18 aprile 2025 13:23
Nuova squadra manageriale per Kappa Viaggi, con una totale riorganizzazione interna che è alla base di nuova fase di crescita e rafforzamento dell’0peratore.
A guidare il nuovo iter è Gianluca Martini, manager di lunga esperienza nel settore turistico internazionale: “Abbiamo costruito una squadra solida, composta da professionisti con una profonda conoscenza delle dinamiche del mercato – spiega Martini (nella foto) -. Il nostro obiettivo è chiaro: valorizzare appieno il potenziale di KappaViaggi nel mercato italiano, attraverso un’offerta commerciale dinamica, una piattaforma di prenotazione all’avanguardia e il valore distintivo dei nostri club. Con la formula all inclusive, offriamo i Momenti Kappa: esperienze autentiche e memorabili in ogni destinazione.”
Nel nuovo assetto organizzativo, Martini ha affidato la guida della direzione commerciale a Gianluigi Capurro; a supporto della rete, il team commerciale è stato rafforzato con Stefano Burgarello in qualità di capo area Centro Nord Italia e Massimiliano Esposito, capo area Centro Sud Italia. Il loro operato si affiancherà all’esperienza e al consolidato professionalismo di Fulvio Urciuolo.
A completare il nuovo team, Maria Francesca Savastano, nominata responsabile reparto marketing, avrà il compito di accrescere la visibilità del marchio e di implementare strategie digitali e comunicative efficaci, capaci di intercettare un pubblico sempre più esigente, digitale ed esperienziale.
“Con questo nuovo corso – conclude Martini – puntiamo a rendere KappaViaggi un punto di riferimento nel turismo organizzato, investendo in innovazione, qualità del prodotto e soprattutto in una relazione solida e duratura con le agenzie di viaggio”.
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[post_content] => Langham Hospitality Group ha lanciato tre strumenti di intelligenza artificiale al servizio di ospiti e team. Il nuovo toolkit di intelligenza artificiale è in fase di implementazione nelle 31 strutture del gruppo in quattro continenti, con i marchi The Langham Hotels and Resorts, Cordis Hotels and Resorts, Eaton Workshop e Ying'nFlo. È progettato per offrire agli ospiti maggiore flessibilità nelle modalità di richiesta informazioni, offrendo al contempo ai team degli hotel un accesso più rapido alle informazioni e agli insight commerciali in tempo reale.
«Un'assistenza personalizzata e intuitiva agli ospiti e un processo decisionale commerciale informato sono sempre stati al centro del nostro modo di operare - ha affermato Bob van den Oord, ceo di Langham Hospitality Group in un intervento riportato da TravelDailyNews -. Questi nuovi strumenti ampliano questo approccio consentendoci di rispondere al cambiamento nel modo in cui le persone accedono alle informazioni, che si tratti di ospiti che pianificano un soggiorno, membri del team in prima linea che affinano le proprie competenze o dirigenti marketing che esplorano le tendenze emergenti del settore dei viaggi».
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L'Experience Agent è un'interfaccia multilingue che consente agli ospiti di porre domande tramite canali testuali, tra cui e-mail, WhatsApp, WeChat e Instagram, pur avendo la possibilità di parlare direttamente con il personale dell'hotel in qualsiasi momento. L'agente risponde in oltre 50 lingue ed è progettato per aiutare gli ospiti ad accedere a informazioni pratiche in modo rapido e pratico.
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Il Knowledge Agent si propone come strumento di supporto interno per i dipendenti, fornendo risposte immediate a domande operative e relative al brand. Dagli standard di gestione e dalle firme del brand alle procedure operative, l'agente funge da riferimento sempre disponibile per ridurre il tempo dedicato alla ricerca di informazioni e supportare una distribuzione più coerente tra i reparti.
