9 giugno 2025 09:42
E’ tornato operativo, dopo il debutto nel giugno dell’anno scorso, il collegamento stagionale di Neos sulla Palermo-New York, che sarà attivo con due frequenze settimanali – il venerdì e la domenica – fino al 24 ottobre 2025.
Venerdì scorso il B787-9 Dreamliner della compagnia del gruppo Alpitour ha toccato la pista del Falcone Borsellino di Palermo con a bordo 227 passeggeri; l’aeromobile era decollato da New York il 5 giugno, alle 17:00 (ora locale), per arrivare a Palermo poco prima delle 8:00, da dove è ripartito alle 11:50 alla volta della Grande Mela.
“Dopo il successo del collegamento che, dalla scorsa estate, ha unito la Sicilia agli Stati Uniti abbiamo deciso di ampliare la nostra offerta. In questo modo avremo un collegamento giornaliero tra New York e l’Italia con quattro frequenze da Milano, due da Palermo e, dallo scorso 4 giugno, una frequenza anche da Bari” commenta Carlo Stradiotti, amministratore delegato Neos.
Il volo è importante sia in termini di traffico outgoing sia di incoming, visto l’elevato numero di connazionali residenti a New York.
“Per il secondo anno consecutivo – osserva Salvatore Burrafato, presidente di Gesap, la società di gestione dello scalo aereo palermitano – Neos apre il collegamento diretto tra Palermo e gli Stati Uniti d’America con sbarco al Jfk. La rotta è una bella occasione per i siciliani e per la Sicilia, visto che, secondo le ultime stime, le presenze degli americani nell’Isola sono in aumento. Ciò si traduce anche in crescita economica per il nostro territorio e per le aziende che lavorano nel settore turistico. Il Consiglio di amministrazione di Gesap – conclude Burrafato – sta lavorando per aumentare la presenza di nuove compagnie aeree, con riguardo al segmento internazionale e intercontinentale, verso paesi come il Canada e gli Emirati Arabi”.
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[post_content] => Il governo portoghese ha formalmente approvato la parziale privatizzazione di Tap Air Portugal, avviando un processo che potrebbe vedere la vendita di una quota fino al 49,9% della compagnia di bandiera.
La mossa è stata confermata durante una riunione del Consiglio dei Ministri, in cui il primo ministro Luís Montenegro ha dichiarato che la vendita rappresenta il compimento di un impegno elettorale e governativo fondamentale.
Secondo il governo, il 44,9% del capitale di Tap sarà aperto a uno o più investitori strategici, con un ulteriore 5% riservato ai dipendenti, in linea con la legislazione vigente in materia di privatizzazione.
«Questo è un obiettivo che vogliamo garantire - che la nostra compagnia aerea salvaguardi l'hub di Lisbona, come pure l'utilizzo di tutte le infrastrutture aeroportuali del Paese”, ha precisato Montenegro. Ciò include non solo l'aeroporto di Lisbona esistente e l'esistente progetto del Luís de Camões di Lisbona, ma anche gli scali di Porto, Faro e nelle regioni autonome del Portogallo.
Il primo ministro ambisce ad una compagnia aerea «redditizia, ben gestita, competitiva, finanziariamente sostenibile e al servizio degli interessi strategici del Paese».
Tra gli asset più appetibili di Tap figurano gli strategici slot per il Brasile, i paesi africani di lingua portoghese e gli Stati Uniti, tutti operati dall'hub di Lisbona, che il governo intende mantenere e, se possibile, ampliare.
Si prevede che i principali gruppi aerei europei - Iag, Lufthansa Group e Air France-Klm - presenteranno tutti offerte per rafforzare la loro posizione nel mercato sempre più competitivo dell'Atlantico meridionale.
[post_title] => Tap Air Portugal: riparte l'iter di privatizzazione, in vendita fino al 49,9% delle quote
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Il marchio Hilton che spicca all’ingresso evoca lusso e internazionalità, ma l’aria che si respira nel nuovo, centralissimo, Hilton Turin Centre è quella di famiglia. O meglio, di un gruppo che negli anni ha diffuso e consolidato il brand Hilton in Italia senza rinunciare a dare a ogni struttura un tocco personale, a farne un riferimento per gli ospiti ma anche per la città in cui è attivo.
