1 febbraio 2024 10:07
Proseguono anche nel 2024 gli incontri di Mapo Travel con le agenzie sul territorio. Il tutto mentre l’operatore con sede in Puglia e in Piemonte rafforza il proprio team grazie all’ingresso della senior specialist prodotto oceano Indiano – Africa, Alessandra Loddo, nonché di una figura junior che sarà di supporto ai vari reparti dell’ufficio: “Puntiamo da sempre sulla sartorialità dei nostri prodotti, sul cucire i viaggi in base alle esigenze e alle richieste del cliente finale – spiega la general manager, Barbara Marangi -. Il confronto tra chi ha pensato e realizzato l’itinerario e chi di fatto lo presenta al viaggiatore quindi è fondamentale. Per questo abbiamo dato il via a un vero e proprio roadshow con partenza da Verona, poi Venezia, Trieste e tappe in tutta Italia”.
Il tour operator continua anche il piano di nuovi inserimenti per confermare la propria presenza capillare sul territorio. “A fine 2023, visti i risultati sopra le aspettative sia di Mapo Travel, sia del nuovo brand Mapo World, abbiamo anticipato gli ingressi nel team commerciale di Alessandro Marcioni, che si sta occupando del Piemonte, nonché delle aree di Milano e Monza Brianza, e di Cristiano Celentano per il Triveneto. Loro si sono aggiunti ad Alessandro Martini, impegnato nell’area Lazio, ad Anna Di Colli, che si occupa di Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Molise, e a Katia Giannoccaro, commerciale di riferimento per la Puglia e la Basilicata”, conclude il direttore commerciale Fabrizio Celeghin.
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[post_content] => L'evoluzione dell'ospitalità verso un modello capace di generare valore condiviso per il territorio, le comunità locali e gli ospiti, ma anche l'importanza delle certificazioni ambientali e il ruolo della tecnologia sono state al centro del Simposio per l'ospitalità rigenerativa organizzato da Hotel Doctors a Roma, presso il DoubleTree by Hilton.
L’evento ha riunito i professionisti del settore, tra albergatori, esperti e rappresentanti della stampa, diventando un momento di confronto cruciale per delineare le prospettive future dell’ospitalità.
«Il settore alberghiero ha un enorme potenziale per diventare un motore di cambiamento positivo - spiega Gabriele Gneri, founder e managing director di Hotels Doctors -. Presto sentiremo parlare con frequenza anche nel settore dell’ospitalità di upcycling, un approccio di economia circolare applicato ai materiali di scarto, di design rigenerativo, di inmótica, ossia l’uso pervasivo di tecnologia applicata all’ edificio, agli impianti e ai processi interni che promette di ottimizzare costi e processi a favore dei clienti, ed infine di design basato sui principi della biofilia, una tecnica che permette di proporre al cliente esperienze immersive con la natura circostante».
Alessandro Inversini, professore associato presso la Scuola di Management di Losanna, evidenzia la necessità di un cambio di mentalità nel settore turistico, invitando gli operatori a considerare la rigenerazione come un investimento a lungo termine, capace di trasformare il turismo in un motore di benessere e crescita sostenibile. «Con l’ospitalità rigenerativa siamo un passo oltre la sostenibilità - ha spiegato -: non si tratta solo di minimizzare l’impatto ambientale, ma di offrire a un contributo positivo verso due ecosistemi fondamentali: il luogo, inteso come comunità e ambiente naturale, e le persone, includendo sia i lavoratori che gli ospiti». Questo approccio non solo risponde alle esigenze del cliente moderno, sempre più attento alla sostenibilità e alle esperienze autentiche, «ma rappresenta anche un'opportunità per costruire relazioni significative tra gli ospiti, il personale e il territorio».
