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16 aprile 2012 12:07
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[post_content] => Gran Canaria celebra nel 2025 il 40º anniversario della regata Arc - Atlantic Rally for Cruisers, che è diventata una delle grandi manifestazioni sportive e turistiche del capoluogo Las Palmas de Gran Canaria. Quest'anno sono 239 le imbarcazioni iscritte nelle due rotte atlantiche verso i Caraibi: Arc+ e Arc.
E proprio per l'occasione speciale verrà anche riproposta la popolare regata dei dinghy, in programma domenica 16 novembre.
Il calendario prevede per il 9 novembre la partenza della Arc+ dal Muelle Deportivo verso l’isola di Grenada, con scalo a Mindelo (Capo Verde). In tutto 89 imbarcazioni percorreranno circa 3.000 miglia nautiche fino alla meta caraibica.
La Arc salperà invece il 23 novembre alla volta di Santa Lucia, con 150 yacht che affronteranno 2.700 miglia nautiche fino a Rodney Bay, in una traversata di 18–21 giorni.
Dalla prima edizione del 1986, oltre 7.000 imbarcazioni e decine di migliaia di velisti hanno attraversato l’oceano partendo dalla marina della capitale grancanaria.
Il World Cruising Club, organizzatore della regata, ha confermato la partecipazione di oltre 1.200 velisti provenienti da 38 paesi, in un’edizione particolarmente significativa che, dal 1986, fa di Las Palmas de Gran Canaria la grande porta d’uscita verso l’Atlantico.
«Questo evento ha un valore strategico per il turismo dell’isola - ha commentato Carlos Álamo, assessore al Turismo di Gran Canaria -. L’impatto economico è reale e contribuisce a diversificare l’offerta turistica. La Arc rappresenta il mare come esperienza di vita: un turismo che va oltre la spiaggia, fatto di famiglie di navigatori che cercano emozioni autentiche».
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[post_content] => Active Abruzzo archivia con successo la sua sesta edizione: ideata da Cna Turismo, la manifestazione valorizza il turismo attivo ed esperienziale, e quest’anno ha attraversato l’intera regione - dal mare alle montagne - raccontando la ricchezza paesaggistica, culturale ed enogastronomica dell’Abruzzo.
Da quest’anno, inoltre, Active Abruzzo ha ricevuto il riconoscimento di “manifestazione di interesse regionale” da parte della Regione Abruzzo e delle Camere di Commercio di Chieti-Pescara e del Gran Sasso d’Italia, a conferma del suo ruolo strategico nella valorizzazione del territorio.
Anche quest’anno non sono mancati testimonial d’eccezione: i conduttori televisivi Giuseppe “Peppone” Calabrese(volto di Linea Verde) e Bianca Santoro (Urban Green, Dolce Vita) hanno accompagnato il gruppo di sei giornalisti specializzati nel settore turistico – inviati di testate come Cycling Lands, Endu, 4Outdoor, Wine & Travel, Good Trekking e Turismo del Gusto.
Durante il press tour, i partecipanti hanno esplorato alcune delle località più iconiche e autentiche della regione, dando vita a reportage e servizi dedicati alle sue bellezze naturali, storiche e gastronomiche.
L’edizione 2025 si è aperta con il forum inaugurale a Teramo, dedicato al tema “Vacanza attiva, ospitalità diffusa, enogastronomia: ecco l’Abruzzo che attrae”, momento di confronto tra imprenditori, istituzioni e stampa di settore. Nelle giornate successive, il programma ha portato i partecipanti lungo la Costa dei Trabocchi, con un’escursione in e-bike tra Punta Aderci, Vallevò di Rocca San Giovanni e la Cantina Frentana, per poi proseguire verso l’interno, tra i sentieri del Voltigno e della Valle d’Angri, fino al borgo di Penne.
Gran finale a L’Aquila, Capitale Italiana della Cultura 2026, con un itinerario dedicato alla “Grande Bellezza” del capoluogo abruzzese, tra arte, storia e rinascita.
I numeri del turismo in Abruzzo
Intanto, tra gennaio e agosto 2025, l'Abruzzo ha registrato una crescita delle presenze turistiche del 16,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, con una crescita significativa del turismo estero, che segna un +34%.
