2 marzo 2022 10:10
Jet2.com, da ieri 1° marzo, è la prima compagnia aerea a togliere l’obbligo di indossare le mascherine a bordo della maggior parte dei suoi voli.
“Non è più un obbligo legale indossare una mascherina per il viso nei nostri aeroporti o a bordo dei nostri aerei – si legge da una comunicazione sul sito web della low cost -. Tuttavia, come da indicazioni del governo britannico, raccomandiamo di continuare a utilizzare la mascherina in questi spazi, e si dovrà comunque indossare una volta giunti a destinazione, all’estero“. La nuova disposizione si applica ai voli da/per l’Inghilterra e l’Irlanda del Nord.
Per i voli da e per la Scozia, tuttavia, “è ancora un obbligo legale per tutti coloro che hanno più di sei anni indossare la mascherina nei nostri aeroporti scozzesi e a bordo degli aerei che viaggiano da e per quegli aeroporti. Questo anche se si è completamente vaccinati”.
La compagnia aerea ricorda ai passeggeri che dovranno indossare una mascherina, una volta atterrati, nella maggior parte delle destinazioni verso cui vola.
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Pernottamenti italiani in costante crescita per la Danimarca che nel 2024 hanno raggiunto un +18% rispetto al 2023. Con quasi mezzo milione di pernottamenti, l’Italia è il 7° mercato per il turismo danese, dati che confermano l’interesse dei nostri connazionali per il Paese scandinavo. Una destinazione per tutto l’anno con un’offerta culturale, gastronomica, outdoor e natura, ricca di eventi e un turismo urban adatto alle stagioni di spalla e ai long weekend. Destinazione vicina, compatta e godibile tutto l’anno, viaggio sostenibili e qualità della vita, rappresentano una meta perfetta in ogni stagione.
«Ci stiamo focalizzando sulle stagioni intermedie e sui ponti primaverili. Infatti nel 2024 i mesi di aprile e maggio, ottobre e novembre hanno registrato una crescita del +30% – ha affermato Giulia Ciceri (nella foto), marketing and press coordination Italy and France in occasione del Nordic Workshop di Milano -. I mercatini di Natale, già fruibili da novembre, completano poi la possibilità di vivere la destinazione al di là del picco dei mesi estivi. Cultura, gastronomia e natura restano i punti di forza della Danimarca. L’offerta spazia inoltre su paesaggi selvaggi tra coste, foreste e laghi, ampie spiagge sabbiose, con la natura sempre a un passo dai contesti urbani e infinite opportunità per gli amanti delle vacanze attive».
VisitDenmark si focalizza inoltre sul light summer, di fine agosto e primi di settembre quando in Danimarca non è più alta stagione ma gli italiani sono ancora in vacanza e permette di allungare anche i periodi di soggiorno. «La Danimarca ha distanze brevi, facilmente percorribili in treno o noleggio auto. La nostra offerta turistica si focalizza inoltre sul lifestyle nordico, design, architettura e sostenibiltà. Ogni angolo è perfetto per vivere la Jomo, 'the joy of the missing out', che incontra i macro temi dei viaggiatori alla ricerca di relax e momenti a contatto con la natura. Momenti autentici vivibili come nella zona del Wadden Sea e Møn, un’attrazione per il dark sky, punti di osservazione delle stelle».
Anche nel 2025 VisitDenmark «continuerà a lavorare per destagionalizzare i flussi turistici, promuovendo il fuori stagione e la varietà dell’offerta, con l’obiettivo di allungare la durata dei soggiorni e valorizzare esperienze che vadano oltre le mete più conosciute, l’awareness sulla destinazione e il suo potenziale ancora da esplorare».
