27 agosto 2020 12:04
Sono numeri impietosi quelli registrati da eDreams Odigeo per il proprio primo trimestre fiscale chiuso a giugno 2020. Un andamento purtroppo prevedibile, che ha visto la compagnia chiudere con utili netti rettificati in rosso per 23,6 milioni di euro (nello stesso periodo dell’anno scorso erano in territorio positivo per 9 milioni), nonché con margini operativi lordi (ebidta) a -15,6 milioni (erano a +19,4 milioni nel 2019).
Il gruppo tuttavia continua a beneficiare di una solida base liquida con disponibilità per 167 milioni di euro a fine luglio, inclusi 115 milioni di euro non utilizzati della super senior revolving credit facility (Ssrcf). L’indice netto di leva finanziaria della compagnia è però al contempo salito dal 2,5x di giugno 2019 al 6,5x dello stesso mese di quest’anno, mentre il coefficiente lordo di leva finanziaria è passato dal 3,7x all’8x.
“Nonostante questi tempi difficili, il nostro business model si è dimostrato solido e flessibile e sono lieto dei progressi compiuti nel corso del trimestre – ha comunque dichiarato il ceo di eDreams Odigeo, Dana Dunne -. Le azioni intraprese prima del picco della pandemia per aumentare la diversificazione dei ricavi hanno infatti fornito al nostro modello una forza aggiuntiva. Siamo un’azienda con un’impronta fortemente tecnologica e motivata dal desiderio di innovare e guidare il cambiamento. Restiamo concentrati sul nostro obiettivo di realizzare una crescita sostenibile e a lungo termine e sono fiducioso che lo centreremo. Il passaggio accelerato al digitale ci pone in una posizione molto forte e cercheremo di sfruttar ulteriormente questo vantaggio. Gli ultimi mesi non hanno precedenti nel settore dei viaggi e desidero ringraziare i nostri incredibili team che hanno raccolto la sfida continuando a portare avanti l’attività. È grazie alle persone che compongono eDreams Odigeo e al nostro business duttile e agile che usciremo vincitori da questa crisi.’’
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Ha chiuso l’anno finanziario 2023/2024 con ricavi operativi pari a 24 milioni di euro Trinity ViaggiStudio, che mette a segno una crescita del 5,5% rispetto all’esercizio precedente: «I risultati positivi raggiunti premiano le scelte intraprese dalla nostra azienda, che puntano a elevare lo standard qualitativo di servizio e prodotto offerto - spiega Claudia Randazzo, ceo & founder del to -. In linea con questa strategia il gruppo Trinity si è allargato acquisendo la St. Andrews college language schools, società scozzese specializzata in campi estivi e programmi culturali, che gestisce di 18 centri nel Regno Unito. Attraverso questa importante operazione prevediamo di raggiungere un consolidamento di vendite di oltre 45 milioni di euro nell’esercizio 24/25, diventando così uno dei principali attori nel nostro segmento di mercato”.
Trinity ViaggiStudio lancia inoltre il catalogo Estate 2025, con 58 destinazioni in tutto il mondo: «Anche se offriamo molte lingue, le famiglie preferiscono investire sull’inglese, che è quella più richiesta dal mondo del lavoro. I nostri percorsi consentono di acquisire delle importanti qualifiche e sono riconosciuti dai maggiori enti preposti, per l’inglese principalmente dal British Council. Abbiamo una grande fidelizzazione, con un 60%/70% di repeater. Ci rivolgiamo alle famiglia italiane che cercano la qualità anche nell’accompagnatore, che in Trinity ViaggiStudio è una figura estremamente professionale: il valore aggiunto del nostro business-model. Nei college abbiamo dei supervisor-senior, aiutati nella quotidianità dai supervisor-junior e nei centri principali mandiamo anche un medico italiano. Trinity pensa all’inclusività: da dieci anni offriamo delle vacanze-studio per ragazzi dislessici, insieme con l’Associazione italiana dislessia. Supportati dall’Associazione dei ragazzi diabetici italiani portiamo con noi anche chi ha bisogno di questo monitoraggio, con i nostri viaggiatori sempre seguiti da un medico. Un’ulteriore attenzione è l’introduzione del programma Gluten friendly su alcuni specifici college e destinazioni».