Come sottolineato dal sottosegretario al Turismo Daniele D’Amario, l’Abruzzo ha ormai superato i 6,7 milioni di presenze nei primi otto mesi dell’anno, con l’obiettivo ambizioso di oltrepassare quota 8 milioni entro fine 2025.
Un risultato che conferma la bontà delle strategie messe in campo e il crescente interesse verso un territorio che sa unire mare, montagna, borghi e tradizioni enogastronomiche in un’unica, autentica esperienza di viaggio.
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[post_content] => L'associazione nazionale dei comuni italiani non ci sta. L'aumento dell'imposta di soggiorno previsto nella legge di bilancio continua a sollevare le critiche delle associazioni di categoria. L'ultima dichiarazione è quella del presidente dell’Anci Gaetano Manfredi: «Esprimiamo la nostra contrarietà in merito. Pur apprezzando la proroga dei limiti massimi dell’imposta di soggiorno anche per il 2026, ci preoccupa la disposizione che prevede di destinare una quota dell’eventuale gettito aggiuntivo alle coperture delle spese comunali per i minori e l’assistenza agli alunni disabili. Ribadiamo la priorità e l’urgenza della questione che abbiamo sollevato come Anci – prosegue Manfredi nell'intervento riportato da Ilfattoquotidiano – che riguarda la crescita significativa delle spese a carico dei bilanci comunali, ormai vicine al miliardo di euro annuo. La necessità di affrontare questo squilibrio finanziario è centrale per la sostenibilità dei servizi locali. Tuttavia ciò che il governo propone ci sembra una soluzione tampone e incerta nel quantum, che scarica sui bilanci comunali una spesa che spetta allo stato».
Il significato dell'imposta
«L’imposta di soggiorno non costituisce un’entrata libera, ma è stata concepita per finanziare le spese direttamente collegate all’impatto dei flussi turistici. L’utilizzo di questa imposta per finanziare spese obbligatorie per il sostegno a minori e disabili – che per loro natura sono spese statali – rischia di snaturare il principio fondante dell’imposta stessa» chiude il presidente Anci.
La discussione assume un'importanza determinante, visto che il 2025 si preannuncia come un'annata da record. «Il 2025 sarà un nuovo anno record per quanto riguarda gli incassi dell’imposta di soggiorno che raggiungeranno 1 miliardo 186 milioni, segnando un incremento significativo rispetto all’anno scorso, pari al 15,8% – riferisce ad Ansa Massimo Feruzzi, responsabile dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno di Jfc -. Dalle prime rilevazioni e stime riferite al 2026, gli incassi relativi all’imposta di soggiorno, tra incrementi di tariffe, modifiche al regolamento con ampliamento dei periodi di applicazione dell’imposta e altre amministrazioni che la introdurranno, potrebbero toccare quota 1 miliardo 300 milioni».
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[post_content] => La ristorazione si conferma la seconda componente dell'offerta turistica italiana con 11 miliardi di euro di valore aggiunto generato nel 2024. Lo evidenzia il rapporto "Il potere turistico della ristorazione", realizzato da Sociometrica per FIPE-Confcommercio e presentato in anteprima al TTG di Rimini alla presenza del Ministro del Turismo Daniela Santanchè.
Nel 2024 la spesa dei turisti italiani e stranieri in servizi di ristorazione ha superato i 23 miliardi di euro, distribuita in quasi 3.300 comuni turistici italiani. Il settore rappresenta il 9,4% della distribuzione del valore aggiunto nel comparto turistico, posizionandosi dopo le seconde case (27,0%) e prima di hotel e ricettività (16,6%).
Roma guida la classifica con 1,16 miliardi
La geografia del valore aggiunto nella ristorazione turistica vede Roma in testa con 1.163,8 milioni di euro (36,5% del totale), seguita da Milano con 452,3 milioni (14,2%), Venezia con 371,8 milioni (11,7%) e Firenze con 303,1 milioni (9,5%). Rimini si attesta a 169,5 milioni (5,3%), mentre seguono Napoli (159,3 milioni), Torino (123,0 milioni) e Lignano Sabbiadoro (91,0 milioni).
Il totale dei dieci comuni genera complessivamente 3.186 milioni di euro, con una media di 318,6 milioni per comune, sebbene solo quattro comuni superino effettivamente questa media.