Tra le destinazioni chiave che trainano i flussi dall’Italia spiccano, oltre alla capitale, anche la Selandia del Sud e Møn, con le spettacolari scogliere di Møns Klint e i villaggi pittoreschi; i paesaggi della Fionia e il suo arcipelago, il legame con Hans Christian Andersen che celebrerà quest’anno i 150 anni dalla morte; Aarhus, vivace centro culturale tra arte e natura; lo Jutland del Nord, con le sue dune e villaggi di pescatori; l’area di Billund, con Legoland e siti Unesco, la regione costiera dell’Est, ideale per island hopping, cicloturismo e le esperienze gastronomiche locali.
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Alternative Airlines è il primo flight provider integrato della piattaforma buy now pay later Scalapay. Favorito dai risultati del mercato italiano, che nella stagione 2023/2024 ha portato Alternative Airlines a realizzare un +60% di crescita in volume (tasso superiore anche al +40% del mercato francese sullo stesso periodo), l’accordo mira a offrire ancora più possibilità per acquistare un volo aereo, in particolare quando la partenza non può essere posticipata per ragioni personali o lavorative. Il modello di pagamento proposto è quello tradizionale di Scalapay: il cliente sceglie ciò che ama in un negozio e store convenzionato, pagando in tre o quattro rate senza interesse.
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"L’ampia offerta di compagnie disponibili su Alternative Airlines moltiplica le possibilità per i nostri clienti di individuare il volo più comodo e la rateizzazione consente di cogliere l’occasione giusta per effettuare il miglior acquisto - sottolinea il vice president growth di Scalapay, Matteo Ciccalè -. La nostra modalità di pagamento a rate è infatti automaticamente inclusa e disponibile in tutti i processi di acquisto”.
“Siamo entusiasti di essere il primo sito di prenotazione voli a integrarsi con Scalapay, offrendo in tal modo più flessibilità e praticità ai nostri clienti in Italia, ma anche in Francia, Spagna e Portogallo - aggiunge il managing director di Alternative Airlines, Sam Argyle -. Questa partnership consente ai viaggiatori di bloccare i prezzi dei voli odierni, distribuendo il costo nel tempo e rendendo i viaggi più accessibili che mai. Stiamo assistendo a una crescente domanda di opzioni di pagamento flessibili e Scalapay rappresenta senza dubbio una soluzione veloce, fluida e trasparente”.
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[post_content] => L'aeroporto di Cagliari spalanca le porte verso una stagione da record con una crescita complessiva di circa il 7% rispetto alla summer 2024 e oltre 1.400.000 posti disponibili sulle rotte internazionali.
Saranno 109 i collegamenti operati da 39 compagnie aeree verso 25 Paesi, sottolinea una nota della Sogaer, che gestisce lo scalo sardo, con «75 i collegamenti di linea (31 domestici e 44 internazionali) e 34 operati con voli charter».
Cagliari «consolida la sua strategia di espansione nel mercato scandinavo. Dopo il successo del collegamento con Göteborg, introdotto nell’estate 2024, la summer 2025 vedrà l’attivazione di due nuove rotte: Stoccolma, operata da Ryanair con due voli settimanali, e Copenhagen, servita da Sas con altrettanti voli».
Tornando ai mesi estivi lo scalo offrirà un programma con oltre 26.000 voli: «Il network internazionale vedrà Ryanair collegare lo scalo cagliaritano con 12 Paesi per un totale di 21 destinazioni, sulle 40 totali operate per la prima volta a Cagliari dal vettore irlandese – precisano da Sogaer -. Ulteriori novità riguarderanno il potenziamento delle frequenze verso la Gran Bretagna con British Airways EuroFlyer che servirà l’aeroporto di Londra Gatwick fino a 10 frequenze settimanali e Vueling che potenzierà di oltre il 20% l’operativo su Barcellona. Significativo anche il potenziamento della programmazione di Edelweiss sulla rotta Cagliari-Zurigo, che, a seguito del successo della rotta operata per la prima volta durante la stagione invernale 2024/25, prevederà un collegamento giornaliero nei periodi di alta stagione. Smartwings potenzierà il numero di collegamenti offerti sulla rotta Cagliari-Praga di oltre il 50% rispetto all’estate 2024, arrivando a cinque voli settimanali. In crescita anche Austrian Airlines, che aumenterà i collegamenti con Vienna del 25%”.
