27 July 2024

I progetti Smy Hotels: focus sull’Italia; to e adv al centro delle politicy di distribuzione

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Una nuova catena alberghiera che fa dell’integrazione tra soggiorno e territorio, del fattore tecnologia e del buon rapporto qualità prezzo i propri punti di leva competitiva. Fondata nel 2018 in Spagna dalla medesima proprietà della Ota Logitravel (la famiglia maiorchina Andrés), Smy Hotels vanta oggi un portfolio di una decina di strutture, per un totale di quasi 2 mila camere, nella stessa penisola iberica, in Grecia e in Tunisia, nonché in Italia, dove la compagnia ha oggi il proprio focus principale. E ciò grazie anche alla collaborazione con il gruppo Italica Turismo, che ha permesso la creazione di Smy Hotels Italia, controllata al 60% dalla proprietà spagnola e per il restante 40% dall’operatore tricolore

Proprio nella Penisola il gruppo conta infatti già sei strutture per complessive 600 camere circa, a cui se ne aggiungeranno presto un altro paio (300 stanze), una in montagna e una al mare, che sono in chiusura di trattativa. “Ma non finisce qui – racconta il ceo di Smy Hotels Italia, nonché presidente di Italica Turismo, Roberto Tedesco -. Sul tavolo abbiamo infatti già 29 manifestazioni d’interesse non vincolanti per ben 3.500 camere. Riteniamo quindi ragionevole ipotizzare che da qui al 2023 potremo aggiungere una ventina di nuovi indirizzi italiani al nostro portfolio per circa 2.500 stanze”. L’obiettivo finale è quello di arrivare a costruire un’offerta equilibrata sulla Penisola, composta da un 10% di strutture lago e montagna, un 40% di alberghi mare, un 20% di country resort e un 30% di hotel urban con vocazione bleisure, situati anche in location secondarie e terziarie, .

Target ambiziosi, insomma, per un gruppo che intende espandersi in tutta l’area mediterranea, con un’attenzione particolare, oltre che sull’Italia, anche su Grecia e Spagna, per un totale di 3 mila camere in più in un solo anno di sviluppo. “Cerchiamo soprattutto alberghi dove la nostra capacità di distribuzione legata a Logitravel possa avere un impatto importante”, ha spiegato il chief executive officer del gruppo Smy Hotels, José Antonio Granja. L’espansione per ora si basa principalmente su contratti di management e di affitto, a cui si aggiungono due strutture in proprietà diretta in Trentino-Alto-Adige. Mercato di riferimento è l’upper midscale, con una possibile puntata nel futuro prossimo nel segmento upscale: “Al momento il nostro portfolio è composto esclusivamente di 4 stelle, ma contiamo presto di aggiungervi anche dei 5 stelle”, ha rivelato infatti il chief commercial & marketing officer, Sergio Juan Lozano. Difficile invece dire al momento quale sarà la struttura dei brand del gruppo una volta consolidata l’espansione: “Ci penseremo quando avremo raggiunto una certa massa critica – ha infatti specificato lo stesso Lozano -. Per il momento va bene così”.

Nonostante la chiara laison con una Ota, “ma siamo due realtà distinte, con conti economici separati”, ci ha tenuto a precisare Tedesco, un ruolo importante nello sviluppo commerciale della compagnia verrà giocato dall’intermediazione tradizionale. “Il nostro modello di distribuzione ideale – ha infatti raccontato il direttore commerciale di Smy Hotels Italia, Mauro Mazzola – prevede un 30% di vendite dirette, un 30% di transazioni tramite Ota e un 30%-40% di prenotazioni provenienti da tour operator e agenzie di viaggio classiche. A questo fine abbiamo peraltro attivato alcune partnership importanti, come per esempio quella con Eden Viaggi, che con noi aprirà nel 2021 ben tre Ciao Club, nonché con Futura Vacanze. Tutti operatori che ci garantiscono un’adeguata stabilità di prezzo, senza il rischio di promozioni eccessivamente aggressive o di vere e proprie operazioni di dumping tariffarie che minerebbero le nostre policy di parity rate. Abbiamo inoltre siglato una serie di collaborazioni con alcuni tra i principali network agenziali della Penisola, tra cui Geo, Gattinoni e Uvet. Ma naturalmente lavoriamo anche con le singole adv, a cui garantiamo un accesso dedicato sul nostro sito Internet. Abbiamo infine reso giusto quest’anno pienamente operativo un call centre basato nella nostra sede di Verona, per supportare sia le vendite dirette, sia le relazioni con tour operator e agenzie”. Notevole poi pure l’impegno con i to internazionali, tra cui Tui, alcuni dei principali operatori russi, Rainbow in Polonia e Bookunited nei Paesi Bassi: una serie di collaborazioni che avevamo peraltro già in pancia nella nostra Italica dmc”.

Tralasciando il 2020, che naturalmente è un caso a sé stante, anche se va detto le strutture italiane sono andate molto bene, la dimensione del gruppo parla di un fatturato totale per il 2019 di 20 milioni di euro, di cui circa 4,5 milioni in Italia. Per quanto riguarda la ripresa, ha quindi concluso Granja, “molto naturalmente dipenderà da come si comporteranno le linee aeree, fattore essenziale soprattutto per le strutture di città. In ogni caso contiamo di tornare già dall’anno prossimo al break even, per poi riprendere a pieno regime nel 2022”.

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