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Hg considera il toolkit di intelligenza artificiale come l'ultimo passo di una lunga serie di innovazioni che risalgono all'apertura della sua struttura di punta, The Langham, Londra, nel 1865. Essendo il primo Grand Hotel d'Europa, fu tra i primi a introdurre l'illuminazione elettrica, gli ascensori idraulici e l'acqua corrente calda e fredda, stabilendo nuovi standard per il soggiorno degli ospiti dell'epoca. Oggi, il gruppo prosegue con questo approccio attraverso tecnologie come il riscaldamento e il raffreddamento intelligenti, soluzioni di check-in intelligenti e sistemi avanzati di gestione immobiliare, e ora anche attraverso strumenti basati sull'intelligenza artificiale a supporto di ospiti, personale e team commerciali.
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[post_content] => Tradizione, innovazione e meraviglia sono stati i tre assi portanti della XXIII edizione di Travel Hashtag | Italy Edition, ospitata il 26 novembre negli spazi di Nordelaia Resort e Hemanaire, a Cremolino (Al). Un appuntamento denso di contenuti che ha raccontato un nuovo modo di guardare al turismo incoming: più consapevole, più integrato e, soprattutto, più capace di dare voce ai territori e alle comunità che li abitano.
Verso una nuova visione dell’incoming
Ad aprire i lavori sono stati gli interventi istituzionali, seguiti da una serie di contributi che hanno delineato un nuovo modo di intendere il turismo incoming. Sauro Mariani, ad di Nordelaia, ha sottolineato che oggi innovare significa «valorizzare territori meno conosciuti senza invaderli, creando connessioni virtuose con il tessuto socioeconomico locale». A seguire, Enzo Carella, èresidente di Filiera Turismo Italia, ha ricordato quanto sia necessario «reingegnerizzare l’organizzazione del turismo» per attivare davvero processi di destagionalizzazione e promozione equilibrata.
Un punto di vista orientato alle opportunità del settore è arrivato da Giorgio Palmucci, hospitality development advisor, che ha evidenziato come nuovi modelli di accoglienza possano rappresentare leve strategiche per la competitività. Sul fronte dell’innovazione tecnologica, Edoardo Colombo, presidente di Turismi.AI, ha parlato del ruolo crescente dell’intelligenza artificiale, destinata a rivoluzionare il modo di costruire e distribuire i contenuti turistici: «Non basta più ragionare in logica seo, dobbiamo imparare a comunicare in ottica AI».
A chiudere la cornice introduttiva, Nicola Romanelli, founder di Travel Hashtag Advisory, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un maggiore coinvolgimento degli attori della filiera: «Il turismo ha bisogno di una visione condivisa e di un dialogo continuo tra operatori, istituzioni e comunità».
Slow tourism, identità e comunità
Nel panel dedicato al turismo lento e sostenibile, moderato da Massimo Terracina, diversi professionisti hanno offerto un’analisi sul valore dell’identità locale come leva di sviluppo.
L’intervento dell’Agenzia di Accoglienza e Promozione Turistica della provincia di Alessandria ha evidenziato l’importanza della riconoscibilità territoriale; Andrea Cerrato, presidente del Consorzio degli Operatori turistici, ha ricordato la necessità di modelli di accoglienza costruiti sulle diverse esigenze delle comunità; Giancarlo Dell’Orco, destination manager, ha insistito sul concetto di equilibrio tra crescita e tutela.
Sul fronte dei media, Simona Tedesco, direttore di Dove, ha invitato a mutare lo storytelling «passando dalle icone alle trame», restituendo così valore all’imperfezione e alla verità. Secondo Tedesco la vera sfida, oggi, è dare un senso a parole come tempo, sostenibilità e relazione, che devono diventare pratiche misurabili. «Parlare di turismo lento significa accettare che sia un territorio che ti chiede di cambiare rotta, trovando un equilibrio tra il proprio ritmo e il ritmo del luogo» ha dichiarato la direttrice di Dove.
La docente Carmen Bizzarri ha posto invece l’accento sul turismo rigenerativo, che crea relazione con natura e persone, superando il concetto di semplice fruizione.