Trinity ViaggiStudio è un tour operator specializzato nell’organizzazione di viaggi e soggiorni studio per la conoscenza delle lingue straniere, con sede a Milano, Roma e rappresentanza nel Regno Unito e Stati Uniti. Opera in oltre 13 Paesi nel mondo e in Italia, organizzando percorsi studio suddivisi per differenti fasce di età: a partire dai sette anni, ma con un focus tra i 12 e i 17 e con programmi individuali per i ragazzi più grandi.
«Siamo una nicchia di mercato all’interno del grande mondo delle vacanze. Nasciamo nel 1998 come specialisti sull’Irlanda. Ci chiamiamo Trinity per citare il noto college di Dublino, icona dell’Irlanda, e il Trinity College London Spoken Examination: un esame sulle competenze linguistiche. Nel corso degli anni ci siamo specializzati su altre destinazioni e oggi portiamo i nostri studenti nel mondo intero. I viaggi studio all’estero sono diventati una parte importante del nostro turismo, sia trade sia consumer: tante famiglie italiane investono sul futuro dei figli, sia durante le vacanze estive, sia durante l’anno scolastico. Riteniamo sia un tema di grande interesse dal punto di vista b2b e b2c. Il nostro obiettivo è quello che si parli sempre di più di questo settore come segmento del turismo».
Il core business di Trinity ViaggiStudio sono le vacanze-studio classiche: due settimane in college e campus universitari. Ma dopo il Covid è diventato molto importante il programma High school, la scelta di frequentare per tre, sei o 12 mesi l’anno accademico all’estero. Tra le destinazioni preferite dagli studenti è in testa l’Inghilterra (52,3%), seguita da Scozia (15,9%), Irlanda (15,4%) e Stati Uniti al 9,6%. Malta e Canada si attestano rispettivamente al 2,2% e il 2%, mentre l’Italia, sede dei Summer camp, copre l’1,2% delle pratiche fatturate.
«Abbiamo destinazioni in tutto il mondo, dal 2023 anche il Giappone - conclude Claudia Randazzo -. Per noi è importante l’emisfero sud del mondo, con Sudafrica, Nuova Zelanda, Australia e Argentina, dove è possibile organizzare il trimestre durante l’estate. Nel periodo post-pandemia abbiamo proposto con successo gli Emirati Arabi e quest’anno avremo anche Mauritius».
[post_title] => Si espande l'offerta Trinity ViaggiStudio che punta a quota 45 mln di ricavi operativi
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A Brucoli durante il confronto con le associazioni di categoria sulle sfide presenti e future del turismo, il ministro del turismo Daniela Santanchè ha lanciato l’idea di realizzare una rete di musei industriali per ampliare l’offerta turistica. «Bisogna mettere in rete tutti i
nostri musei industriali perchè abbiamo un’offerta pazzesca, bisogna lavorare ad un network per metterli a sistema per incrementare non soltanto la destagionalizzazione del turismo ma anche per attirare i giovani che sono alla ricerca di queste realtà».
Quindi si è soffermata sull’offerta ricettiva: «Siamo una nazione di qualità non di quantità, bisogna vincere la sfida dei servizi, metterci insieme, troppe aziende soffrono di nanismo nella filiera del turismo. Non abbiamo una catena di alberghi famosa nel mondo. Nei piccoli borghi, abbiamo fatto una ricerca, gli alberghi non ci sono, capisco che voi avete problemi economici ma pensiamoci insieme, troviamo soluzioni perché sono necessari», ha aggiunto.