Il concetto è stato ripreso e ampliato da Giorgio Caire di Lauzet, founder di Dream&Charme, che ha posto l’accento sull’importanza delle certificazioni di sostenibilità nel tradurre l’approccio rigenerativo in azioni concrete e misurabili. «Le certificazioni come la DCA ESG e la GSTC non sono solo strumenti per garantire standard elevati di sostenibilità, ma rappresentano anche una leva strategica per migliorare la reputazione delle strutture ricettive e attrarre un pubblico sempre più attento alla responsabilità d’impresa». Un'affermazione supportata anche dai dati, che dimostrano come la percezione dei viaggiatori sia radicalmente cambiata negli ultimi tempi: «Solo tre anni fa - ricorda Caire - quando si chiedeva ai consumatori se sarebbero stati disposti a spendere di più per prenotare una struttura sostenibile, solo il 2% rispondeva positivamente - sottolinea -. Oggi, invece, il 43% degli utenti risponde di sì».
La concretezza di questi principi è stata dimostrata dall’esperienza di Cristiana Rinaldi, responsabile di A.Roma Lifestyle Hotel, che ha condiviso il percorso della struttura nell’adozione della certificazione GSTC. «La certificazione GSTC non è solo un riconoscimento, ma un impegno continuo verso una gestione consapevole e sostenibile», ha spiegato Rinaldi, illustrando i benefici tangibili ottenuti in termini di riduzione dell’impatto ambientale e miglioramento della reputazione.
Infine Matteo Bonfante, founder e CEO Bonfante Interior Contractor, ha delineato il futuro del design alberghiero, sottolineando l'importanza di ripensare gli spazi esistenti per rigenerare non solo gli ambienti, ma anche l’esperienza degli ospiti, con un invito a 'pensare fuori dagli schemi', superando le convenzioni per creare luoghi autentici e significativi.
Al centro del discorso, l'urgenza di definire una chiara identità di ospitalità: un approccio coerente e distintivo, che privilegi la qualità dell’esperienza senza cercare di accontentare tutti.
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[post_content] => Bilancio positivo per il turismo a Genova, che chiude il 2024 con 2.8 milioni di pernottamenti pari a un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Si consolida così il trend di crescita che segna quasi un raddoppio rispetto al 2021, quando i pernottamenti avevano raggiunto quota 1.4 milioni (fonte: Comune di Genova - Imposta di soggiorno). L’incremento segna numeri da record nel confronto con il dato pre-pandemia: rispetto al 2019 la crescita per Genova sale del 41% nel contesto di un recupero globale dei flussi ancora incompleto, fermo al 99% (fonte: UN Tourism - World Tourism Barometer). Un primato che è valso alla città la nomination “Best in Travel 2025” di Lonely Planet.
“Sono numeri incoraggianti, che ci stimolano a correre in uno scenario straordinariamente competitivo. Da una parte, ci sono le città d’arte italiane più rinomate, ormai parte dell’immaginario globale, dall’altra i due Paesi turisticamente più forti del mondo, Spagna e Francia, entrambi affacciati al Mediterraneo con mete del livello di Valencia e Barcellona, di Nizza e Marsiglia. Sono però i dati del web a dirci che abbiamo ancora un potenziale enorme da esplorare: Genova è solo all’inizio.”, argomenta l’Assessore al Turismo Alessandra Bianchi.
“Per affrontare la sfida abbiamo deciso di fare una scelta pionieristica: avendo alle spalle la forza di un’infrastruttura tecnologica articolata e solida, costruita in anni, abbiamo irrobustito le attività di promozione con la rivisitazione del portale e l’integrazione di un agente turistico in Intelligenza Artificiale al momento unico in Italia e nel Mediterraneo per la creazione di un’esperienza turistica interamente personalizzata, fin dalla fase di studio e ricerca, e rispettosa dell’autenticità del luogo”, aggiunge Marta Brusoni, Assessore alla Digitalizzazione, alla Smart City e all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale.