Competenze, formazione e cultura dell’eccellenza
Il panel dedicato alle professioni del turismo ha messo in luce l’importanza crescente della personalizzazione. Maria Paola De Rosa, responsabile trade di Trenitalia - ha raccontato come anche sulle tratte regionali si stiano ridefinendo i target di qualità, richiedendo nuove competenze al personale. Giulio Contini, direttore generale della Scuola Italiana di Ospitalità, ha spiegato come la formazione sul campo avvicini gli studenti al vero significato di eccellenza.
In collegamento da Dubai, Flavio Ghiringhelli (Emirates) ha portato invece una visione internazionale sulle nuove esigenze del cliente.
Cucina, accoglienza e storytelling gastronomico
Nel dialogo tra Charles Pearce, Executive Chef di Nordelaia, e Sauro Mariani, è emerso un punto chiave: il valore dell’equilibrio tra tradizione ed evoluzione in cucina. Team giovani e consapevoli e identità gastronomica coerente sono essenziali per raccontare il territorio attraverso il gusto.
Shopping tourism: un driver che non conosce stagionalità
Molto atteso l’intervento di Daniele Rutigliano, senior tourism manager di Serravalle Designer Outlet. Rutigliano ha ricordato come, in oltre 25 anni di attività, Serravalle sia diventata una destinazione globale, contribuendo alla valorizzazione del territorio e intercettando flussi internazionali costanti grazie a un calendario che annulla di fatto la stagionalità. La sfida? Potenziare l’offerta di servizi e l'ospitalità del territorio durante tutto l’anno.
Eventi, Mice e nuove forme di esperienza
Il confronto dedicato agli eventi – con Aci blueteam, RelazionExpo, Stile Divino Italy, Wim – We Inspire Memories, Flyness e Travel Hashtag Advisory – ha approfondito le prospettive del settore tra innovazione, sostenibilità e capacità di integrare l’identità locale in meeting, team building e matrimoni.
Wellness e turismo medicale: il benessere che evolve
L'ultimo panel ha offerto una panoramica sulla crescita del turismo del benessere e del turismo medicale. Federica Mancinelli ha evidenziato come «dalla Pandemia ad oggi il turismo del benessere e il turismo termale hanno registrato un sempre maggiore interesse e contribuito fortemente alla destagionalizzazione». Anche i dati lo confermano; infatti secondo il Global Wellness Institute in Italia il mercato vale oltre 50 miliardi di euro.
Cinzia Galletto, giornalista specializzata in turismo del benessere, ha parlato del viaggio in senso olistico «che parte dal corpo per rigenerare la mente», mentre Roberta Farinola, founder di Faro Comunicazione, ha ribadito l’importanza di creare reti territoriali basate sul genius loci, e ha posto in luce l'urgenza di «cambiare la narrazione legata al benessere, trovando nuovi linguaggi che integrino il tema termale con il tema medicale, senza dimenticare l'importanza di trasmettere emozioni».
Condividere valore, costruire futuro
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Nel corso della giornata è emersa con chiarezza una visione comune: il turismo non può crescere senza comunità coinvolte, identità rispettate e un equilibrio tra tradizione e innovazione.
Il senatore Gian Marco Centinaio ha ricordato infatti che «l’Italia è il Paese dei turismi», dove la vera sfida però è far emergere oggi le destinazioni fuori dai circuiti consolidati.
Per Nicola Romanelli, «tutta la filiera deve includere il valore emozionale tra le priorità da comunicare: è l’impatto emotivo a rendere autentica la scoperta dei territori».
La XXIII edizione, patrocinata dal Ministero del Turismo, conferma ancora una volta il ruolo di Travel Hashtag come laboratorio di idee e piattaforma trasversale di confronto, capace di dare visibilità ai territori meno battuti e di proporre nuovi modelli per il futuro del turismo incoming italiano.