Sempre sul fronte internazionale, ci saranno significativi aumenti di voli da parte di Ryanair verso Porto e Palma di Mallorca (raddoppio dei voli), Budapest (incremento di oltre il 60%) e Poznan (incremento del 35%). Easyjet raddoppierà i collegamenti con Lione, mentre Volotea aumenterà dell’80% i voli per Marsiglia. Anche sul mercato tedesco, Eurowings potenzierà i voli per Stoccarda di oltre il 20%”.
Nuove rotte domestiche
Sul fronte domestico spiccano «l’apertura delle nuove rotte per Pescara di Ryanair e Catania di Aeroitalia, oltre ad un significativo aumento dei collegamenti in regime di continuità territoriale che vedrà Aeroitalia operare 20 voli al giorno da e per Roma Fiumicino e sino a 16 voli da e per Milano Linate, per un totale di oltre mille voli al mese in continuità territoriale.
Quanto ai voli charter, tra i 34 collegamenti totali dell'estate, le principali novità riguarderanno Lot che opererà su Varsavia e SkyAlps che amplierà il proprio network operando su Innsbruck. Confermati inoltre i collegamenti di Tunisair verso la Tunisia e di People’s Viennaline su Altenrhein in Svizzera.
Le aspettative di Sogaer sono per una stagione estiva da record, dopo un 2024 che ha visto il "Mario Mameli" tagliare il traguardo dei 5 milioni di passeggeri.
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[post_content] => Gli pneumatici estivi sono progettati e realizzati per equipaggiare le autovetture e altri veicoli durante i periodi più caldi dell'anno; in virtù delle loro caratteristiche peculiari, infatti, garantiscono prestazioni ottimali (in termini di aderenza, tenuta di strada e spazio di frenata) sui fondi asciutti. In aggiunta, consentono di ottimizzare il consumo di carburante e, in determinate condizioni di utilizzo, limitare anche le emissioni inquinanti.
In Italia possono essere utilizzati su strade urbane ed extraurbane, a meno che non sia esplicitamente indicato l'obbligo di dotazioni invernali (ossia le gomme marcate con il codice MS). In genere, il provvedimento è valido dal 15 novembre al 15 aprile; pertanto, nei restanti mesi, è possibile circolare con le gomme estive sulla maggior parte della rete viaria italiana. È lecito chiedersi, quindi, quanto possa essere conveniente programmare la sostituzione degli pneumatici invernali (comunque utilizzabili per tutto l'anno senza limitazioni), specie in vista di viaggi o lunchi spostamenti. Nel nostro approfondimento, vediamo quali sono tutti gli aspetti da valutare in merito.
Quali sono le prerogative di uno pneumatico estivo
Le gomme per uso estivo si differenziano da quelle invernali per due aspetti: la mescola e il battistrada. La prima è formata da un mix di gomme naturali e sintetiche, al quale vengono aggiunte altre sostanze, soprattutto additivi e minerali. Gli pneumatici estivi presentano una mescola 'dura', in quanto povera di silice e più adatta a reggere lo stress termico e le sollecitazioni dovute al rotolamento e all'attrito con l'asfalto.
Il battistrada, ovvero la parte dello pneumatico a diretto contatto con il manto stradale, è realizzato in maniera tale da massimizzare l'area dell'impronta a terra; sono presenti scanalature e tasselli, ma le aree di 'vuoto' sono nettamente inferiori rispetto a quelle 'piene', a differenza dei battistrada delle gomme invernali (specie quelle 'da neve'). Questa soluzione consente di ottimizzare l'aderenza e la tenuta di strada sui fondi asciutti e di sfruttare al meglio la potenza erogata dal motore, senza incrementare consumi ed emissioni.