Lo strumento, che verrà rilasciato al pubblico per la stagione 2025 sul portale turistico ufficiale della città www.visitgenoa.it, è stato presentato in versione test in occasione della BIT, alla presenza di Alessandra Bianchi, Assessore al Turismo e al Marketing Territoriale del Comune di Genova, Marta Brusoni, Assessore alla Digitalizzazione, alla Smart City, all'Applicazione dell'Intelligenza Artificiale del Comune di Genova, Gianluca Pocci, Direttore generale operativo del Comune di Genova, Alessio Pisa, Amministratore Delegato di Instilla, Josep Ejarque, Amministratore di FTourism & Marketing e destination manager e Giampiero Biamino, Dirigente della Direzione Smart City, Reingegnerizzazione e Digitalizzazione dei Processi del Comune di Genova.
Il nuovo agente turistico del Comune di Genova è in grado di offrire un’esperienza conversazionale e personalizzata. In primo luogo, permette di intrattenere un dialogo realistico con l’utente, che così affianca alla classica navigazione web l’opportunità di rivolgere a un agente di Intelligenza Artificiale, da qualunque luogo e in qualunque momento, le stesse domande che rivolgerebbe all’addetto di uno sportello turistico ma beneficiando di un grado di conoscenza della destinazione e dei servizi infinitamente più approfondito e aggiornato in tempo reale.
Quello che emerge dalla conversazione è una risposta personalizzata (una priorità riconosciuta dal 67% delle destinazioni, secondo il WTTC) sulla base di una grande varietà di opzioni diverse, come le caratteristiche personali del turista (acquisite durante una veloce intervista preliminare), la durata della permanenza o la tipologia di esperienza che desidera vivere (dalla cultura allo sport, dalla natura all’enogastronomia, solo per citarne alcune).
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Dal 2017 il Comune di Genova ha deciso di investire nella digitalizzazione come una delle chiavi di successo per il proprio cambio di vocazione, tanto da vincere il titolo di “Amministrazione più digitale d’Italia 2024” (classifica iCity Rank di novembre).
Questa infrastruttura oggi è essenziale per trasformare tutta la ricchezza di informazione disponibile in risposte complete e verosimili all’interno delle conversazioni tra utente e interfaccia digitale: l’agente AI è il tramite visibile di un’architettura tecnologica e di una dotazione di contenuto estese e approfondite.
In futuro, l’agente conversazionale potrà non soltanto estendere le funzioni esistenti e integrarne di nuove, ma potrà essere condiviso con un’azione di “democratizzazione” della tecnologia al servizio delle attività locali. Infatti, l’agente potrebbe essere distribuito alle attività del territorio, evitando loro di affrontare singolarmente e direttamente l’onere tecnologico e permettendo, al contempo, di offrire al turista un’esperienza completa e innovativa fin dal primo accesso.
“Le singole attività potrebbero categorizzare le informazioni e organizzare le risposte agli utenti sulla base dell’identità della struttura. Dal family hotel con una proposta forte per famiglie con figli fino al B&B che desidera valorizzare, invece, soprattutto le esperienze legate alla tradizione e alla tipicità.”, spiega il Direttore generale operativo Gianluca Pocci.
E ancora, l’agente AI, grazie alle informazioni in tempo reale e alla possibilità di suggerire percorsi alternativi, può contribuire a gestire il rischio di sovraffollamento, una priorità emergente per tante città turistiche e che rientra negli obiettivi di una Smart City. Potrebbe suggerire gli orari o i periodi migliori per visitare determinate attrazioni, incentivando i turisti a distribuire le loro visite durante tutto l'anno anziché concentrarle nei periodi di punta.
Un ulteriore passo avanti potrebbe consistere nella possibilità, per l’utente, di modificare, aggiornare o personalizzare ulteriormente, in diretta, la mappa generata dall’agente. Questa funzione permette di adattare il percorso in tempo reale in base ai desideri specifici dei turisti, alle loro esperienze precedenti o a eventuali cambiamenti nelle condizioni ambientali o di affollamento.