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Un vero e proprio volano per rilanciare il turismo: il Messico guarda sin d'ora all'appuntamento con i Mondiali di calcio 2026 - che co-ospiterà (insieme a Stati Uniti e Canada) - con il lancio del piano Mexico 2026 Social World Cup, che mira a porre in risalto i diversi luoghi del paese e offrire ai milioni di tifosi in visita non solo il calcio, ma anche un'esperienza di viaggio completa.
Al centro del piano spiccano una piattaforma che rappresenta un sistema sicuro di rivendita dei biglietti e un'app turistica: in collaborazione con l'organo di governo del calcio mondiale, le autorità hanno annunciato un sistema ufficiale di ricollocazione dei biglietti per offrire ai tifosi un'alternativa sicura e legale a potenziali rivendite clandestine. La piattaforma consentirà alle persone che non possono assistere alle partite di rimettere in vendita i propri biglietti a prezzi equi e regolamentati.
Si chiama invece Conoce México, la nuova app sviluppata dall'Agenzia nazionale per la trasformazione digitale in collaborazione con il Ministero del Turismo, che fornirà informazioni aggiornate sui calendari delle partite, sugli stadi e sui risultati in tempo reale, ma oltre a questo, promette di funzionare come un vero e proprio compagno di viaggio.
Nella sezione dedicata al turismo, l'app - disponibile sia in spagnolo sia in inglese - suggerirà itinerari di viaggio a misura di tifoso, eventi culturali, esperienze gastronomiche nonché opzioni di ecoturismo. Gli utenti potranno navigare tra oltre 260 tour, strade o circuiti tematici, con punti di interesse e destinazioni in tutto il paese. Ci sarà una sezione dedicata ai servizi che offre assistenza pratica, trasporti, connettività, piani di mobilità e tour speciali, per facilitare il viaggio sia ai turisti stranieri che a quelli nazionali.
L'app sarà disponibile sia in spagnolo sia in inglese, e alla luce dei 5,5 milioni di visitatori aggiuntivi previsti durante il torneo, l'app potrebbe rivoluzionare il modo in cui le persone esplorano il Messico durante il periodo dei Mondiali.
Per l'industria turistica messicana, i Mondiali rappresentano un'opportunità storica: sono attesi 5,5 milioni di visitatori aggiuntivi ed entrate per circa 3,17 miliardi di dollari.
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«Le agenzie di viaggio devono imparare a tornare a fare quel che facevano con i clienti»: il messaggio del presidente del gruppo Uvet, Luca Patanè, vuole essere un invito a recuperare quella personalizzazione e quella cura sartoriale del cliente che rappresentano l'unica leva in grado di accompagnarle nella nuova era dei viaggi. Un'epoca che è stata radiografata nel corso del BizTravel Forum, evento durante il quale le sfide del turismo di oggi hanno fornito strumenti e analisi per prepararsi a quelle del 2026.
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Uomo al centro
«Le guerre frenano lo sviluppo del settore, questo è un dato innegabile - ha ammesso Patanè -. In uno scenario così complesso è necessario sapersi reinventare: le nuove generaizoni devono prendere spunto dalle novità e dalla rivoluzione tecnologica per mettere in atto un cambiamento che abbia sempre al centro l'uomo».
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[post_content] => L'associazione Dimore Storiche Italiane presenta il sesto Rapporto dell'osservatorio sul Patrimonio culturale privato, curato dalla fondazione RiEs.
La ricerca conferma il ruolo delle dimore storiche come motore economico, culturale e sociale del Paese, censito sotto diversi aspetti.
I dati
In Italia esistono 46.000 dimore storiche e quasi il 30% si trova in comuni con meno di 5.000 abitanti e, in media, oltre due dimore per comune si concentrano proprio in queste aree.
Il 60% genera attività economiche, tra turismo, agricoltura, cultura ed eventi; nel 2024 queste realtà hanno accolto oltre 35 milioni di visitatori e più di 20.000 dimore hanno organizzato almeno un evento culturale.
