8 October 2024

Riparte da Milano lo sviluppo di B&B Hotels in Italia

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Riparte da Milano lo sviluppo di B&B Hotels in Italia. Prevista per lo scorso aprile, e poi rimandata a causa dell’emergenza sanitaria, si è svolta pochi giorni fa l’inaugurazione del B&B Hotel Milano City Center Duomo: una struttura da 59 camere, alcune con vista sul Duomo e sul castello Sforzesco, più rooftop da 150 metri quadrati e giardino d’inverno, oltre alle aree ironing, shopping e f&b.

Insieme ai due 4 stelle aperti qualche mese fa in centro a Firenze, l’albergo milanese fa parte di una strategia di diversificazione dell’offerta del gruppo transalpino, con l’introduzione di una serie di indirizzi di categoria upper midscale, che si vanno ad aggiungere ai tradizionali prodotti budget-midscale della compagnia. A Milano, in particolare, la struttura, che è in affitto dalla curia meneghina, è stata sottoposta a un intervento di ristrutturazione da 5 milioni di euro, completamente a carico di B&B Hotels.

“Stiamo andando in esplorazione, guardando a un posizionamento leggermente diverso rispetto ai nostri standard”, spiega il presidente e amministratore delegato Italia del gruppo, Valerio Duchini. Niente nuovi brand in arrivo, però, almeno per il momento, ma “l’idea di creare un’offerta parallela di strutture situate in location centrali di destinazioni primarie, senza cannibalizzare la restante parte del nostro prodotto”.

Nonostante la crisi che ha investito l’intero settore dei viaggi, i piani di espansione di B&B Hotels in Italia rimangono ambiziosi. L’obiettivo è quello di passare dalle attuali 42 strutture a una sessantina entro il 2023. Per quest’anno, in particolare, sono previste tre ulteriori apertura, di cui una Bolzano e una a Cortina, mentre “per la terza non possa ancora dire nulla perché effettivamente il contratto non è stato ancora firmato, anche se siamo in dirittura d’arrivo”, rivela sempre Duchini.

D’altronde B&B Hotels si appresta a chiudere l’anno con danni tutto sommato limitati rispetto a quelli patiti dal resto del comparto: “Pensiamo di patire un 40%-45% in meno di fatturato rispetto al 2019 – osserva infatti l’a.d. -. Molto, certo, ma anche decisamente meno della media del settore, che dovrà probabilmente fare i conti con cali del 60%-70%. Per quanto ci riguarda hanno sofferto soprattutto le grandi città, dove i tassi di occupazione si sono aggirati attorno al 20%. Meglio le destinazioni secondarie, e soprattutto le mete balneari e montane. Qui, alcune delle nostre strutture hanno viaggiato con occupazioni fino al 95%”.

Dal punto di vista dei canali distributivi hanno sofferto invece agenzie di viaggio e tour operator, conclude Duchini: “Una fonte di business importante per noi, visto che normalmente ci garantisce circa il 20% del nostro giro d’affari complessivo in Italia. A mancare sono stati soprattutto i gruppi internazionali. Ma appena l’emergenza sarà terminata contiamo in una loro rapida ripresa. E non è solo una questione di flussi di prenotazione: un gruppo a Sant’Ambrogio a Milano, per esempio, lo accogliamo volentieri. Perché paga le stesse tariffe degli individuali ma per noi è molto più semplice da gestire”.

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