Ragion per cui, gli pneumatici estivi rappresentano ancora oggi una valida alternativa per svariati contesti di utilizzo, tant'è che sono tuttora un prodotto largamente disponibile in commercio, non solo presso le officine specializzate ma anche online, grazie a rivenditori settoriali come Euroimportpneumatici.
Gomme estive per viaggiare: quando convengono?
Per rispondere a questo interrogativo, occorre tener presente quali sono le caratteristiche principali degli pneumatici estivi; inoltre, vanno valutati una serie di fattori che incidono sulle prestazioni e su altri aspetti prestazionali. Nello specifico:
il chilometraggio;
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Ciascuno di questi aspetti può incidere sulla scelta finale dell'equipaggiamento. Per vetture destinate ad un impiego 'intensivo', perlopiù concentrato nei mesi più caldi dell'anno, gli pneumatici estivi sono l'opzione ideale, in quanto costituiscono un prodotto realizzato appositamente per garantire elevati standard prestazionali in contesti di quel genere. Di contro, scegliendo le invernali o le '4 stagioni', il rischio è di accelerare notevolmente il processo di usura delle gomme, con il risultato di doverle sostituire con maggiore frequenza.
A tal riguardo, va presa in considerazione anche l'area di percorrenza; per una vacanza on the road in zone dalle estati particolarmente calde, è bene optare per gli pneumatici estivi, in quanto più resistenti alle alte temperature. Inoltre, grazie alla mescola più rigida, assorbono al meglio fenomeni di dilatazione teermica che possono alterare la pressione di gonfiaggio, evitando quindi una maggiore resistenza al rotolamento e un conseguente aumento del consumo di carburante.
In conclusione, quindi, le gomme estive rappresentano una soluzione che garantisce performance ottimali nei mesi più caldi dell'anno, anche a fronte di un elevato chilometraggio. Per questo, sono l'opzione da prendere maggiormente in considerazione per equipaggiare vetture destinate ad un utilizzo costante e prolungato durante l'estate, inclusi spostamenti frequenti e viaggi veri e propri.
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[post_content] => Riceviamo una lettera dal presidente di Astoi, Pier Ezhaya e volentieri la pubblichiamo.
«Mettiamola così: se si vuole danneggiare un settore al punto da farlo chiudere, la nuova direttiva europea sui pacchetti turistici è la strada più breve. Esagerato? No. Semplicemente razionale. Questa è la direttiva più iniqua, più ideologica, più miope, più violenta e più ingiusta che si potesse proporre.
Se verrà approvata, e lo dice un europeista convinto, bisognerà augurarsi che il nostro Paese vada in infrazione. Se l’Italia la recepirà, in infrazione dovremo andarci noi del turismo organizzato, non applicando questa direttiva e riempiendo i tribunali di cause. Le perderemo tutte? Pazienza. Almeno falliremo lottando.
Il vaso è colmo
Ma perché prendo questa posizione così estrema che di solito non mi contraddistingue? Perché il vaso è colmo, perché le posizioni ideologiche mi hanno stancato e perché l’unica tutela che il consumatore può avere quando viaggia la può avere dal turismo organizzato. Per il resto ognuno fa quel che vuole e auguri. Ma io dico, già la normativa attuale sui pacchetti turistici stratutela il consumatore rispetto alle banche letti o ai vettori aerei e allora, c’era pure bisogno di irrigidirla aumentando il gap?
E perché è così facile colpire il turismo organizzato? Forse perché l’Unione Europea non ha il coraggio di attaccare le lobby dei giganti tecnologici o quelle delle compagnie aeree? Il Draft Report presentato dal relatore in Parlamento della proposta di modifica della Direttiva Pacchetti, l’eurodeputato maltese Alex Agius Saliba, è qualcosa di semplicemente inconcepibile. Si tratta di una proposta che non tiene in alcuna considerazione la voce delle imprese europee del turismo organizzato.
Vediamone alcune perle
Reintroduzione tetto acconto del 25% e previsione possibilità di richiedere saldo non prima dei 28 giorni data partenza.
