21 settembre 2023 12:19
Con un numero di arrivi a livello globale che ha raggiunto l’84% dei livelli pre-pandemia tra gennaio e luglio, l’industria mondiale del turismo prosegue la sua marcia verso il pieno recupero dei flussi pre-pandemia.
I dati elaborati dal World Tourism Barometer 2023 dell’Unwto evidenziamo come la domanda turistica sia rimasta resistente in tutti i mercati nonostante le sfide economiche e geopolitiche, ma il settore deve ora adattarsi alle nuove realtà.
Nel periodo gennaio-luglio, 700 milioni di turisti hanno viaggiato a livello internazionale, con un aumento del 43% rispetto agli stessi mesi del 2022. Il mese più affollato è stato luglio, con 145 milioni di turisti nel mondo, pari al 20% del totale dei sette mesi. Europa, Medio Oriente e Africa hanno trainato il rimbalzo del settore.
Proprio l’Europa spicca con numeri oltre la media, recuperando il 91% dei livelli pre-crisi, grazie alla robusta domanda intraregionale e agli arrivi dagli Stati Uniti. Il Medio Oriente ha registrato i risultati migliori, con arrivi superiori del 20% ai livelli 2019, mentre l’Africa ha recuperato il 92% del numero di visitatori pre-crisi.
«Il turismo è in forte ripresa in ogni parte del mondo. Ma mentre il nostro settore si riprende, deve anche adattarsi – ha sottolineato il Segretario generale dell’Unwto, Zurab Pololikashvili -. Gli eventi meteorologici estremi a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi e le sfide critiche legate alla gestione dei flussi turistici in aumento sottolineano la necessità di costruire un settore più inclusivo, sostenibile e resiliente e di garantire che la ripresa vada di pari passo con il ripensamento del nostro settore».
Sulla base del tasso di viaggi in corso e delle prenotazioni per settembre-dicembre, gli analisti Unwto prevedono che il turismo internazionale globale raggiungerà l’80-95% dei livelli pre-pandemia nel 2023. Allo stesso tempo, la riapertura della Cina e di altri mercati asiatici dovrebbe incrementare i viaggi in tutto il mondo.
Tra i rischi per la ripresa vi sono l’inflazione elevata e l’aumento dei prezzi del petrolio, che hanno fatto lievitare i costi di trasporto e alloggio, incidendo sui modelli di spesa dei viaggiatori.
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Dall'altra parte la politica. Allora leggiamo le risposte del ministro Santanchè e addirittura del presidente del consiglio Giorgia Meloni.
Politica
Partiamo dal minore in grado: Santanchè. «L'Italia deve tornare sul primo gradino della scala mondiale del turismo», poi «Bisogna costruire veramente un’industria del turismo che partecipi in maniera importante al nostro Prodotto interno lordo (Pil)». Inoltre «Le agenzie di viaggio e i tour operator sono imprenscindibili per il turismo del Paese». ne potremmo aggiungere altre ma bastano queste per far notare il profondo scollamento fra turismo organizzato e politica.
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Giuseppe Aloe
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Ita Airways traguarda un 2024 che sarà una volta di più nel segno dei redditizi collegamenti di lungo raggio: ad anticipare i tratti del futuro sviluppo è Emiliana Limosani, cco del vettore e ceo di Volare, in occasione del Biz Travel Forum 2023.
Così, la crescita di Ita «proseguirà il prossimo anno con un aumento della capacità offerta del +36%» all'interno del quale spicca il «grande focus sul lungo raggio e soprattutto verso il Nord America, dove ancora c'è tanto spazio, sia incoming sia outgoing: apriremo la Toronto e la Chicago».
Nel mirino anche il medio raggio, a cominciare dal «Medio Oriente, con Jeddah e Riyadh in Arabia Saudita, un Paese in grande sviluppo, e ancora in Africa».
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L'analisi sull’andamento dell’economia e della finanza illustrata da Corrado Panzeri, partner - head of the Innovation & Technology Hub, Teha, ha evidenziato come «negli ultimi tre anni ci siamo trovati a fronteggiare ben 17 elementi di crisi che hanno toccato ogni ambito, dalla sanità alle guerre, all’instabilità del sistema finanziario, alla volatilità dei prezzi delle materie prime.
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In questo quadro il turismo è stato protagonista «di un rimbalzo positivo, in estate arrivi totali - stranieri e italiani - allineati al 2019. Considerando un orizzonte ventennale le presenze straniere risultano poco meno che raddoppiate, mentre il turismo italiano si è mantenuto costante». A trainare la crescita le presenze estere: «Durante tutto l'arco dell'anno le presenze degli stranieri sono aumentate del 44% dal 2003 al 2022».
