22 December 2025

Logis alla conquista dell’Italia: «100 hotel entro il 2020»

Karim Soleihavoup, Logis,

Karim Soleihavoup

«Il messaggio che rivolgiamo a tutti gli hotel che vogliono avvicinarsi a Logis è molto semplice: restate indipendenti ma non restate da soli».
Karim Soleihavoup, direttore generale di Logis con questa affermazione lascia poco spazio ai dubbi e anticipa il piano di espansione che la catena francese, prima in Europa per numero di strutture affiliate, ha studiato per l’Italia e tutto il Vecchio Continente.
Un piano che però ha tutto l’odore della conquista: raggiungere quota 100 hotel entro il 2020, quintuplicando la presenza attuale, ferma a 18 strutture.

«Noi ci rivolgiamo a piccoli e medi hotel – prosegue il direttore generale -, tra le 10 e le 16 camere. Strutture che abbiano una storia e una famiglia alle spalle, un qualcosa da raccontare».
Anche perché da soli, «per quanto gli affari possano girare bene, non si potrà mai avere la capacità di rispettare le varie esigenze della clientela internazionale e promuoversi sul fronte del marketing e del digital marketing».
Crescere a livello locale e curare la crescita dei partner locali. «La nostra promessa verso gli albergatori o le piccole catene che vorranno affiliarsi – prosegue il manager -, è di riversare almeno l’85% delle fee versate dagli hotel proprio sui mercati locali, aiutando in ambito promozionale e di marketing».

La politica di affiliazione, si muoverà su due step: in prima battuta si prediligeranno le località spiccatamente turistiche, partendo da Toscana, Liguria, Piemonte e Veneto, regioni forti anche della vicinanza con gli altri stati europei e raggiungibili anche in auto. Il secondo passaggio guarderà invece al centro e al sud Italia e alle città della Penisola in generale, strizzando l’occhio alla clientela più business o, per meglio dire, più bleisure, intenzionata quindi a soggiornare, in caso di trasferta lavorativa, in un contesto più raccolto, familiare e confortevole, aggiungendo poi qualche giorno di relax al termine degli impegni lavorativi.

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Un Natale che non ostenta, ma invita: ad ascoltare, a condividere, a respirare un’atmosfera che avvicina più che mai alle radici del Paese.\r\nCetinje: la grazia discreta dei mercatini nella capitale storica\r\nCetinje è il luogo in cui tradizione e spiritualità trovano il proprio equilibrio naturale. Nel periodo natalizio, questa piccola città elegante, incastonata ai piedi del Lovćen, sembra un rifugio creato apposta per chi vuole vivere l’inverno con lentezza. Le sue strade storiche si illuminano di decorazioni sobrie, i piccoli mercatini si riempiono di artigiani locali, e le piazze si trasformano in salotti all’aperto dove incontrarsi, ascoltare musica e gustare specialità montenegrine.\r\n\r\nQui il Natale non è spettacolare, ma profondamente autentico. Tutto profuma di tradizione: dal miele e i formaggi di montagna ai dolci preparati secondo ricette antiche. E mentre si passeggia tra un palazzo storico e un museo, sembra quasi di sentire la città raccontare la sua storia: una storia fatta di fede, cultura e un’identità custodita con orgoglio.\r\nBudva: la magia del mare anche d’inverno\r\nD’inverno Budva cambia volto, ma non perde vitalità. La città vecchia, racchiusa da mura veneziane che profumano di storia, diventa il cuore delle celebrazioni natalizie lungo la costa. Le strade si illuminano, la musica risuona tra le pietre levigate e i mercatini si affacciano sul mare Adriatico, rendendo ancora più suggestiva l’atmosfera.\r\n\r\nQui il Natale ha il sapore del Mediterraneo: leggero, vivace, colorato. Gli eventi culturali animano le giornate e le serate, trasformando Budva in un punto d’incontro per famiglie, viaggiatori e comunità locali. 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