Il ministro ha ragione, non abbiamo una catena di alberghi forte in campo internazionale. M; qui si pone la domanda: perché non l'abbiamo. siamo meno bravi? Non credo. Abbiamo delle defaillance organizzative? Neanche. Il vero problema che le nostre ricchezze, dalle auto, alla componentistica, all'industria dolciaria (tranne qualche marchio) alle catene alberghiere è tutto in mano straniera. E questo per un motivo solo: eccesso di liberismo. Chi è più ricco compra tutto. E noi vendiamo
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[post_content] => Thai Airways prevede di concludere il processo di ristrutturazione entro il secondo trimestre del 2025: l'annuncio arriva mentre la compagnia delinea la nuova strategia di crescita - “Fly for the new pride” - per garantire una “redditività sostenuta” nel lungo termine.
Il presidente del comitato esecutivo del piano di risanamento aziendale di Thai, Piyasvasti Amranand, ha dichiarato che la compagnia aerea sta intraprendendo una ristrutturazione del capitale che la vedrà convertire il debito esistente dei creditori in capitale e concedere ai suoi creditori il diritto di convertire il debito aggiuntivo in capitale.
Ciò include anche l'offerta di ulteriori azioni ordinarie agli attuali azionisti della compagnia aerea «per rafforzare il capitale di Thai Airways» e prepararsi a un'eventuale riquotazione allaBorsa thailandese. «Questo piano è una trasformazione importante dell'organizzazione, in termini di ristrutturazione dell'organizzazione da impresa statale a... una società privata che opera in modo efficiente, flessibile e trasparente» osserva Piyasvasti.
«Con queste strategie, Thai Airways sarà in grado di operare in modo agile, affrontare le sfide e adattarsi rapidamente ai cambiamenti, oltre che di sviluppare nuove opportunità di business, per una crescita forte e sostenibile» ha aggiunto il ceo, Chai Eamsiri.
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[post_content] => Negli ultimi anni, il turismo sostenibile è diventato una priorità per viaggiatori e operatori della travel industry. In un'epoca in cui la consapevolezza ambientale è in costante crescita, le agenzie di viaggio italiane hanno l'opportunità di distinguersi promuovendo viaggi brevi e sostenibili, con un particolare focus sui viaggi in macchina elettrica. Non solo questa soluzione riduce le emissioni di CO2, ma offre anche una serie di vantaggi economici, ambientali e di benessere per i turisti.
I viaggiatori oggi scelgono esperienze che possano combinare il piacere del viaggio con il rispetto per l'ambiente. Le agenzie di viaggio hanno un ruolo chiave nel fornire offerte che rispondano a questa esigenza, contribuendo a ridurre l'impronta ecologica del settore turistico. Viaggiare in auto elettrica è un'opzione ideale, soprattutto per le destinazioni brevi, che si collocano perfettamente all'interno di questa filosofia.
I benefici dei viaggi in macchina elettrica
Riduzione delle emissioni di CO2
I veicoli elettrici non producono emissioni di gas di scarico, contribuendo a migliorare la qualità dell'aria e a ridurre l'inquinamento. Questo è particolarmente importante per i viaggi brevi, dove l’uso dell’auto può essere preferito rispetto a mezzi più ingombranti come treni o aerei per comodità e flessibilità.
Costi operativi inferiori
Viaggiare in macchina elettrica può ridurre significativamente i costi associati ai carburanti tradizionali. I prezzi dell'elettricità per la ricarica dei veicoli sono spesso inferiori rispetto a quelli della benzina o del diesel, e molte stazioni di ricarica offrono tariffe competitive o sconti per i veicoli green. Inoltre, i veicoli elettrici richiedono meno manutenzione, grazie all'assenza di componenti come il motore a combustione interna.
Esperienze di viaggio autentiche
Le agenzie di viaggio possono sfruttare i viaggi in auto elettrica per promuovere esperienze di slow tourism, offrendo ai clienti l'opportunità di esplorare luoghi meno conosciuti, lontani dalle rotte turistiche tradizionali. Proponendo pacchetti di viaggio che prevedano strade panoramiche e piccoli borghi o parchi naturali, le agenzie di viaggio possono offrire al cliente un'esperienza più autentica e rilassante, sostenendo al contempo le economie locali.
