21 aprile 2020 14:57

Alcuni membri dell’Associazione Inside Marche
Si aggiunge alla schiera di coloro che vogliono dare voce alla propria petizione nei confronti del Governo, da più parti ritenuto poco sensibile al turismo e all’indotto, l’associazione Inside Marche, che annovera i tour operator per l’incoming della Regione del centro Italia.
«In questi m omenti così difficili e imprevedibili, il comparto turismo sta attraversando in toto la stessa tempesta ma non tutti siamo sulla stessa barca – fa sapere Aldo Giustozzi, portavoce dall’associazione per quel che attiene il manifesto stilato – Infatti, terminato il lockdown, hotel, bar, ristoranti, musei, stabilimenti balneari potranno tornare, seppur in maniera limitata, a produrre fatturato grazie al mercato locale e nazionale; i tour operator dell’incoming, viceversa, resteranno paralizzati sino alla riapertura delle frontiere e dei mercati internazionali, vera grande incognita al momento.
Questo porterà alla vanificazione di tutte le azioni di promo-commercializzazione e gli investimenti effettuati nell’ultimo semestre, che provocherà un totale disorientamento su come affrontare il prossimo futuro nel mezzo di una crisi senza precedenti economica e lavorativa.
Il fatturato 2020 sarà ridotto a “zero”, con conseguente mancanza di liquidità per la sopravvivenza aziendale, per arrivare alla riapertura delle frontiere e dei mercati internazionali che costituiscono il bacino principale della nostra attività.
Gli operatori inocming veicolano ogni anno sul territorio migliaia di arrivi e presenze, dando garanzia di turismo organizzato, professionale e…senza sorprese. Da settembre a marzo, ogni anno, vengono svolte azioni di promo-commercializzazione totalmente autofinanziate in tutto il mondo per generare e realizzare PIL di cui beneficia l’intera filiera turistica nazionale (hotel, agriturismi, B&B, ville, ristoranti, bar, stabilimenti balneari, vettori su gomma e rotaia, musei, mostre, eventi, guide turistiche ed escursionistiche e tutte le attività commerciali connesse). Per fare questo, si stabiliscono contatti e con compagnie aeree, tour operator ed adv nazionali e soprattutto internazionali (oltre il 95%) per generare flussi turistici da dirottare nel nostro paese».
Alla luce di tutto questo, l’associazione chiede una serie di misure che possano tutelare e aiutare questo settore, ai Governi centrale e regionale.
- Istituzione di un Fondo Emergenza Turismo regionale e nazionale per il mantenimento ed il proseguimento dell’attività al fine di coprire i costi fissi fino al 31 marzo 2021;
- Reddito personale mensile per tutti i titolari di to dell’incoming fino al 31 marzo 2021;
- Estensione della CIG o FIS per tutti i dipendenti fino al 31 marzo 2021;
- Annullamento totale delle imposte 2019 per concedere una boccata di ossigeno ad un comparto sull’orlo del baratro ed a ristorno delle spese di promo-commercializzazione vanificate a causa del Covid 19;
- Annullamento totale dei versamenti, ritenute e contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi per le assicurazioni obbligatorie per l’anno 2020 e cancellazione delle tasse comunali e regionali (IMU, Tari, Tasi, ecc) oltre alle consuete imposte sul reddito 2020;
- Annullamento delle bollette ed utenze relative all’attività di impresa;
- Non applicazione dell’IVA sul margine al 22% ex art. 74 ter biennio 2021/2022, per poi ridurla al 10%, allineandola agli standard dei nostri competitor internazionali;
- Estensione moratoria mutui anche ai titolari di partita iva per tutto il 2020 con ripresa da gennaio 2022;
- Deburocratizzare le procedure di accesso al credito da parte di Banche, Confidi ed Istituti di Credito, eliminare le garanzie personali o per requisiti personali di alto rating non inerenti all’attività aziendale;
- Regolamentare lo sgravio fiscale del 19% previsto per il turismo domestico (SOLO per chi acquista un pacchetto in agenzia e non tramite OTA) e predisporre nuovi bonus vacanza o incentivi per rilanciare il turismo internazionale;
- Sostegno da Regione Marche ed Enit al 100% delle spese di promo-commercializzazione che verranno intraprese per il rilancio dell’attività in vista della stagione 2021 e predisposizione finanziamenti a fondo perduto per investimenti volti ad iniziative digitali per incentivare un new deal per la promo-commercializzazione nonché per motivare la conversione delle aziende alla modalità smartworking.
www.insidemarche.it – insidemarche@gmail.com
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[post_content] => Realizzare il sogno di bambini in situazioni di grave malattia; offrire maggiore connettività e più ampie opportunità di viaggio per tutti gli italiani. Per ricordare i grandi traguardi raggiunti, Ryanair conclude la celebrazione dei suoi 25 anni in Italia con uno volo speciale di beneficenza per “far volare i desideri” attraverso un’iniziativa realizzata in collaborazione con Make A Wish Italy.
