Filippi, Beachcomber: i corridoi spingono la domanda verso Mauritius

Tutte le strutture Beachcomber sono attualmente aperte e attive. Durante i 18 mesi di stop alcune per la verità non hanno mai chiuso, funzionando per il mercato domestico o come spazi a disposizione del governo locale per la gestione delle quarantene. In tutti i resort l’attività di manutenzione è stata intensa, mentre due sono andati incontro a vere operazioni di restyling. Per lo Shandrani, in particolare, si è trattato di una ristrutturazione completa, mentre al Dinarobin sono state rinnovate camere e parti comuni.
“Il mercato italiano è partito dopo rispetto a quello di altri paesi europei come Germania, Francia o Regno Unito, che hanno cominciato a ritornare qui a Mauritius già dal 15 luglio – ammette Sheila Filippi -. Noi però abbiamo mantenuto protetti alcuni allotment di camere per la domanda tricolore, che confidiamo possa ritornare presto su livelli importanti”. L’idea è che i prossimi mesi possano essere di progressiva crescita dei flussi dalla nostra Penisola, con il biennio 2022-2023 che dovrebbe segnare il ritorno a volumi significativi degli arrivi. Per il prossimo inverno in particolare, l’obiettivo è quello di raggiungere i numeri del 2018-19, “che sono stati già molto buoni, seppure ancora un po’ al di sotto di quelli record del 2019-20 – conclude Sheila Filippi -. Prosegue inoltre la nostra partnership in esclusiva con il gruppo Alpitour, e i brand Turisanda, Francorosso e Alpitour stesso, con l’eccezione dei nostri 5 stelle che possono essere venduti anche da Naar”.