Incentivi e agevolazioni
Molti Paesi, inclusa l'Italia, offrono incentivi per chi utilizza veicoli elettrici. I viaggiatori possono beneficiare di agevolazioni come l'accesso a zone a traffico limitato (ZTL), parcheggi gratuiti o scontati e, in alcune aree, anche la ricarica gratuita delle batterie. Le agenzie di viaggio possono integrare queste agevolazioni nelle loro offerte, rendendo i pacchetti più attraenti per i clienti.
Rete di ricarica in espansione
L'Italia ha visto una rapida crescita delle stazioni di ricarica per veicoli elettrici negli ultimi anni, rendendo sempre più facile pianificare viaggi brevi in auto elettrica. Dalle aree urbane alle località più remote, l'accessibilità alle colonnine di ricarica continua a migliorare, permettendo ai viaggiatori di viaggiare in tutta tranquillità senza preoccuparsi dell’autonomia del veicolo.
Il turismo sostenibile non è solo una tendenza, ma una necessità per il futuro. Le agenzie di viaggio italiane che abbracceranno questa transizione verso viaggi brevi in macchina elettrica non solo contribuiranno a ridurre l'impatto ambientale, ma offriranno anche esperienze uniche e autentiche ai propri clienti. Promuovere questo tipo di turismo è un passo verso un futuro più verde, dove il piacere del viaggio può coesistere armoniosamente con la salvaguardia del nostro pianeta.
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[post_content] => State of the cycling tour operators industry 2024. E' il nome del rapporto realizzato dall'Adventure travel trade association (Atta), da CycleSummit e dalla European cyclists' federation (Ecf), presentato in occasione della conferenze 2024 EuroVelo & Cycle Tourism, tenutasi recentemente a Viborg.
Lo studio evidenzia come il cicloturismo stia proseguendo la sua espansione a livello globale, registrando una crescita non solo in Europa, ma anche in destinazioni emergenti come il Cile, la Colombia, il Giappone e la Nuova Zelanda. Nonostante il cicloturismo autogestito rimanga il segmento principale in paesi come la Germania, dove oltre il 90% dei cicloturisti organizza i propri viaggi autonomamente, il ruolo dei tour operator continua a essere cruciale per l'evoluzione del settore.
“Stiamo assistendo a un aumento della domanda di tour self-guided, specialmente in Europa, grazie alla flessibilità che questi offrono ai viaggiatori - spiega il direttore generale di Atta per l'Europa, David Symes -. Questo trend sta ora conquistando anche il mercato nordamericano, dove stiamo osservando un crescente interesse per questo tipo di esperienze".
Un aspetto chiave del cambiamento del settore è il boom delle biciclette elettriche. Secondo i dati raccolti, il 64% degli operatori intervistati dichiara che almeno un quarto dei propri clienti utilizza e-bike, con l’Europa in testa per innovazione. “Le e-bike stanno trasformando il cicloturismo, rendendolo accessibile a un pubblico più ampio - aggiunge la responsabile regionale di Atta per l'Europa, Monica Gazzera -. Tuttavia, presentano nuove sfide logistiche e di manutenzione che i tour operator devono affrontare per garantire un’esperienza di alta qualità”.
Il rapporto evidenzia anche le principali sfide che i tour operator devono affrontare. L'inflazione rappresenta la maggiore preoccupazione per il 62% degli intervistati, seguita dalle difficoltà di marketing e dall'acquisizione di nuovi clienti. Inoltre, trovare alloggi adeguati e flessibili per i cicloturisti rimane un problema comune, sia in Europa, sia al di fuori del Vecchio continente.
Nonostante le sfide, il rapporto indica chiaramente un trend di crescita positiva per il cicloturismo globale. Oltre a consolidare la propria posizione in mercati tradizionali come Italia, Francia e Germania, gli operatori cicloturistici stanno esplorando nuove destinazioni e forme di turismo attivo, quali il ciclismo gravel e i tour brevi e facili.