Il 4 dicembre un charity flight charterizzato è partito da Milano Bergamo verso Reus (Spagna) nei pressi di Tarragona la vivace cittadina di epoca romana, per raggiungere a PortAventura World e regalare a 20 bambini e alle loro famiglie una vacanza indimenticabile di tre giorni nel parco giochi di PortAventura e Ferrari Land. Una caccia al tesoro personalizzata ha intrattenuto grandi e piccini nel grande parco a tema sul mare, tra montagne russe all'avanguardia, giostre, scivoli d'acqua e spettacoli dal vivo.
“La realizzazione di questo desiderio è la realizzazione di un progetto importante legato al progetto di Ryanair in Italia e dei suoi venticinque anni di attività sul nostro territorio. È la celebrazione dell’operatività di un quarto di secolo nel nostro paese che si è chiusa con un evento veramente speciale. L’Italia è uno dei tre più importanti mercati di Ryanair insieme a Spagna, Portogallo e UK/Ireland. Dal primo volo Londra-Treviso del maggio 1998 con 200 mila passeggeri trasportati, siamo passati ai 56 milioni di quest’anno. Oggi Ryanair opera in Italia su 29 aeroporti italiani con 17 basi. È la prima compagnia aerea italiana”, afferma Mauro Bolla, head of communication di Ryanair Italia, Albania, Cipro, Grecia e Romania.
L’associazione Make A Wish Italy nasce nel 2004 da Sune e Fabio Frontani, lei presidente e co-fondatrice: “Grazie a Rayanair con cui siamo partner da cinque anni, abbiamo realizzato insieme tanti desideri e tanti altri da realizzare, la lista d’attesa è lunga. Vogliamo far vivere ai bambini giorni di divertimento e spensieratezza affinché acquisiscano nuove forze per affrontare la vita dopo il rientro. A PortAventura realizziamo un’altra magia, un regalo speciale con un’iniziativa che lascia un segno di positività anche in tutti noi”.
“È bello fermarsi dalla nostra quotidianità, guardarsi attorno e accorgersi di chi ci circonda come i bambini, che sono il nostro futuro, soprattutto quando si tratta di bambini che hanno bisogno di sentire di più la nostra vicinanza e attenzione. Ringrazio tutti per aver aperto questa finestra di serenità. Felici di esserci messi a disposizione di Ryanair, il nostro cliente più importante, spesso citato per il suo approccio aggressivo nel business, che poi invece si riscopre di una sensibilità importante”, la conferma di Giacomo Cattaneo, direttore commerciale aviation di Sacbo.
Make a wish nasce a Phoenix in Arizona nel 1980 da una famiglia con un bambino malato di leucemia che aveva espresso il desiderio di essere poliziotto per un giorno. Oggi sono 50 i paesi affiliati.
“Da oltre 40 anni sono stati realizzati 550 mila desideri nel mondo, in Italia 2900. I desideri possono essere di 4 tipi, una crociera, un viaggio, conoscere un personaggio famoso, essere un personaggio per un giorno e tramite il passaparola tra genitori, ospedali e pubblicità si indirizzano i portatori di malattie gravi dai 3 ai 17 anni. Un progetto per far capire ai piccoli che tutto è possibile per aiutarli a far crescere la positività, psicologia utile alla guarigione. Da qui nascono i wish jouneys”, aggiunge Paola Bassino vicepresidente di Make a Wish Italia.
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[post_content] => Una nuova piattaforma di cloud marketing realizzata in partnership con Salesforce, che permette di costruire campagne ad hoc partendo da un unico dashboard in grado di controllare e gestire tutti i canali. Uno strumento innovativo, di cui I Grandi Viaggi sarà il primo operatore del turismo a dotarsi in Italia. E' la grande novità 2024 del to milanese, che in questo modo intende rafforzare la propria strategia di comunicazione online.
"Il tool servirà inevitabilmente a supportare soprattutto i social, dove peraltro siamo già attivi da tempo ma su cui intendiamo in questo modo aumentare ulteriormente la nostra presenza", racconta l’amministratore delegato, Corinne Clementi -. Ci tengo però a precisare che la nostra attività social è qualcosa di reale; non è finalizzata esclusivamente a promuovere i nostri prodotti: sui nostri canali diamo infatti spazio alle persone che vengono veramente nei nostri villaggi, permettendo loro di dialogare e condividere le proprie esperienze. Come è ovvio, l'operazione è rivolta soprattutto ai giovani, ma con una mission precisa: aiutarli a comprendere che non esiste solo il mondo virtuale; ci sono anche ambienti reali dove è possibile incontrarsi e divertirsi insieme".