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Primi bilanci per il nuovissimo Bawe Island di casa Azemar - The Cocoon Collection a Zanzibar: “Abbiamo aperto lo scorso luglio e subito riscontrato consensi unanimi dagli ospiti - ha spiegato il titolare del to e della compagnia alberghiera Alessandro Azzola, in occasione di una serata milanese speciale organizzata a Casa Lago, partner storico del gruppo, con la presenza straordinaria dello chef stellato Andrea Berton, già responsabile della ristorazione del locale subacqueo H20 del maldiviano You&Me by Cocoon.
“Certo, una struttura del genere non è facile per Zanzibar, destinazione tradizionalmente abituata alla villaggistica tradizionale - ha aggiunto Azzola, riferendosi al posizionamento lusso informale del Bawe, una novità anche per la Cocoon Collection -. La meta da una decina di anni sta però sperimentando un progressivo riposizionamento dell’offerta, grazie all’apertura di numerosi, piccoli boutique hotel di alto livello. Non solo: l’anno prossimo verrà inaugurato anche un Four Seasons e presto ci sarà pure un Anantara. Parecchi gruppi internazionali hanno messo gli occhi su questa meta. C’è grande potenziale. Anche per noi”.
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[post_content] => Il Tove ha confermato la sua forza. Una forza che si riflette sul mercato degli operatori e delle agenzie. E' un evento unico nel panorama degli eventi di turismo organizzato. Settanta desk centinaia di agenzie di viaggio hanno affollato la sala del Melià Milano confermando la grande fiducia nel mercato e, sia detto con modestia, anche verso il Gruppo Travel che ha organizzato la manifestazione.
Molto business, molti incontri fra dettaglianti e grossisti. E' questo in fondo, la vera qualità del nostro sistema. Il trade vive di questi incontri e riesce a modellarsi sulle nuove sfide che il mercato ci impone.
Soddisfazione, quindi sia degli espositori che delle agenzie che ripongono nella nostra azienda la solita e solida fiducia che abbiano conquistato anno dopo anno.
"E' stata un'edizione unica - ci dice l'ad del gruppo Daniela Battaglioni - sia per i numeri che per il lavoro svolto. Niente fronzoli, solo un serio incontro che serve per rafforzare e sviluppare il turismo".
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[post_content] => La "ricerca dell'equilibrio" con l'azionista Lufthansa, l'obiettivo comune di "fare bene, per la compagnia e per l'Italia", i risultati "brillanti" finora raggiunti“ e, non da ultimo, una "fisionomia organica che a livello apicale" vedrà un avvicendamento dei dirigenti "idoneo a questa seconda vita di Ita" entro "pochissimi giorni".
Sandro Pappalardo, fresco di nomina alla presidenza di Ita Airways, risponde a domande e curiosità in un primo faccia a faccia con la stampa trade, incontrando quel mondo del travel che ben conosce grazie al passato che lo ha visto assessore al turismo della regione Sicilia e per anni nel cda dell'Enit.
Pappalardo arriva alla carica di presidente di Ita quale espressione del Mef, tuttora azionista di maggioranza con il 59% delle quote Ita: una nomina più di rappresentanza se confrontata con quella in capo ai tedeschi, dell'amministratore delegato della compagnia, Jörg Eberhart.
"La verità - afferma il presidente - è che stiamo collaborando su tutto, come se le deleghe non ci fossero. La mission è la medesima e cioè fare bene per la compagnia e per l’Italia. Da soli non si riesce a fare tanto e Ita deve fruire dell'apporto importante di Lufthansa: sono ottimi imprenditori, non conquistatori e rappresentano un valore aggiunto per Ita".
Il quadro delineato da Pappalardo è quello di una compagnia in salute: "Lo scorso anno abbiamo trasportato 18 mln di passeggeri, in crescita del 20%, con un load factor dell'81%, con 2,7 miliardi di ricavi passeggeri, +26%. Siamo inseriti in qualcosa che già cammina" e dove "tutti abbiamo qualcosa da dare, ma tanto da apprendere, io per primo".