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[post_content] => Un anno particolare, ricco di sfide ma anche di soddisfazioni per Arcadia Tour Operator & Dmc. “Grazie alle numerose partnership strette con clienti internazionali tra cui tour operator, network, Ota e bedbanks, durante l’estate abbiamo registrato una crescita dei volumi del 50%. Ma avremmo anche potuto raddoppiare i ricavi, se non fosse stato per il fallimento a fine maggio di Fti, storicamente il nostro cliente principale”, racconta Matteo Mambelli, portavoce dell’operatore con base a Cesenatico.
Anche per Arcadia il mercato ha inoltre mostrato una certa polarizzazione delle tempistiche di prenotazione: “Durante i primi mesi dell’anno viaggiavamo a un ritmo di 200-250 conversioni al giorno. A maggio e giugno siamo scesi a 150, mentre da luglio il trend ha ripreso decisamente a salire e ora registriamo già una domanda consistente anche per il 2025”.
Arcadia al momento lavora su quattro destinazioni. Oltre all’Italia, con 3 mila strutture alberghiere contrattualizzate, c’è la Croazia con 250, la Slovenia con 50 e Cuba con 300. “Serviamo il comparto turistico mondiale. In Europa i nostri principali bacini di domanda sono i paesi di lingua tedesca, la cosiddetta area Dach, nonché la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Polonia, la Spagna e l’Inghilterra. Ma è estremamente importante anche il mercato asiatico, che sviluppa con noi flussi di incoming veramente consistenti, così come avviene per Usa e gli Emirati Arabi”.
Nonostante i numeri positivi, in Arcadia non manca però la consapevolezza delle criticità che l’incoming Italia deve affrontare: “Oggi nel mondo esistono moltissime nuove destinazioni turistiche che fino a 20-30 anni fa erano praticamente inesistenti, ma che hanno saputo rinnovarsi e valorizzare l’offerta, aumentando notevolmente la concorrenza e attirando tra l’altro parte della nostra domanda domestica. Non solo: gli stessi alberghi oggi fanno sempre più fatica a far fronte ai costi, così come a reperire personale qualificato. L’offerta è in sofferenza. D’altra parte, però, possiamo contare su un prodotto unico, che varia dal mare alla montagna, passando per le più ricercate città d’arte, per una proposta termale che andrebbe ulteriormente valorizzata e soprattutto per le esperienze e le attrazioni turistiche del territorio: food and wine, sport, musei, arte in generale».
Non manca insomma la fiducia per un futuro che Arcadia affronta aumentando ogni anno di circa il 20% il proprio prodotto alberghiero: “A ciò si aggiungono le esperienze e le activities, che sono ormai un nostro tassello importantissimo: dai parchi divertimento nazionali come Mirabilandia a Ravenna, Magicland a Roma, Fiabilandia a Rimini e Poseidon a Ischia, alle grandi realtà espositive, fino ad arrivare a tutto il prodotto legato alla Motorvalley (Ferrari, Lamborghini, Ducati…), delle cui fabbriche e musei siamo esclusivisti e che distribuiamo in tutto il mondo, comprese realtà quali Booking, Expedia o TripAdvisor”.
Per il 2025 l’operatore romagnolo prevede quindi un’ulteriore crescita: “Il tutto grazie soprattutto allo scouting di nuovi importanti clienti internazionali – conclude Mambelli -. Siamo inoltre impegnati a cercare di aumentare le operazioni charter, che ci vedono già protagonisti su diverse regioni italiane”.
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Gran recupero per il l'industria turistica del Marocco nei primi otto mesi del 2024, con una crescita delle entrate del 6,7% e un totale di 11,8 milioni di turisti.
Secondo i dati rilevati dal Foreign Exchange Office le entrate hanno raggiunto i 76,4 miliardi di dirham (circa 7,8 miliardi di dollari) alla fine di agosto, rispetto ai 71,7 miliardi di dirham dello stesso periodo dell'anno precedente. Cifre che riflettono una progressiva ripresa del settore turistico negli ultimi tre anni, dopo le pesanti conseguenze della pandemia.
