27 July 2024

Federturismo: il rilancio del sistema Italia

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Fare in modo che i fattori cultura, paesaggio e territorio, in altre parole l’industria dei viaggi, siano parte integrante del rilancio del sistema Italia.

È l’obiettivo di Federturismo, impegnata in questi mesi in un progetto itinerante di raccolta delle voci degli imprenditori del settore e del suo indotto, per capire quali siano le priorità di crescita di chi ogni giorno si confronta con le sfide del mercato. «Una sorta di assise diffuse tese a lasciare a ogni territorio uno strumento di progettualità concreto – racconta il presidente Renzo Iorio –. Un lavoro che sarà poi condensato, e riletto in chiave nazionale, per essere quindi presentato a fine maggio, a Roma, in occasione delle celebrazioni per il ventennale della nostra federazione».

Si può avere già qualche anticipazione?

«Ci sono per esempio dei progetti legati al turismo scolastico: l’obiettivo è quello di riportare in Italia i giovani che oggi sono abituati al mordi e fuggi all’estero, provando a far loro apprezzare soprattutto le destinazioni secondarie del nostro territorio, in particolare in chiave di sostenibilità e cultura dell’ambiente. Ma si parla anche di formazione e riqualificazione dei lavoratori di settori in declino, da avviare verso nuove professioni legate al turismo. Non mancano, poi, neppure i suggerimenti su questioni aperte da tempo, come i vincoli di destinazione degli immobili (per la riconversione di strutture ricettive oggi fuori dal mercato, ndr), le difficoltà di accesso al credito e l’armonizzazione fiscale europea».

A proposito di fiscalità e istituzioni: a che punto è il processo di sblocco dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, da voi sollecitato più volte?

«Il primo provvedimento, come è noto, è stato approvato. Ora è la procedura da mettere a punto. Ma servirebbe anche capire quale sia la liquidità effettivamente disponibile, considerando che si parla di una conversione di parte dei debiti in titoli di Stato. Soprattutto, però, a oggi manca un’indicazione precisa sui numeri. È questa sicuramente una delle priorità del governo».

A proposito del nuovo governo e del ministro Bray…

«Da quello che so Massimo Bray è uomo di cultura, ma se l’unione dei beni culturali con il turismo è l’inizio, finalmente, di una nuova progettualità, che riguardi l’intera destinazione Italia, allora, la cosa inizia a divcenbtaere interessante. Vediamo come si muove. Certo sarebbe auspicabile una nuova stagione».

Tornando alle faccende confindustriali, cosa pensa della recente polemica che ha coinvolto Astoi e Fiavet?

«Francamente credo che le priorità siano diverse. Non entro nel merito della cosa, ma bene ha fatto il presidente Astoi, Nando Filippetti, a non drammatizzare troppo la cosa».

Più importante, forse, lo stallo per il rinnovo del Contratto nazionale del lavoro…

«Sicuramente sì. Stiamo discutendo da tempo. A un certo punto, però, i sindacati hanno unilateralmente deciso di interrompere il confronto; credo alla luce di un analogo congelamento al tavolo con Confcommercio. A differenza di quest’ultima, però, noi abbiamo pensato di non sospendere l’ultima tranche di aumenti salariali previsti dal contratto vigente, perché crediamo sia importante rispettare gli accordi presi. Ma soprattutto riteniamo fondamentale lavorare insieme nell’interesse dell’intero comparto».

Quali i punti più critici della trattativa?

«Ritengo che il problema maggiore sia il rispetto non universale del Ccnl. Un tema che, a mio avviso, non è sufficientemente avvertito dai sindacati. Legata a ciò c’è poi la questione centrale della discussione: le rigidità e gli automatismi degli istituti contrattuali che, rendendone difficile la gestione, favoriscono la creazione di posti precari a scapito di quelli regolari».

Per concludere: come è andata questa prima parte dell’anno?

«Non bene, sinceramente. Ma i mesi iniziali sono tradizionalmente condizionati dalla domanda domestica. Data la situazione, i risultati non sarebbero potuti essere diversi. Confidiamo, però, in un recupero per il proseguo dell’anno, quando si attiveranno i flussi degli arrivi internazionali. E poi ci sono le stime che parlano di un sussulto dell’economia previsto per l’ultimo trimestre. D’altro canto il 2013 rimane comunque un anno complesso, anche perché la ripresa pare stentare pure negli altri paesi europei».

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