Il piano industriale, "prima dell'estate"
Alle porte di una stagione estiva, per la quale i giochi sono definiti da tempo, il grande lavoro si concentra sul "piano industriale da rivedere" nel suo complesso, con novità che riguarderanno anche "tutte le rotte, da quelle domestiche a quelle di lungo raggio". Con una tempistica al momento non precisata, se non con un "prima dell'estate, che però ha tempi diversi fra Palermo e Bolzano" scherza Pappalardo.
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Obiettivo dell'anno si conferma la ricerca "del breakeven, quindi una stabilizzazione della società".
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[post_content] => Da operatore generalista mare Italia a vero villaggista con una vocazione sempre più marcata alla gestione diretta delle strutture. E’ il percorso di Futura Vacanze che giusto l’anno scorso ha superato la simbolica soglia dei 100 milioni di fatturato. Una crescita importante che come spesso accade in questi casi va accompagnata da una riorganizzazione dei processi aziendali in chiave più industriale, per un’azienda fino a ieri ancora a respiro familiare.
E’ in questo contesto che si inserisce la figura di Stefano Maria Simei, dallo scorso dicembre nuovo general manager della compagnia: “Avevo il desiderio di fare uno step di carriera. Certo, non è stato facile tagliare il cordone ombelicale con Th. Penso però che Futura abbia grandi potenzialità. Ho condiviso il progetto con l’amministratore unico, Stefano Brunetti, e abbiamo immaginato un futuro comune”.
L’idea è di crescere con un focus soprattutto sulla marginalità, accompagnando lo sviluppo con un riposizionamento progressivo del prodotto verso l’alto: “In questo momento stiamo rafforzando il management di prima linea. Per il 2025 l’obiettivo è di incrementare i ricavi di un ulteriore 25%, supportati soprattutto dalla ripresa dell’Egittto. Ma stiamo più che altro ragionando sul medio-lungo periodo”.
E infatti, per la fine del corrente anno finanziario, al 31 ottobre, Futura Vacanze punta a lanciare il proprio primo piano industriale. Avrà un respiro di quattro-cinque anni, “ma è presto ancora per rivelare qualche numero. Posso tuttavia già dire che con ogni probabilità riorganizzeremo l’azienda in una holding, al cui interno confluiranno tre divisioni-società dedicate al tour operating, alla gestione alberghiera e all’asset management del real estate”.
In effetti Futura già ora non è solo tour operating: oltre ai 100 mln di fatturato to c’è da aggiungere un’altra ventina di milioni derivanti proprio dalla conduzione diretta dei villaggi. “Proprio poco tempo fa Stefano Brunetti ha inoltre acquisito l’Una Hotel di Folgarida: un albergo da 120 camere che andrà incontro a un restyling importante per essere ribrandizzato Futura in un paio di anni, aggiungendosi agli altri asset di proprietà già in portfolio”. Tale evoluzione non è ovviamente un caso: è noto infatti tra gli addetti ai lavori che, a fronte di maggiori investimenti, la differenza di marginalità tra le attività di tour operating e quelle di gestione alberghiera si aggira di media attorno ai dieci-15 punti percentuali.
Lato sviluppo, infine, l’idea è quella di espandersi soprattutto a livello internazionale, lungo le direttrici più battute dal turismo italiano, mentre per il mare tricolore si pensa più che altro a una razionalizzazione di prodotto: “Per descrivere al meglio la fase che stiamo vivendo, mi piace utilizzare la metafora del bambù che per crescere ha bisogno di fare ogni tanto un nodo. Ecco noi ora siamo nella fase del nodo”, conclude Simei.