"Questi risultati confermano lo slancio senza precedenti del turismo marocchino. Il record di entrate è stato raggiunto grazie a un numero eccezionale di arrivi di turisti, 1,8 milioni in agosto e 11,8 milioni dall'inizio dell'anno, pari ad una crescita di 1,6 milioni rispetto allo stesso periodo del 2023”, ha sottolineato Fatima-Zahra Ammor, ministro del Turismo, dell'Artigianato e dell'Economia sociale e solidale.
Una parte significativa di questo aumento è attribuita ai mesi estivi, con il Paese che ha visto un afflusso di 4,4 milioni di turisti nei mesi di luglio e agosto, che rappresentano un aumento del 21% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ha osservato Ammor.
Nel 2023, il Marocco aveva accolto 14,5 milioni di turisti, contribuendo a entrate in valuta estera per 105 miliardi di dirham. La Banca Al-Maghrib prevede che quest'anno le entrate turistiche aumenteranno del 7,1%.
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[post_content] => E' cresciuta dell'8,6% la domanda misurata in passeggeri-chilometro nello scorso mese di agosto, rispetto ad agosto 2023: la capacità totale, ask è cresciuta invece del 6,5% rispetto all'anno precedente. Il load factor di agosto è stato dell'86,2% (+1,6ppt rispetto ad agosto 2023), un nuovo record.
Sono i dati rilevati dalla Iata, che evidenziano come la domanda internazionale sia aumentata in agosto del 10,6% a fronte di un incremento di capacità del 10,1% rispetto all'anno precedente e il load factor è salito all'85,7% (+0,4ppt rispetto ad agosto 2023).
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«I fattori di carico hanno raggiunto livelli livelli record, mentre l'aumento della capacità del 6,5% dimostra la resistenza di fronte ai persistenti problemi della catena di approvvigionamento e alle carenze infrastrutturali - ha commentato Willie Walsh, direttore generale della Iata -. Guardando al futuro, la continua forte crescita della domanda segnala che potremmo avvicinarci rapidamente a una carenza di capacità infrastrutturale che limiterebbe la connettività e la scelta per i passeggeri e le imprese. Se i governi vogliono massimizzare i benefici dell'aviazione, devono prendere decisioni coraggiose per garantire una capacità infrastrutturale sufficiente».
Particolarmente positiva la performance dei vettori europei, che hanno registrato un aumento della domanda del 9,1% su base annua; la capacità è salita dell'8,5% su base annua e il load factor è stato dell'87,2% (+0,5ppt rispetto ad agosto 2023). La rotta Europa-Asia è stata di gran lunga la più in crescita, anche se risulta ancora nettamente inferiore al picco del 2019.
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[post_content] => Si è concluso lo scorso fine settimana con grande successo il primo congresso dell'Associazione Italiana dei Destination Manager (Assidema), tenutosi presso l’hub culturale Memoria Futura, sede della Dmo Sistema Monferrato, proprio in occasione della Giornata mondiale del turismo del 27 settembre. L'evento ha visto la partecipazione di oltre 50 destination manager provenienti da 15 regioni italiane, confermando l'importanza crescente di questa figura professionale nel panorama turistico nazionale.
Durante la prima giornata, che ha sviluppato il tema del congresso “Economia della relazioni”, i destination manager presenti hanno avuto l’opportunità di presentarsi e confrontarsi sulle loro esperienze, arricchendo il dibattito con idee e prospettive differenti. Uno dei momenti centrali è stato la presentazione dei risultati preliminari di una ricerca condotta dal Comitato Scientifico di Assidema, guidato dalla Prof.ssa Luna Leoni, che ha coinvolto un terzo dei destination manager italiani. I dati emersi hanno evidenziato come le competenze tecniche siano considerate fondamentali per il successo del ruolo, con particolare riferimento alla gestione delle relazioni tra stakeholder pubblici e privati. Nonostante non vi siano differenze significative nelle competenze richieste in base alla destinazione, la conoscenza diretta del territorio è stata identificata come un elemento cruciale per personalizzare le strategie di promozione e gestione turistica.