Sul fronte della manutenzione e del restauro, l’85% degli interventi è autofinanziato dai proprietari, con una spesa media superiore a 50.000 euro annui per singolo bene, mentre solo il 2% ha beneficiato di contributi pubblici. Nel comparto agricolo, il 17% delle dimore produce vino, olio o cereali.
I dati emersi dal rapporto sulle Dimore Storiche Italiane descrivono un comparto dinamico, con ampi margini di crescita: sono infatti oltre 10.000 le dimore storiche che si dichiarano pronte ad avviare o ampliare le proprie attività economiche qualora il contesto burocratico e normativo fosse più favorevole.
«Le dimore storiche rappresentano un presidio culturale, un museo diffuso e uno straordinario patrimonio per l’Italia - ha commentato Il vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè -. Sono delle gemme sparse sul territorio che per storia, bellezza e capacità di conservazione costituiscono un tesoro da preservare. È dunque fondamentale valorizzare questo patrimonio riconoscendole la specificità e l’importanza nella tutela e valorizzazione della cultura italiana. Per questo motivo ho sostenuto e sostengo attualmente con una proposta di legge le dimore storiche affinché si possa ulteriormente valorizzare questo capitale con interventi al codice dei beni culturali del paesaggio».
«Ringrazio il vicepresidente Mulè per l’attenzione costante che dedica alle tematiche complesse legate alla salvaguardia delle dimore storiche, e con lui il sottosegretario Freni e tutti i rappresentanti delle istituzioni che hanno condiviso con noi questo importante momento di confronto sul futuro del patrimonio culturale privato – aggiunge Maria Pace Odescalchi, presidente dell’associazione Dimore Storiche Italiane –. Il VI Rapporto dell’osservatorio conferma come le dimore storiche siano una risorsa viva per il Paese: luoghi di cultura e bellezza, ma anche motori di economia e coesione, capaci di generare lavoro, promuovere turismo sostenibile e rafforzare il legame tra comunità e territorio, in particolare nelle aree interne e nei piccoli comuni dove una dimora o una casa storica sono spesso identitarie e motori economici per la comunità locale. Per valorizzare appieno questo potenziale e rendere possibile, come richiesto dalla costituzione, la miglior tutela e custodia dei beni culturali privati, è fondamentale consolidare la collaborazione tra pubblico e privato, prevedendo strumenti stabili e continui che incentivino gli investimenti dei proprietari e che consentano loro di pianificare a lungo termine la manutenzione necessaria e obbligatoria. Misure come l’Iva unificata per gli interventi di restauro sui beni culturali e l’estensione dell’Art Bonus ai privati, in particolare nei comuni con meno di 20.000 abitanti, non solo renderebbero più sostenibile la manutenzione e valorizzazione dei beni culturali, ma moltiplicherebbero i benefici per il sistema economico e sociale, soprattutto nelle aree meno centrali e più fragili, dove le dimore storiche rappresentano non solo un presidio culturale ma anche una risorsa indispensabile per la vitalità dei territori».
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[post_content] => Il turismo religioso vive una fase di forte rinnovamento, trainato da una domanda sempre più ampia e diversificata. Non è più solo un segmento tradizionale legato alla visita dei luoghi sacri, ma un ecosistema complesso che unisce spiritualità, cultura, benessere e scoperta dei territori. In questo scenario, la professoressa Simona Attollino, docente di Diritto e religione e direttrice dell’Executive Master in Turismo religioso e gestione smart dei beni culturali dell’Università LUM, offre una chiave di lettura utile a operatori, DMO e professionisti della filiera.
Negli ultimi anni la domanda è guidata da una forte ricerca di senso e di benessere integrale, una tendenza che la pandemia ha solo accelerato. Il viaggio verso un santuario o lungo un cammino non è più un gesto rituale, ma un tempo dedicato alla cura di sé, con ricadute profonde anche sul piano psicologico e relazionale. A confermarlo sono anche le elaborazioni Isnart, che evidenziano un aspetto particolarmente rilevante per gli operatori: il turista religioso è spesso un visitatore di ritorno, segno di una fidelizzazione naturale e identitaria.