Proprietà del fondo Geras 2 gestito da Ream Sgr, va infatti ad arricchire le strutture del Gruppo Della Frera Hotel che, in franchising con Hilton, lo ha realizzato in collaborazione con Ream Sgr. L’ex Golden Palace, edificio razionalista progettato nel 1953 dall’Architetto Emilio Decker per accogliere la sede della Compagnia Anonima d’Assicurazione di Torino, rievoca la sobrietà degli uffici di un tempo.
L’importante ristrutturazione, che ha comportato un investimento di 50 milioni di euro (di cui 14 per il remodelling) e un anno e mezzo di lavori, è stata affidata allo studio di Interior design Chiara Caberlon che ha preservato l’eleganza e il rigore delle origini. Nei cinque piani dell’immobile sono distribuite 175 ampie stanze di varia tipologia e grande confort, fra cui 36 suite. Fiore all’occhiello la Presidential Suite, con terrazza privata panoramica, bagno turco, vasca idromassaggio, cucina e salotto indipendente. Grande cura nella scelta di arredi e decori, arricchiti da tonalità di verde salvia, pellami pregiati e dettagli in bronzo e ottone, tendaggi e rivestimenti che riprendono motivi del Liberty torinese.
Settima struttura realizzata in collaborazione con Hilton, Torino rappresenta una fase di crescita ed espansione per il gruppo: «Abbiamo scelto Torino - afferma Guido Della Frera, fondatore e presidente di Gdf Hotel Srl e Gruppo della Frera Spa - perché è una città in forte sviluppo, caratterizzata da una vivace crescita economica e culturale, e con un ruolo sempre più centrale nel panorama turistico e imprenditoriale italiano». In linea anche Alan Mantin, vice president, development Southern Europe di Hilton: «Siamo certi che a Torino, tra le prime 10 città italiane per arrivi turistici, questa nostra seconda struttura costituirà una preziosa integrazione alla già crescente presenza Hilton e rafforzerà ulteriormente il nostro portfolio di oltre 50 hotel attualmente operativi o in pipeline in tutta Italia».
Il nuovo 5 stelle va a impreziosire l’offerta ricettiva e congressuale torinese, in un momento in cui la città sta accogliendo sempre più eventi di respiro internazionale. Operativo da maggio, è diretto da Alberto Garbo ed entrerà a pieno regime a settembre con tutti i servizi internalizzati ed affidati a uno staff di 77 persone. L’attuale tasso di occupazione è del 40%, ma punta a un 75%, percentuale che consentirà di garantire un livello qualitativo all’altezza degli standard Hilton.
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«Torino ha i numeri per diventare una destinazione primaria come Milano, Roma o Venezia,- spiega Valeria Albertini, managing director di Gdf Hotel -. Ci rivolgeremo a una clientela leisure da Usa, Gran Bretagna e Far East, oltre a una clientela corporate e Mice italiana. E di certo, il brand Hilton con il suo programma di fidelizzazione Honors che conta oltre 200 milioni di iscritti sarà un’importante leva in questo processo di crescita». Il piano terra, oltre alla grandiosa lobby, accoglie il bar Alchemy; il luminoso ristorante Malia affacciato su un funzionale spazio esterno dove lo chef Luca Gubelli supervisionerà reinterpretazioni della cucina piemontese con incursioni asiatiche; l’esclusiva Executive Lounge che caratterizza l’accoglienza Hilton. Al piano inferiore da settembre sarà fruibile l’area benessere con piscina coperta, fitness center, sauna, bagno turco, docce emozionali e sala trattamenti. Ampliata anche la disponibilità per eventi privati e aziendali, che ora mette a disposizione 11 sale riunioni e due foyer con dotazioni tecnologiche avanzate e servizi di ristorazione personalizzabili.
«Il nostro sguardo è rivolto al territorio - conclude Albertini - e fra i nostri obiettivi c’è la volontà di posizionare il Piemonte all’interno del segmento luxury e di fare dell’Hilton Turin Centre un urban luxury Hotel, ma al tempo stesso un riferimento anche per la cittadinanza. Ci impegneremo per invogliare i nostri ospiti ad allungare anche il periodo di permanenza, che potrebbe passare da due a cinque giorni. Per favorire un approccio più ampio alla città e alla regione per settembre abbiamo già in calendario un fam trip che porterà in città buyer provenienti da Francia, Svizzera e Belgio».