La giornata si è conclusa con un coinvolgente talk show sul ruolo del destination manager, a cui hanno partecipato Claudio Dell’Accio, presidente di Assidema, la vice presidente Flavia Coccia, insieme ai destination manager Giancarlo Dell’Orco e Andrea Cerrato. Durante il dibattito, si è sottolineato come il ruolo del destination manager non sia definito dal luogo o dall’ente in cui opera, ma dalle competenze che è in grado di mettere in campo. A chiudere l’incontro è stato l'intervento dal pubblico di Josep Ejarque, uno dei più noti destination manager europei, che ha stimolato l’associazione a definire con maggiore precisione i confini e le competenze necessarie per potersi identificare come destination manager.
Il giorno successivo si è tenuta l’assemblea conclusiva del congresso, durante la quale è stato firmato il manifesto dei Destination Manager "Vision 2030", documento che traccia le linee guida per il futuro della professione in Italia. Il manifesto pone l'accento sulle competenze chiave che deve avere il Destination Manager e i compiti fondamentali che deve portare a compimento
Queste le sette competenze chiave del Destination Manager: Destination Planning: pianificazione strategica delle destinazioni turistiche. Destination Management: gestione coordinata degli elementi che compongono una destinazione. Destination Marketing: creazione di strategie di marketing per attrarre visitatori. Destination ICT: utilizzo di dati e tecnologie per prendere decisioni informate e gestire la destinazione. Destination Fund Raising: capacità di raccogliere risorse pubbliche e private per lo sviluppo della destinazione. Destination Sustainability: Intervenire sul territorio con raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ( ambientale /economica/ sociale ) Revenue Management: ottimizzazione dei ricavi attraverso lo studio dei comportamenti di mercato e tendenze di acquisto.
Sull’ultimo punto, sempre molto dibattuto quando si tratta degli obiettivi di una DMO è intervenuto Franco Grasso, decano dei revenue manager italiani: «Ritengo che la cultura del revenue management sia necessaria affinché le strutture di un territorio possano esprimere il massimo delle loro potenzialità. Inoltre poiché il revenue funziona di più nel momento in cui sono molti a farlo penso che un approccio di questo tipo possa davvero spingere lo sviluppo di una destinazione turistica. Io finché posso darà il mio contributo e farò il tifo per Assidema».
Mentre i 6 compiti fondamentali del DM sono stati definiti come Analisi del sistema turistico: capacità di analizzare dati e tendenze del settore turistico. Co-design con la comunità locale: coinvolgimento della popolazione locale nella pianificazione strategica. Gestione delle relazioni pubblico-privato: facilitazione della collaborazione tra stakeholder pubblici e privati. Sviluppo dell’offerta turistica: creazione e miglioramento di prodotti turistici in base alle esigenze del mercato. Pianificazione delle strategie di marketing: definizione di strategie comunicative efficaci.
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Al termine dell’assemblea il presidente Claudio Dell’Accio ha commentato: «Siamo estremamente soddisfatti del risultato ottenuto durante la nostra prima assemblea con oltre 50 professionisti che si sono riuniti per confrontarsi e tracciare insieme il futuro del destination management in Italia. Questo evento ha confermato la rilevanza e la necessità di riconoscere formalmente questa professione, che richiede competenze specifiche e strategiche per valorizzare le nostre destinazioni. Tuttavia, è preoccupante vedere come, nel nostro Paese, chiunque possa autodefinirsi destination manager, anche chi si occupa semplicemente di organizzare piccoli eventi privati. Essere un destination manager non significa pianificare feste, ma sviluppare e gestire strategie complesse che influenzano la competitività di un territorio. È ora che il nostro settore faccia chiarezza e tuteli la vera professionalità di chi opera per il bene delle destinazioni, definendo criteri chiari su chi può legittimamente usare questo titolo»
Per Assidema il prossimo appuntamento è al Ttg Travel Experience di Rimini dove sarà protagonista del convegno: “Veritas behind the scene. Metriche e trend per il destination management efficace. Il parere di Assidema”, giovedì 10 ottobre alle 12:10 presso la Global Village Arena (Pad. A2).