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Un rebranding che nasce dall'esigenza di estendere il proprio concetto di benessere olistico oltre la parola Terme. Cambia il proprio nome uno dei principali protagonisti dell'offerta benessere italiana, che diventa Qc Spa of Wonders. Un passo importante, in linea con un'ambiziosa strategia di espansione che, dopo New York, guarda sempre di più anche oltre confine.
All'orizzonte, racconta al Sole 24 Ore il ceo corporate activities and development del gruppo, Francesco Varni, c'è in particolare la realizzazione di un campus che sorgerà l'anno prossimo nella zona ovest di Milano. Oltre a una spa e a un hotel, comprenderà pure il nuovo quartier generale della compagnia. Dalla scorsa estate è inoltre aperto il cantiere in collaborazione con Cdp per la riqualificazione del palazzo delle Terme Berzieri di Salsomaggiore. Qui verrà inaugurato un centro Qc nel primo trimestre del 2025.
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[post_content] => Profitti e Iata. La Iata rivede al rialzo le aspettative di profitto delle compagnie aeree per il 2023. E stima un piccolo aumento anche per il 2024.
L'associazione delle compgnie aeree prevede che il settore registrerà un utile netto collettivo di 23,3 miliardi di dollari per il 2023, più che raddoppiando le sue aspettative per l'anno in corso rispetto a sei mesi fa. A giugno la Iata aveva infatti previsto un profitto di poco inferiore ai 10 miliardi di dollari per l'anno in corso. Per il 2024 viene poi stimato un ulteriore, lieve aumento dei profitti del settore a 25,7 miliardi di dollari.
Si tratta di un ritorno al profitto per il settore nel suo complesso, dopo tre anni consecutivi di perdite durante la pandemia. Il negativo del 2022 era stato di 3,8 miliardi di dollari.
«La velocità della ripresa è stata straordinaria, ma sembra anche che la pandemia sia costata all'aviazione circa quattro anni di crescita. A partire dal 2024 le prospettive indicano che possiamo aspettarci modelli di crescita normali sia per i passeggeri che per le merci» ha commentato il direttore generale, Willie Walsh.
100 miliardi di dollari
Il miglioramento delle proiezioni di profitto deriva dall'aggiornamento di quasi 100 miliardi di dollari nelle aspettative di fatturato: nelle previsioni di giugno, veniva citato un fatturato del settore di poco superiore agli 800 miliardi di dollari, ma ora si punta ad un fatturato complessivo delle compagnie aeree di 896 miliardi di dollari.
In particolare, viene prevista una performance particolarmente positiva per l'Asia-Pacifico: le compagnie aeree di questa regione raggiungano quasi il pareggio quest'anno e un piccolo profitto - 1,1 miliardi di dollari - per l'anno prossimo. Resteranno invece complessivamente in rosso nel 2024 le compagnie aeree africane e latinoamericane.
Le compagnie aeree nordamericane continuano a trainare i profitti del settore, con stime di utile per il 2023 di 14,3 miliardi di dollari - 3 miliardi in più rispetto alle previsioni di giugno - e un profitto simile anche nel 2024.
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Un racconto che spazia dal mare ai vigneti, ponendo l’accento su prodotti tanto unici quanti esclusivi. Muove da questo presupposto il saluto pre natalizio dell’Ente nazionale croato per il turismo che ieri ha portato a Milano il meglio della proposta gastronomica della regione del Quarnaro.
«Una piccola area che rappresenta l’incontro di quattro parti del mondo, dove nell’arco di pochi km quadrati è possibile fare esperienze diverse - afferma Irena Persic Zivadinov, direttrice dell'Ente per il turismo della regione del Quarnaro -. Qui si concentra il 20% della capacità ricettiva della Croazia nonché il 20% del totale dei pernottamenti». Tradizionalmente riconosciuta come un'area dall'offerta enogastronomica ricca e rinomata, il Quarnaro è presente nelle «guide e conta marchi gastronomici di fama mondiale come Michelin, Gault&Millau, Jre e i marchi di qualità regionali Kvarner Gourmet, Kvarner Food e Kvarner Wines. E sarà Regione gastronomica europea per il 2026».