Ora io dico, ma questo tetto agli acconti è previsto anche per i vettori aerei o per gli alberghi quanto applicano le tariffe non rimborsabili? E se l’operatore, per favorire il proprio cliente dovesse acquistare dal vettore una tariffa ad emissione immediata (e, quindi, soggetta a pagamento immediato) dovrebbe coprire finanziariamente il delta tra il 25% che impone la legge e il 100% che chiede il fornitore? E perché mai questo dovrebbe accadere?
Istituzione di un Trust per garantire gli acconti.
Qui siamo davvero all’apoteosi; ma non c’è già una legge che impone a tutti gli attori del Turismo organizzato, tour operator e agenzie (non certo a vettori aerei o alle banche letti) di avere un fondo per insolvenza e fallimento che copre sia acconto che saldo? E allora a che cosa serve questo trust? È incredibile; non solo questo obbligo esiste per gli operatori del turismo organizzato e non per gli altri attori turistici, ma addirittura adesso bisogna anche creare un trust. W la fantasia.
Nessun perimetro e nessuna oggettività sulle circostanze straordinarie che regolano il recesso senza penale. In più, se il ministero degli affari esteri emana un travel warning c’è la possibilità per il cliente di annullare senza penale a 28 giorni data partenza.
Niente perimetro
Già oggi, con la direttiva attualmente in vigore, in caso di circostanze inevitabili e straordinarie (es. catastrofi naturali) verificatesi nel luogo di destinazione o nelle sue immediate vicinanze, il tour operator deve riproteggere il viaggiatore e, se questo non accetta, lo stesso ha diritto di recedere dal contratto ottenendo il rimborso integrale del costo del pacchetto. Nella “nuova versione” della direttiva non c’è alcun perimetro oggettivo per tali circostanze eccezionali, un passaggio che specifichi ad esempio che le stesse sono limitate alle sole catastrofi naturali, pandemie, etc.
In questo modo si apre il fronte ad un’interpretazione che potrebbe condurre a ricomprendere qualsiasi ipotesi di impedimento personale, soggettivo, del consumatore. Non contenti, si vorrebbe introdurre anche la possibilità di recedere in virtù di un “travel warning” emanato dal ministero degli affari esteri.
Anche questa è molto fantasiosa; ci sono state fatte lezioni sul fatto che i warning del Ministero degli Esteri erano solo avvisi e non dovevano rappresentare dei divieti e adesso il cliente può cancellare senza problemi, addirittura 28 giorni prima della partenza, senza nemmeno attendere l’evolversi di una situazione, che potrebbe anche rientrare? Domanda: questo vale anche per i vettori? Se c’è un travel warning devono rimborsare il biglietto? E se non sono comunitari ci si è posti il problema?
Riduzione del timing di rimborso per fallimento e insolvenza da 9 a 3 mesi.
Beh, certo; non solo dobbiamo avere un fondo per insolvenza e fallimento che altri non hanno ma anche sbrigarci a rimborsare senza nemmeno avere il tempo di esaminare la copiosa documentazione che potrebbe essere prodotta magari da migliaia di clienti? Mica si perde tempo qui.
Sono previste sanzioni pecuniarie fino al 4% del fatturato in caso di violazione delle previsioni della Direttiva.
Mi sembra giusto. In un settore che se va bene fa un ebitda del 5%, imporre una sanzione del 4% se non si ubbidisce mi sembra in minimo.
Davvero non comprendo l’accanimento; ma che vi ha fatto questo settore? Vi sembra un settore che specula sui consumatori? Se lo facesse non avrebbe dei profitti un pochino diversi?
Colpo di sciabola
E allora perché, ancora una volta, infliggere questo colpo di sciabola al Turismo organizzato e risparmiare tutti gli altri attori? Sono così ingenuo che pensavo che si sarebbe riequilibrato il gap e invece? Ma no, divarichiamolo ancora. A morte il Turismo organizzato, fatto da approfittatori cinici e ingordi di ricchezza!