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Ammonta a quasi 300 proprietà, per poco meno di 47 mila camere, la pipeline del gruppo Minor per i prossimi tre anni. Uno sviluppo che avvicinerà la compagnia al traguardo delle 850 strutture entro la fine del 2027. Sebbene oltre il 50% delle proprietà attuali del gruppo si concentri in Europa, l’incorporazione di più di 100 indirizzi in Asia, più di 60 in Medio Oriente e Africa, nonché 40 in Australia e Nuova Zelanda, porterà a un modello di business più equilibrato a livello globale. Tra le destinazioni target principali dell'espansione si annoverano anche il Nord America e l’Asia settentrionale. Tra quelle emergenti, il Marocco, l’Egitto e la Turchia, mentre in India, una meta top per la compagnia, è stato recentemente inaugurato l’Anantara Jewel Bagh Jaipur Hotel.
A livello di segmenti di mercato, lusso e upscale continuano a essere i motori della crescita di Minor Hotels. In particolare, nel comparto più elevato si concentrerà un terzo delle nuove aperture previste dal piano triennale, con i brand Anantara, Tivoli ed Elewana Collection. Un altro terzo sarà poi dedicato al segmento premium, con Nh Collection, Avani e nhow. Il gruppo sta inoltre investendo significativamente nel rinnovamento di molte delle sue proprietà di lusso. Il 38% del piano di espansione è composto da conversioni (brownfield), mentre il resto riguarda nuovi progetti, denominati greenfield.
Sebbene circa il 70% del portfolio attuale sia di proprietà o in leasing, il gruppo punta a bilanciare questa proporzione al 50% entro il 2027. Tra i progetti in fase di sviluppo, oltre il 90% sarà infatti legato a contratti di gestione alberghiera o franchising, posizionando la compagnia sulla giusta traiettoria per raggiungere questo obiettivo. Nel 2025 Minor Hotels mirerà anche a ottimizzare la struttura dei propri marchi grazie al lancio di due nuovi brand. Il gruppo continuerà poi a sviluppare progetti che integrino un approccio olistico al benessere, combinando tecnologia medica e cultura locale. Le branded residences rappresentano infine un elemento centrale del futuro del gruppo, in particolare con i marchi Anantara e Nh Collection: progetti residenziali sono previsti in oltre una dozzina di paesi, con un focus speciale su Europa e Medio Oriente.
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[post_content] => Un itinerario inedito in Madagascar, i tour overland in Botswana e partenze speciali verso Bali e Komodo con stop over a Singapore. Sono alcune delle principali novità 2025 griffate African e World Explorer. “Riconosciamo il valore della tradizione - spiega Alessandro Simonetti, titolare dell'operatore milanese con ben 53 anni di storia alle spalle -. Ma siamo ben consapevoli che il segreto della longevità del nostro marchio sta proprio nella capacità di adattarci a contesti che cambiano di continuo”.
Il nuovo tour Madagascar – dagli Tsingy al mare, in esclusiva per il mercato tricolore, con accompagnatore locale parlante italiano anche per le partenze speciali estive (28 luglio; 4, 11 e 18 agosto) offre in particolare una valida alternativa al già consolidato Madagascar Explorer, per il quale sono confermate anche due partenze in agosto. “Sempre più richiesto il nord del Madagascar, che ha conosciuto un grande sviluppo sia dal punto di vista promozionale, sia da quello dei servizi e dell’hotellerie. Portiamo avanti una collaborazione pluriennale e di successo con questa destinazione, oltre che con Ethiopian Airlines che utilizziamo per raggiungerla”.
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Felix Hotels, il gruppo alberghiero italiano nato nel 2019 e che dispone di nove hotel, è presente al Travel Open Village Evolution in corso al Meliá Milano per presentare novità e investimenti. Il gruppo porta avanti da quattro anni un'espansione equilibrata ma soprattutto in linea con il progetto iniziale che punta alla condivisione di un brand, di valori comuni, di un’offerta fatta di strutture indipendenti ma gestite sotto un unico capello.
