23 December 2025

Valtur presenta: Cervinia. Un podcast per raccontare il Cristallo e il suo territorio

Gloria Aura Bortolini

Si chiama Valtur presenta: Cervinia il nuovo podcast realizzato dal brand del gruppo Nicolaus in collaborazione con l’agenzia specializzata Hypercast. L’idea è quella di raccontare l’identità profondamente alpina della destinazione, dove proprio Valtur ha inaugurato il mese scorso il nuovo Cristallo: primo resort di montagna del marchio e indirizzo di debutto dell’innovativa formula upscale Italian Lifestyle Collecation.
Voce narrante e protagonista del viaggio valdostano che ruota attorno alla località ai piedi del Cervino è la giornalista Gloria Aura Bortolini, che ha scelto proprio il Valtur Cervinia Cristallo Ski Resort per lavorare al suo libro dedicato alla montagna. Nel suo storytelling per quadri sonori racconta l’emozione di essere la prima e unica ospite del resort poco prima della sua apertura ufficiale, nonché la scoperta di un territorio che ha con le Alpi un legame viscerale e in continua evoluzione.

«Si tratta di un progetto lunghissimo, complesso e innovativo – spiega Raffaele Costantino, direttore creativo di Hypercast -. Un percorso comune che i nostri team hanno intrapreso fianco a fianco. Valtur Presenta: Cervinia è quindi una narrazione corale, tra personaggi chiave e storie incredibili, che coinvolge le eccellenze del territorio: dagli artigiani alle guide naturalistiche fino agli artisti, in un simbolico dialogo con i protagonisti di casa Valtur».

Il racconto di Gloria Aura Bortolini si articola infatti in tre rubriche: Voci di Cervinia, Dna Valtur (dedicata alle figure essenziali del team coinvolto nella realizzazione del progetto) e Cristallo Ski Resort. Dal campione mondiale di sci Giorgio Rocca agli amministratori Valtur Giuseppe e Roberto Pagliara, dai voli in elicottero ai sapori della tradizione valdostana, incontri sorprendenti e avventure singolari permettono a Gloria Aura Bortolini di scoprire e amare la “montagna perfetta”.

«Il progetto della rinascita del Cristallo di Cervinia è nato da un felice incontro e da una visione condivisa tra Valtur e la proprietà, accomunati dalla meraviglia per una delle montagne letteralmente più mitiche di tutto l’arco alpino, il Cervino, e della destinazione da cui ha preso il nome – spiega Roberto Pagliara, presidente del gruppo Nicolaus – Valtur -. Senza il Cervino e Cervinia non avremmo scelto di dar vita a un progetto tanto ambizioso quanto impegnativo per tutto la nostra compagnia. Abbiamo voluto raccontare questo incontro fatto di elementi tangibili e altamente simbolici, di sogni e di appassionate aspirazioni, per rendere un omaggio a un luogo e per testimoniare un percorso. Il podcast, con la sua valenza creativamente libera e potentemente evocativa, ci è sembrato lo strumento migliore: una dimostrazione concreta dell’intenzione di Valtur di porsi in continuo, fruttuoso dialogo con la destinazione, di cui si vuole fare portavoce e amplificatore. Siamo molto soddisfatti del risultato e dell’accoglienza».

Sono già disponibili su tutte le piattaforme di podcasting le due rubriche Voci di Cervinia e Dna Valtur, insieme ai primi due episodi del diario Cristallo Ski Resort, mentre dal 18 gennaio saranno pubblicati gli altri episodi del diario, con cadenza settimanale ogni mercoledì.

