22 December 2025

Incendio a Fiumicino, le compagnie aeree Ibar analizzano i danni

Solimeno Umberto2013Le compagnie aeree operanti a Fiumicino comunicano di aver «dato inizio all’analisi dell’impatto economico derivante dall’incendio del Terminal 3, dalla conseguente riduzione della capacità dell’aeroporto e dal susseguirsi – non privo di contraddizioni ed accavallamenti – dei provvedimenti e delle disposizioni emanate dalle autorità a vario titolo competenti» si legge in una nota. In occasione dell’assemblea dell’Ibar – Italian board airline representatives tenutasi lo scorso 22 giugno, il presidente Umberto Solimeno si è detto molto preoccupato: «E’ troppo presto per quantificare i danni patiti per un evento oggettivamente imputabile a cause al di fuori del nostro controllo ed i cui effetti si trascineranno per molti mesi con conseguenze inevitabilmente molto gravi. In aggiunta alle spese sostenute per l’assistenza ai passeggeri presentatisi a Fiumicino e a quelli bloccati da ritardi e cancellazioni nei vari scali del mondo, oltre alle numerose rinunce e quindi mancate vendite, stimiamo di aver perso finora 1.100.000/1.400.000 passeggeri: le cifre al momento disponibili si basano su una prima analisi meramente statistica. I membri dell’Ibar, che pure avrebbero avuto ragione ad invocare i motivi di forza maggiore, non si sono sottratti all’obbligo di fornire assistenza ai propri passeggeri: un’attività resa problematica dalla scarsa disponibilità alberghiera, dalla pesante congestione delle aree aeroportuali che sono rimaste accessibili al pubblico e perfino dallo scarso preavviso accordato ai vettori in occasione di provvedimenti ulteriormente limitativi della già ridotta capacità aeroportuale. La misurazione di un fenomeno di tale portata, peraltro verificatosi in uno dei principali scali europei e con ripercussioni protratte nel tempo, è necessariamente un procedimento molto complesso che richiederà risorse adeguate. Quel che è certo è che molti dei passeggeri coinvolti nelle cancellazioni avranno ormai rinunciato a visitare l’Italia e non è detto che concederanno al Paese una seconda occasione».

 

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