Il ministro Santanchè ha assicurato il proprio impegno per contrastare questa pericolosa deriva e noi la ringraziamo sentitamente. Se necessario la questione va affrontata anche a livello di Presidenza del consiglio perché il rischio di chiusura di migliaia di imprese è più che concreto. Non si può affossare così un settore che aveva appena rimesso la testa fuori dall’acqua dopo l’apnea del covid.
Ma che vi abbiamo fatto?
Su questa cosa serve davvero coraggio e spirito combattivo. Fosse l’ultima cosa che farò per questo settore, questa volta, lo giuro, sono pronto a “tutto”
La diplomazia va bene, ma questo è davvero troppo».
Pier Ezhaya presidente Astoi Confindustria Viaggi
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[post_content] => Dal 31 marzo 2025 entra in vigore l’obbligo per le imprese di sottoscrivere una polizza assicurativa contro terremoti, alluvioni e inondazioni.
Il tema è stato oggetto di confronti con le agenzie di viaggi nello stand di I4T alla BMT di Napoli, accompagnato al ruolo crescente dell'intelligenza artificiale nel mercato del turismo, strumento con grandi potenzialità ma anche alcune criticità da gestire.
«Per quanto riguarda l'obbligo di polizza per i rischi catastrofali - spiega Christian Garrone, amministratore delegato di I4T - la normativa non è ancora chiarissima, ma una cosa è certa: la sottoscrizione di questa polizza è fondamentale». Anche se non sono previste, per ora, sanzioni per le agenzie che non si adegueranno, la mancata adesione potrebbe avere conseguenze rilevanti. «L’assenza di questa polizza potrebbe impedire l’accesso a eventuali sovvenzioni statali in caso di emergenze - sottolinea Garrone -, esattamente come è accaduto durante il COVID-19».
Tra le innovazioni che si stanno affacciando sul mercato, l’intelligenza artificiale si presenta come uno strumento dalle grandi potenzialità. Tuttavia, l’adozione di questa tecnologia deve essere ben guidata. «L’IA sarà un elemento cruciale per il futuro, ma è fondamentale capire come utilizzarla correttamente - spiega l'a.d. -. Se non vengono utilizzati i prompt giusti, il sistema rischia di restituire risposte inefficaci o errate». Un altro rischio è il fenomeno delle “allucinazioni”, ovvero interpretazioni errate che possono portare a gravi incomprensioni. «Abbiamo la consapevolezza che dovremo lavorare tantissimo per addestrare l’AI e renderla davvero utile alle agenzie, i nostri impegni sono focalizzati sul testare lo strumento per renderlo efficace su due principali applicazioni: il supporto nella comprensione delle polizze e la gestione dei sinistri, per permettere di agire con rapidità e ridurre eventuali ritardi».
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[post_content] => Nonostante il difficile contesto macroeconomico che stiamo vivendo, c'è fiducia nel mondo della transazioni alberghiere. L'incipiente guerra commerciale scatenata dalle misure protezionistiche del nuovo presidente Usa, Donald Trump, non sembra insomma scalfire la voglia di hotel tra gli investitori globali. Lo dice il Global Hotel Investment Outlook di Jll, secondo cui nel 2025 gli investimenti globali nel settore cresceranno tra il 15% e il 25%.
Tutto ciò dopo un 2024 nel quale il valore totale delle operazioni legate al comparto a livello mondiale ha raggiunto quota 57,4 miliardi di dollari, segnando un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. Il valore è rimasto comunque al di sotto dei parametri storici, principalmente a causa di un limitato volume di transazioni di portafogli e di una significativa riduzione delle dimensioni medie delle operazioni.
Stando al report Jll, la crescita di quest'anno sarà sostenuta da alcuni fattori principali, tra cui la ristrutturazione del debito in scadenza, che potrebbe portare alla dismissione di alcune strutture, la necessità di implementare piani di investimento per favorire l’upgrade o il mantenimento delle strutture in un contesto di mercato sempre più competitivo, unitamente all’orizzonte temporale di exit ormai prossimo per molte operazioni perfezionate dai private equity nel recente passato.
