22 agosto 2023 11:57
Un calo generale del comparto del business travel a luglio, accompagnato però da un incremento dello scontrino medio e da un dato hotel in controtendenza. Sono le principali evidenze dell’indice mensile sui dati del segmento Business Travel Trend, elaborato dal gruppo Uvet in collaborazione con il Centro Studi Promotor (Csp).
Fatto 100 il livello benchmark di riferimento dell’anno 2019, a luglio il valore registrato dal Btt è stato infatti di 88, in calo di 7 punti rispetto a quanto emerso per il mese di giugno. In termini di valore globale il dato registra un rallentamento, insieme al numero di transazioni, pari a -9 punti. Al contrario, la spesa media di tutto il business travel nel mese di luglio mostra un incremento fino a toccare quota 138, dato superiore di ben 12 punti rispetto al mese precedente.
Nella suddivisione per tipologia si registra un sostanziale calo di quasi tutte le voci: rispetto a giugno è visibile una riduzione di 16 punti nei voli, di 14 punti sulla parte rail e di 17 punti sulla parte car. Si registra invece un incremento di 10 punti nel comparto alberghiero. La spesa media per transazione, infine, rileva infine un Btt 105 nei voli (-8 su giugno), di 164 per il segmento hotel (+34), di 106 nel car rental (-31) e di 106 nel settore rail, a conferma del trend in corso nel rilevamento della spesa globale.
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[post_content] => The Travel Expert, con una rete che sfiora quota 100 Personal travel expert, consolida ulteriormente la struttura organizzativa con l’inserimento di quattro nuove risorse strategiche.
Luigi Porro, ceo e co-founder The Travel Expert, dichiara: “Abbiamo scelto di puntare su un poker di donne, per rispondere ad un’esigenza concreta: gestire con efficienza la crescita in corso da inizio anno sia in termini di volumi sia di penetrazione in nuove aree di business. I dati parlano chiaro: nel primo semestre abbiamo già superato il budget di inizio anno, che prevedeva per il 2025 una crescita del 25%, dopo un già ottimo 2024 che si è chiuso a +65%. Siamo partiti dal commerciale, con l’ingresso di Michela Borellini in qualità di responsabile, per potenziare poi anche l’ufficio rete, il booking e l’amministrazione”.
Professionista con un’esperienza trentennale nel mondo della distribuzione turistica, la nuova responsabile commerciale di The Travel Expert, Michela Borellini, conosce a fondo il settore anche dal punto di vista imprenditoriale. È stata titolare per oltre dieci anni di un’agenzia di viaggi di Varese e, più recentemente, ha coordinato un piccolo network di consulenti di viaggio, gestendo con successo un modello operativo simile a quello di The Travel Expert. La manager risponderà direttamente a Luigi Porro e si occuperà delle strategie di vendita, delle partnership operative e del coordinamento dei fornitori.
L’ufficio Rete si arricchisce con l’ingresso di Isabella Villaca, laureata in Economia del Turismo presso l’Università degli Studi di Perugia, esperta di operation e customer service con esperienza in realtà internazionali come Amadeus e Lastminute.com, e Manuela Lofano, professionista con un background consolidato nel customer service e nella customer retention, a cui si affianca una quindicennale esperienza in ambito programmazione e booking presso importanti tour operator, come Columbus Viaggi e non solo.
A potenziare il reparto amministrativo, infine, è Lesly Gonzalez, giovane professionista con un solido percorso accademico alle spalle, specializzata nella gestione integrata dei processi aziendali. Dopo la laurea in Scienze del Turismo presso l’Università di Milano-Bicocca, ha recentemente conseguito un Master in Tourism Quality Management.
A restituire una fotografia chiara delle dinamiche evolutive di The Travel Expert, contribuiscono anche i dati relativi all’andamento delle destinazioni e delle aree di business nel primo semestre: sul fronte delle destinazioni più performanti, il Giappone si conferma per il terzo anno consecutivo al primo posto per tassi di crescita. Da registrare anche il buon andamento generale delle destinazioni asiatiche ed africane, Egitto incluso, e la sostanziale tenuta degli Stati Uniti, nonostante le iniziali aspettative di calo. Si dimostrano al momento particolarmente in crescita anche i Paesi del Medio Oriente: Emirati Arabi, Qatar, Oman e Giordania.