Accanto alla motivazione spirituale emergono componenti culturali, naturali ed enogastronomiche che spingono i viaggiatori verso mete meno conosciute e verso esperienze più lente e narrative. «Oggi assistiamo a un intreccio sempre più evidente tra ricerca spirituale e fruizione artistico-culturale - osserva Attollino -. È una trasformazione che coinvolge ogni fascia d’età, con un ruolo crescente delle nuove generazioni: attraverso social media, contenuti digitali e storytelling spontaneo, i giovani contribuiscono alla valorizzazione capillare di luoghi che in passato restavano ai margini dei flussi principali».
Un altro elemento determinante è l’evoluzione del concetto stesso di pellegrinaggio. L’esperienza diventa 'a geometria variabile', capace di includere persone che vivono la dimensione del sacro senza necessariamente appartenere a un’istituzione religiosa. I santuari, i cammini, le feste patronali e i riti identitari assumono così una funzione comunitaria e culturale. Per gli operatori questo scenario implica la necessità di nuove competenze. «Servono basi giuridiche solide sui beni culturali, sul terzo settore e sulla sicurezza, insieme a competenze manageriali specifiche per progettare prodotti turistico-religiosi - spiega Attollino -. Cresce poi il bisogno di saper dialogare con enti ecclesiastici, istituzioni pubbliche e comunità locali, in una logica di co-progettazione. A questo si aggiungono la capacità di leggere il patrimonio religioso in chiave culturale e territoriale e le competenze digitali, indispensabili per intercettare i nuovi linguaggi dei viaggiatori».
In un momento in cui il settore è chiamato a ripensare modelli e priorità, il turismo religioso e spirituale si conferma un campo interessante da osservare: un ambito capace di coniugare tradizione e innovazione, eredità culturale e sperimentazione, sostenibilità e identità. «Il turismo religioso, spirituale e del benessere può diventare un laboratorio di innovazione e sostenibilità per l’intera industria turistica - afferma la docente -. La lentezza, la qualità dell’accoglienza, la cura dei luoghi, la dimensione comunitaria e la rigenerazione sociale sono infatti i temi che più rispondono alla sensibilità contemporanea e alle richieste emergenti dei viaggiatori».
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[post_content] => L'Africa continua a crescere come regione turistica e Tui Group sta rispondendo con un'espansione strategica della sua presenza alberghiera in tutto il continente. Come riporta TravelDailyNews, con sette nuove proprietà aggiunte ai suoi cluster regionali alla fine del 2025 e altre due in programma a Zanzibar entro l'inizio del 2026, l'azienda sta ampliando la sua offerta in destinazioni in cui la domanda di viaggi è in rapida crescita.
Le ultime aggiunte rafforzano la presenza di Tui nell'Africa settentrionale, occidentale e orientale e portano il portfolio di Tui Hotels & Resorts nel continente a 106 hotel con oltre 34.000 camere in nove paesi. L'ambizione strategica del gruppo è chiara: offrire esperienze diversificate e di qualità in mercati che continuano a guadagnare terreno tra i viaggiatori internazionali.
«Con l'espansione dei nostri cluster alberghieri in Africa settentrionale, occidentale e orientale, continuiamo a offrire esperienze di vacanza differenziate in destinazioni promettenti. Queste nuove aperture ci consentono di raggiungere nuovi segmenti di clientela provenienti da mercati emergenti, offrendo al contempo le esperienze di vacanza che definiscono il marchio Tui. Rimaniamo impegnati a favore di uno sviluppo sostenibile che avvantaggi le comunità locali e arricchisca il soggiorno dei nostri ospiti in tutto il continente» ha detto Peter Krueger, membro del cda del gruppo Tui e ceo di Holiday Experiences.
