29 luglio 2022 15:11
L’Excelsior di Venezia è ora al 100% dei London & Regional Hotels. L’asset management company Coima sgr ha infatti venduto la struttura, per conto del fondo Lido di Venezia II, alla compagnia alberghiera inglese L+R, già principale quotista del fondo stesso e attuale gestore dell’hotel. L’operazione riguarda anche alcuni cespiti ancillari, tra cui le concessioni delle spiagge prospicienti, per un valore che eccede il valore di perizia dei beni ceduti. Garantisce inoltre, tra le altre cose, il rimborso del 100% del finanziamento originario di Intesa San Paolo e di Unicredit per 92 milioni di euro, con una riduzione di circa il 70% del debito complessivo originario del fondo Lido di Venezia II.
Nell’ambito della transazione, London & Regional Hotels ha quindi reso disponibili ulteriori risorse destinate alla ristrutturazione dei finanziamenti originari dell’hotel Des Bains, favorendo il relativo piano di valorizzazione. Con la ristrutturazione del debito di quest’ultima struttura, Coima spera che le banche possano dare l’ok al piano di ricapitalizzazione di complessivi 150 milioni di euro presentato a fine maggio e finalizzato a riabilitare il Des Bains nel rispetto della sua destinazione originaria.
«L’accordo – spiega una nota di Coima – rappresenta il raggiungimento di un traguardo rilevante nella ristrutturazione finanziaria del fondo Lido di Venezia II. Subentrati nella gestione del fondo il 30 gennaio 2015 su richiesta dei quotisti e del ceto bancario, con l’incarico fiduciario di ristrutturare la situazione finanziaria critica generatasi con la precedente gestione di Est Capital Sgr cui era stata ordinata l’amministrazione straordinaria dal Mef il 21 maggio 2014, abbiamo dovuto fronteggiare un lascito di indebitamento finanziario che a oggi ammonta a circa 137 milioni di euro, di cui 92 milioni relativi all’hotel Excelsior e beni ancillari e 45 milioni al compendio dell’hotel Des Bains”.
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Nel dettaglio lo scalo ha centrato profitti per 4,96 milioni di euro (2,4 al netto del Fondo di compensazione Covid), mentre i passeggeri movimentati sono stati 698.613 presenze (+100,2% sul 2021, -10,8% sul 2019).
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Dopo le indiscrezioni trapelate a fine aprile arrivano le prime conferme riguardo all'operazione di rilancio del Grand Hotel Gardone Riviera. Si rafforza quindi l'ipotesi di uno sbarco sui lidi del Garda del brand Hilton, anche se sul nome del marchio internazionale destinato a campeggiare sulla facciata della struttura si mantiene ancora un certo riserbo. Quel che è certo è invece che l'albergo è stato ceduo dalla famiglia Mizzaro Papini all’investitore rumeno Pavăl Holding, in partnership con l'hotel management company lituana Apex Alliance, che gestirà il complesso.
Nell'operazione, il team hospitality di Ey guidato da Marco Zalamena, Antonino Petriglieri e Francesco Cammardella ha svolto il ruolo di advisor per la parte venditrice. La transazione, di cui non è stato svelato il valore, "rappresenta a oggi una delle più rilevanti operazioni alberghiere del 2023 - sottolinea una nota Ey -. Con la nuova proprietà, l'hotel sarà oggetto tra il 2024 e il 2026 di un ulteriore investimento da 45 milioni di euro per lavori di ristrutturazione, in vista di un suo riposizionamento nel segmento 5 stelle con un marchio internazionale".
Il Grand Hotel Gardone con 167 camere, servizi e lungolago privato è la più grande struttura indipendente fronte lago sul Garda. Inaugurato nel 1884, è stato un punto di riferimento in tutta Europa: nella sua storia secolare ha ospitato celebrità come Gabriele D'Annunzio, re Giorgio di Sassonia, Winston Churchill e lo scrittore Vladimir Nabokov.
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[post_content] => Una piattaforma integrata per le prenotazioni direttamente sul sito, dove selezionare le attività e i servizi che si desiderano. Ma anche un nuovo modello teso ad ampliare gli orizzonti, allargando lo sguardo verso nuovi Paesi e a un nuovo modo di intendere la vacanza. Nasce la nuova Kibo, frutto del rebranding dello storico operatore biellese. “Preferiamo utilizzare il termine rinascita, più che ripartenza – spiega il managing director del to, Roberto Narzisi – poiché questo cambiamento è qualcosa di sostanziale. Naturalmente partiamo dalla nostra esperienza ultradecennale, fatta di passione per le destinazioni e di accuratezza tailor made, aggiornandola per andare incontro alle nuove esigenze di chi vuole viaggiare per fare esperienze uniche”.
