25 agosto 2020 15:40
Ammonta esattamente a 910 miliardi di dollari la perdita di fatturato globale dell’industria turistica stimata per quest’anno da una recente analisi dell’Organizzazione delle nazioni unite. E si sta parlando unicamente dei viaggi internazionali, il cui giro d’affari complessivo, dopo anni di crescita ininterrotta, si dovrebbe fermare a quota 1,2 mila miliardi di dollari. Il dato non tiene infatti conto del calo della componente domestica del comparto che, seppur inferiore a quello dell’outbound, risulta comunque consistente. Un crollo verticale, che potrebbe essere responsabile a fine anno di un decremento del pil globale compreso tra l’1,5% e il 2,8%.
D’altronde i numeri registrati fino a oggi sono impietosi. Nei soli primi cinque mesi di quest’anno il turismo internazionale ha perso qualcosa come 320 miliardi di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019, mettendo a rischio 120 milioni di posti di lavoro. Un impatto devastante, ha sottolineato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, per un comparto che rappresenta la terza più importante fonte di esportazione del mercato mondiale, dietro solamente ai carburanti e ai prodotti chimici: “Uno shock terribile per i Paesi più sviluppati ma che per quelli in via di sviluppo si può tradurre in una vera emergenza, in particolare per alcune piccole isole e per certe destinazioni africane”.
A sottolineare ulteriormente la criticità del momento, la responsabile di market intellingence and competitiveness dell’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto), Sandra Carvao, ha evidenziato come le perdite registrate nei primi cinque mesi dell’anno ammontino a tre volte tanto quelle occorse nel 2009, ossia nel momento di picco della crisi mondiale innescata dal crack Lehman-Brothers,
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Dopo il lancio di un’interfaccia completamente rinnovata per il sito www.leviedelnord.com e di un logo ringiovanito nell’aspetto, a firma della web agency torinese Vg59, Le Vie del Nord arriva alla prossima fiera di Rimini (pad. C1, Nordic Stand) in compagnia di un amico speciale: Rivea, un Puffin blu (comunemente detto anche Pulcinella di Mare), la nuova mascotte del marchio che sarà impersonato allo stand anche da un apposito peluche. “Il Puffin è un uccello migratore e anche un messaggero - racconta Fabio Del Vecchio, responsabile commerciale -. Ci piaceva l’idea di associare al nostro marchio i viaggi di questo volatile che trascorre gli inverni qui da noi, nel Mediterraneo, primavera ed estate tra Galles e Irlanda, per poi spostarsi in autunno verso l’Islanda. È con lo stesso suo spirito che da dieci anni accompagniamo sempre più italiani alla scoperta del Nord Europa, e non solo”.
E' già inoltre disponibile la nuova brochure Emozionando Autunno Inverno 2024/25: “C’è un Nord e un Sud in ogni regione, in ogni nazione, in ogni continente… e quello che sembra il Sud, se lo si guarda da più a sud ancora, è a nord del punto in cui ci troviamo”. Si apre così il volume, nel quale sono presenti tutte le proposte del marchio per la prossima stagione invernale. “Trova uno spazio centrale nella nostra programmazione il Nord Europa, anche in virtù del fatto che secondo le previsioni dello Space weather prediction center della National oceanic and atmospheric administration (Noaa) il 2024 e il 2025 saranno due anni eccezionali per vedere l’aurora boreale - aggiunge la product manager, Maria Teresa Omedè -. Ci attendiamo quindi flussi più intensi di viaggiatori in questa regione. Puntiamo forte, perciò, su destinazioni quali Scandinavia, Groenlandia, Islanda, Finlandia, Svezia e Norvegia, ma anche Canada e Alaska centrale”. Non mancano infine i grandi classici, quali i viaggi di Capodanno nelle capitali europee, i city-break alla ricerca dei mercatini di Natale, le avventure nel vicino Oriente e negli Stati Uniti d’America.
