Italia-Israele: progressivo ripristino dei collegamenti aerei diretti
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27 gennaio 2025 10:50

Aeroporto di Tel Aviv
Tornano gradualmente, ma costantemente, i collegamenti aerei fra Italia e Israele. Dallo scorso 16 gennaio WizzAir ha ripreso i voli diretti da Roma-Fiumicino e Milano Malpensa per Tel Aviv. Già dal mese di febbraio sono previste quattro frequenze settimanali da Milano, che saliranno a sei a marzo, mentre da Roma saranno garantiti quattro voli settimanali.
A questi si aggiungono le frequenze regolarmente operate da El Al Israel Airlines, che per tutta la stagione invernale (fino a marzo 2025) prevede 24 voli settimanali dagli aeroporti di Malpensa, Fiumicino e Venezia; oltre alla compagnia di bandiera, anche Arkia e Israir continueranno a operare i propri voli diretti da Milano Malpensa e da Roma Fiumicino.
Dallo scorso 22 gennaio anche BlueBird Airways opera da 5 fino a 7 voli settimanali tra Roma Fiumicino e Tel Aviv fino al 21 aprile 2025. Inoltre, la compagnia ha programmato 3 voli diretti settimanali da Napoli per Tel Aviv nel periodo aprile-ottobre 2025 e 2 voli settimanali da Milano Bergamo, dal 24 giugno al 18 ottobre 2025.
L’operativo di Ita Airways tra Roma-Fiumicino e Tel Aviv Ben Gurion prevede un volo giornaliero attivo dal 1° febbraio 2025, cui si aggiungeranno un secondo volo giornaliero dal 16 febbraio e un terzo volo giornaliero da aprile a ottobre 2025.
Da fine marzo 2025, Ryanair riprenderà a operare voli diretti per Tel Aviv da diversi aeroporti italiani, tra cui Milano Bergamo, Roma Fiumicino, Bari, Bologna, Napoli, Torino e Treviso.
EasyJet riattiverà i collegamenti diretti tra Malpensa e Tel Aviv dal prossimo giugno, con voli nei giorni 5, 12 e 19 giugno, seguiti da una frequenza di tre voli settimanali dal 24 giugno al 25 ottobre 2025.
Per quanto riguarda i collegamenti con scalo, il gruppo Lufthansa riprenderà le operazioni su Tel Aviv e dall’Italia. In particolare con Swiss, dal 1° febbraio 2025, farà ripartire i voli diretti tra Zurigo a Tel Aviv.
«Salutiamo con grande favore e speranza il progressivo rafforzamento dei collegamenti aerei tra l’Italia e Israele – ha commentato Kalanit Goren, direttrice dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo in Italia -. In un anno di rilevanza globale come quello del Giubileo, poter contare di nuovo su una fitta rete di voli non è solo importante per le filiere turistiche italiana e israeliana, ma anche per le relazioni a tutto tondo tra i nostri due Paesi, uniti da un profondo legame. Come sempre, saremo al fianco dei viaggiatori, degli operatori turistici e di tutte le realtà religiose che stanno pianificando di recarsi in Israele e attendiamo con entusiasmo l’imminente appuntamento con la Bit per incontrare il pubblico italiano, to ed agenti di viaggio per far conoscere loro il lavoro che abbiamo portato avanti, senza sosta, in questi mesi per migliorare ulteriormente la nostra offerta turistica».
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La decisione viene motivata a causa di “sfide operative” - tra cui l'affidabilità dei motori in condizioni difficili - e a “sviluppi geopolitici” in Medio Oriente.
«Sebbene sia stata una decisione difficile, è quella giusta date le circostanze- insiste il ceo, Jozsef Varadi -. L'ambiente operativo è cambiato in modo significativo. I vincoli della catena di approvvigionamento, l'instabilità geopolitica e l'accesso limitato al mercato hanno reso sempre più difficile sostenere le nostre ambizioni iniziali».
Grandi aspettative
Wizz Air Abu Dhabi - fondata nel 2020 in collaborazione con il partner locale Abu Dhabi Developmental Holding Company - aveva decollato con grandi aspettative, puntando ad un'espansione fino ad arrivare ad operare con una flotta di 100 aeromobili entro 15 anni.