Il concetto di up-to-date è una delle chiavi del rilancio del marchio, partendo proprio dalla filosofia del viaggio su misura. “Dall’inizio della nostra attività ci siamo dedicati alla creazione di viaggi personalizzati – sottolinea Narzisi – e oggi vogliamo passare da un tailor made, per così dire, artigianale a una customizzazione tecnologica. Il nostro prodotto diventa dinamico, nel prezzo e nel contenuto, a seconda delle richieste e dei servizi, che si possono combinare in numerose variabili, adattandole alle richieste più diverse. In questo modo, usando al meglio le opportunità che la tecnologia ci offre, riusciamo a intercettare target anche molto differenti tra loro, attraverso nuovi strumenti che rendiamo disponibili alle nostre agenzie partner”. Il risultato è la possibilità di creare itinerari con ispirazioni diverse, pur per la stessa destinazione.
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[post_content] => Arrivano buone notizie per il mondo del turismo dal ventiduesimo Holiday barometer sull'estate dei viaggi realizzato da Europ Assistance in collaborazione con Ipsos. Si tratta di una tendenza già in molti casi evidente da tempo, che però la ricerca traduce in numeri concreti, capaci anche di svelare alcune nuove tendenze. Quante di quest'ultime siano destinate a diventare strutturali o invece il frutto di una sorta di rimbalzo post-pandemico ce lo dirà solo il tempo. Quel che è certo, però, è che "in questi tre anni qualcosa è cambiato - ha raccontato dal palco dello studio multimediale della sede di Europ Assistance la research director Ipsos, corporate reputation, Katia Cazzaniga -. Prima della pandemia non abbiamo mai vissuto restrizioni. Ora ci troviamo in una situazione di ritrovata libertà e i viaggi sono diventati un elemento irrinunciabile per tutti".
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Non particolarmente variato è invece il budget di spesa per le vacanze, che quest'anno si assesta attorno ai 1.800 euro (+2% sul 2022). "Questo però vuol dire che parte della capacità di spesa dei viaggiatori sarà inevitabilmente erosa dagli effetti dell'inflazione", ha rimarcato Katia Cazzaniga. Importante poi per gli operatori del turismo l'incremento della propensione all'acquisto anticipato: il 58% pensa infatti di farlo almeno due mesi prima della partenza (+7 punti percentuali sul 2022). Il mare come sempre domina i desiderata degli italiani (63%), ma aumenta il peso delle città d'arte (26%), soprattutto tra i giovani. Cresce anche il fenomeno workation (38%, +9 punti percentuali anno su anno), che riguarda specialmente i 25-44enni occupati con figli minorenni.
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[post_content] => Importante novità in casa Volonline che acquisisce nuovi partner finanziari, a cui va il 15% del gruppo, tramite un processo di aumento di capitale. L’operazione, annunciata oggi dal ceo e founder Luigi Deli, che resta saldamente azionista di maggioranza con più dell’80% delle quote, mentre circa il 5% è di Mario Malerba, presidente del network Team Valore, risponde all’esigenza di finanziare la crescita del gruppo. Al momento non è stata rivelata l'identità degli investitori finanziari coinvolti.
La compagnia, nei soli primi quattro mesi di quest’anno, ha totalizzato i ricavi dell’intero 2022: anno in cui si erano già recuperati i volumi pre-pandemia. L’operatore specializzato in viaggi tailor made di medio e lungo raggio, che dà il nome all’intero gruppo, vale in particolare circa il 50% degli oltre 65 milioni di euro di giro di affari complessivo da gennaio ad aprile del 2023; la business unit della biglietteria si attesta invece sui 20 milioni, mentre Mister Holiday, con la sua rete di agenzie di viaggio, supera gli 11 milioni e il broker di contratti alberghieri Reisenplatz si attesta su 3,5 milioni.
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[post_content] => Per ora si tratta solo di una voce raccolta da Reuters e poi rilanciata dal Wall Street Journal. Eppure la cosa potrebbe avere un senso economico, visto che andrebbe a creare un vero colosso dell'ospitalità nei segmenti budget e midscale: settori che si pensa possano andare incontro a un deciso incremento della domanda, a seguito della crescente polarizzazione del mercato dovuta agli effetti di un'inflazione persistente. Stando a quanto riporta un insider, infatti, il gruppo Choice Hotels International starebbe progettando di acquisire Wyndham Hotels & Resorts.
