22 December 2025

Aiuti di stato: Ryanair rimborsi la Francia. La Commissione ha deciso

La Commissione europea ha denunciato alla Corte di giustizia dell’unione il governo francese per non aver richiesto a Ryanair e Transavia la restituzione di quasi 10 milioni di euro in aiuti e sussidi pubblici illegali e anticompetitivi. È l’ultima mossa di un braccio di ferro cominciato oltre un anno fa: il 23 luglio Bruxelles ha ordinato alla Francia di reclamare gli aiuti forniti ai due vettori per avviare le operazioni sugli scali di Pau, Nîmes e Angoulême. Quasi tutti a carico di Ryanair, che nel frattempo ha anche abbandonato Angoulême. Ma 430mila euro ha ricevuto anche Transavia, controllata di AF. Gli aiuti come di consueto sono stati erogati in accordi commerciali e di marketing con gli aeroporti, che hanno ridotto il costo dei loro servizi per i due vettori.

Ryanair è ricorsa in appello contro la Commissione, ma diversamente che nella giurisdizione francese l’appello non sospende gli effetti della sentenza europea. Quindi, insiste la Commissione, Ryanair deve pagare.

Del resto il vettore irlandese affronta da molti anni questo genere di accuse, favorito dalle amministrazioni locali che vogliono traffico sui loro aeroporti. Forte della vittoria legale del 2004, quando riuscì a non rimborsare gli aiuti ricevuti dall’aeroporto belga di Charleroi, O’Leary continua a sfidare le autorità europee, malgrado un relativo allentamento delle norme sugli aiuti pubblici al trasporto aereo.  Nel 2004 la Commissione ammise la necessità di aiuti per lo start up di nuove linee sugli aeroporti regionali, ma solo per i tre anni dal decollo, e comunque mai per un solo vettore sullo stesso scalo.

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La visita al prestigioso museo milanese è stata promossa nell’ambito della presentazione di Bit2026: ripercorrere la storia del transatlantico e raccontare l’evoluzione del viaggio come scoperta di contenuti, idee ed esperienze, valorizzando persone e territori, diventa una metafora del concept della prossima edizione di Bit, che sarà un grande produttore di contenuti, con un focus sulla persona. \r\n\r\n«Perché al Museo il viaggio non è soltanto spostamento, - afferma Marco Iezzi, curatore dell’area Trasporti - ma un’idea che attraversa epoche, linguaggi e innovazioni. Un filo conduttore che unisce storie, tecnologie e visioni». Iezzi ha raccontato l’ultimo transatlantico italiano costruito all’estero, quel Conte Biancamano commissionato ai cantieri navali scozzesi, i cui interni furono progettati da uno dei più famosi architetti dell’epoca: Antonio Coppedé.\r\n\r\n«Oggi parliammo di turismo, anche se ai tempi del Conte Biancamano non c'era l'industria turistica come la intendiamo oggi. Il viaggio stesso era una forma di turismo: la meraviglia degli ambienti permetteva di trascorrere piacevolmente il tempo. Il gusto è sicuramente cambiato, ma possiamo ancora vivere il fascino del transatlantico». È molto interessante seguire il percorso proposto dalle aree del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, dove il viaggio assume diverse forme: è un viaggio tecnologico che attraversa le innovazioni del secolo scorso e mostra come abbiano trasformato la nostra quotidianità. 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Uno di questi, da mille tonnellate, è stato trasportato 20 anni fa a Milano.\r\n\r\nCostruire nel museo un padiglione che lo contesse e sorreggesse non è stato facile. - ricorda Iezzi - Oggi la plancia di comando e la suggestiva sala dal ballo del transatlantico sono musealizzate insieme con il sottomarino Enrico Toti, il primo costruito in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Anche quest’ultimo fu trasportato a Milano 20 anni fa, abbiamo quindi un doppio anniversario nel settore Trasporti del museo. Nel corso degli anni abbiamo raccolto tante testimonianze e ricordi di chi ha viaggiato a bordo del transatlantico; come quella coppia non più giovane che anni fa entrò nel museo, visitò la parte del transatlantico in mostra e poi mi mostrò un foglio ingiallito ripiegato: era un biglietto del Conte Biancamano! Marito e moglie avevano viaggiato a bordo e vollero condividere con me tanti ricordi donandomi infine il prezioso biglietto.\r\n\r\nTra i viaggiatori ci sono stati anche personaggi famosi dell'industria italiana come Luigi Lavazza, che andava in Sud America per interessi commerciali. All'epoca l'aereo non era ancora un mezzo efficace: solo nel 1960 la compagnia aerea nazionale si dotò dei grandi aerei per le trasvolate, avviando il declino del transatlantico». 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