Il 2025 rappresenta inoltre l’anno di consolidamento di nuovi asset: le vacanze studio, introdotte recentemente, stanno già contribuendo al 5% del fatturato, mentre il comparto business travel e Mice, fino a poco tempo fa non presidiato, rappresenta attualmente tra il 10% e il 15% del volume d’affari complessivo. Soddisfazione infine per Stoviaggio, il brand di The Travel Expert nato dalla collaborazione tra Personal Travel Expert e travel blogger, che uniscono competenze e community per creare viaggi di gruppo tematici, con proposte esclusive e itinerari curati nei dettagli. In parallelo, l’azienda guarda con interesse a ulteriori investimenti in innovazione tecnologica e sviluppo di nuove verticali, con importanti annunci previsti per l’autunno.
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[post_content] => SiteMinder, la piattaforma alberghiera che offre soluzioni per gestire le prenotazioni online agli hotel, ha incontrato i professionisti del settore mentre il panorama turistico viene ridefinito dall’instabilità geopolitica ed economica.
Nel webinar “Rischio, Resilienza & Revenue in Italia: come gestire la domanda alberghiera nel 2025” si è evidenziato il fatto che il comparto alberghiero italiano si sta preparando alla stagione estiva confrontandosi con un quadro complesso, segnato da un calo delle prenotazioni e da una crescente concorrenza. Secondo i dati rilevati da SiteMinder al 1° maggio 2025 le prenotazioni per il periodo estivo giugno-agosto sono scese di circa l’11% rispetto allo stesso periodo del 2024, con un impatto soprattutto nei mesi di luglio (-13,43%) e agosto (-12,82%).
L’analisi della piattaforma evidenzia anche una differenza sul territorio: la contrazione più marcata viene registrata dal Centro Italia (-23,17%) , nonostante il Giubileo che, evidentemente, indirizza gli ospiti verso strutture al di fuori dalla tradizionale offerta alberghiera. Il Sud, al contrario, mostra segnali di crescita (+11,74%): Le tariffe medie giornaliere risultano in lieve flessione rispetto all’anno precedente a livello nazionale (-2,66%). Il mese di luglio registra le tariffe più alte, con una media di €325 tra le strutture italiane di SiteMinder.
Ai dati semestrali si affianca un’evoluzione della domanda: la quota di ospiti internazionali nei primi quattro mesi dell’anno è infatti cresciuta, superando ad aprile il 69% dei check-in totali nelle strutture italiane. Le prenotazioni estive effettuate dagli ospiti provenienti dalla Germania sono aumentate del 3,27%. Nonostante il contesto complesso, la finestra di prenotazione media per i soggiorni estivi si mantiene stabile rispetto al 2024, attestandosi a oltre 80 giorni, segnalando un approccio sempre più anticipato da parte dei viaggiatori. Mentre la domanda si orienta verso soluzioni flessibili, pacchetti assicurati e servizi ancillari a valore aggiunto, si espande l’extra-alberghiero: la proliferazione delle licenze in molte città italiane ha portato a un panorama fortemente competitivo, con un conseguente aumento della pressione sui prezzi. In questo contesto, la capacità di differenziarsi rappresenta un vantaggio competitivo.
Una maggiore attenzione all’esperienza complessiva, dall’offerta gastronomica ai servizi personalizzati, può quindi contribuire a rafforzare l’attrattività della struttura. Tra i fattori chiave emergono poi l’adozione di tariffe flessibili, l’offerta di soggiorni personalizzati e l’integrazione di tecnologie in grado di ottimizzare distribuzione, pricing e gestione delle prenotazioni. Il Changing Traveller Report 2025 di SiteMinder dimostra che gli eventi influenzano in modo decisivo le scelte di viaggio: due viaggiatori su tre dichiarano oggi di organizzare le proprie vacanze attorno a un evento specifico (culturale, sportivo o musicale) trasformando queste occasioni in leve di crescita per le strutture che sanno anticiparle.