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A chiudere l’incontro è stato l'intervento dal pubblico di Josep Ejarque, uno dei più noti destination manager europei, che ha stimolato l’associazione a definire con maggiore precisione i confini e le competenze necessarie per potersi identificare come destination manager.\r\nIl giorno successivo si è tenuta l’assemblea conclusiva del congresso, durante la quale è stato firmato il manifesto dei Destination Manager \"Vision 2030\", documento che traccia le linee guida per il futuro della professione in Italia. Il manifesto pone l'accento sulle competenze chiave che deve avere il Destination Manager e i compiti fondamentali che deve portare a compimento\r\nQueste le sette competenze chiave del Destination Manager: Destination Planning: pianificazione strategica delle destinazioni turistiche. Destination Management: gestione coordinata degli elementi che compongono una destinazione. Destination Marketing: creazione di strategie di marketing per attrarre visitatori. Destination ICT: utilizzo di dati e tecnologie per prendere decisioni informate e gestire la destinazione. Destination Fund Raising: capacità di raccogliere risorse pubbliche e private per lo sviluppo della destinazione. Destination Sustainability: Intervenire sul territorio con raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ( ambientale /economica/ sociale ) Revenue Management: ottimizzazione dei ricavi attraverso lo studio dei comportamenti di mercato e tendenze di acquisto.\r\nSull’ultimo punto, sempre molto dibattuto quando si tratta degli obiettivi di una DMO è intervenuto Franco Grasso, decano dei revenue manager italiani: «Ritengo che la cultura del revenue management sia necessaria affinché le strutture di un territorio possano esprimere il massimo delle loro potenzialità. Inoltre poiché il revenue funziona di più nel momento in cui sono molti a farlo penso che un approccio di questo tipo possa davvero spingere lo sviluppo di una destinazione turistica. Io finché posso darà il mio contributo e farò il tifo per Assidema».\r\nMentre i 6 compiti fondamentali del DM sono stati definiti come Analisi del sistema turistico: capacità di analizzare dati e tendenze del settore turistico. Co-design con la comunità locale: coinvolgimento della popolazione locale nella pianificazione strategica. Gestione delle relazioni pubblico-privato: facilitazione della collaborazione tra stakeholder pubblici e privati. Sviluppo dell’offerta turistica: creazione e miglioramento di prodotti turistici in base alle esigenze del mercato. Pianificazione delle strategie di marketing: definizione di strategie comunicative efficaci.\r\nAttivare concrete politiche di sostenibilità: promuovere azioni misurabili che portino un impatto positivo sul territorio Commercializzazione: selezione dei canali di distribuzione adeguati per promuovere l'offerta turistica\r\nAl termine dell’assemblea il presidente Claudio Dell’Accio ha commentato: «Siamo estremamente soddisfatti del risultato ottenuto durante la nostra prima assemblea con oltre 50 professionisti che si sono riuniti per confrontarsi e tracciare insieme il futuro del destination management in Italia. Questo evento ha confermato la rilevanza e la necessità di riconoscere formalmente questa professione, che richiede competenze specifiche e strategiche per valorizzare le nostre destinazioni. Tuttavia, è preoccupante vedere come, nel nostro Paese, chiunque possa autodefinirsi destination manager, anche chi si occupa semplicemente di organizzare piccoli eventi privati. Essere un destination manager non significa pianificare feste, ma sviluppare e gestire strategie complesse che influenzano la competitività di un territorio. È ora che il nostro settore faccia chiarezza e tuteli la vera professionalità di chi opera per il bene delle destinazioni, definendo criteri chiari su chi può legittimamente usare questo titolo»\r\nPer Assidema il prossimo appuntamento è al Ttg Travel Experience di Rimini dove sarà protagonista del convegno: “Veritas behind the scene. Metriche e trend per il destination management efficace. Il parere di Assidema”, giovedì 10 ottobre alle 12:10 presso la Global Village Arena (Pad. A2).","post_title":"Assidema: primo congresso dell'associazione dei destination manager","post_date":"2024-10-03T10:21:51+00:00","category":["enti_istituzioni_e_territorio"],"category_name":["Enti, istituzioni e territorio"],"post_tag":[]},"sort":[1727950911000]}]}}