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[post_content] => Doppia novità emiratina per il gruppo Hilton, che fa debuttare il proprio marchio Embassy Suites nella destinazione e apre un nuovo Garden Inn a Dubai. "Con l'approdo del nostro primo all-suites abbiamo ora dieci brand che operano in tutto il Paese - sottolinea il presidente Middle East & Africa di Hilton, Guy Hutchinson -. Non vediamo l'ora di accogliere gli ospiti in queste strutture per viaggiatori d’affari e leisure”.
Con la maggior parte delle camere con vista sul Burj Khalifa, l'Embassy Suites by Hilton Dubai Business Bay si trova in un imponente edificio di 30 piani: le sue 104 suite e monolocali offrono l'opzione di spazi comunicanti, rendendolo ideale per le famiglie. Da segnalare anche la Fursa Ballroom: uno spazio per eventi di 650 metri quadrati che può ospitare più di 500 persone e dispone di soffitti alti, di un'ampia area foyer, di un ingresso privato dedicato e di luce naturale che filtra dalle sue grandi finestre. Per i viaggiatori d'affari, la struttura comprende inoltre cinque sale riunioni e un centro business.
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[post_content] => I primi 29 hotel italiani per fatturato nel 2023 hanno generato da soli 1 miliardo di euro di ricavi. E' una delle cifre più significative contenute nella preview dell'ormai tradizionale Luxury Hospitality Report, giunto quest'anno alla sua quinta edizione. Lo studio rappresenta una sorta di censimento delle proprietà di lusso in Italia, che attualmente sono 710 per 47.335 camere complessive, con un ricavo medio totale per camera disponibile pari a 611 euro (trevpar) e marginalità operative al 24,4% (ebitda margin). Il fatturato medio per stanza nel 2023 ammontava invece a 144 mila euro all'anno, pari al 15% in più rispetto al 2022.
"Si tratta di un comparto in salute, che vede richiesta e prodotto crescere in maniera sostenuta ma equilibrata ormai da dieci anni", ha spiegato in occasione della Luxury Hospitality Conference organizzata a Milano da Teamwork Giorgio Ribaudo, managing director di Thrends, la società a monte della ricerca. Tra 2013 e 2023 il tasso di incremento composto annuo della domanda è stato infatti del 3,37%, mentre per l'offerta tale valore è stato del 3,74% (cagr). "Percentuali di tutto rispetto, dato che in tale periodo sono inclusi anche gli anni del Covid. Il ritmo di sviluppo equivale infatti a poco meno di una trentina di nuovi alberghi di lusso all'anno. Il che vuol dire oltre due aperture al mese. Non si ferma neppure la spinta del mercato, con la domanda domestica e internazionale salita di un ulteriore 14% tra 2023 e 2022".
A fronte di ciò non stupisce scoprire che il contributo degli hotel di lusso al fatturato alberghiero nazionale sia particolarmente consistente: in pratica, le camere del segmento più elevato del mercato sono il 4,8% del totale, ma generano il 26% del revenue dell'ospitalità tricolore presa nel suo complesso, che l'anno scorso ammontava a circa 25,3 miliardi di euro.
In tale contesto, la domanda internazionale contribuisce per il 75% delle vendite totali, con i mercati Usa (28%), tedesco (14%) e Uk (9%) a fare la parte del leone. Da segnalare negli ultimi quattro anni anche la crescita della domanda proveniente da Brasile, Canada e Australia, mentre quella dalla Cina e dal Giappone continua a rimanere ben al di sotto dei livelli pre-Covid.
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Ha chiuso l’anno finanziario 2023/2024 con ricavi operativi pari a 24 milioni di euro Trinity ViaggiStudio, che mette a segno una crescita del 5,5% rispetto all’esercizio precedente: «I risultati positivi raggiunti premiano le scelte intraprese dalla nostra azienda, che puntano a elevare lo standard qualitativo di servizio e prodotto offerto - spiega Claudia Randazzo, ceo & founder del to -. In linea con questa strategia il gruppo Trinity si è allargato acquisendo la St. Andrews college language schools, società scozzese specializzata in campi estivi e programmi culturali, che gestisce di 18 centri nel Regno Unito. Attraverso questa importante operazione prevediamo di raggiungere un consolidamento di vendite di oltre 45 milioni di euro nell’esercizio 24/25, diventando così uno dei principali attori nel nostro segmento di mercato”.