(Federica De Luca)
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[post_content] => Tutti si lamentano degli scioperi del traffico aereo. Dei piloti, dei controllori di volo, degli assistenti, dell'handling. Questa faccenda sta durando da almeno due anni e interessa gli scali di tutta Europa. Nessuno si è chiesto: come mai tutti questi elementi del sistema scioperano? Per quali motivi bloccano il traffico, ora di questo ora di quel paese?
La risposta è molteplice. Vediamone alcune. La prima. I piloti scioperano perché sono sottoposti a turni massacranti e così anche gli assistenti di volo. Naturalmente la questione gira attorno alla riduzione del personale, perché in questo ambiente (e non solo) piloti e assistenti sono considerati costi e non persone. Sono risorse (le risorse sono cose non esseri umani: risorse economiche, risorse minerarie, risorse finanziarie, ecc.) non professionisti.
Secondo. Sempre per tagliare i costi, le aziende, anche quelle del trasporto aereo, tendono a ridurre sempre di più le risorse (qui sì, ci sta bene) per rendere il lavoro più agevole possibile. Terzo, gli stipendi. Non riescono ad aumentare. Sembra quasi una fatto incontrovertibile della natura, ma gli stipendi sono fermi, mentre quelli dei manager aumentano a vista d'occhio.
Politica indolente
Sono questi i motivi degli scioperi (ce ne sono anche degli altri s'intende) e nessuno che prenda il problema sul serio e cerchi di fare una politica che riempia queste lacune. Perché? Perché tutto il personale è un costo da detrarre dal profitto. E siccome il profitto deve essere sempre l'unico obiettivo è naturale che il personale venga visto con scarso interesse.
Continuate a seguire il profitto e vi troverete uno sciopero al giorno. Infine: lo sciopero, checché ne dicano Iata, compagnie, Ryanair, associazioni eccetera, è un diritto del lavoratore. Chiunque cerca di imbrigliarlo è nemico della democrazia. Non si vive solo di profitto e di pubblicità. La vita delle persone ha bisogno di essere vissuta.
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[post_content] => Il ritorno alla stabilità della domanda di viaggio ha spinto Delta Air Lines a rivedere in positivo le previsioni finanziarie per l'intero anno: nel secondo trimestre 2025, chiuso lo scorso 30 giugno la compagnia ha registrato ricavi per 15,5 miliardi di dollari (circa l'1% in più rispetto al medesimo trimestre 2024) con un utile operativo di 2 miliardi di dollari, e un margine operativo del 13,2%.
I risultati di giovedì coprono un periodo di significativa incertezza politica ed economica, tra cui la guerra commerciale di Donald Trump, le preoccupazioni per le prospettive economiche degli Stati Uniti e il conflitto tra Israele e Iran che ha portato i prezzi del petrolio ai massimi di cinque mesi.
Da aprile, “l'andamento della domanda si è stabilizzato ... e abbiamo continuato a vedere una certa resistenza nei nostri diversi flussi di ricavi ad alto margine”, ha dichiarato il presidente di Delta, Glen Hauenstein, precisando che l'andamento dei ricavi dovrebbe migliorare nella seconda metà dell'anno.
Delta spiega che il contesto della domanda corporate è stato “stabile” nel trimestre di giugno. Il segmento internazionale ha registrato una buona performance, con una “forte domanda” di viaggi transatlantici che ha spinto i ricavi dei voli verso le destinazioni europee ad aumentare del 2% rispetto al livello già da record dello scorso anno. La parabola ascendente dei biglietti premium continua a superare quella della cabina principale.
"Guardando alla seconda metà del nostro anno, rimaniamo concentrati sull'attuazione delle nostre priorità strategiche e sulla gestione delle leve sotto il nostro controllo per generare utili e flusso di cassa solidi - ha aggiunto il ceo, Ed Bastian -. A dimostrazione della nostra fiducia nel business, stiamo ripristinando la guidance finanziaria con un utile per azione previsto tra 5,25 e 6,25 dollari e un free cash flow tra 3 e 4 miliardi di dollari, in linea con i nostri obiettivi di free cash flow a lungo termine".
