15 May 2025

Ezhaya, Alpitour: nel 2023 margini raddoppiati rispetto al pre-Covid

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Sono rare le occasioni in cui i numeri parlano così chiaramente. Ma nel caso di Alpitour l’evidenza è tale da lasciare poco spazio a qualsiasi speculazione. Nell’anno finanziario 2022-2023, chiuso lo scorso 31 ottobre, i margini operativi lordi del gruppo (ebidta) si sono assestati tra i 135 e i 145 milioni (dati pre-consuntivo Tip, ndr). Praticamente il doppio rispetto all’epoca pre-Covid del 2018-2019, quando avevano toccato i 71 milioni. Un dato strutturale e non congiunturale, magari trainato dal cosiddetto rimbalzo post-pandemia, assicura  il general manager tour operating, Pier Ezhaya: “Oggi abbiamo più aeroplani in Neos e più alberghi in Voihotels. Ma abbiamo anche riorganizzato la divisione tour operating, razionalizzandone i marchi. Una serie di operazioni e investimenti portati avanti durante gli anni difficili del Covid, che stanno semplicemente dando i frutti sperati“.

Anche l’inizio del 2023-2024 sta infatti andando nella medesima direzione, tanto che l’obiettivo per il tour operating è di crescere ancora in termini di volumi: “L’anno scorso la nostra divisione ha chiuso sopra quota 1,3 miliardi – aggiunge Ezhaya -. Ora puntiamo a raggiungere gli 1,45 miliardi“. Un obiettivo ragionevole, che si basa sia sui fondamentali di mercato, sia sul fatto che in fondo il 2023 era partito un po’ a rilento, subendo ancora parzialmente gli strascichi della pandemia. “Al momento stiamo girando sui 100 milioni di fatturato in più, pari periodo rispetto all’anno scorso. Certo, parte di tale incremento è dovuto alla crescita sensibile dell’advance booking. Altro dato estremamente positivo, perché ci consente una serie di vantaggi lato organizzativo, anche se potrebbe erodere almeno parzialmente l’incremento. Ma siamo decisamente ottimisti, pur essendo consapevoli che la partita più grossa si gioca sempre in estate, quando entreranno in campo tutti i player del settore, anche al di fuori del mondo to, e la concorrenza si farà più serrata”.

Proprio a questo proposito l’impressione è che per la stagione calda si stia formando una sorte di mappa del business a breve – medio raggio, per cui certe destinazioni stanno diventando quasi off-limit per il tour operating mainstream. “Mi vengono per esempio in mente Mykonos o Ibiza – racconta Ezhaya -: mete alla moda con prezzi molto alti e al contempo un’offerta low cost estremamente aggressiva. Diverso, invece, il discorso in località quali Rodi, che ha una carenza strutturale di camere. In questo caso se un to ha allotment importanti in due o tre resort, oppure anche strutture proprie magari con un volo di appoggio, può sicuramente fare la differenza. Coerentemente con tutto ciò noi ci stiamo concentrando soprattutto sulle verticali di prodotto. E questo, al netto naturalmente del progetto eden, sempre pronto a surfare il mercato in cerca di nuove opportunità con un approccio più tattico”.

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Queste sono le principali indicazioni emerse dal convegno “Mobilità turistica e l’evoluzione del trasporto passeggeri” organizzato da Economia Pulita a Bologna a cui è intervenuta Barbara Casagrande, segretario generale del ministero del turismo.\r\n\r\nL’incremento della domanda di trasporto, se non ben governata e soddisfatta, potrebbe addirittura mettere in difficoltà uno dei settori più importanti per l’economia nazionale, in grado di generare, secondo alcune statistiche, fino a 368 miliardi di euro, pari al 18% del PIL (analisi dell’Università Tor Vergata di Roma che include anche l’indotto).\r\n\r\nTra le potenziali minacce anche l’overtourism, con i connessi problemi di affollamento e congestione di luoghi pubblici, musei e mezzi di trasporto; centri storici e siti delicati a rischio degrado per il rumore, l’immondizia e la comparsa e diffusione di fenomeni di illegalità. Senza trascurare i possibili danni al patrimonio ambientale e culturale e, non ultimi, i problemi sociali legati all’aumento del costo e al peggioramento della qualità della vita per i residenti.\r\nCrescita e problemi\r\nIl turismo in Italia ha mostrato negli ultimi anni una crescita costante, raggiungendo un picco nel 2023 di 133,6 milioni di arrivi (dati Istat), superiore al precedente record del 2019, l’anno pre-pandemia (131,4 milioni di arrivi). Il 2024 ha segnato un altro primato: con oltre 458 milioni di presenze turistiche (+2,5% rispetto al 2023), il numero più alto mai registrato, l'Italia si posiziona al secondo posto tra i paesi dell'Unione Europea, superando la Francia e rimanendo dietro alla sola Spagna.\r\n\r\nIl dato indica un allungamento delle permanenze e dei soggiorni che, secondo le prime proiezioni, è destinato a proseguire anche nel 2025, confermando l’Italia tra le mete più ambite del turismo internazionale, richiamato quest’anno anche dal Giubileo e diretto in particolare nelle città d’arte.\r\n\r\n“A fronte di un costante aumento dei flussi turistici – ha dichiarato Pierluigi Coppola, professore di pianificazione dei trasporti al Politecnico di Milano ed esperto della Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – emerge la necessità di creare collegamenti tra le porte di accesso del Paese, come porti, aeroporti e stazioni, non solo verso le principali mete turistiche, ma anche verso quelle destinazioni minori, con l’obiettivo di riorganizzare le presenze sul territorio e aiutare le amministrazioni a contrastare il fenomeno dell’overtourism”.","post_title":"L'overtourism mette a rischio il settore. 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