17 November 2025

Federico Scaramucci alle Regionali: “Turismo, competenza ed energia per le Marche”

Esperienza internazionale, visione strategica e radicamento nel territorio: Federico Scaramucci, imprenditore turistico di lunga esperienza, ha costruito negli anni un percorso che unisce impresa, promozione e rappresentanza del settore e oggi sceglie di candidarsi alle elezioni regionali 2025 con il Partito Democratico, a sostegno di Matteo Ricci presidente, con l’obiettivo di valorizzare il turismo come motore economico e sociale e di affrontare nodi cruciali come sanità, trasporti, università e infrastrutture.

Come mai ha deciso di candidarsi e quali sono le priorità che intende portare in Regione?

Ho 45 anni e da tanti anni lavoro nel turismo e nel mondo produttivo. Ho deciso di candidarmi perché credo che la Regione abbia bisogno di una rappresentanza concreta, vicina al lavoro, alle imprese e ai cittadini, che ogni giorno affrontano disagi legati alla sanità, ai trasporti e alla carenza di infrastrutture.

Guardando al suo percorso, quali esperienze e tappe della sua carriera ritiene più significative per questo cammino politico?

Sono general manager e direttore tecnico di Raffaello Travel Group, un gruppo che gestisce diverse attività nel turismo: agenzie di viaggio, tour operator, strutture ricettive, cicloturismo e outdoor. Presiedo Inside Marche Live, l’associazione dei tour operator incoming più rappresentativa della regione. Ho studiato in Italia e all’estero, viaggiato molto e sviluppato relazioni nazionali e internazionali. Questo mi ha permesso di conoscere realtà diverse e di avviare imprese a 360° nel turismo. Ho capito che le Marche hanno grandi potenzialità inespresse: possiamo essere la regione del buon vivere e dell’innovazione, ma serve una Regione attrattiva e non una che si accontenta.

Se dovesse riassumere in 5 parole la sua proposta politica, quali sceglierebbe?

Analizzare, condividere, valorizzare, innovare, programmare.
Le Marche sono la terzultima regione per arrivi di turisti stranieri: occorre valorizzare l’entroterra, i borghi, la costa, la cultura e l’enogastronomia. L’Atim, per come è stata strutturata, si è dimostrata un fallimento: servono strumenti concordati con gli operatori. Per rilanciare il settore bisogna investire su un osservatorio del turismo con dati certi, ricostruire una governance partecipata, riequilibrare i flussi tra costa e aree interne, puntare su formazione, innovazione e qualità ambientale, programmare insieme agli operatori con una visione pluriennale.

Quali sono le principali sfide e criticità che si ritroverà a fronteggiare?

Dobbiamo garantire a ogni cittadino, ovunque viva, l’accesso alla sanità pubblica e a un sistema di trasporti moderno. Le Marche non sono purtroppo accessibili: basta chiedere a chi viene per turismo o lavoro. Serve contrastare la chiusura dei servizi sanitari e potenziare la medicina territoriale, investire in mobilità interna (strade e trasporto pubblico) e in infrastrutture digitali, come la banda larga che in alcuni luoghi ancora manca. Occorre sostenere le nostre università, in primis quella di Urbino, e rafforzare il legame con le imprese.

Il turismo per lei non è solo un settore economico, ma anche un motore sociale e culturale. In che modo la politica può trasformarlo in un volano di crescita per tutta la comunità?

Il turismo è un’attività complessa, con molte implicazioni. Negli ultimi anni non lo si è considerato un vero motore di sviluppo economico, dopo la manifattura. Non faccio promesse, ma mi prendo impegni: rappresentare un territorio, chi ci lavora e chi lo ama, significa coinvolgere persone che ogni giorno fanno impresa. Noi abbiamo esperienza da vendere.

Spesso ha parlato di sostenibilità, innovazione digitale e partecipazione delle comunità locali. 

Sì, serve innanzitutto un’identità: le Marche oggi non sono conosciute. Quando incontro colleghi all’estero, questo emerge subito. Poi, quando le persone vengono, restano affascinate e tornano: i repeater sono tanti.
Dobbiamo farci conoscere meglio, soprattutto a livello internazionale.

Lei conosce bene sia il mondo delle imprese sia quello delle comunità locali: come immagina un dialogo più forte e costruttivo tra tessuto produttivo e istituzioni?

Un dialogo costruttivo nasce dal riconoscere interessi comuni: sviluppo economico, qualità della vita, opportunità per le nuove generazioni. Le imprese portano innovazione e lavoro; le istituzioni rappresentano i cittadini e hanno il compito di orientare lo sviluppo.
Per questo servono tavoli permanenti di confronto tra imprese, enti locali e società civile, condividendo bisogni e progetti. Serve co-progettare iniziative nella formazione, nella transizione ecologica e nelle infrastrutture digitali, dove la collaborazione pubblico-privato può generare valore. Serve mettere al centro giovani e sostenibilità, terreni comuni su cui costruire il futuro.
Così il dialogo non resta un atto formale, ma diventa un processo continuo che rafforza competitività e coesione sociale.

 

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Passaggi anche a  Mandello del Lario , Abbadia Lariana, s sul ramo comasco del lago di Como tra Varenna, Menaggio e Bellagio;3 arrivo a Como in arrivo da Bergamo, con transiti a Seregno, Meda e Cantù, Cernobbio).\r\nNavigazione Laghi: un 2025 oltre i 12 milioni di passeggeri\r\nIl 2025 è anche l’anno dei record per Navigazione Laghi: superati i 12 milioni di passeggeri ( di cui 6 sul solo Lago di Como, ndr) e varata la centesima imbarcazione, la Ambrosiana, a propulsione ibrida elettrica-diesel. L’azienda ha investito nel refitting dei mezzi, nell’ammodernamento dei pontili, nella riqualificazione dei cantieri con pannelli fotovoltaici. 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