L’analisi dei dati realizzata da Siteminder evidenzia 5 strategie per trasformare gli insights di mercato in revenue e ottimizzare la redditività: 1. Sfruttare il potenziale degli eventi, integrando nella propria strategia offerte e promozioni basate su previsioni data-driven per intercettare tempestivamente la domanda. 2. Anticipare i trend emergenti e integrarli nella propria strategia. 3. Pianificare azioni di engagement e upselling, soprattutto in prossimità di ponti e festività, per aumentare lo scontrino medio e offrire esperienze a valore aggiunto. 4. Monitorare le dinamiche di pricing dei competitor per calibrare la propria offerta e massimizzare il ritorno. 5. Favorire le prenotazioni dirette, investendo su una presenza digitale multicanale e su un booking engine, in grado di convertire efficacemente il traffico in vendite. Con il suo impegno SiteMinder, nata a Sydney nel 2006 e oggi presente in sei continenti, sostiene ogni giorno migliaia di albergatori a cui vengono forniti software commerciali online con un’instancabile attenzione verso la qualità e l’innovazione.
(Chiara Ambrosioni)
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[post_content] => Nuova vita per il Voi Vila Do Farol a Capo Verde, storico resort della divisione hôtellerie di Alpitour World, che verrà completamente demolito e ricostruito secondo un concept architettonico completamente nuovo e ispirato ai principi di responsabilità ambientale, economica e sociale.
Il progetto, che prevede un investimento da oltre 30 milioni di euro, avrà una durata complessiva di circa 18 mesi, con consegna prevista entro la fine del 2026: si estende su un’area di oltre 52.000 mq e prevede un incremento della capacità ricettiva con 302 camere, circa 60 in più rispetto alla configurazione attuale. L’intervento porterà alla creazione di due archi composti da 21 edifici singoli disposti a mezzo cerchio, come ad abbracciare l’orizzonte. Gli edifici saranno di due differenti tipologie: a due livelli lungo l’arco interno e a tre lungo quello esterno, progettati per integrarsi armoniosamente con il contesto naturale.
«Abbiamo immaginato un’architettura che fosse un abbraccio tra terra e oceano, capace di dialogare con la potenza del paesaggio e l’heritage del luogo. Un'oasi in cui ogni edificio è stato pensato per integrarsi nel contesto naturale, con strutture vibranti dai volumi sfalsati e dalle grandi aperture affacciate sull'oceano Atlantico. Un progetto concepito per raccontare l'intreccio delle culture locali, lasciando un’impronta identitaria» spiegano Igor Rebosio, founder architect & design director di De.Tales, lo studio internazionale di architettura, progettazione e design che coordina il progetto) e Giuseppe Varsavia, founder architect & managing director.
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«Voihotels continua a evolversi, riqualificando ed elevando il comfort delle proprie strutture - commenta Paolo Terrinoni, ad Voihotels -. Stagione dopo stagione incrementa gli standard qualitativi della propria offerta per garantire esperienze di soggiorno sempre più innovative e in sintonia con le esigenze dei viaggiatori italiani e internazionali. La riqualificazione del Voi Vila Do Farol a Capo Verde rappresenta un passo significativo in questo percorso, con un progetto che ci restituisce un nuovo resort con un linguaggio architettonico di forte personalità ed un intervento capace di declinare un’idea di sostenibilità responsabile ed inclusiva, attenta alle realtà circostanti ed alle comunità in cui si trova ad operare. Crediamo, infatti, che l’ospitalità debba essere un ponte, un incontro tra persone e culture, capace di lasciare un impatto positivo e duraturo»
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[post_content] => La tavola rotonda “Turismo religioso e sostenibilità ambientale”, svoltasi presso l’Università Europea di Roma, ha riunito relatori internazionali per fare il punto sul turismo religioso e interrogarsi sui nuovi modelli di accoglienza e governance necessari, in occasione del Giubileo 2025 e oltre. L’iniziativa nasce dal lavoro della prof.ssa Carmen Bizzarri, coordinatrice dell'evento e responsabile scientifica del progetto in cui si inserisce, “I nuovi sentieri del benessere tra turismo lento, sostenibilità e pellegrinaggio”.