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Un Natale che non ostenta, ma invita: ad ascoltare, a condividere, a respirare un’atmosfera che avvicina più che mai alle radici del Paese.\r\nCetinje: la grazia discreta dei mercatini nella capitale storica\r\nCetinje è il luogo in cui tradizione e spiritualità trovano il proprio equilibrio naturale. Nel periodo natalizio, questa piccola città elegante, incastonata ai piedi del Lovćen, sembra un rifugio creato apposta per chi vuole vivere l’inverno con lentezza. Le sue strade storiche si illuminano di decorazioni sobrie, i piccoli mercatini si riempiono di artigiani locali, e le piazze si trasformano in salotti all’aperto dove incontrarsi, ascoltare musica e gustare specialità montenegrine.\r\n\r\nQui il Natale non è spettacolare, ma profondamente autentico. Tutto profuma di tradizione: dal miele e i formaggi di montagna ai dolci preparati secondo ricette antiche. 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È un Natale che accoglie, che invita a vivere la città in un modo diverso, più intimo e sorprendentemente caldo anche in pieno inverno.\r\nLovćen innevato: dove il silenzio diventa spiritualità\r\n\r\n\r\nSopra Cetinje si alza il profilo imponente del Lovćen, montagna simbolo del Montenegro. In inverno, quando la neve ne ricopre i crinali e il cielo assume sfumature perlacee, il parco nazionale si trasforma in uno dei luoghi più poetici del Paese.\r\n\r\nLa strada che sale verso il Mausoleo di Njegoš, con i suoi tornanti e i suoi panorami mozzafiato, diventa un viaggio nella quiete. Qui l’inverno è fatto di silenzi profondi, di aria sottile e di un senso di contemplazione che appartiene solo ai luoghi in cui la natura domina completamente il paesaggio. È un’esperienza che parla di spiritualità anche senza simboli religiosi: basta alzare lo sguardo, osservare il fiato che si condensa nell’aria e lasciarsi avvolgere dalla montagna per capire che la bellezza può essere un atto di fede.\r\nTradizioni che uniscono: il calore di un Paese che accoglie\r\nLe feste in Montenegro sono intrise di riti che raccontano l’essenza del Paese. Uno dei più sentiti è il badnjak, la tradizione della quercia bruciata la sera della vigilia ortodossa, simbolo di prosperità e rinascita. È un momento comunitario, semplice e potente, che riunisce famiglie e vicini attorno alla stessa fiamma.\r\n\r\nMa il calore più grande è quello dell’ospitalità montenegrina: tavole che si imbandiscono, porte che si aprono, sorrisi che arrivano prima delle parole. In questo Paese l’inverno non divide: unisce.\r\n\r\n \r\nPhoto: NTO Montenegro  www.montenegro.travel","post_title":"Natale autentico in Montenegro: mercatini, tradizioni e un’ospitalità che accende la magia dell’inverno","post_date":"2025-12-18T10:00:29+00:00","category":["estero"],"category_name":["Estero"],"post_tag":[]},"sort":[1766052029000]},{"_index":"travelquotidiano","_type":"post","_id":"504197","_score":null,"_source":{"blog_id":1,"post_content":"Sono trascorsi esattamente 20 anni da quando fu trasportato a Milano il ponte di comando del leggendario transatlantico Conte Biancamano, che oggi compie 100 anni ed è esposto nella sezione dedicata ai trasporti del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. La visita al prestigioso museo milanese è stata promossa nell’ambito della presentazione di Bit2026: ripercorrere la storia del transatlantico e raccontare l’evoluzione del viaggio come scoperta di contenuti, idee ed esperienze, valorizzando persone e territori, diventa una metafora del concept della prossima edizione di Bit, che sarà un grande produttore di contenuti, con un focus sulla persona. \r\n\r\n«Perché al Museo il viaggio non è soltanto spostamento, - afferma Marco Iezzi, curatore dell’area Trasporti - ma un’idea che attraversa epoche, linguaggi e innovazioni. Un filo conduttore che unisce storie, tecnologie e visioni». Iezzi ha raccontato l’ultimo transatlantico italiano costruito all’estero, quel Conte Biancamano commissionato ai cantieri navali scozzesi, i cui interni furono progettati da uno dei più famosi architetti dell’epoca: Antonio Coppedé.\r\n\r\n«Oggi parliammo di turismo, anche se ai tempi del Conte Biancamano non c'era l'industria turistica come la intendiamo oggi. Il viaggio stesso era una forma di turismo: la meraviglia degli ambienti permetteva di trascorrere piacevolmente il tempo. Il gusto è sicuramente cambiato, ma possiamo ancora vivere il fascino del transatlantico». È molto interessante seguire il percorso proposto dalle aree del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, dove il viaggio assume diverse forme: è un viaggio tecnologico che attraversa le innovazioni del secolo scorso e mostra come abbiano trasformato la nostra quotidianità. Iezzi accompagna il visitatore sulla plancia del Conte Biancamano: un’icona della navigazione italiana. «Nato nel 1925, fu varato nell’aprile successivo e partì il 20 dicembre da Genova per il suo primo viaggio diretto a New York.\r\n\r\nNon era una nave da crociera ma un servizio di linea; un sistema di trasporto che tutte le settimane salpava verso la sua destinazione. Il transatlantico viaggiò per 15 anni verso le Americhe, lungo la tratta Genova-New York. Allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale fu requisito dall’esercito statunitense per il trasporto truppe. Venne restituito al governo italiano nel 1948 e riallestito nei cantieri di Monfalcone nella versione odierna. Anche Giò Ponti lavorò agli arredi. Il Biancamano navigò fino al 1960 e, finita la carriera attiva in mare, venne tagliato in diversi pezzi. Uno di questi, da mille tonnellate, è stato trasportato 20 anni fa a Milano.\r\n\r\nCostruire nel museo un padiglione che lo contesse e sorreggesse non è stato facile. - ricorda Iezzi - Oggi la plancia di comando e la suggestiva sala dal ballo del transatlantico sono musealizzate insieme con il sottomarino Enrico Toti, il primo costruito in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Anche quest’ultimo fu trasportato a Milano 20 anni fa, abbiamo quindi un doppio anniversario nel settore Trasporti del museo. Nel corso degli anni abbiamo raccolto tante testimonianze e ricordi di chi ha viaggiato a bordo del transatlantico; come quella coppia non più giovane che anni fa entrò nel museo, visitò la parte del transatlantico in mostra e poi mi mostrò un foglio ingiallito ripiegato: era un biglietto del Conte Biancamano! Marito e moglie avevano viaggiato a bordo e vollero condividere con me tanti ricordi donandomi infine il prezioso biglietto.\r\n\r\nTra i viaggiatori ci sono stati anche personaggi famosi dell'industria italiana come Luigi Lavazza, che andava in Sud America per interessi commerciali. All'epoca l'aereo non era ancora un mezzo efficace: solo nel 1960 la compagnia aerea nazionale si dotò dei grandi aerei per le trasvolate, avviando il declino del transatlantico». 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