Ad aprile, Delta aveva dichiarato che la domanda di viaggi era "in gran parte stagnante" e aveva ritirato le sue previsioni sugli utili per il 2025.
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[post_content] => Viaggia a gonfie vele il Messico di Latin World che quest'anno ha programmato partenze di gruppo ogni settimana, in seguito all’ottimo andamento registrato nell’alta stagione fra novembre e marzo. A catalogo sono state oltretutto inserite solo offerte esclusive per ogni tipologia di prodotto - fra cui Smart Tour e Tour “In Libertà” quali i nuovi “Atmosfere messicane” o “Cuore del Messico” - non limitandosi alle partenze fisse come nella passata stagione.
«Nonostante le ultime settimane mostrino un leggero rallentamento della domanda - dichiara Vincenzo Sama, product manager Latin World/Quality Group - pensiamo si tratti solo di una redistribuzione fisiologica dei flussi, perché già dal prossimo autunno registriamo un numero di passeggeri quattro volte superiore rispetto al corrispettivo periodo del 2024, in coincidenza soprattutto con la Festa dei Morti cui abbiamo dedicato un apposito tour. Da segnalare poi un sorprendente +50% del segmento nozze, in netta ripresa. In definitiva, ci aspettiamo una stagione positiva proprio come l’ultima appena archiviata, con tassi generali di crescita significativi».
Cresce anche la tendenza degli ospiti di Latin World a una maggior personalizzazione del viaggio, privilegiando formule “In Libertà” per quanto riguarda l’aggiunta di possibili escursioni, ma accompagnate da guide specialiste lungo tutto il tragitto. Il risultato è un prodotto “ibrido” che, di fatto, trasforma anche i pacchetti di fascia più accessibile in esperienze uniche, perché direttamente plasmate sugli interessi e le passioni del viaggiatore.
In crescita la richiesta degli Smart Tour, soluzioni che offrono strutture d’ospitalità più semplici e un minor numero di escursioni a favore di una maggior libertà ma, proprio per la loro capacità di creare interazione col territorio, allungati quest’anno a 13 giorni anziché solo 11 nella formula “Gran Tour Smart”. Sempre per soddisfare la sete di novità sulla destinazione, Latin World lancia nel 2025 anche il nuovo tour individuale “Tren Maya”, 11 giorni fra Cancun e Bacalar nello Yucatan.
«Nel nuovo catalogo ‘Messico, Cuba, Centroamerica’ la maggior parte dei tour prevedono la partenza con un minimo di due persone e, attraverso il riferimento QSelect, specificano sempre quale sarà il numero massimo di ospiti: un vantaggio che caratterizza l’offerta Latin World rispetto alla tradizionale soluzione a 4 persone, incontrando soprattutto il desiderio dei viaggiatori odierni di sapere esattamente quanti compagni di viaggio potranno essere inclusi nel loro tour. Se il prodotto in assoluto più richiesto resta infatti il ‘Grand Tour del Messico', la vera sorpresa di quest’anno è il notevole successo riscontrato dal ‘Gran Tour Smart’, una formula che esalta la libertà del viaggiatore ma non rinuncia alla garanzia di avere sempre al proprio fianco una guida parlante italiano».
I flussi italiani in Messico
Sectur, la Segreteria del Turismo del Governo del Messico, ha attestato a sua volta una leggera flessione del pubblico italiano nel mese di maggio (-0,6% sul 2024), ma l’andamento complessivo resta ben al di sopra delle aspettative: fra gennaio e maggio sono stati registrati circa 71.000 arrivi (+7,6% sul 2024), raggiungendo con una delle migliori performance in assoluto il 13° posto nella classifica dei mercati internazionali. La spesa turistica complessiva dell’estate 2025 dovrebbe infatti raggiungere i 37 miliardi di euro, +4,9% sulla stagione scorsa, con un flusso di 48,3 milioni di turisti e un tasso d’occupazione alberghiera attorno al 62,2%, in crescita del 2% sul 2024.