Il pellegrinaggio oggi si è trasformato: non è più solo un’esperienza di fede, ma anche un percorso alla ricerca di benessere, spiritualità, cultura e contatto con la natura, con il sé più autentico e la comunità. Tuttavia, senza reti locali e nazionali solide, consapevolezza, formazione adeguata e strumenti operativi, il rischio è che la sostenibilità resti soltanto uno slogan. Da qui l’appello dei relatori a costruire modelli concreti e inclusivi, con il coinvolgimento diretto di studenti, operatori e comunità.
Bizzarri ha aperto i lavori sottolineando come il concetto di benessere non possa essere oggi disgiunto da una visione integrata della persona e del paesaggio attraversato. «La sfida della sostenibilità nel turismo religioso richiede di considerare il benessere del corpo, dell’anima e dell’ambiente come dimensioni interconnesse. I cammini spirituali diventano così infrastrutture preziose per la rigenerazione umana e territoriale». Il suo intervento ha posto le basi per un dialogo interdisciplinare tra accademici, operatori e istituzioni, richiamando la necessità di nuove metriche capaci di misurare l’impatto del pellegrinaggio non solo in termini numerici, ma valoriali e relazionali.
Il prof. Kiran Shinde (La Trobe University, Australia), tra i massimi esperti internazionali di turismo religioso, ha quindi offerto una prospettiva comparativa tra paesi e culture diverse, illustrando casi studio dall’India, all’Europa, fino al Medio Oriente. Shinde ha esaminato l’aumento dei flussi di pellegrinaggio e il loro impatto ambientale, proponendo un modello concettuale che integra elementi spirituali, culturali e fisici del luogo sacro. «Per gestire l’impatto ambientale del turismo religioso dobbiamo comprenderne a fondo le dimensioni spirituali e culturali e sviluppare modelli di sostenibilità che rispettino il valore sacro dei luoghi visitati» ha spiegato, evidenziando come la sacralità non sia solo una qualità astratta, ma un elemento che modella la fruizione del territorio.
Ne sono un esempio i cammini urbani, che possono diventare strumenti di riqualificazione territoriale e coesione sociale. L’unicità del rapporto tra cammini e grandi città è stata il fulcro dell’intervento di Silvio Marino (Associazione Europea Vie Francigene), che ha raccontato l’esperienza dei cammini urbani attorno alla Capitale, come il Cammino di San Francesco, e delle iniziative che hanno portato i cittadini a riscoprire i margini della città: «È una nuova forma di turismo, centripeta e partecipata, che fa emergere l’orgoglio civico e connette la città con i suoi abitanti».
Ma qual è oggi l’identikit del pellegrino contemporaneo? L'ha illustrato Samanta Tata di FS Treni Turistici Italiani attraverso i dati più recenti della Via Francigena e degli itinerari spirituali italiani. «Accanto alla fede, emergono la ricerca interiore e spirituale, il desiderio di cultura, il turismo tout court e persino l’enogastronomia. Le motivazioni dei pellegrini oggi sono sempre più ibride e diversificate, con una chiara preferenza verso esperienze autentiche e sostenibili» ha sottolineato Tata, richiamando anche la necessità di rafforzare le reti logistiche e i servizi lungo i cammini.