I risultati del 2023
Intanto, nei primi undici mesi del 2023 la Croazia «ha realizzato 20 milioni di arrivi e 106 milioni di pernottamenti - sottolinea Viviana Vukelic, direttrice dell'Ente nazionale croato per il turismo in Italia -, con una crescita, rispettivamente, del 9% e del 3%. Nello stesso periodo i turisti italiani sono stati 961.505 +5% per un totale di 4.156.043 di pernottamenti cioè l'1% in più rispetto al 2022». La direttrice sottolinea come tra i punti di forza dell'offerta turistica croata, «oltre al clima, l'autenticità, l'ambiente, lo stile di vita e il patrimonio culturale e naturale, c’è sicuramente l'offerta enogastronomica che contribuisce a rafforzare l'immagine della Croazia come destinazione di qualità.
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L’associazione Parchi permanenti italiani – Federturismo Confindustria si è appellata nei giorni scorsi alla Commissione Europea e ha promosso un’interrogazione parlamentare per valutare la legittimità della normativa italiana che regola i sistemi di biglietteria automatizzata, alla luce della disciplina sulla libera concorrenza nel mercato interno dell’Unione.
Normativa che, secondo stime al ribasso, genererebbe ogni anno perdite per 15 milioni di euro in termini di mancati introiti da biglietteria, per un danno totale di oltre 100 milioni di euro, considerando anche i ricavi ancillari, legati ad esempio alla ristorazione e al merchandising, a favore dei parchi negli altri paesi europei.
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Maurizio Crisanti, segretario nazionale dell’associazione Parchi Permanenti Italiani, dichiara: “Si tratta di una normativa senza eguali in Europa che deve essere sottoposta a una profonda semplificazione. Impone vincoli tecnici e formali tali da rendere di fatto impossibile ai parchi italiani la distribuzione dei biglietti sulle piattaforme e-commerce internazionali, alcune delle quali vendono oltre 120 milioni di biglietti di parchi nel mondo ogni anno. Oltre ai mancati introiti, rileviamo un danno competitivo, perché i parchi degli altri paesi europei possono avvalersi di questo canale distributivo. Non è quindi possibile competere a parità di condizioni con le imprese degli altri Stati membri”.
Il problema è noto ed è stato segnalato all’Agenzia delle Entrate: tra le norme più restrittive, il limite di 10 biglietti per singola transazione online e l’obbligo di certificare l’intero processo di vendita attraverso il sistema “opt-in”, ovvero l’inserimento di un codice ricevuto via SMS per confermare l’acquisto, che, oltre a limitare le potenzialità di vendita, offre una pessima esperienza di acquisto.
“Sarà interessante conoscere le valutazioni della Commissione, chiamata a esprimersi entro sei settimane – aggiunge il presidente dell’associazione, Luciano Pareschi – soprattutto in riferimento all’impossibilità per i parchi italiani di competere in Europa. Il nostro è un paese a vocazione turistica: ci sono parchi con oltre il 30% di clientela straniera che è abituata ad acquistare i biglietti online prima della partenza sulle piattaforme e-commerce. Tra inflazione, tassi di interesse alle stelle e continui investimenti in innovazione, l’industria italiana dei parchi non può essere penalizzata nelle sue potenzialità di crescita”.
Con l’interrogazione parlamentare si vuole stimolare le istituzioni italiane ad affrontare finalmente in modo oggettivo i limiti di una normativa secondaria, nata per limitare il fenomeno del secondary ticketing, ed erroneamente applicata anche al settore dei parchi, che non è soggetto a bagarinaggio e rivendita a prezzo maggiorato. Una disciplina che al momento ha l’unico effetto di limitare le vendite e i flussi di ospiti stranieri nei parchi divertimento italiani.
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Nuovo consiglio generale e nuovi organi di controllo per Confindustria Alberghi. Le elezioni si sono tenute nel corso dell'assemblea privata dell'associazione svoltasi la scorsa settimana presso il Cnel. "Sono 36 gli eletti del nuovo consiglio generale, cinque i rappresentati per i revisori contabili tra effettivi e supplenti e due le nuove realtà che completano il quadro dei probiviri - racconta la presidente di Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaiacovo -. Il settore alberghiero ha un potenziale di crescita che va sostenuto grazie a una politica lungimirante e sono certa che con questa composizione la nostra associazione si è dotata di un team di spessore capace di guardare alle nuove sfide con spirito coeso e collaborativo".