Turismo internazionale pesa il 67,7% nei top comuni
Il dato più significativo riguarda l'incidenza del turismo internazionale nei primi dieci comuni turistici italiani, che genera complessivamente il 67,7% del valore aggiunto totale. Venezia rappresenta il caso più emblematico con l'86,6% del valore aggiunto generato da visitatori stranieri, seguita da Firenze (80,4%), Milano (71,6%) e Roma (70,3%).
Nel confronto nazionale, la spesa in ristorazione dei turisti italiani raggiunge 4.364,40 milioni di euro (52,5%), mentre quella dei turisti stranieri si attesta a 3.941,20 milioni di euro (47,5%).
Le tre Italie della ristorazione turistica
Il rapporto identifica tre diversi modelli di sviluppo turistico. Il Centro Italia, con Roma e Firenze, è caratterizzato dalla più alta incidenza di turismo internazionale (72,4%) e da un peso economico del 46,0% sul valore aggiunto totale, trainato dalle città d'arte di rilevanza mondiale. Il Nord Italia, con Milano, Venezia, Rimini, Bologna, Torino e Jesolo, registra un'incidenza di turismo internazionale del 65,2% e un peso economico del 44,8% sul totale.
Ristoranti italiani nel mondo come soft power
Il rapporto evidenzia come la cucina italiana rappresenti uno strumento di soft power globale, grazie a una rete di oltre 90.000 ristoranti italiani nel mondo che rafforzano l'immagine del Paese. «La ristorazione valorizza le economie locali ed è un patrimonio, anche immateriale, che accompagna ogni esperienza turistica», ha sottolineato Lino Enrico Stoppani, presidente di FIPE-Confcommercio. «Non è solo valore economico, ma cultura e identità attraverso cui raccontare il Paese. È un settore che contribuisce in modo determinante alla competitività del turismo italiano e alla promozione del brand Italia nel mondo».
Alla presentazione, curata da Antonio Preiti di Sociometrica, sono intervenuti anche Daniele D'Amario, coordinatore della Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni, Chiara Bergadano del Consorzio Langhe Experience e lo chef patron Moreno Cedroni.
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«Il turismo croato si trova oggi ad un punto di svolta, in una decisiva fase di riposizionamento - spiega Viviana Vukelic -: negli ultimi anni ha attratto numerosi e importanti investimenti, come la costruzione di nuovi hotel, la modernizzazione delle marine e lo sviluppo di campeggi di categoria superiore. Il nostro obiettivo sul mercato italiano è quello di attrarre un pubblico diversificato: dai giovani turisti amanti delle vacanze attive ai gruppi business, passando per un target più maturo e gli ospiti interessati a esperienze di lusso».
Intanto, secondo i dati ufficiali del sistema eVisitor, durante i primi 9 mesi del 2025 in Croazia sono stati registrati 19,8 milioni di arrivi e 103,8 milioni di pernottamenti, cioè il +2,2% negli arrivi e +1,2% di pernottamenti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le regioni più visitate dai diversi mercati mondiali sono state: Istria, Spalato-Dalmazia centrale e Quarnaro. Seguono la Regione di Zara, Regione di Dubrovnik, Regione di Šibenik e Regione di Lika-Senj.
Il flussi dall'Italia continuano a consolidarsi: nei primi 9 mesi di quest’anno il numero di arrivi degli ospiti italiani si è attestato su oltre 884mila (+1,26%) e più di 3 milioni e 700mila di pernottamenti, mantenendo gli alti livelli del 2024. L’Italia si conferma così uno dei mercati chiave per il turismo croato, e lo dimostra il fatto che tradizionalmente rientra tra i primi 10 Paesi per numero di arrivi e pernottamenti in Croazia.
Anche quest'anno l'Ente partecipa al Ttg Travel Experience: allo stand sono presenti diversi co-espositori, tra cui gli Enti Turistici della Regione del Quarnaro e della Regione di Zagabria, la compagnia di navigazione Jadrolinija, il centro termale e di riabilitazione specializzato Naftalan, le agenzie turistiche dmc Amber Travel e Katarina Line.
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Accor investe sull'Italia, con nuovi sviluppi per i brand Raffles, Sofitel ed Emblems Collection. Il piano segue alla recente inaugurazione del primo Orient Express hotel, Orient Express La Minerva, aperto quest’anno a Roma.