Le novità africane
Tui rafforza il suo portfolio nordafricano con il lancio di The Mora Sahara Tozeur, un resort di 93 camere e ville situato ai margini del Sahara tunisino. Situato nella regione di Tozeur, ricca di palme, l'hotel coniuga la vista del deserto con la cucina internazionale e locale offerta da diversi ristoranti. Le strutture ricreative includono una spa, un centro fitness, un campo polivalente e un concept di ristorazione all'aperto.
In Egitto, il Tui Magic Life Redsina di Sharm el Sheikh, recentemente ristrutturato, offre 521 camere, piscine swim-up, un parco acquatico e una scuola di immersioni situata sulla barriera corallina.
Anche il partner in oint venture di Tui, Jaz Hotel Group, ha ampliato la sua offerta sul Mar Rosso a novembre. Il Jaz Royal Palmariva a Makadi Bay offre 505 camere e bungalow in una posizione privilegiata fronte mare, mentre il Jaz Palmariva Beach a Madinat Makadi aggiunge 339 camere, ristoranti di alto livello e un facile accesso a un vivace lungomare.
Il 1° novembre 2025, Tui ha aperto la sua prima struttura Tui Blue in Gambia. Il Tui Blue Tamala è un resort per soli adulti sulla spiaggia di Serrekunda, che offre 140 camere, tra cui unità swim-up, e un trattamento all inclusive completo. La struttura propone intrattenimento dal vivo, un bar sulla spiaggia, una spa e il programma Bluef!t con attività sportive e una moderna palestra. I pannelli solari vengono utilizzati per riscaldare l'acqua, contribuendo allo sviluppo sostenibile.
Il cluster Tui di Zanzibar (nella foto) continua ad espandersi. Con apertura prevista per il 15 dicembre 2025, il Jaz Amalun è un resort a 5 stelle per soli adulti sulla spiaggia di Uroa, con 211 camere, numerose opzioni di ristorazione, due piscine e un centro benessere.
All'inizio del 2026 seguirà il Riu Palace Swahili, che aggiungerà oltre 500 camere con un trattamento all inclusive 24 ore su 24. Il resort offrirà tre piscine a sfioro, sette ristoranti, otto bar, un'ampia offerta di intrattenimento e il servizio premium Elite Club. Entrambe le aperture rafforzeranno la posizione dell'isola come una delle destinazioni di lusso in più rapida crescita dell'Africa orientale.
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[post_content] => La rivoluzione nel campo dei boutique hotel di lusso è cominciata. A lanciare la sfida è La Gemma Collection, gruppo alberghiero giovane, indipendente e 100% italiano.
Il brand fondato da Massimiliano Cecchi, imprenditore con radici nel real estate mira a trasformare l’hospitality in un linguaggio culturale. L'ascesa del gruppo sfida il lusso standardizzato delle grandi catene con forza visionaria e passione.
«Alla base del progetto c’è una visione imprenditoriale che affonda le radici nella nostra storia familiare, nel senso estetico che ci appartiene e in un’idea contemporanea di ospitalità. Non ci interessa costruire semplici hotel, ma dare vita a luoghi capaci di generare emozioni, dove ogni dettaglio è pensato per raccontare il territorio, esprimere bellezza e offrire un lusso identitario, fatto di privacy, attenzione su misura e calore umano. Vogliamo che ogni ospite si senta meglio che a casa» spiega Massimiliano Cecchi, ceo de La Gemma Collection.
Successo a Firenze
Dopo il successo del primo hotel a Firenze – La Gemma Hotel Firenze, inaugurato nel 2023 e già punto di riferimento nel segmento luxury con 7,1 milioni di euro di fatturato – il 2025 si chiude con una previsione di crescita intorno agli 8 milioni di euro. L’andamento dei principali indicatori conferma la solidità del posizionamento dell’hotel nel proprio mercato di riferimento. L’Adr, pari a circa 600 euro, e la durata media del soggiorno di 2,5 notti evidenziano un mix equilibrato tra ospiti in visita breve e viaggiatori che scelgono di prolungare l’esperienza. La qualità dell’offerta trova ulteriore conferma nel riconoscimento della prima Stella Michelin assegnata per il 2026 al ristorante dell’hotel, Lucas’ restaurant.