Le trattative al momento sarebbero ancora nelle fasi iniziali, così come non sono del tutto chiare le intenzioni delle due compagnie. In caso di diniego da parte di Wyndham, sostiene la medesima fonte, il gruppo Choice potrebbe persino decidere di optare per una scalata ostile. Dopo la pubblicazione ieri della notizia da parte del Wall Street Journal, le azioni Wyndham sono peraltro salite del 5,9%, mentre quelle di Choice sono scese del 4,6%. Interpellati dalla stampa americana, entrambi i gruppi si sono rifiutati di commentare quelle che considerano solo delle voci.
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[post_content] => E' scettico Akbar Al Baker, ceo del gruppo Qatar Airways, sull'obiettivo dell'industria aeronautica di raggiungere le zero emissioni di CO2 entro il 2050. Il ceo, uno dei protagonisti dell'intero settore del trasporto aereo a livello mondiale, segnala infatti l'inadeguatezza delle forniture di carburante sostenibile per l'aviazione (Saf) e i progetti alternativi all'idrogeno, che sono ancora agli albori.
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[post_content] => Con la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale, la Francia ha formalmente vietato i voli a brevissimo raggio nel Paese, qualora esista un’alternativa ferroviaria al di sotto delle due ore e mezza, per lo stesso collegamento.
Il divieto, come riportano La Tribune e Afp, non può essere applicato ai cosiddetti voli con coincidenza. Inoltre, l’alternativa in treno deve servire le stesse città degli aeroporti interessati. Nel caso di Roissy-Charles-de-Gaulle, ad esempio, viene presa in considerazione la stazione ad alta velocità che serve l’aeroporto. E ancora: «Le frequenze devono essere sufficienti e gli orari adeguati, tenendo conto delle esigenze di trasporto dei passeggeri che utilizzano questo collegamento, in particolare in termini di connettività e intermodalità, nonché dei trasferimenti di traffico che sarebbero causati dal divieto» precisa il testo.
Di fatto, quindi, il numero di rotte che rientrano nel campo di applicazione del decreto è particolarmente ridotto: vi rientrano solo le linee Parigi-Orly-Nantes, Orly-Lione e Orly-Bordeaux. In realtà, questa legge ratifica ciò che già esiste. Il governo aveva obbligato Air France a chiudere questi collegamenti nel maggio 2020, in cambio di un sostegno finanziario, all’epoca della pandemia. Aveva anche vietato alle compagnie concorrenti di operare sulle tratte interessate.
Secondo il governo, la chiusura delle tre rotte «comporta una riduzione totale delle emissioni di CO2 del trasporto aereo di 55.000 tonnellate» sulla base dei dati di traffico del 2019. Per la Commissione europea, ancora, questa misura «è in grado di contribuire a breve termine alla riduzione delle emissioni nel settore del trasporto aereo e alla lotta contro il cambiamento climatico».
Per contro, le associazioni di categoria, sono nettamente contrarie alla posizione del governo: secondo i calcoli dell’Unione aeroportuale francese (Uaf) e di Aci Europe le rotte in questione rappresentano solo lo 0,24% delle emissioni di CO2 del trasporto aereo nazionale francese, ovvero lo 0,04% delle emissioni del settore trasporti in Francia. Eliminarle «non ha molto senso» a detta di Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe, che sottolinea come la Legge sul clima e la resilienza preveda che i voli nazionali compensino il 50% delle loro emissioni di CO2 entro il 2022 e il 100% entro il 2024. Le associazioni, di conseguenza, sono favorevoli al rafforzamento di questo tipo di compensazione e degli obblighi sull’uso di Saf.
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[post_content] => Marina del Fezzano, porticciolo turistico con 300 posti barca, è situato nel golfo di La Spezia, nello scenario naturale delineato dalla Palmaria e dal promontorio di Portovenere. Nelle immediate vicinanze altre località: l’arcipelago toscano, le Cinque Terre, la Corsica e Portofino.
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Ma la posizione geografica non è il solo vantaggio del Porto. I suoi ospiti possono contare su servizi di alta qualità, grazie alla decennale esperienza che ha dato vita alla moderna struttura.
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