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Secondo la Banca centrale brasiliana (Bacen), il settore turistico ha attirato 81 milioni di dollari di investimenti diretti esteri nel 1° trimestre del 2025, con un aumento dell'88% rispetto ai 43 milioni di dollari dello stesso trimestre del 2024. La maggior parte di questi investimenti è stata destinata ai trasporti (63 milioni di dollari) e alla cultura e al tempo libero (13 milioni di dollari).
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Nel dettaglio: 6 nuovi collegamenti da e per Gallipoli (collegata con Roma, Napoli e Salerno), aumento dei servizi verso la Calabria (località quali Sibari e Crotone), raddoppiati i collegamenti diretti per Messina e Catania da 4 a 6, introdotti 2 viaggi ogni giorno sulla costa Adriatica con fermate a Cattolica, Riccione e Rimini, 2 servizi quotidiani con Pompei e Sorrento dalle principali città italiane (come Torino, Milano, Bologna, Roma).
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Itabus conferma poi i collegamenti tra le principali città italiane e gli aeroporti di Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Milano Malpensa, Bergamo Orio Al Serio, Venezia Marco Polo e Catania Fontanarossa. Invece, sul fronte marittimo, (in sinergia con Italo) Itabus serve i porti di Napoli, Venezia e Civitavecchia in connessione con le navi di Msc Crociere.
«L’estate appena iniziata sta facendo registrare una grande voglia di Italia. Turisti da tutto il mondo arrivano e vogliono visitare le nostre città e raggiungere le nostre coste - commenta Francesco Fiore, amministratore delegato di Itabus -. Abbiamo attivato questi nuovi servizi proprio per portare i viaggiatori nelle località maggiormente richieste. Abbiamo connessioni con treni e navi, raggiungiamo le principali stazioni dell’Alta Velocità, i maggiori aeroporti italiani e porti strategici per tutto l’indotto crocieristico. Stiamo crescendo in Italia ed in Europa, soddisfacendo le esigenze dei passeggeri».
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[post_content] => Investimenti in crescita del 50% per il mercato alberghiero italiano, che nel 2024 ha registrato volumi prossimi ai 2,2 miliardi di euro. Non solo: l’interesse e le strategie dei capitali si stanno spostando verso nuove località e nuovi prodotti immobiliari: Firenze, Milano, Roma, con una decina di operazioni e circa un quarto dei volumi complessivamente allocati nel 2024, insieme a Venezia continuano a essere le destinazioni privilegiate, affiancate però da mercati quali Bologna, Genova, Napoli, Palermo e Verona, nonché da alcune mete lacustri e marittime.
Sono alcune delle evidenze contenute nel Rapporto 2025 sul mercato immobiliare alberghiero realizzato da Scenari Immobiliari in partnership con Castello sgr. Nel 2024 gli investitori internazionali sono tornati inoltre a essere maggioritari, rappresentando più del 60% delle attività complessive. I profili dei capitali italiani sono per contro quelli degli individui dagli elevati patrimoni netti (Hnwi), dei family office, dei private equity e degli operatori alberghieri. Sul mercato si registra infatti da qualche anno la sempre più forte presenza di acquirenti owner-operator, che investono i ricavi derivanti dalle ottime performance delle proprie strutture in strategie di ampliamento dei portafogli.
Valori
La consueta analisi dei valori a camera ha poi ulteriormente evidenziato l’ampliamento della forbice tra le categorie più elevate e quelle inferiori: i 4 stelle si attestano poco al di sotto dei 175 mila euro a camera (+8% rispetto al 2023); i 3 stelle, che continuano a rappresentare poco più del 45% degli hotel complessivi e circa il 40% delle camere, esprimono al contrario sempre valori notevolmente inferiori anche di oltre il 50% (82.500 euro/camera).
Anche per il 2025 le prospettive si dimostrano infine favorevoli, supportate dai risultati del primo semestre, che raccontano un mercato con circa 1,6 miliardi di investimenti nel comparto alberghiero. «Il mercato immobiliare alberghiero italiano sta attraversando una fase di straordinario dinamismo, sostenuto da flussi turistici in crescita, performance operative ai massimi storici e un interesse crescente da parte degli investitori istituzionali – ha sottolineato l’amministratore delegato e direttore generale di Castello Sgr, Giampiero Schiavo -.