Le criticità da affrontare
Tra i rischi crescenti, tuttavia, c'è quello della mercificazione del sacro e della compromissione dell’equilibrio economico e ambientale delle comunità locali. Ne hanno parlato Tiberio Graziani (Vision & Global Trends) e il prof. Vito Roberto Santamato dell'Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro'. Secondo Graziani, nel contesto contemporaneo, il turismo religioso intreccia dinamiche complesse che rendono necessaria una riflessione su un modello di turismo etico fondato su consapevolezza, responsabilità e rispetto. «Oltre alla sostenibilità ambientale, occorre un equilibrio culturale, - avverte - che richiede rispetto e ascolto. L'importanza di un'educazione al 'sacro' è cruciale, anche per evitare fenomeni di sfruttamento predatorio sul territorio e favorire relazioni equilibrate tra visitatori e luoghi». Il prof. Santamato ha evidenziato quindi i risvolti della complicata integrazione tra turismo e accoglienza attraverso l’esempio di San Giovanni Rotondo, raccontando i rischi delle conseguenze negative sull'economia locale e sulla sostenibilità ambientale a causa degli elevati costi sociali (gestione rifiuti, servizi sanitari, sicurezza) legati all'afflusso di un pellegrinaggio di massa non regolato e non consapevole.
La prof. Claudia Caneva (Università Ecclesia Mater) ha aggiunto alle criticità il problema della formazione non sempre all'altezza delle esigenze, oltre che quello della perdita di consapevolezza culturale nei luoghi sacri. «Servono percorsi formativi per gli operatori, come per esempio per le guide turistiche, che siano capaci di restituire senso e codici simbolici a chi accompagna e accoglie i pellegrini: una formazione ispirata, storica e umanistica».
Claudiana Di Cesare, giornalista di Travel Quotidiano ed esperta in turismo e innovazione, ha sottolineato come il turismo religioso, se ben governato, possa diventare un vero laboratorio per costruire modelli di sviluppo sostenibile davvero integrati, ma ha evidenziato il punto di vista degli operatori del settore e delle varie realtà della filiera dell'accoglienza che «si sentono spesso isolati, senza strumenti concreti, senza il supporto di una promozione integrata ed emozionale e con reti di coordinamento ancora troppo deboli».
Modelli e visioni a confronto
Guardare al passato e all'esperienza degli altri paesi può offrire spunti preziosi per leggere il presente e valorizzare le nostre opportunità. Il prof. Luigi Russo dell’Università Europea di Roma ha offerto una lettura storica del pellegrinaggio e delle sue implicazioni culturali e sociali. Russo si è soffermato in particolare sul Medioevo, periodo in cui il turismo religioso si è affermato con grande vigore, permettendo la nascita di una rete di ospitalità religiosa diffusa e necessaria per sostenere i lunghi viaggi dei pellegrini.
Il prof. Fernando Martínez de Carnero Calzada (Sapienza Università di Roma) ha arricchito la narrazione portando uno studio comparato sull’esperienza dei pellegrini tra Italia e Spagna, analizzando anche le narrazioni turistiche e i dati biometrici sulla percezione dell’autenticità, «spesso costruita più dai dispositivi di promozione che dalla reale esperienza del pellegrino. C’è bisogno di maggiore ascolto e di una governance che valorizzi l’esperienza spirituale, non solo i flussi», ha aggiunto.
Il contributo di Roberta Alberotanza (ECHE Lab, Università Mediterranea di Reggio Calabria) ha messo in luce l’evoluzione degli itinerari religiosi come strumenti di integrazione europea, dialogo interculturale e coesione sociale: «I cammini a tema religioso non sono solo percorsi di fede, ma veri ponti culturali che uniscono territori, comunità e patrimoni».
L’evento si è concluso con l’invito rivolto ai relatori dalla prof.ssa Bizzarri alla raccolta dei contributi in vista di una prossima pubblicazione e al prosieguo del dialogo attivo con studenti e operatori. Il progetto di terza missione finanziato dall’Università Europea di Roma, infatti, prevede che gli studenti lavorino, in collaborazione con gli operatori, alla creazione di prodotti turistici innovativi pensati per le nuove tipologie di viaggiatori delineate durante la tavola rotonda, alla ricerca di spiritualità, benessere e bellezza nella propria vita.
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[post_content] => Basta con le statistiche, i numeri e le percentuali comunicati da aziende private. L'ho già detto una volte ma lo ripeto. Le redazioni sono invase da report di tour operator, vettori, aziende di turismo onlie, ota, carte di credito che ci mandano la loro parzialissima "analisi dei dati", che non può che essere limitata. Nel senso che loro si rivolgono ai loro punti di osservazione e poi lanciano questi numeri come se fossero prospetti generali di movimenti turistici.