La distribuzione geografica degli ospiti evidenzia una forte presenza internazionale. Gli Stati Uniti rappresentano il mercato principale con una quota del 46,28%, seguiti dal Regno Unito (5,57%) e dal Canada (3,15%). Si tratta di un mix che conferma la capacità della struttura di attrarre viaggiatori con elevata propensione alla spesa e sensibili alla qualità del servizio.
Rilevante anche la componente generazionale: la presenza di Millennials e Gen X è significativa e contribuisce a delineare una domanda orientata a un’idea di lusso contemporaneo, attenta al comfort e alla cura dei dettagli, ma anche alla coerenza con i valori dell’ospitalità più tradizionale.
«Il settore del lusso sta vivendo una trasformazione profonda: oggi rileviamo una maggiore selettività, con una clientela che cerca esperienza, valore, autenticità. La nostra risposta è una proposta coerente, che mette l’ospite al centro, lontano da logiche standardizzate» dichiara Laura Stopani, general manager del gruppo.
Il piano industriale
Il gruppo guarda avanti con un piano di sviluppo ambizioso: sei nuove aperture entro il 2030, per un investimento complessivo superiore a 100 milioni di euro. La prossima apertura sarà a Milano nel 2026, seguita da nuove destinazioni italiane ad alto valore culturale e turistico, tra cui Roma, Venezia , Costiera Amalfitana, lago di Como, Puglia.
Ogni struttura, tra 30 e 50 camere, offrirà design tailor-made, cucina identitaria, arte, benessere e percorsi esperienziali che valorizzano il genius loci, incarnando un’idea di lusso contemporaneo fatta di autenticità, bellezza e servizio sartoriale. A differenza di molti player internazionali, La Gemma Collection adotta un modello integrato che prevede gestione diretta e proprietà immobiliare. Una scelta strategica che consente di mantenere il pieno controllo su posizionamento, qualità e valore patrimoniale delle strutture nel lungo periodo. La crescita sarà sostenuta principalmente da capitali propri, con l’eventuale apertura a investitori minoritari e selezionati, senza intaccare la governance familiare. Il progetto punta a raggiungere entro il 2030 un fatturato aggregato superiore a 45 milioni di euro, con un impatto occupazionale stimato in oltre 350 nuovi posti di lavoro.
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La linea prevede 11 corse al giorno per direzione, operative tutti i giorni della settimana e programmate in fasce orarie che seguono i principali flussi aeroportuali. Il servizio di shuttle aeroportuali avvia così la soluzione con la più alta frequenza oggi disponibile tra Como e Malpensa, offrendo ai viaggiatori un servizio realmente calibrato sulle loro esigenze di mobilità. Il viaggio ha una durata di circa 50 minuti, rendendo lo spostamento pratico e lineare in ogni momento della giornata.
Le fermate sono state pensate per integrarsi al meglio con i movimenti in città ed essere facilmente raggiungibili: a Como San Giovanni il servizio parte dal piazzale antistante la stazione, a pochi passi dal centro, mentre a Grandate Breccia la fermata si trova di fronte al deposito ASF, presso il parcheggio di interscambio Como Centro. Un asset strategico per residenti e turisti, che ora possono contare su un collegamento diretto, frequente e facile da raggiungere verso uno degli aeroporti più importanti d’Europa.
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«Questa prima linea Flibco dedicata a Como amplia le soluzioni di mobilità disponibili per chi deve raggiungere Malpensa - commenta Giuseppe Martino, country manager di Flibco Italia -. La nuova tratta rappresenta un servizio aeroportuale realmente pensato per i viaggiatori, con orari costruiti sui flussi dei voli. Il nostro obiettivo è offrire un’opzione comoda e ben organizzata, e continueremo a investire in Italia per rendere gli spostamenti sempre più semplici ed efficienti».
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