Il ministero del turismo c’è. Il portafoglio pure

Diversamente a come scritto in precedenza, le notizie buone sono due: esiste di nuovo il ministero del turismo. La seconda è che dovrebbe essere con portafoglio. Cioè è un dicastero che ha un potere effettivo oltre che di coordinamento. In sostanza un cambiamento quasi epocale per un settore così poco considerato negli anni passati. Il ministero quindi avrà un’autonomia di spesa un potere d’intervento, una ben determinata forza. Servirà a coordinare le dinamiche fra regioni e stato centrale, per rimodulare i sistemi di promozione all’estero, in una parola all’Enit, ma anche ad intervenire quando sarà necessario.
A ricoprire il ruolo Massimo Garavaglia, ex viceministro dell’economia del primo governo Conte. Gli auguriamo buona fortuna.
Premesso, per evitare inutili e sterili polemiche, che sono per il Ministero del Turismo in autonomia e con portafoglio mi pongo una domanda etica: essendo stato abolito con referendum può essere ricostituito per decisione di un governo? Allora, altra domanda etica, a che servono i referendum se è sufficiente il cambio di governo per annullarne le decisioni?