Ebbene non possono esserlo strutturalmente. Ogni azienda guarda al suo bacino e quindi se se paragoniamo i dati ad un'altra azienda i numeri non coincidono. Non è che inseriscano numeri non veri. I numeri sono quelli reali, ma ognuno ha la sua ottica e quindi è l'ottica che produce risultati differenti.
Super partes
Solo chi è super partes può fare queste analisi. Associazioni dotate di un ufficio studi, organizzazioni che fanno questo di lavoro (cito l'Istat per raccoglierle tutte). Allora sì, considernado il margine di errore che è comune a tutte le analisi del dato, che si può parlare di analisi super partes.
Un ultima cosa. Queste aziende che inviano raccolte di dati, lo fanno solo per marketing. A loro interessa solo che si parli del marchio, del brend in un'accezione positiva. Che poi la raccolta dei dati preventiva venga considerata positiva, questo per me rimane un mistero. I conti si fanno alla fine. E' come uno che va al ristorante e il cameriere gli porta subito ciò che dovrà pagare. Non funziona così.
Le somme sono il risultato delle cose. Le previsioni specialmente di parte non sono niente.
ga
[post_title] => Basta con le analisi dei dati che arrivano da aziende private. E' marketing
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[post_content] => Le tensioni geopolitiche stanno influendo sul mercato del turismo organizzato e Fiavet Confcommercio ha cercato di fotografare il fenomeno attraverso un sondaggio articolato rivolto alle agenzie di viaggio associate in tutta Italia.
Sta cambiando infatti il clima delle prenotazioni estive influenzato dagli scenari cui ci troviamo di fronte, ma l’allarme non è così grave: il 32,6% delle agenzie ha registrato solo una moderata diminuzione delle prenotazioni, il 19,2% nessun impatto significativo, e il 17,3% una lieve diminuzione delle prenotazioni. Tuttavia va considerato che a questi vanno aggiunti coloro che stanno registrando una forte diminuzione delle prenotazioni (30,7%), si arriva quindi a circa l’80% di agenzie di viaggio che, in ogni caso, sta registrando una flessione, anche piccola, a causa delle guerre che ci circondano.
Misurandosi con la clientela, le agenzie di viaggio si trovano di fronte a paure diverse, e spesso immotivate, verso destinazioni dove non ci sono sconsigli della Farnesina.
La percentuale più alta di timori per i prossimi viaggi è rivolta verso il Medio Oriente (22,09%), seguito dall’Egitto (16,8%) con particolare riferimento anche al Mar Rosso (3,4%), ma sorprendentemente si ha paura anche a viaggiare verso gli Stati Uniti (12%) ancor più temuti degli Emirati Arabi (10.47%) e della Giordania (6,98%). In generale tuttavia c’è un timore per i viaggi internazionali anche di medio raggio come quelli in Turchia, anche se in percentuale minore (5,8%). Basse le percentuali di calo prenotazioni invece per i Paesi dove evidentemente già non c’erano prenotazioni estive, come Israele, e Ucraina.
Scelte di visggio
Chiedendo alle agenzie di viaggio se hanno riscontrato preoccupazioni dei clienti a seguito della situazione geopolitica, circa il 70% replica che nelle scelte di viaggio viene manifesta paura e insicurezza per l’escalation dei conflitti.
La percentuale più importante dei turisti “spaventati” è quella di coloro che stanno pensando di cancellare o modificando il viaggio: il 55% lo ha già fatto o vorrebbe farlo a breve, anche pagando delle penali, mentre il 40% preferisce attendere sviluppi futuri delle guerre in atto prima di prenotare.
Tuttavia, nonostante questo “sentiment” di incertezza, attualmente meno del 5% dei turisti ha effettivamente cancellato un viaggio a causa di una guerra in atto nei paesi limitrofi alla destinazione scelta secondo quanto testimoniano il 54,7% delle agenzie di viaggio, Quelle che invece lamentano cancellazioni per oltre il 30% sono solo l’11,3% delle agenzie di viaggio.