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Apre oggi i battenti nel centro di Bolzano il Falkensteiner Hotel Bozen WaltherPark, perfetto connubio fra anima urban e autentica ospitalità altoatesina. Al sesto piano dell’hotel spicca il Mochi Sushi.Grill.Rooftop Bar, primo indirizzo del brand viennese Mochi, rinomato per la sua cucina fusion giapponese contemporanea.
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“Con il Falkensteiner Hotel Bozen WaltherPark si apre un nuovo capitolo nell’ospitalità urbana: design, gastronomia e lifestyle si fondono in un rifugio esclusivo nel cuore della città - ha affermato Otmar Michaeler, ceo di Fmtg -. Poter realizzare questo progetto proprio nel capoluogo dell’Alto Adige e portare per la prima volta il brand viennese di ristorazione Mochi è per noi motivo di grande orgoglio. L’interior design e il concept sono stati sviluppati con l’obiettivo di creare qualcosa di unico per Bolzano».
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Il Mochi Sushi.Grill.Rooftop Bar, situato al sesto piano del Falkensteiner Hotel Bozen Waltherpark, è il primo ristorante in Alto Adige del celebre brand viennese. Il concept si ispira alla cultura giapponese dell’izakaya: piatti creativi– come sushi, sashimi, robatayaki, karaage o tapas – vengono serviti secondo la formula dello sharing, accompagnati da una selezione curata di vini, sake e gin.
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[post_content] => Con l'arrivo del picco della stagione estiva debutta la nuova campagna promozionale dell'Ente nazionale croato per il turismo: “Find your Pomalo”, che mira a promuovere uno stile di vita più lento e rilassante, per vivere appieno il momento presente.
La parola “pomalo”, profondamente radicata nella cultura croata, racchiude un’intera filosofia: quella del vivere senza fretta, in armonia con la natura e con se stessi, lontano dalla frenesia quotidiana. La campagna si svolge esclusivamente sui canali digitali – TikTok, Facebook, Instagram e YouTube – ed è rivolta ai mercati esteri più rilevanti per il turismo croato.
I video realizzati per la campagna trasmettono la sensazione di pace, semplicità e autenticità, invitando i viaggiatori a scoprire il lato più genuino della Croazia, attraverso esperienze che toccano la cultura locale, le tradizioni, le piccole comunità e le meraviglie naturali ancora poco conosciute.
«Registriamo un crescente interesse per esperienze autentiche, per uno stile di vita locale e tranquillo. Il trend dello 'slow travel' è sempre più diffuso e i turisti desiderano connettersi con le destinazioni in modo più profondo e significativo - ha dichiarato Kristjan Staničić, direttore dell’ente -. Con questa campagna, invitiamo i nostri ospiti a scoprire la loro personale versione di ‘pomalo’ in Croazia – un’esperienza che li farà tornare a casa rigenerati, ispirati e arricchiti».
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[post_content] => La Sagat, società di gestione dell’aeroporto Pertini di Torino, tira la somme al giro di boa del 2025. Un anno positivo, consolidato dai dati positivi del 2024 e dall’annuncio, pochi giorni fa, di nuovi piani di investimenti di Ryanair. Andrea Andorno, ad di Torino Airport, ha concesso a Travel Quotidiano una breve intervista che sintetizza un andamento che, seppure con fisiologici picchi e flessioni stagionali, è in costante progressione.
«L’anno è partito bene in termini di performance. La winter season si è chiusa con una crescita a doppia cifra che ha superato il 10%, la summer in corso regista un incremento lievemente inferiore allo scorso anno ma comunque positivo, ma solo a settembre potremo fare un bilancio reale. I charter neve fino a marzo hanno dato risultati più che apprezzabili. In novembre poi, ci attendiamo una super crescita che ci fa sperare di avvicinarci sempre più ai 5 milioni di passeggeri annui. Obiettivo non così lontano. Soprattutto se si considera che potremmo assistere con elevati standard di qualità fino a 8/9 milioni di passeggeri».
Ryanair, prima low cost operativa da Caselle – seguita da Wizz Air – ha un ruolo più che significativo nella crescita dell’aeroporto torinese. L’offerta della compagnia irlandese per la prossima stagione sarà molto bilanciata, con incremento di voli sia su scala domestica che internazionale. Alcune sono rotte già servite riformulate secondo frequenze ed orari che vanno maggiormente incontro sia alle esigenze di chi viaggia per lavoro, sia a quelle dei turisti. Voli che permetteranno a un numero ancora maggiore di turisti di visitare Torino e il Piemonte, oltre ad offrire combinazioni di viaggio più comode per chi vi risiede, a vantaggio di un turismo attento ad una crescita della rotta nei due sensi.