Con oltre 75 strutture operative sul territorio nazionale, Accor si conferma il secondo gruppo alberghiero in Italia, con una presenza che copre tutte le categorie, dall’ultra-lusso all’economy.
«Il Sud Europa, e in particolare l’Italia, rappresentano un’area strategica per lo sviluppo a lungo termine dei nostri brand luxury. La nostra crescita è guidata dal rispetto per la cultura locale, da un approccio sostenibile e da una collaborazione solida con partner di fiducia. Le relazioni con i proprietari degli hotel sono un pilastro fondamentale della nostra strategia: insieme vogliamo consolidare la presenza di Accor in destinazioni chiave come Roma, Milano e la Sicilia, contribuendo a un’evoluzione dell’ospitalità che sia attuale, responsabile e in linea con le esigenze dei viaggiatori di oggi», dichiara Paul Rosenberg, regional vice president luxury brands per Francia, Sud Europa e Nord Africa.
Il percorso italiano del marchio Orient Express ha preso avvio con Orient Express La Minerva, primo hotel al mondo del brand, che ha riportato alla luce un palazzo seicentesco in Piazza della Minerva, restaurato dall’architetto-artista Hugo Toro. Nel 2026 sarà la volta di Venezia, con l’apertura di Orient Express Palazzo Donà Giovannelli, dimora quattrocentesca oggetto di un attento recupero firmato da Aline Asmar d’Amman.
Il 2025 ha segnato anche il debutto de La Dolce Vita Orient Express. Con l’apertura del Palazzo Donà Giovannelli, i passeggeri potranno arrivare direttamente alla Stazione di Venezia Santa Lucia e raggiungere l’hotel con una breve passeggiata o un trasferimento in gondola.
I progetti futuri
Tra i progetti più attesi spicca Raffles Lake Como, previsto per il 2027, che segnerà il debutto del marchio in Italia. L’hotel sorgerà lungo una delle aree più esclusive del lago, a seguito di una ristrutturazione completa, e offrirà tutte le esperienze iconiche del brand – dalla Library alla Writers’ Bar, dalla Long Bar alla Patisserie – unite al fascino del lago. Sempre nel 2027 è prevista l’apertura di Sofitel Genova Marina, secondo indirizzo italiano del brand francese dopo Sofitel Roma Villa Borghese. Il nuovo cinque stelle sorgerà sul waterfront cittadino e sarà progettato dal celebre architetto Renzo Piano.
Emblems Collection debutterà invece in Italia nel 2026 con quattro nuove strutture, concepite per esaltare l’identità locale attraverso design, autenticità e narrazione. L’hotel Bellevue a Cortina d’Ampezzo proporrà 80 camere immerse nella cornice delle Dolomiti. Palazzo Sozzini Malavolti a Siena offrirà una dimora storica con affreschi ottocenteschi, giardini segreti e una spa dedicata all’artigianato toscano. Relais San Clemente in Umbria, ex convento benedettino immerso in 40 ettari di parco, diventerà un rifugio esclusivo con ville private e una cappella consacrata. Infine, Masseria Furnirussi in Puglia proporrà 60 suite, molte con piscina privata, inserite nel contesto del più grande frutteto di fichi d’Europa.
«L’Italia è un mercato prioritario per lo sviluppo luxury di Accor nel Sud Europa. Le potenzialità sono significative sia nelle destinazioni consolidate sia in quelle emergenti, dove cresce la richiesta di esperienze autentiche e di alto profilo. Con nuove aperture in aree di grande fascino come la Puglia e Cortina d’Ampezzo, il gruppo rafforza la propria presenza nei luoghi in cui i viaggiatori globali cercano soggiorni unici. Grazie all’approccio personalizzato dei nostri brand luxury e collection, siamo in grado di valorizzare l’individualità delle strutture indipendenti, contribuendo al tempo stesso alla crescita a lungo termine dell’ospitalità italiana», sottolinea Ettore Cavallino, senior development director luxury brands, Europe di Accor.
Il 2025 è stato un anno dinamico anche per il portafoglio lifestyle del gruppo. A marzo sono stati inaugurati The Hoxton Florence e l’Hotel Giacomo Morra Alba – Handwritten Collection, mentre l’estate ha visto il debutto del Mövenpick Hotel Bari, nel cuore del quartiere Murat. Ricavato dal restauro dello storico Palace Hotel, il nuovo Mövenpick si caratterizza per un design sostenibile e sofisticato, 186 camere, una Spa privata, fitness room e dodici sale meeting fino a 300 persone.