Il settore del lusso e quello dei servizi si confermano i più attrattivi per gli investitori, con particolare interesse verso i mercati urbani e quelli caratterizzate da elevate barriere all'ingresso. Si prevede inoltre un incremento degli investimenti esteri, con investitori del Medio Oriente e investitori privati americani pronti a cogliere opportunità in Europa e in alcune città degli Stati Uniti.
Tre le tendenze che si profilano per il 2025 si segnala quello dei lifestyle hotel, che stanno ridefinendo il concetto di ospitalità, diventando un nuovo terzo luogo dove i confini tra lavoro, vita e tempo libero si sfumano. A differenza degli alberghi tradizionali, che generano in media il 90% delle loro entrate dalle camere, circa il 40% dei ricavi dei lifestyle hotel deriva da servizi non legati alle stanze (come ristorazione, spa, retail...), enfatizzando gli spazi pubblici come luoghi di incontro e socializzazione. Crescerà inoltre l’influenza dei mercati emergenti: Paesi come India e Arabia Saudita giocheranno un ruolo sempre più importante nella definizione delle future tendenze di viaggio, creando nuove opportunità di sviluppo e investimento. In particolare, l'Arabia Saudita, con il suo ambizioso piano Vision 2030, mira a diventare una potenza globale nel turismo. Attraverso lo sviluppo di megaprogetti come Diriyah Gate e Neom, il Paese punta ad attrarre 150 milioni di turisti, per un incremento del 780% rispetto ai numeri del 2019.
"Il settore alberghiero sta attraversando una fase di trasformazione significativa, in cui l'innovazione tecnologica e l’adattamento alle mutevoli preferenze dei consumatori saranno determinanti per creare valore e definire il futuro dell’ospitalità - spiega Claudia Bisignani, head of hotels and hospitality di Jll -. Gli investitori stanno mostrando un crescente interesse verso il settore alberghiero, con un focus particolare su opportunità di riposizionamento e rebranding. Nonostante le sfide legate al costo del capitale, ci aspettiamo che questa dinamica continui anche nel 2025, con l’hospitality che si conferma un asset class particolarmente resiliente ed attrattiva grazie ai rendimenti competitivi, alle solide performance operative e alle favorevoli dinamiche di offerta".
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[post_content] => Le Associazioni di categoria Aiav, Aidit Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi, Fiavet Confcommercio, Fto e Maavi hanno scritto una nota congiunta a tutti gli eurodeputati italiani, al presidente Ue, alla presidenza del Consiglio dei ministri italiana, al ministero del turismo ed a Ectaa in merito al Draft Report dello scorso 25 febbraio dell’eurodeputato Alex Agius Saliba, relatore in Parlamento della proposta di modifica della Direttiva pacchetti.
Nei mesi scorsi la proposta di revisione della Commissione pubblicata lo scorso novembre è approdata a soluzioni di compromesso a seguito delle interlocuzioni delle Associazioni di categoria con il Governo italiano, tramite il Ministero del Turismo, e a seguito del negoziato avvenuto tra la Commissione Europea e il Consiglio dell’Unione, votata poi dal COREPER a dicembre 2024.
In questa occasione erano stati eliminati dal testo gli elementi più discutibili, che rendevano la proposta inattuabile per il mercato, mantenendo un equilibrio tra gli interessi dell’industria turistica e quelli dei consumatori.
Tra gli emendamenti proposti nella relazione del Deputato Saliba, che sono contestati dalle Associazioni, vi è principalmente l’articolo 5 bis della direttiva che vorrebbe reintrodurre, rispetto alle bozze del precedente negoziato, il limite del 25% per gli acconti dei pacchetti turistici e la richiesta del saldo non prima di 28 giorni dall’inizio del pacchetto stesso, nonché la facoltà per ogni Paese membro dell’Unione europea di imporre la costituzione di un conto vincolato per gli acconti dei consumatori.