Nel segnalare una significativa crescita di destinazioni come Madrid e Siviglia, Andorno afferma: «L’aumento delle frequenze, i nuovi voli attivi dalla prossima stagione e l’arrivo di una nuova macchina dall’ultimo week end di ottobre fanno di Ryanair un partner ormai consolidato con cui abbiamo un dialogo continuo e che cambia numeri dell’aeroporto. Ma noi parliamo con tutti i vettori e l’idea è di ampliare il network».
«Negli ultimi anni è cambiato il modo di viaggiare ad anche l’approccio dell’utenza – conclude Andorno con una visione ad ampio raggio - Gli avvenimenti degli ultimi anni, dal Covid alle crisi politiche, hanno certo influito. Abbiamo perso i voli su Russia e Ucraina, sono cambiati i target, ma la voglia di viaggiare permane. Molti sono ora più orientati a fare una esperienza. E i grandi eventi di caratura internazionale che Torino sempre più organizza e supporta – dal Kappa Futur Festival che ha portato molto pubblico da Olanda e Gran Bretagna, agli Atp Finals, da Artissima a la Vuelta che quest’anno per la prima volta partirà dall’Italia - sono un’ottima vetrina e aprono a più mercati, ma è un trend che deve essere finalizzato e sostenuto tutto l’anno, e che può rivelarsi un invito a tornare.
E forse non è un caso se fra i voli di maggior successo, Sardegna e Sicilia a parte, il grande fenomeno è la Spagna con grande richiesta per Alicante e Madrid. In crescita anche Oporto».
Molti studi dicono che sta cambiando target dei viaggiatori. La terza età è più attiva e dinamica rispetto a qualche decennio fa, chi viaggia per affari ora sceglie più frequentemente i voli low cost e spesso al lavoro unisce qualche giorno di puro svago.
L’ultima grande novità, nel luglio 2024, era stata la ripresa del volo per Istanbul operato da Turkish Airlines che consente di raggiungere in coincidenza oltre 300 destinazioni in Medio ed Estremo Oriente, Africa e Americhe. Andorno non dice di più, ma l’impressione è che qualcosa bolla in pentola e che l’operazione di Ryanair su Torino potrà fare da traino ad investimenti di altri vettori.
(Federica De Luca)
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[post_content] => «La chiave di volta per ogni azienda di lusso è avere il personale motivato; è quello che fa la differenza nel tempo». Lo ha affermato Ezio Indiani nell’ambito della presentazione della seconda edizione dei Best Luxury Hotel Awards, voluti dal presidente di Teamwork Hospitality Mauro Santinato e in programma il prossimo 29 ottobre. Ezio Indiani, general manager dell’Hotel Principe di Savoia Milano, delegato Ehma - European Hotel Managers Association - e consigliere di amministrazione di Altagamma - l'associazione che riunisce le aziende del mondo del lusso e che patrocina il premio - ha spiegato quali sono i valori, gli indicatori dell'eccellenza dell’ospitalità nel lusso e come si stanno evolvendo.
«Aprono molti nuovi alberghi, anche a Milano. A mio avviso quello che serve ed è sempre servito in un albergo di lusso è l'attitudine del personale: saper coinvolgere l’ospite e prevenire i suoi desideri. Oggi la tecnologia ci mette a disposizione tanti strumenti per poter conoscere il cliente ancor prima del suo arrivo, sin dal momento della prenotazione. Una prenotazione che si può personalizzare, preparando il wow-effect e sorprendendolo. Durante il soggiorno è poi fondamentale avere del personale totalmente dedicato e usare tutta la tecnologia disponibile per avere le informazioni relative all’ospite. È necessaria una struttura in grado di capire quale sia stata la sua esperienza grazie a dei survey inviati via internet e, in base ai risultati, possa intervenire su tutti i reparti, migliorando in continuazione il servizio offerto.
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Chiara Ambrosioni
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