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Le performance del primo semestre confermano il ruolo strategico di questo comparto nell’economia nazionale e una progressiva diversificazione geografica degli investimenti, che oggi coinvolgono tanto le grandi città quanto destinazioni emergenti. In questo scenario, le classi luxury e upper upscale si confermano motori fondamentali della crescita, intercettando una domanda internazionale sempre più esigente e orientata verso esperienze di soggiorno ad alto valore aggiunto. Per rendere strutturale questa traiettoria di sviluppo e consolidare il posizionamento dell'Italia tra le destinazioni più attrattive in Europa, serve però accelerare il processo di riqualificazione dell’offerta ricettiva, investendo in innovazione, sostenibilità e qualità architettonica».
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E' questo l'obiettivo è al centro della sua commerciale 2027-2031, presentata di recente all'Autorità per l'aviazione civile. Il principale scalo londinese spiega che ciò comporterebbe tariffe per i passeggeri attorno ad una media di 33,26 sterline, in altri termini una crescita a due cifre rispetto all'attuale tariffario concordato.
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Thomas Woldbye, ceo dell'aeroporto di Heathrow, ha dichiarato: «Stiamo facendo buoni progressi nella nostra strategia di diventare un aeroporto straordinario, essendo diventato quest'anno il grande aeroporto più puntuale d'Europa. Per competere con gli hub globali, dobbiamo investire. Il nostro piano quinquennale offre il servizio migliore che i passeggeri si aspettano e sblocca la capacità di crescita che le compagnie aeree desiderano. Inoltre, questi investimenti privati creeranno posti di lavoro e favoriranno la crescita nazionale».
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[post_content] => L’Agenzia delle entrate, in risposta a una richiesta di parere formulata dal ministero del turismo su istanza di Federalberghi, ha chiarito che possono beneficiare delle agevolazioni fiscali sulle mance (aliquota del 5%) sia i lavoratori dipendenti direttamente dalle strutture ricettive e dagli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande sia quelli dipendenti di fornitori esterni, impiegati presso le medesime strutture
Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ringrazia il ministro del turismo, Daniela Santanchè, “per aver perorato gli interessi dei nostri collaboratori, favorendo l’adozione di una decisione che gli consentirà di avere accesso a un’importante integrazione del reddito”.
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La mossa è stata confermata durante una riunione del Consiglio dei Ministri, in cui il primo ministro Luís Montenegro ha dichiarato che la vendita rappresenta il compimento di un impegno elettorale e governativo fondamentale.
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Il marchio Hilton che spicca all’ingresso evoca lusso e internazionalità, ma l’aria che si respira nel nuovo, centralissimo, Hilton Turin Centre è quella di famiglia. O meglio, di un gruppo che negli anni ha diffuso e consolidato il brand Hilton in Italia senza rinunciare a dare a ogni struttura un tocco personale, a farne un riferimento per gli ospiti ma anche per la città in cui è attivo.
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«Torino ha i numeri per diventare una destinazione primaria come Milano, Roma o Venezia,- spiega Valeria Albertini, managing director di Gdf Hotel -. Ci rivolgeremo a una clientela leisure da Usa, Gran Bretagna e Far East, oltre a una clientela corporate e Mice italiana. E di certo, il brand Hilton con il suo programma di fidelizzazione Honors che conta oltre 200 milioni di iscritti sarà un’importante leva in questo processo di crescita». Il piano terra, oltre alla grandiosa lobby, accoglie il bar Alchemy; il luminoso ristorante Malia affacciato su un funzionale spazio esterno dove lo chef Luca Gubelli supervisionerà reinterpretazioni della cucina piemontese con incursioni asiatiche; l’esclusiva Executive Lounge che caratterizza l’accoglienza Hilton. Al piano inferiore da settembre sarà fruibile l’area benessere con piscina coperta, fitness center, sauna, bagno turco, docce emozionali e sala trattamenti. Ampliata anche la disponibilità per eventi privati e aziendali, che ora mette a disposizione 11 sale riunioni e due foyer con dotazioni tecnologiche avanzate e servizi di ristorazione personalizzabili.
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(Federica De Luca)
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