Libera concorrenza
Questo uniformerebbe a livello europeo i termini economici di vendita dei pacchetti, violando, di fatto, la libera concorrenza di mercato. Ma l’aspetto più preoccupante è quello economico: molti operatori non sarebbero in grado di gestire l’advanced booking, divenuta una leva essenziale al mercato turistico odierno, e quasi tutti avrebbero difficoltà finanziarie nello sviluppo del proprio business potendo incassare il saldo di ciò che hanno venduto solo a 28 giorni dalla partenza, anticipando di propria tasca le spese che sono a tutti gli effetti del consumatore.
Preoccupante anche l’ipotesi dell’apertura di un conto vincolato, un ulteriore onere, che si somma a quello cui già sono tenuti gli operatori del turismo organizzato che prestano garanzia per insolvenza e fallimento con un fondo che già copre il rischio dei consumatori.
Recesso
Altro aspetto già segnalato in precedenza dalle Associazioni è l’ipotesi di recesso per circostanze straordinarie per il quale non è proposto alcun emendamento che specifichi che queste circostanze sono limitate alle sole catastrofi naturali, pandemie etc, con il rischio che potrebbe essere interpretato come ricomprendente qualsiasi ipotesi di impedimento personale del consumatore. Inoltre, viene proposto l’inserimento di un nuovo comma nell’articolo 12 che prevede la possibilità di annullare il viaggio con il rimborso integrale dei pagamenti effettuati in virtù di un avviso di sicurezza dell’Autorità - “official travel warning” - emanato 28 giorni prima del viaggio.
Si apre, infine, in questa revisione, anche una nuova ipotesi di gestione dei reclami con obbligo di risposta entro 21 giorni, con sanzioni pecuniare spropositate che arrivano fino al 4% del fatturato annuo dell’operatore turistico.
Piccole e medie imprese
Secondo le Associazioni questa revisione è ispirata a esigenze sorte in occasione di eventi straordinari, come la pandemia Covid 19 o il fallimento di Thomas Cook, che non rappresentano un parametro equo e indicativo delle dinamiche ordinarie del mercato dei pacchetti turistici.
Le misure proposte aggraverebbero l’intero settore, e in particolare le piccole e medie imprese che sono il tessuto economico del comparto in Italia e di altri Paesi, favorendo invece i big player con cospicue capacità finanziarie, spesso non europei, che finirebbero per minare l’industria del turismo organizzato nei Paesi membri.
Le scriventi Associazioni invocano quindi una immediata “levata di scudi” dei nostri Europarlamentari e dei vertici politici del nostro Governo e di quello dell’UE per la discussione in corso a Bruxelles, che si dovrebbe chiudere il voto finale del Parlamento il 26 giugno del 2025, confidenti dell’impegno trapelato da parte del Ministero del Turismo di lavorare nella direzione di una conclusione equa e sostenibile per imprese e consumatori.
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[post_content] => La Guardia di Finanza di Torino ha concluso un'articolata indagine di polizia economico-finanziaria, denominata "FLY NO PAY", che ha riguardato il corretto assolvimento dell'imposta erariale prevista per i voli dei cosiddetti "aerotaxi" e che ha consentito la scoperta di un'evasione fiscale pari a oltre 1,5 milioni di euro.
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Specifica imposta
Si tratta di una specifica imposta, istituita nel 2011, il cui importo varia in funzione della tratta percorsa (10 euro in caso di tragitto non superiore a 100 chilometri, 100 euro per tra-gitti compresi tra 100 e 1.500 chilometri ed euro 200 per tragitti superiori) ed è dovuta da ciascun passeggero trasportato sia con aereo, sia con elicottero; rientra tra i tributi cosid-detti "ambientali", finalizzati a colpire i servizi aventi un impatto negativo sull'ambiente e il cui gettito è prioritariamente destinato alla tutela dell'ecosistema.
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