16 February 2025

Ncl: tutta la flotta operativa ma primi dubbi sul ritorno alle marginalità entro la fine dell’anno

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Frank Del Rio

Con il ritorno all’operatività della Norwegian Spirit lo scorso 7 maggio, il gruppo Ncl ha visto finalmente concludersi il lungo processo di ripresa delle attività iniziato a luglio 2021. Finalmente tutte le flotte della compagnia sono in mare. “La scorsa settimana – ha spiegato durante la presentazione della prima trimestrale dell’anno, il presidente e ceo di Norwegian Cruise Line Holdings, Frank Del Rio – abbiamo raggiunto il più importante traguardo miliare del nostro programma di ripartenza. Uno sforzo erculeo, che sarebbe stato impossibile senza il contributo di tutto il team della compagnia e il supporto costante dei nostri partner chiave e dei nostri stakeholder. Guardando verso il futuro, il nostro obiettivo è quello di continuare a sostenere i tassi di occupazione ma senza forzature, con l’idea di superare nel 2023 il livello storico dei ritorni netti del nostro gruppo. Segnali incoraggianti arrivano infatti da una domanda che si mantiene robusta, con i volumi di prenotazione che non sono solo ritornati alle quote pre-Omicron, ma stanno ora avvicinandosi ai numeri pre-pandemia. E tutto questo, nonostante il temporaneo rallentamento delle vendite registrato al momento dello scoppio della guerra russo-ucraina. Le tariffe future rimangono comunque su quote alte”.

A livello di budget, durante il primo trimestre la compagnia ha continuato a bruciare cassa per circa 375 milioni di dollari al mese, rimanendo tuttavia leggermente al di sotto delle attese (390 milioni). Le perdite nette calcolate secondo i principi contabili Gaap sono quindi ammontate a 1 miliardo, contro il rosso da 1,4 miliardi dello stesso periodo del 2021. Grazie alla progressiva messa in mare delle flotte del gruppo, i ricavi sono invece aumentati dai 3,1 milioni di un anno fa a 521,9 milioni. Alla luce di tale contesto, la compagnia prevede di rimanere ancora in rosso anche per il secondo trimestre del 2022. Al contrario di quanto dichiarato durante la chiusura di bilancio dell’anno scorso, Norwegian Cruise Line Holdings questa volta non si sbilancia fino a predire il ritorno alle marginalità per la seconda parte del 2022: “La compagnia – si legge nella nota ufficiale – non fornisce stime sui risultati futuri sulla base dei principi contabili Gaap, perché incapace al momento di predire, con ragionevole certezza, le future oscillazione delle valute internazionali, nonché l’impatto futuro di certe voci di profitto e di costi. Tutti fattori di incertezza che dipendono da numerosi elementi, incluse le condizioni della nostra industria”. Il riferimento, evidentemente, oltre che alle tensioni internazionali innescate dalla guerra in Ucraina, è anche all’incremento dei prezzi dei carburanti, il cui ammontare per tonnellate metriche, al netto dei contratti hedge, è cresciuto dai 590 dollari del 2021 agli attuali 724 dollari.

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