22 December 2025

A Plan de Corones: l’ultimo dei sei musei dedicati alla montagna di Reinhold Messner

L’entrata del Messner Mountain Museum a Plan de Corones

Reinhold Messner, Bressanone, classe, ‘44, è uno dei più famosi alpinisti-scalatori- esploratori del mondo. E’ Altoatesino doc e la montagna, si sa, è sempre stata la sua passione, tanto che fra le 3500 scalate effettuate, di cui 100 “prime assolute” ci sono anche tutti i 14 picchi sopra gli “8mila” del globo.
A Plan de Corones è stato inaugurato il 23 luglio 2015 il VI museo, l‘MMM Corones (2275 mt.) che completa il circuito Messner Mountain Museum, un percorso che si compone di sei luoghi.
Ai margini del più spettacolare belvedere montano del Sudtirolo, dove sorge la singolare sede del museo progettata dall’architetto Zaha Hadid, si narra la storia dell’alpinismo tradizionale. Proprio da questa incredibile costruzione, sul “panettone” di Plan de Corones, lo sguardo spazia a 360°: dalle Dolomiti di Linz a est all’Ortles a ovest, dalla Marmolada a sud alle cime della Zillertal a nord. Dice Messner di queste vette: «Le vetrate del museo restituiscono le immagini della mia infanzia: le Odle e il Pilastro di Mezzo del Sasso di Monte Croce, l’ascensione più difficile della mia vita, così come i ghiacciai granitici che sovrastano la valle Aurina.

Reinhold Messner

All’interno della montagna, il museo ripercorre l’evoluzione dell’alpinismo moderno, i miglioramenti ottenuti nel corso degli ultimi 250 anni per ciò che riguarda l’attrezzatura, i trionfi e le tragedie che si sono consumati sui fianchi delle più famose montagne del mondo, dal Cervino al Cerro Torre al K2, e la rappresentazione delle imprese di noi alpinisti, per quanto contraddittorie esse possano apparire. Come negli altri musei del circuito, l’alpinismo è raccontato attraverso reliquie, citazioni, opere d’arte (dipinti e sculture) e la trasposizione, all’interno dell’MMM Corones, della scenografia montana che lo circonda. Nel mio ruolo di narratore dell’alpinismo tradizionale – aggiunge Messner – non intendo né esprimere giudizi né drammatizzare. L’obiettivo è quello di condensare le esperienze di chi, come me, ha fatto proprio il confronto tra l’uomo e la montagna. Al centro del museo non vi sono imprese sportive o primati bensì i grandi personaggi dell’alpinismo, oltre a filosofi e pionieri che hanno osato “la transizione aurea“ dall’idea al fare, prescindendo dal perché». In lingua ladina, Corones significa corona. Plan de Corones, la celebre montagna dello sci e delle escursioni, la vetta dei deltaplanisti e dei parapendisi, ospita oggi quello che lo stesso Messner considera il punto culminante del suo progetto museale: un luogo del silenzio e della decelerazione che offre panorami indimenticabili, uno spazio in cui ritirarsi e lasciare che la percezione si apra verso l’alto, verso l’oltre. La montagna diviene così uno spazio di esperienza che deve essere parte della nostra cultura personale. Viviamola in modo nuovo, facendo volare lo spirito al di sopra di ogni vetta. Gli altri cinque musei sono: il Dolomites, sul Monte Rite (2181 m), nel cuore delle Dolomiti tra Pieve di Cadore e Cortina d’Ampezzo, l’Ortles, a Solda, a 1900 metri di quota, ai piedi dalla vedretta dell’Ortles, il Juval, arroccato su un’altura nella splendida val Venosta, nell’omonimo Castello, il Firmian, fra le antiche musa di Castel Firmiano, a Bolzano, il Ripa, nel Castello di Brunico, situato sulla collina a sud del capoluogo della val Pusteria,

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È un’esperienza che parla di spiritualità anche senza simboli religiosi: basta alzare lo sguardo, osservare il fiato che si condensa nell’aria e lasciarsi avvolgere dalla montagna per capire che la bellezza può essere un atto di fede.\r\nTradizioni che uniscono: il calore di un Paese che accoglie\r\nLe feste in Montenegro sono intrise di riti che raccontano l’essenza del Paese. Uno dei più sentiti è il badnjak, la tradizione della quercia bruciata la sera della vigilia ortodossa, simbolo di prosperità e rinascita. È un momento comunitario, semplice e potente, che riunisce famiglie e vicini attorno alla stessa fiamma.\r\n\r\nMa il calore più grande è quello dell’ospitalità montenegrina: tavole che si imbandiscono, porte che si aprono, sorrisi che arrivano prima delle parole. 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I riscontri da parte dei viaggiatori sono evidenti: l’Egitto è cresciuto in maniera considerevole fino a procurare il 20% del nostro fatturato complessivo, garantendosi un posto di rilievo nella programmazione» spiega Barbara Marangi, general manager di Mapo Travel.\r\nIl tour operator pugliese presenta il volo in esclusiva da Cuneo, che si affianca a quelli dai principali aeroporti, come Milano Malpensa, Verona e Roma Fiumicino, per viaggiare alla scoperta dell’Egitto classico tra Il Cairo e la crociera sul Nilo.\r\n«Da Cuneo, la novità è proprio una partenza esclusiva fissata il 2 aprile per rafforzare la presenza di Mapo in un’area che ci sta dando riscontri molto positivi. 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