20 September 2024

Covivio rafforza la presa sull’alberghiero: un settore “dalle solide prospettive di crescita”

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A fronte di un mercato real estate globale che mostra segnali poco brillanti ormai da un paio di anni a questa parte, l’asset class hotel pare però andare controtendenza e attirare crescenti interessi da parte degli investitori. Gli alti tassi di interesse e il relativo declino degli investimenti in immobili tradizionali come gli uffici, a seguito del diffondersi delle pratiche di smart working, non incentivano infatti le transazioni, ma gli edifici a uso ricettivo stanno dimostrando una vivacità tale da sembrare poter vincere le reticenze di molti capitali.

Lo dimostra anche la recente mossa di un colosso come Covivio, che ha appena siglato un accordo per l’acquisizione della quota dell’8,3% detenuta da Generali nella controllata Covivio Hotels, in cambio di nuove azioni della stessa Covivio. “L’operazione, che equivale all’acquisizione di asset per 500 milioni di euro e a un aumento di capitale di circa 300 milioni – si legge in una nota -, segna un passo importante per il rafforzamento del gruppo quotato all’Euronext di Parigi nel settore alberghiero: un mercato in crescita. A seguito del processo di conferimento, che dovrebbe essere completato entro la fine di aprile, la compagnia deterrà il 52,2% del capitale della controllata Covivio Hotels e lancerà un’offerta pubblica di scambio obbligatoria per la quota restante del capitale”. L’offerta, soggetta all’approvazione dell’organismo di vigilanza Amf, dovrà essere approvata dall’assemblea generale di Covivio il 17 aprile 2024. Al momento, Covivio Hotels è controllata al 43,9% da Covivio e al 53,5% da investitori istituzionali di lungo termine: Crédit Agricole Assurances, Bnp Paribas Cardif, Generali, Assurances du Crédit Mutuel, Sogecap e Cdc.

“Trainato dalla tendenza a lungo termine dello sviluppo del turismo – prosegue la nota – il settore dell’hospitality offre solide prospettive di crescita. Registrando un amento medio dei prezzi del 10% nel 2023 rispetto al 2022, il settore ha dimostrato ancora una volta il suo pricing power. Dal 2009, il revpar è aumentato in media del 3,4% all’anno, mentre l’inflazione è aumentata del 2,2%. Le prospettive di crescita della domanda sono promettenti grazie allo sviluppo del turismo, sia per i clienti nazionali (crescita media dei pernottamenti prevista del 3,3% annuo entro il 2030), sia per quelli internazionali (crescita annua prevista del 6%). Anche la debolezza dell’offerta futura dovrebbe stimolare l’aumento del revpar: a fronte di una crescita prevista del 5% annuo dei pernottamenti entro il 2030, l’offerta futura rappresenta in media il 3% dello stock esistente in Europa e solo l’1,5% in Francia. Nel frattempo, le pressioni politiche e normative limitano sia lo sviluppo di strutture turistiche di tipo Airbnb, sia l’apertura di nuovi hotel”.

Con l’acquisizione della partecipazione di Generali in Covivio Hotels, il gruppo rafforza la propria esposizione a un portfolio di 313 hotel, l’89% dei quali situato nelle principali città turistiche europee come Parigi, Berlino, Roma, Londra, Barcellona e Madrid. La quota di alberghi nel portfolio di Covivio salirà al 20% rispetto al 17% alla fine del 2023 (fino al 32% in caso di possesso del 100% delle azioni a seguito dell’offerta), accelerando così il bilanciamento del portafoglio tra uffici, residenziale e hotel.

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La nostra strategia, focalizzata sulla qualità dei servizi, sulla cura dei clienti e su politiche di prezzo oculate, ci ha consentito di crescere in modo significativo, anche in un anno complesso dovuto a una congiuntura internazionale instabile e alle difficoltà economiche che affrontano soprattutto le famiglie di fascia media. Una situazione che ha creato un mercato altalenante caratterizzato da un notevole early booking nella prima parte dell’anno, seguito da un periodo di quasi fermo nella tarda primavera, per segnare un picco dei last minute. Persino il settore mice ha registrato molte prenotazioni sotto data, impensabili sino a pochissimi anni fa. A riprova che anche le aziende sono caute prima di spendere e cercano di ridurre i costi”\r\n\r\nA spiccare tra le proprietà del gruppo, il siciliano CdsHotels Terrasini Città del Mare e il pugliese Riva Marina Resort di Carovigno che hanno rispettivamente registrato un incremento del +17% e del 13%. 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