6 December 2024

La marcia di Dubai verso un recupero definitivo dei numeri pre-pandemia

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Dubai corre per tornare ai numeri del 2019, anche se la strada da percorrere resta ancora lunga. Nel 2021, l’emirato ha accolto 7,28 milioni di visitatori internazionali, +32% su base annua rispetto alla cifra del 2020. Una cifra ancora al di sotto dei 16,7 milioni di ospiti internazionali che Dubai ha registrato nel 2019, prima cioè della pandemia da Covid-19. 

Ma il 2021 ha segnato una svolta per la destinazione, ed è stato un anno che ha posto le basi per raggiungere una crescita sostenibile. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Dubai Department of Economy & Tourism (Det), nel quarto trimestre del 2021 le visite internazionali alla città hanno superato i 3,4 milioni di visitatori, raggiungendo il 74% degli arrivi turistici totali del quarto trimestre del 2019.

“L’approccio ben coordinato, coerente, proattivo e creativo di Dubai ha permesso di porre le basi per una ripresa accelerata che ha ricevuto una spinta importante con l’apertura di Expo 2020 Dubai e le celebrazioni del Giubileo d’oro degli Emirati Arabi Uniti – ha commentato Helal Saeed Al Marri, direttore generale del Det -. Il successo di Dubai nel 2021 testimonia la strategia attentamente calibrata e le misure decisive che sono state messe in atto sin dall’inizio per contrastare e gestire la pandemia in tutti i settori, compresi quelli del commercio e del turismo.

“Seguendo meticolosamente i più alti standard di igiene e sicurezza, supportati dalla diligenza e dalla cooperazione di tutte le parti interessate, Dubai è stata in grado di rafforzare la fiducia che i residenti degli Emirati Arabi Uniti e i viaggiatori globali ripongono nella città come una delle più sicure al mondo, permettendo loro di godere della diversità dell’offerta della destinazione in un ambiente rilassato”.

In particolare, lo scorso anno, gli arrivi provenienti dall’Europa occidentale hanno rappresentato il 22% dei visitatori totali del 2021: in cima alla lista degli arrivi, quelli dal Regno Unito, seguiti da Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi.

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