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[post_content] => Mövenpick, che annuncia il suo debutto in Italia con l’apertura del Mövenpick Hotel Bari. La struttura sarà gestita da Greenblu Hotels & Resorts.
Situato nel vivace quartiere Murat, a pochi passi dal centro storico e dal mare, l’hotel nasce dal completo restyling dello storico Palace Hotel.
L’apertura di Bari amplia il portfolio di Accor in Italia, che oggi conta più di 75 hotel e 14 brand, e consolida l’espansione di Mövenpick in Europa, con recenti ingressi in Grecia, Belgio e Azerbaigian e nuove aperture in arrivo a Kotor in Montenegro e in altre destinazioni.
La vision
Christine Pesin, vp operations franchise Italia e Malta, premium, midscale ed economy per Accor commenta: «L’Italia rappresenta uno dei mercati più strategici per Accor: un Paese dal patrimonio culturale straordinario, paesaggi unici e un settore turistico in continua crescita. Il debutto di Mövenpick a Bari è un passo importante della nostra visione a lungo termine, che punta a svilupparsi in destinazioni chiave attraverso collaborazioni solide con partner e comunità locali».
Aggiunge Vincenzo Gentile, amministratore delegato di Greenblu Hotels & Resorts: «Mövenpick è sinonimo di eccellenza culinaria, ospitalità genuina e sostenibilità. Portare il brand in Italia significa rispondere a una crescente domanda di viaggi esperienziali e consapevoli. Iniziare da Bari, città di cultura e autenticità, è il modo migliore per dare avvio a questo percorso».
Gli interni del Mövenpick Hotel Bari sono ispirati ai principi del biophilic design, che valorizza la connessione con la natura come leva di benessere.
L’hotel dispone di 186 camere. Completano l’esperienza una Private Spa, una fitness room e 12 sale meeting
modulari capaci di accogliere fino a 300 persone.
Al Connubio Bistrot la cucina pugliese viene valorizzata con piatti autentici e una selezione curata di vini e cocktail. Completano l’offerta i servizi di parcheggio e transfer per aeroporto e stazione.
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[post_content] => La Francia incassa un incremento a doppia cifra delle entrate turistiche derivanti dal turismo internazionale nel primo semestre 2025, che sono salite a 37,3 miliardi di euro, +13,7% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Il Paese ha registrato quasi 290 milioni di pernottamenti, con un aumento del 7% delle prenotazioni alberghiere e dell'11% dei soggiorni in appartamenti turistici e alloggi rurali.
La crescita è stata trainata dall'aumento del numero di visitatori provenienti dai mercati chiave, tra cui Germania, Paesi Bassi, Stati Uniti e Giappone. La destinazione ha anche registrato una crescita del 2,5% degli arrivi aerei internazionali, rafforzando la sua traiettoria verso il traguardo di 100 miliardi di euro di entrate turistiche annuali entro il 2030.
A trainare la crescita su base annua è stata la Germania, con un +25,1% del numero di visitatori, seguita dai Paesi Bassi con il 17,6%. Al di fuori dell'Europa, i flussi dagli Stati Uniti sono aumentati del 12,5%, mentre gli arrivi dal Giappone sono saliti del 10,2%. I visitatori americani sono diventati il secondo mercato di provenienza per entrate, alle spalle del Belgio e prima di Regno Unito e Germania.
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[post_content] => L'Egitto si lascia alle spalle il primo semestre 2025 con un totale di 8,7 milioni di turisti, il 24% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Secondo quanto spiegato dal ministro del Turismo, Sherif Fathy, il Paese sarebbe sulla strada giusta per centrare l'obiettivo del governo di attrarre 18 milioni di visitatori entro la fine dell'anno, il 14% in più fissato dal primo ministro Mostafa Madbouly a gennaio.
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A fare da traino alla performance positiva del 2025 ci sono in primis le località turistiche del mar Rosso e le crociere sul Nilo, che hanno contribuito a un aumento del 25% degli arrivi nel primo trimestre. Per sostenere la crescita, alla fine del 2024 il governo ha lanciato un programma da 1,03 miliardi di dollari per ampliare la capacità alberghiera. Offre inoltre prestiti a tasso agevolato agli operatori turistici.
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