Va inoltre rilevato che le persone cominciano a interessarsi sempre più alle rotte e agli scali aeroportuali (30% dei turisti) cercando di evitarne alcuni.
Di fronte a questa situazione quasi la metà degli i agenti di viaggio Fiavet Confcommercio (47,7%) non ha ancora individuato una misura concreta per arginare il problema che sembrava un fenomeno circoscritto e invece si sta dimostrando strutturale. Solo una minoranza degli agenti di viaggio è attiva (il 16,9%) e sta adottando delle strategie con un’informazione sempre puntuale sui social media, divulgando soprattutto le certezze che vengono dalla Farnesina e dal portale Viaggiare Sicuri. Si rilancia con nuove mete, ma soprattutto si ascolta il cliente per trovare assieme soluzioni (26.2%% delle agenzie).
Suporto fornitori? Poco
Poco il supporto trovato nel mondo dei fornitori secondo le agenzie di viaggio (circa il 57% delle agenzie afferma che non è stato aiutato) poiché trattano disdette e cancellazioni al di là delle motivazioni che le generano. Per fortuna c’è qualche agenzia che trova supporto nei corrispondenti all’estero (21%), volenterosi di preservare il turismo in Paesi che a volte vivono solo di questo.
Anche il turismo interno, che dovrebbe in questa situazione beneficiare della restrizione dell’offerta internazionale, non ha avuto l’exploit atteso. Secondo le agenzie Fiavet, il caro prezzi sta frenando, ancor più dello scorso anno, la scelta degli italiani che prenotano all’ultimo momento e non hanno usufruito delle offerte dell’advanced booking.
L’impatto della guerra sul business turistico resta comunque devastante per circa il 60% degli addetti a lavori, e quindi gli agenti di viaggio Fiavet si dichiarano cautamente pessimisti riguardo al turismo influenzato dalla crisi geopolitica (37%). Tuttavia, anche tra coloro che ritengono la guerra devastante, una percentuale non indifferente è invece ottimista: il 23,19%. Saranno forse gli agenti di viaggio che attendono con neutralità lo svilupparsi della situazione (27,4%) a spostare l’ago della bilancia tra le due linee di pensiero.
“Fiavet-Confcommercio si sta dedicando con sempre maggiore attenzione a studi di settore con una grande partecipazione da parte di tutti gli associati - afferma Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet – questo ci consente anche di fronte a imprevisti scellerati come può esserlo una nuova guerra, quanto l’economia, anche della più piccola agenzia di viaggi, sia toccata da ogni singolo cambiamento che avviene nello scenario internazionale, e bisogna partire dai numeri per capire che non si è soli, e che assieme si possono affrontare problemi e scelte per arginare e rilanciare di fronte ai cambiamenti”.
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[post_content] => Nel 2025 l'Italia si conferma una delle destinazioni più ambite al mondo, e chi la visita ama tornarci. I pagamenti digitali assumono un ruolo sempre più centrale nella pianificazione e nella gestione dei viaggi, e vengono considerati un alleato utile per la tutela dell'ambiente: è quanto emerge dallo studio "Travel Trends 2025 - Italy Inbound" , che analizza i viaggi in Italia dei turisti in arrivo da UK, USA, Cina ed Emirati Arabi, assieme alle loro aspettative di spesa e intenzioni di pagamento.
Dunque, l'Italia si conferma tra le principali mete turistiche in Europa, grazie a un'offerta capace di soddisfare interessi diversi. Le motivazioni più frequenti tra i visitatori sono le esperienze culturali (60%) e la scoperta di città iconiche (53%), spesso abbinate a momenti di relax al mare o immersi nella natura (44%). Chi sceglie il Bel Paese tende a concentrare in poco tempo la visita di più località (56%). Il 49% dei turisti prevede soggiorni tra i 4 e i 7 giorni, mentre il 45% si trattiene oltre 8 giorni. Pur essendo una destinazione apprezzata tutto l'anno, la maggior parte dei viaggi si concentra tra maggio e settembre (78%).
