23 December 2025

Il milanese Starhotels Echo, prima struttura urban a entrare nel circuito Beyond Green

Lo Starhotels Echo di Milano è il primo city hotel in Europa a entrare nel circuito Beyond Green, brand di riferimento per i viaggi eco-sostenibili. La struttura meneghina fin dalla sua progettazione ha seguito canoni di edilizia e interior design vocati alla sostenibilità, come l’implementazione di un sistema circolare per lo smaltimento delle acque, che porta a un risparmio del 25% di gas naturali e del 15% di elettricità, in aggiunta alla riduzione di 130 tonnellate di Co2 su base annua e del 20% di acqua. Una serie di accorgimenti che hanno fatto sì che Echo ottenesse il premio Sustainable design agli European hotel design awards del 2012 e, successivamente, la certificazione Green globe con un rating che negli ultimi cinque anni ha superato il 90% di compliance.

Grazie alla collaborazione con Fedegroup, al ristorante Orto Green Food & Mood l’offerta f&b dell’hotel si declina anche in molte opzioni vegetariane e vegane, con grande attenzione ai prodotti di filiera corta e gluten-free. E’ stato inoltre avviato un progetto ad hoc dedicato agli scarti alimentari per ridurre ulteriormente l’impatto dell’operatività alberghiera sull’ambiente: con Too Good To Go è possibile infatti ritirare direttamente al ristorante dell’hotel kit con piatti freschi che altrimenti verrebbero smaltiti. La partnership con Banco Alimentare permette poi agli ospiti di Echo di donare un caffè (o tanti) all’associazione.

Per chi si sposta con auto elettriche, lo Starhotels E.c.ho. mette a disposizione delle colonnine di ricarica all’interno del garage, mentre, attraverso Tuomobility, l’hotel offre agli ospiti la possibilità di usufruire a pagamento di monopattini elettrici e bici a pedalata assistita che, oltre a ridurre le emissioni e a facilitare gli spostamenti, consentono di tornare a vivere una città a misura d’uomo. Gli hotel partner di Beyond Green sono infine impegnati in programmi e iniziative a sostegno del patrimonio culturale e della comunità locale: per Echo, degno di menzione è il sistema di compensazione per gli eventi nelle green meeting room, che bilancia le emissioni di Co2 generate dalle singole manifestazioni, tramite la piantumazione di alberi. La struttura è anche molto attiva presso la comunità locale, che sostiene attraverso il Milano Centrale District: un’associazione che si adopera per migliorare la qualità della vita del territorio, con operazioni culturali e di rigenerazione urbana cui Echo aderisce regolarmente.

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La visita al prestigioso museo milanese è stata promossa nell’ambito della presentazione di Bit2026: ripercorrere la storia del transatlantico e raccontare l’evoluzione del viaggio come scoperta di contenuti, idee ed esperienze, valorizzando persone e territori, diventa una metafora del concept della prossima edizione di Bit, che sarà un grande produttore di contenuti, con un focus sulla persona. \r\n\r\n«Perché al Museo il viaggio non è soltanto spostamento, - afferma Marco Iezzi, curatore dell’area Trasporti - ma un’idea che attraversa epoche, linguaggi e innovazioni. Un filo conduttore che unisce storie, tecnologie e visioni». Iezzi ha raccontato l’ultimo transatlantico italiano costruito all’estero, quel Conte Biancamano commissionato ai cantieri navali scozzesi, i cui interni furono progettati da uno dei più famosi architetti dell’epoca: Antonio Coppedé.\r\n\r\n«Oggi parliammo di turismo, anche se ai tempi del Conte Biancamano non c'era l'industria turistica come la intendiamo oggi. Il viaggio stesso era una forma di turismo: la meraviglia degli ambienti permetteva di trascorrere piacevolmente il tempo. Il gusto è sicuramente cambiato, ma possiamo ancora vivere il fascino del transatlantico». È molto interessante seguire il percorso proposto dalle aree del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, dove il viaggio assume diverse forme: è un viaggio tecnologico che attraversa le innovazioni del secolo scorso e mostra come abbiano trasformato la nostra quotidianità. Iezzi accompagna il visitatore sulla plancia del Conte Biancamano: un’icona della navigazione italiana. «Nato nel 1925, fu varato nell’aprile successivo e partì il 20 dicembre da Genova per il suo primo viaggio diretto a New York.\r\n\r\nNon era una nave da crociera ma un servizio di linea; un sistema di trasporto che tutte le settimane salpava verso la sua destinazione. Il transatlantico viaggiò per 15 anni verso le Americhe, lungo la tratta Genova-New York. Allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale fu requisito dall’esercito statunitense per il trasporto truppe. Venne restituito al governo italiano nel 1948 e riallestito nei cantieri di Monfalcone nella versione odierna. Anche Giò Ponti lavorò agli arredi. Il Biancamano navigò fino al 1960 e, finita la carriera attiva in mare, venne tagliato in diversi pezzi. Uno di questi, da mille tonnellate, è stato trasportato 20 anni fa a Milano.\r\n\r\nCostruire nel museo un padiglione che lo contesse e sorreggesse non è stato facile. - ricorda Iezzi - Oggi la plancia di comando e la suggestiva sala dal ballo del transatlantico sono musealizzate insieme con il sottomarino Enrico Toti, il primo costruito in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Anche quest’ultimo fu trasportato a Milano 20 anni fa, abbiamo quindi un doppio anniversario nel settore Trasporti del museo. Nel corso degli anni abbiamo raccolto tante testimonianze e ricordi di chi ha viaggiato a bordo del transatlantico; come quella coppia non più giovane che anni fa entrò nel museo, visitò la parte del transatlantico in mostra e poi mi mostrò un foglio ingiallito ripiegato: era un biglietto del Conte Biancamano! Marito e moglie avevano viaggiato a bordo e vollero condividere con me tanti ricordi donandomi infine il prezioso biglietto.\r\n\r\nTra i viaggiatori ci sono stati anche personaggi famosi dell'industria italiana come Luigi Lavazza, che andava in Sud America per interessi commerciali. All'epoca l'aereo non era ancora un mezzo efficace: solo nel 1960 la compagnia aerea nazionale si dotò dei grandi aerei per le trasvolate, avviando il declino del transatlantico». Conte Biancamano si trova al museo insieme con oggetti iconici sorprendenti, come la Valigia delle Indie - una locomotiva creata per collegare il Nord al Sud dell’Italia, ovvero Bardonecchia e Brindisi, testimoniando come la tecnologia ferroviaria abbia contribuito all’integrazione del Paese.\r\n\r\nTra i tanti pezzi stupefacenti e in mostra permanente al museo si possono poi ammirare il tram Carrelli del 1928, la suggestiva Nave Scuola Ebe per la navigazione a vela e il catamarano Luna Rossa del team Prada, protagonista dell’America’s Cup del 2013. 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