16 May 2024

Pkf – World Capital: la pandemia non ha eroso il patrimonio alberghiero italiano

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Vale 116,4 miliardi di euro l’attuale patrimonio alberghiero complessivo in Italia. Appena l’1,5% in meno rispetto al periodo pre-pandemico. Un risultato per certi versi sorprendente, viste le difficoltà a cui il comparto è andato incontro nei due anni più difficili della storia del turismo. Basti pensare che, secondo le rilevazioni Federalberghi, ben 180 hotel della città di Roma sono ancora chiusi sui circa 1.200 totali attivi prima dell’arrivo del Covid. Eppure è quanto emerge dall’ultimo rapporto sul Patrimonio immobiliare alberghiero, realizzato dal dipartimento di ricerca di World Capital Group (Wcg) e Pkf Hotelexperts hospitality group, in collaborazione con Nomisma, Rics, Associazione italiana Confindustria alberghi e Federalberghi Roma.

Soffermandoci sulle stime del patrimonio alberghiero suddiviso per ogni cluster, dal rapporto emerge che il segmento città registra un valore pari a 36 miliardi di euro, in piena stabilità rispetto al periodo pre pandemia. Per quanto riguarda la top 10 delle città è Roma, con un patrimonio immobiliare di circa 12,8 miliardi, a posizionarsi al primo posto. Segue Milano con circa 7  miliardi, Venezia (ca. 6 miliardi) e Firenze (ca. 3,4 miliardi). Spostandoci sul cluster mare, questi ha complessivamente un valore pari a 17,7 miliardi di euro, in lieve diminuzione rispetto al 2020 (-5,3%). Infine, focalizzandoci sul cluster montagna, il segmento registra un valore totale pari a 3 miliardi, in forte diminuzione rispetto al periodo pre-pandemico (-19%: si tratta del comparto che più ha sofferto le chiusure imposte dalle disposizioni normative, prevalentemente concentrate nei periodi in cui tale prodotto ricettivo sarebbe stato maggiormente richiesto). La quota maggiore di patrimonio risiede quindi al Nord, che ne detiene il 54,5%, seguito dal Centro (25,8%) e poi dal Sud e dalle isole (19,6%).

 

Per quanto riguarda le nuove aperture, l’interesse nel comparto alberghiero italiano resta molto alto. La strategia adottata da molti investitori è quella di approfittare di questo periodo di transizione per ristrutturare e rinnovare le strutture esistenti e creare nuovi prodotti. Al momento sono in corso 819 attività di ristrutturazione e nuova costruzione, di cui il 65% sarà ultimato entro la fine del 2022. Di queste attività il 71% è costituita da attività di nuova costruzione. Tra le nuove aperture previste per l’anno prossimo, è interessante citare il Bulgari Hotel Roma, che sorgerà nel cuore del rione Campo Marzio, a pochi minuti dalla scalinata di Trinità dei Monti. La struttura occuperà un palazzo modernista degli anni ’30, affacciato sull’Ara Pacis e il mausoleo di Augusto. L’hotel ospiterà oltre 100 camere, in maggioranza suite, insieme al prestigioso il Ristorante – Niko Romito e al Bulgari Bar.

Nel Rapporto viene infine dato spazio alla tematica dell’Esg (Environmental social governance): tendenza di grande spicco nel comparto hospitality. In termini di efficientamento energetico, il settore alberghiero presenta molte possibilità di crescita, anche perché circa il 35% degli operatori alberghieri e il 33% degli operatori extra-alberghieri intervistati non ha mai migliorato la propria classe energetica o effettuato interventi atti a ridurre lo spreco energetico

 

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