Bilancia commerciale del turismo: il saldo è positivo
Da qui, i numeri della «bilancia commerciale del turismo che vede un saldo positivo: nel 2022 è stato raggiunto il record, superando quindi i livelli del 2019. Sempre nel 2022 la spesa turistica totale in Italia è stata di 126,4 miliardi di euro, (sommando anche la spesa degli italiani nel nostro Paese), dato significativamente superiore all’anno precedente».
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Quella attuale è però una fase diversa: «Il Pil rallenta ovunque, con un tasso di crescita per l'Italia dello 0,7% per il 2023, come pure per il 2024». Siamo di fronte ad un innalzamento del costo del denaro, l’inflazione resta un problema grave, peggiora la condizione di famiglie in povertà assoluta nel Paese. E ancora, il prezzo dell'energia «che è sì meno della metà rispetto ai picchi 2020-22 ma ancora alto rispetto a prima della guerra», i costi dei mutui e il livello dei salari che in Italia non hanno tenuto il passo di cresciuta degli altri paesi, anzi. Non ultimo, «il rallentamento della Germania: le previsioni del Fondo Monetario Internazionale stimano un calo del Pil tedesco nel 2023 del -0,5%, la peggiore tra le grandi economie europee».
Nonostante i tanti fattori di rischio, «il sentiment sugli investimenti della business community di Teha Club è migliore rispetto al periodo pre-Covid (per i prossimi sei mesi) - conclude Panzeri -: quasi 7 imprenditori su 10 ritengono che il fatturato della propria impresa aumenterà nel 2023».
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[post_content] => Ha aperto i propri battenti solo a fine luglio, ma il Bluh Furore, ristorante fine dining del Furore Grand Hotel, 5 stelle della Costiera amalfitana di proprietà dei fratelli Irollo de Lutiis, ha già conquistato la sua prima stella Michelin. Classe 1995, originario di Gragnano e per sette anni a fianco di Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi, chef Vincenzo Russo ha raggiunto il prestigioso riconoscimento davvero in un tempo record.
“L’assegnazione della stella Michelin è di certo una grande soddisfazione – commenta Pietro Irollo de Lutiis –: un valore aggiunto, ma anche il primo passo di un percorso ambizioso e impegnativo verso il posizionamento che desideriamo dare al Furore Grand Hotel. Questo importante riconoscimento conferma che la nostra scelta strategica di investire su un giovane e talentuoso chef come Vincenzo Russo, con la supervisione di Enrico Bartolini, si è dimostrata vincente. Con la consapevolezza che possiamo e dobbiamo lavorare per migliorarci e arrivare a traguardi ancora più ambiziosi”.
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Una bella sfida, quindi, per il resident chef Vincenzo Russo, per la sua brigata di cucina e per lo staff di sala abilmente coordinato da Raffaele Rispoli. “Questa stella Michelin assume un valore particolare, perché premia un’altra nostra decisione: quella di aver puntato sui giovani - conclude Irollo de Lutiis -. Vincenzo Russo ha 28 anni, il primo maître del Bluh ne ha 32; nelle brigate di sala e cucina sono tutti giovani: hanno un’età media di 30 anni o poco meno e questo ci riempie di orgoglio. Probabilmente per una nuova apertura sarebbe stato più tranquillizzante scegliere uno chef con diversi anni di esperienza; invece, abbiamo preferito l’aspetto sfidante, proprio perché è un progetto a cui guardiamo a medio e lungo termine, con l’obiettivo di offrire un modello di accoglienza e di ospitalità di alto livello e non omologato a quelli che sono i canoni tradizionali della Costiera".
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E' il caso della Campania in cui il valore delle esportazioni nella prima metà del 2023 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è cresciuto enormemente, raggiungendo il +25,5%. Un valore che di molto supera quello generale delle aziende italiane (al +4,2%) e dell'intero Sud Italia che è solo dell'1,3% in totale.
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Nel primo semestre 2023 in Campania va molto forte anche il turismo, con il definitivo exploit del dopo-covid, soprattutto riguardo alla presenza di turisti provenienti dall'estero, che sono aumentati del 9% rispetto allo stesso periodo del 2022, ma che sono cresciuti anche rispetto al 2019, anno pre-covid e considerato per Napoli quello del boom del turismo.
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"Siamo orgogliosi di essere stati nominati come miglior posto di lavoro al mondo, dopo i riconoscimenti ottenuti in più di 20 paesi in Europa, Medio Oriente e Africa - commenta l'evp Europe, Middle East & Africa di Hilton, Simon Vincent -. Questo premio celebra la dedizione dei nostri straordinari team member e la cultura dell'innovazione e dell'inclusività che abbiamo coltivato per più di un secolo. È una testimonianza del potere di investire nelle nostre risorse per creare un ambiente di lavoro eccezionale in cui tutti possano crescere”.
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