22 December 2025

Federalberghi: urgono misure per gli hotel colpiti dal crack Thomas Cook

«Molti sono i Paesi colpiti duramente dal crack di Thomas Cook, ma solo l’Italia sembra disinteressarsene. La Spagna ha varato un pacchetto da 800 milioni di euro per sostenere le imprese e i lavoratori. Nel piccolo Portogallo, lo stanziamento è di 150 milioni. Anche la Grecia ha adottato misure, che spaziano dalla cosiddetta Iva per cassa a forme di sostegno al reddito dei lavoratori». E’ il duro commento del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, al parere contrario espresso ieri dalla commissione V del Senato. L’opinione ha riguardato tutti gli emendamenti presentati dai parlamentari della maggioranza e dell’opposizione in risposta alle sollecitazioni portate avanti dalla stessa associazione degli albergatori, insieme ad altre organizzazioni imprenditoriali, in occasione di una tavola rotonda con il governo.

«Ci era stato assicurato che sarebbero stati utilizzati tutti gli strumenti necessari e invece…- prosegue Bocca -. Siamo molto preoccupati per la sorte delle imprese e dei lavoratori italiani travolti dal fallimento di Thomas Cook. Il parere negativo riguarda infatti anche misure in favore dei lavoratori, che non costerebbero un centesimo alle casse dello Stato, in quanto sono state già pagate con i contributi dei datori di lavoro, e misure dal costo irrisorio, volte a evitare una beffa clamorosa, che le imprese subiranno se saranno costrette a pagare Ires e Iva su crediti che non saranno mai incassati. Confidiamo in una presa di posizione urgente del ministro Franceschini, volta a far sì che anche le imprese e i lavoratori italiani ricevano un concreto segnale di attenzione e non si ritrovino, ancora una volta, orfane, mentre i nostri competitor dimostrano di avere realmente a cuore le sorti dell’economia turistica».

Il voto sugli emendamenti al decreto legge “crisi aziendali” dovrebbe svolgersi lunedì pomeriggio in Senato, presso le commissioni X e XI riunite.

 

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In un’epoca in cui il turismo rischia di omologare e svuotare i luoghi della loro identità, la scelta di questi luoghi e il progetto sul Manifesto dell’Ospitalità Etica nasce come un invito a scoprire l’Italia, e in questo caso Genova, con occhi nuovi, attraverso chi la vive e la trasforma ogni giorno. Il Manifesto, oggi firmato da quasi 500 host in tutta Italia, unisce ristoratori, albergatori, artigiani e produttori che scelgono l’etica alla scorciatoia, la qualità al compromesso, la responsabilità alle mode passeggere. «Sottoscrivere il Manifesto dell’Ospitalità Etica -  spiega Elisabetta Faggiana - è il primo passo per abbracciare un impegno condiviso e autentico. Alle parole devono seguire azioni concrete e responsabili, supportate da verifiche e raccomandazioni locali, per assicurare che ogni realtà mantenga un approccio etico e di valore. Chi accoglie con professionalità ed etica c’è, e va valorizzato». 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