22 December 2025

Arrivi in Usa: il 2016 primo anno in negativo dal 2009

Fiere & Eventi

Fra i vari problemi legati alla propria presidenza, Donald Trump si troverà a fronteggiare un calo consistente, soprattutto dalla “vecchia Europa”, di flussi turistici. Complici Brexit, crisi economica, paura del terrorismo e di muoversi, limitazioni al bagaglio personale, ma il fatto finale è che per i 100 milioni entro il 2021 previsti da Obama nel discorso a Walt Disney World Resort di Orlando nel 2012, sull’onda lunga di entusiasmo per la promulgazione nel 2009 del Travel Promotion Act che sanciva la nascita dell’Esta e con essa il finanziamento di Brand Usa, si dovrà attendere qualche anno. Le statistiche ufficiali totali 2016 saranno disponibili in autunno, ma si respira aria di recessione, anche se l’Ipw di Washington è stato molto produttivo. Lo stesso segretario al commercio, Wilbur Ross, salito sul palco all’Ipw 2017, ha tranquillizzato tutti: «Il turismo ci sta a cuore – ha dichiarato Ross, – sappiamo benissimo che è un driver economico importantissimo e per questo la corrente amministrazione è del tutto favorevole alle vostre attività». Nel 2015 gli Usa hanno registrato 77,5 milioni di arrivi; il turismo americano muove il 16,2% del totale mondiale 2015, pesa un terzo della bilancia dei pagamenti e l’11% dell’export verso l’estero. «L’importanza del turismo è innegabile – ha concluso Ross – come lo è la sicurezza sia di chi viaggia che del Paese. Non possiamo ignorare i 246 miliardi di dollari che il turismo ci porta e solo per dare un’idea il primo trimestre 2017 ha registrato 63 miliardi di entrate, pari a un incremento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2016. L’America è aperta al business». Intanto però calano gli arrivi, nonostante aumentino i voli. Il primo trimestre ha tenuto, ma in seguito caduta libera. Per esempio, dai paesi overseas, non nordamericani, (Canada e Messico) sono arrivati 37 milioni 589 mila passeggeri (49,7% del totale) con un calo anno su anno (luglio) del 2,1%. Il Messico ha portato 18 milioni 730 mila turisti, per uno share del 24,8% e un incremento dell’ 1,9%, mentre il Canada ha addirittura perso il 6,8% attestandosi su uno share del 25,5%, pari a 19 milioni 301 mila passeggeri. Il totale si ferma a 75 milioni 620 mila arrivi, con un calo totale del 2,4%.  La grande assente è stata l’Europa (unica a salire la Spagna con un +6,4% e 800 mila arrivi), che ha lasciato sul terreno il 6,2% di arrivi rispetto al 2015 (14 milioni 723 mila). In questo contesto l’Italia, che era arrivata a fatica nel 2015 a superare il milione di arrivi, cala del 5,4% punti (982 mila 841), scivolando dalla 11ª posizione 2015 alla 12ª del 2016. Non va meglio a Germania, Uk, Francia, Olanda, tutti in territorio fortemente negativo, rispettivamente del 10,4%, 6,7%, 7,1%, 7.4%. Perde anche il Giappone, -4,8%, il Brasile addirittura -23,7%, mentre le altre asiatiche e l’Europa dell’Est crescono. Per esempio la Cina sfiora i tre milioni di arrivi e aumenta del 14,7%; la Corea del Sud sfiora i 2 milioni e cresce dell’11.8%, l’India, quasi 1,2 milioni +4,1%.

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