto positivo delle proprie iniziative, coinvolgendo attivamente la rete distributiva: in occasione del 25 novembre, infatti, oltre 5.000 agenzie di viaggio partner riceveranno una locandina dedicata, da esporre come segno concreto di adesione e consapevolezza.
Per ogni viaggio prenotato in questa giornata, inoltre, Alpitour effettuerà una donazione di dieci euro alla fondazione Una Nessuna Centomila, con cui già collabora a sostegno dei centri antiviolenza.
A supporto dell’iniziativa, le agenzie di viaggio avranno accesso a materiali di formazione e approfondimento sulla piattaforma di prenotazione Easybook, sviluppati anche in collaborazione con Valore D, partner di Alpitour nel promuovere l'inclusione come fattore competitivo per la crescita.
Inoltre, Alpitour installerà una panchina rossa presso le sedi di Torino, Milano, Pesaro e Roma con il marchio registrato da Stati Generali delle Donne HUB. Ognuna riporterà il numero verde nazionale gratuito contro la violenza e lo stalking, 1522, e il gesto antiviolenza, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare ulteriormente tutte le persone sull’esistenza di questi strumenti di supporto e aiuto.
La collaborazione con Orchestra Olimpia
Da ottobre, anche l’avvio della collaborazione con Orchestra Olimpia, l’orchestra italiana tutta al femminile che, pur avendo una vocazione internazionale, fonda le sue radici a Pesaro, città che ospita una delle sedi del gruppo: un progetto autentico, capace di coniugare arte, talento e impegno sociale, perfettamente in linea con i valori che guidano il percorso D&I. Tra le varie attività previste, Alpitour World sarà main sponsor della seconda edizione dell’evento “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne - Orchestra Olimpia in Concerto”, che si terrà il 25 novembre a Pesaro in collaborazione con il centro antiviolenza “Parla con noi” e Percorso Donna.
«Il rinnovo della certificazione per la parità di genere rappresenta per noi non solo una conferma, ma uno stimolo a fare sempre di più e meglio. Quest’anno abbiamo scelto di coinvolgere attivamente la nostra rete di agenzie di viaggio, perché crediamo che il cambiamento passi anche dalla capacità di diffondere una cultura di rispetto e inclusione lungo tutta la filiera - commenta Francesca Grandi, chief human resources officer di Alpitour -. Con iniziative come l’installazione delle panchine rosse in alcune delle nostre sedi, vogliamo offrire segnali concreti e strumenti di informazione e supporto, affinché ogni persona sappia che non è sola. Così anche la collaborazione con Orchestra Olimpia rafforza ulteriormente il nostro impegno, unendo arte e responsabilità sociale. Il nostro è un viaggio attraverso le differenze e verso l’uguaglianza, guidato dalla convinzione che solo insieme possiamo costruire un futuro più equo e inclusivo».
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Ryanair costruirà il suo primo hangar a due baie nel Sud Italia in Calabria, a Lamezia Terme, con un investimento di 15 milioni di euro, creando circa 300 nuovi posti di lavoro, integrando i cinque hangar già operativi a Bergamo.
L'annuncio è arrivato dal ceo della low cost irlandese, Eddie Wilson, durante la visita all’Aircraft Engineering Academy di Azzano San Paolo (Bergamo). L’Academy è attualmente il principale centro di formazione in Italia per l’ingegneria aeronautica.
«È stato un vero piacere incontrare oggi gli studenti impegnati nel programma di formazione che, una volta completato, li porterà a svolgere un ruolo chiave nelle attività che saranno svolte nei due nuovi hangar di Ryanair a Lamezia. L’Aircraft Engineering Academy è un centro di eccellenza in Italia, che dimostra non solo il ruolo centrale di Bergamo e della Lombardia nello sviluppo dell’aviazione, ma rappresenta anche una concreta opportunità di crescita economica e di creazione di posti di lavoro nel Sud Italia, in particolare in Calabria. Grazie al lavoro del presidente Occhiuto e all’abolizione dell’addizionale comunale, il nuovo hangar a due baie di Lamezia conferma e rafforza il nostro impegno a lungo termine verso la Calabria e l’Italia nel suo insieme, aumentando la capacità di manutenzione di Ryanair e stimolando al contempo la crescita economica e occupazionale».
L’attività di formazione avviene non a caso in sinergia con l’aeroporto di Bergamo Orio al Serio, in cui Ryanair è una presenza importante e consolidata da 23 anni, e rappresenta la terza base più importante dopo Londra e Dublino. «Due anni fa abbiamo accolto con favore la decisione del gruppo Seas di istituire ad Azzano San Paolo l’Accademia di formazione per tecnici manutentori di aeromobili – ha commentato Giovanni Sanga, presidente di Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto di Milano Bergamo -. Il polo delle professioni aeronautiche che si è sviluppato dimostra che l’aeroporto di Milano Bergamo, che ospita una delle più importanti basi di manutenzione aeronautica, è un catalizzatore di iniziative di eccellenza che arricchiscono il settore dell’aviazione, attirando sul territorio interesse e professionalità».
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