Nel dettaglio, il consiglio generale, che resterà in carica per il biennio 2023/2025, risulta così composto: Arnaldo Aiolfi, Club Mediterranee; Fabiano Aouad, Accor Hotels; Francesco Brunetti, Starhotels; Massimo Caputi, hotel Vilon; Giancarlo Carniani, To Florence Hotels; Giancarlo Carriero, albergo Regina Isabella; Sabrina Ceprini, Altarocca Wine Resort; Fausto Ciarcia, Rome Cavalieri a Waldorf Astoria Hotel - Hilton Italiana; Marcello Cicalò, Bluserena; Nicola Vladimiro Ciccarelli, Swadeshi; Liliana Comitini, B&B Hotels; Federico De Giuli, Casa del Pingone; Giuseppe De Martino, Marriott Hotels International; Carlos Diaz Ruiz, Belagua Italia; Elisabetta Fabri, Starhotels; Lidia Falzone, Lanterne Magiche Alagona; Christian Feliciotto, hotel Nazionale Sanremo; Andrea Fiorentini, Sol Melià Italia; Marco Gilardi, Nh Italia; Luca Giuliano, Mediterranean Hospitality; Marina Lalli, Terme di Margherita di Savoia; Alessandro Martello, hotel Plaza Venice Mestre; Giovanni Materazzo, Oliver Club Metaponto; Gianna Mazzarella hotel Pagoda; Cataldo Melpignano, Egnathia Iniziative Turistiche Borgo Egnazia; Demetrio Metallo, Baia di Tempsa Cav. Metallo; Paola Michelacci, Grand Hotel Michelacci; Massimo Milazzo, Marriott Hotels International; Vittorio Modena, hotel Milano Scala; Giuseppe Pagliara, Nicolaus/Valtur; Stefano Terranova, Grand Hotel Duca D’Este – Fincres; Paolo Terrinoni, Voihotels; Giuseppe Vagnozzi, hotel Villa Elena; Roberto Vanonni, hotel Raphael; Sofia Gioia Vedani, Planetaria Hotels; e Antonio Zacchera, Zacchera Hotels.
Sono stati inoltre eletti come revisori contabili effettivi per il quadriennio 2023/2027 Massimo Fraboni, professionista, Andrea Giammaria, Grand Hotel Duca D’Este, e Rubina Peluso, Swadeshi, mentre Mattia Cecchinato, Tura Hotel Bologna & Stazione, e Giovani Coffaro, Marriott Hotel International, sono stati nominati revisori Ccntabili supplenti. Eletti anche i due probiviri, Angelo Berlangeri dell'albergo Villa Ave e Monique Kraft dell'hotel Kraft, che si aggiungono a completamento del nuovo collegio.
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Nel corso della sua prima riunione ufficiale, svoltasi il 4 adicembre, il Consiglio nazionale di Aiav ha nominato con voto unanime Fulvio Avataneo quale presidente pro-tempore dell’associazione. Fulvio Avataneo guiderà quindi l’Aiav per un nuovo quadriennio. Durante la prossima assemblea, che si terrà entro il 20 dicembre, il Consiglio nazionale nominerà i Delegati territoriali ed i responsabili delle diverse commissioni operative.
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[post_content] => Prosegue la crescita del Melià Milano, la prima struttura del gruppo spagnolo nata a Milano nel 2001 che, insieme a Palazzo Cordusio Gran Melià, al Me Milan il Duca e all’InnSide Milano Torre Galfa, rappresenta la vetrina della compagnia nel capoluogo lombardo. Milano è diventata una destinazione leisure oltreché business e legata ai grandi eventi e ai congressi. Per questo il Melià Milano si è trasformato per rispondere alle nuove esigenze del suo cliente e racconta una storia ricca di calore umano. Un’accoglienza che è uno dei plus fondamentali offerti da un hotel dove la banchettistica in primo luogo e poi la ristorazione, il bar e le colazioni garantiscono un terzo del fatturato.
Il racconto ci riporta a un momento difficile, che è però servito a dare un’identità al ristorante Mamì, storie di cucina italiana. "Durante i mesi del lockdown lo staff del Melià Milano è sempre rimasto in contatto - racconta il general manager Luca Barion -. Il nostro team di cucina è composto da uno chef, due sous-chef e una pasticciera provenienti da diverse regioni italiane. In una delle nostre call settimanali abbiamo deciso di fare un contest realizzando dei piatti della tradizione, rivisitati in una formula attuale. Tutti hanno partecipato con entusiasmo e diverse idee sono entrate nel menù del Mamì. Quando la compagnia ci ha informati che sarebbero partiti i lavori di ristrutturazione e la zona f&b sarebbe diventata strategica, spostando il bar e il ristorante verso la hall, abbiamo pensato di rinnovare la proposta del nostro ristorante interno. Memori del nostro contest, abbiamo studiato la ricca piazza gastronomica di Milano".
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