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Felix Hotels da sempre si è concentrato sull’accoglienza e sui servizi alla clientela. Gli investimenti sono focalizzati, oltre che sull’acquisizione di nuove strutture sul rafforzamento dei servizi, in primis sul food & beverage. «Stiamo lavorando su nuovi ristoranti e punti ristoro- aggiunge Manca -, nonché rinnovando la veste di quelli già esistenti. La struttura appena entrata, il Residence Hotel Costa Serena (le 89 camere saranno ristrutturate), avrà due nuovi ristoranti e una nuova piscina. Il Coluccia avrà due suite inedite, a Olbia ci sarà una nuova spa, mentre all’hotel Airone per metà stagione saranno pronte sette suite ulteriori. Sul Nord Sardegna e l’Ogliastra invece offriremo nuovi beach club».
Il portfolio
Oltre all'ultima new entry Felix Hotels Costa Serena di Palau, la compagnia gestisce anche l’hotel Airone di Baia Sardinia, il country resort & restaurant Parco degli Ulivi di Arzachena, l’hotel residence Porto San Paolo di Loiri Porto San Paolo, il residence hotel Grandi Magazzini di Nuoro, l’hotel Felix Olbia, l’hotel La Coluccia di Conca Verde – Santa Teresa Gallura, il Galanias Hotel & Retreat di Bari Sardo e l’hotel La Baja di Santa Caterina di Pittinuri.
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Il gruppo porta avanti da quattro anni un'espansione equilibrata ma soprattutto in linea con il progetto iniziale che punta alla condivisione di un brand, di valori comuni, di un’offerta fatta di strutture indipendenti ma gestite sotto un unico capello.\r\n\r\n«Nel 2024 siamo cresciuti del 22% - spiega Paolo Manca a.d. del gruppo – e abbiamo registrato due picchi: il +30% sull’Ogliastra e il +56% su Oristano. Nel totale le vendite dirette rappresentano il 50% mentre il restante è rappresentato dall’intermediato, tra online e offline».\r\n\r\nL’82% della clientela proviene dall’estero. Il focus è rappresentato dal Centro Europa (in testa la Germania), e poi a seguire Uk, Spagna e Francia. Usa e Medio Oriente hanno fatto registrare una crescita esponenziale, ma si tratta di numeri molto più bassi rispetto alla Germania.\r\n\r\nFelix Hotels da sempre si è concentrato sull’accoglienza e sui servizi alla clientela. Gli investimenti sono focalizzati, oltre che sull’acquisizione di nuove strutture sul rafforzamento dei servizi, in primis sul food & beverage. «Stiamo lavorando su nuovi ristoranti e punti ristoro- aggiunge Manca -, nonché rinnovando la veste di quelli già esistenti. La struttura appena entrata, il Residence Hotel Costa Serena (le 89 camere saranno ristrutturate), avrà due nuovi ristoranti e una nuova piscina. Il Coluccia avrà due suite inedite, a Olbia ci sarà una nuova spa, mentre all’hotel Airone per metà stagione saranno pronte sette suite ulteriori. Sul Nord Sardegna e l’Ogliastra invece offriremo nuovi beach club».\r\n\r\nIl portfolio\r\n\r\nOltre all'ultima new entry Felix Hotels Costa Serena di Palau, la compagnia gestisce anche l’hotel Airone di Baia Sardinia, il country resort & restaurant Parco degli Ulivi di Arzachena, l’hotel residence Porto San Paolo di Loiri Porto San Paolo, il residence hotel Grandi Magazzini di Nuoro, l’hotel Felix Olbia, l’hotel La Coluccia di Conca Verde – Santa Teresa Gallura, il Galanias Hotel & Retreat di Bari Sardo e l’hotel La Baja di Santa Caterina di Pittinuri.\r\n\r\n ","post_title":"Felix Hotels al Tove, nove strutture per un'offerta sempre tagliata su misura del cliente","post_date":"2025-02-10T09:18:19+00:00","category":["alberghi"],"category_name":["Alberghi"],"post_tag":[]},"sort":[1739179099000]}]}}