Il budget medio si attesta intorno ai 2.535 euro a persona, con significative differenze tra Paesi, dai 1.890 euro dei turisti britannici ai 2.900 degli statunitensi. In termini di incidenza sul reddito, i turisti dedicano al soggiorno circa il 14% del proprio reddito annuale e un terzo degli intervistati (32%) prevede una spesa maggiore rispetto allo scorso anno, con un aumento medio del 18%.
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L’indice del fatturato delle imprese ricettive e della ristorazione mostra una flessione congiunturale (apr. 2025 / mar. 2025) del -0,1% che diventa -0,2% al netto dell’inflazione.
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L’Italia continua ad attrarre visitatori da tutte le regioni del mondo, lo dimostrano gli ultimi dati Enit sugli arrivi dai Paesi dell’Asia-Pacifico, in occasione della fiera ILTM di Singapore (uno degli eventi di punta nel calendario globale del turismo di lusso).
Nei primi cinque mesi del 2025, infatti, gli arrivi aeroportuali in Italia da quest’area per soggiorni di almeno una notte sono cresciuti di circa il 10% rispetto allo stesso periodo del 2024, con un picco di passeggeri (83.400, ossia +17,4%) a maggio. La motivazione principale dei viaggi resta il turismo per vacanza e tempo libero, che rappresenta il 93,2% degli arrivi (in crescita del +10,3%). I viaggi per lavoro costituiscono il restante 6,8%, con un incremento del +4,4%.
Nel dettaglio, la Cina guida la classifica con oltre 94.700 arrivi (+8,3% e una quota del 32,6% sul totale dell’area geografica), segue la Corea del Sud con 71.288 passeggeri (+4,3% e un’incidenza del 24,5%), il Giappone registra 42.365 arrivi (+14,9%, pari al 14,6% del totale), l’Australia segna un incremento del +20,7% con 31.915 passeggeri (11%), l’India mostra una crescita del +10% con circa 22mila arrivi e una quota stabile al 7,6%, la Thailandia si distingue per l’incremento più marcato pari al +24,6%, con 9.765 arrivi (3,4%), l’Indonesia conta 4.947 passeggeri in crescita del +22,6% (1,7%) mentre Singapore registra un lieve aumento dello 0,8%, con 13.385 arrivi (4,6%).
“Questi risultati dimostrano come ancora una volta riusciamo ad attrarre turisti da ogni parte del mondo. Arte, cultura, mare ma non solo: il viaggiatore cerca l’esperienza del Made in Italy, degustando prodotti tipici, immergendosi nelle vie dello shopping o concedendosi momenti di relax e benessere” dichiara Ivana Jelinic, ad di Enit.
Motivazioni
Tra le motivazioni di viaggio le esperienze vanno per la maggiore: tra i turisti australiani crescono i pacchetti gastronomici e del lusso con un 50% in più sulle vendite rispetto al 2024. Soggiorni lunghi (3 settimane) in Costiera Amalfitana, Puglia e Sicilia, oltre che città quali Roma e Milano. Anche i pacchetti che combinano arte, wellness e shopping mostrano buone performance, con aumenti tra il +7% e il +20% ed una permanenza media di 15 giorni.
Tra chi arriva dalla Cina, in aumento Sport & Wellness del +20% in città quali Milano, Torino, Cortina, Venezia, Bologna, Firenze, Roma e Napoli; oltre ad un interesse per i viaggi formativi e professionali: il segmento MICE e studio cresce del +12%. Dal Giappone, le prenotazioni dal mercato hanno registrato una crescita media del +29,2% a conferma di un interesse costante verso l’Italia. I pacchetti proposti prevedono una permanenza media di 8 giorni, con itinerari ben strutturati che combinano cultura, paesaggio e gastronomia, oltre allo shopping che rappresenta una componente rilevante, soprattutto a Milano, Venezia e Firenze, dove è percepito come parte dell’esperienza culturale e di lifestyle italiano.
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