Trinity ViaggiStudio lancia inoltre il catalogo Estate 2025, con 58 destinazioni in tutto il mondo: «Anche se offriamo molte lingue, le famiglie preferiscono investire sull’inglese, che è quella più richiesta dal mondo del lavoro. I nostri percorsi consentono di acquisire delle importanti qualifiche e sono riconosciuti dai maggiori enti preposti, per l’inglese principalmente dal British Council. Abbiamo una grande fidelizzazione, con un 60%/70% di repeater. Ci rivolgiamo alle famiglia italiane che cercano la qualità anche nell’accompagnatore, che in Trinity ViaggiStudio è una figura estremamente professionale: il valore aggiunto del nostro business-model. Nei college abbiamo dei supervisor-senior, aiutati nella quotidianità dai supervisor-junior e nei centri principali mandiamo anche un medico italiano. Trinity pensa all’inclusività: da dieci anni offriamo delle vacanze-studio per ragazzi dislessici, insieme con l’Associazione italiana dislessia. Supportati dall’Associazione dei ragazzi diabetici italiani portiamo con noi anche chi ha bisogno di questo monitoraggio, con i nostri viaggiatori sempre seguiti da un medico. Un’ulteriore attenzione è l’introduzione del programma Gluten friendly su alcuni specifici college e destinazioni».
Trinity ViaggiStudio è un tour operator specializzato nell’organizzazione di viaggi e soggiorni studio per la conoscenza delle lingue straniere, con sede a Milano, Roma e rappresentanza nel Regno Unito e Stati Uniti. Opera in oltre 13 Paesi nel mondo e in Italia, organizzando percorsi studio suddivisi per differenti fasce di età: a partire dai sette anni, ma con un focus tra i 12 e i 17 e con programmi individuali per i ragazzi più grandi.
«Siamo una nicchia di mercato all’interno del grande mondo delle vacanze. Nasciamo nel 1998 come specialisti sull’Irlanda. Ci chiamiamo Trinity per citare il noto college di Dublino, icona dell’Irlanda, e il Trinity College London Spoken Examination: un esame sulle competenze linguistiche. Nel corso degli anni ci siamo specializzati su altre destinazioni e oggi portiamo i nostri studenti nel mondo intero. I viaggi studio all’estero sono diventati una parte importante del nostro turismo, sia trade sia consumer: tante famiglie italiane investono sul futuro dei figli, sia durante le vacanze estive, sia durante l’anno scolastico. Riteniamo sia un tema di grande interesse dal punto di vista b2b e b2c. Il nostro obiettivo è quello che si parli sempre di più di questo settore come segmento del turismo».
Il core business di Trinity ViaggiStudio sono le vacanze-studio classiche: due settimane in college e campus universitari. Ma dopo il Covid è diventato molto importante il programma High school, la scelta di frequentare per tre, sei o 12 mesi l’anno accademico all’estero. Tra le destinazioni preferite dagli studenti è in testa l’Inghilterra (52,3%), seguita da Scozia (15,9%), Irlanda (15,4%) e Stati Uniti al 9,6%. Malta e Canada si attestano rispettivamente al 2,2% e il 2%, mentre l’Italia, sede dei Summer camp, copre l’1,2% delle pratiche fatturate.
«Abbiamo destinazioni in tutto il mondo, dal 2023 anche il Giappone - conclude Claudia Randazzo -. Per noi è importante l’emisfero sud del mondo, con Sudafrica, Nuova Zelanda, Australia e Argentina, dove è possibile organizzare il trimestre durante l’estate. Nel periodo post-pandemia abbiamo proposto con successo gli Emirati Arabi e quest’anno avremo anche Mauritius».
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A Brucoli durante il confronto con le associazioni di categoria sulle sfide presenti e future del turismo, il ministro del turismo Daniela Santanchè ha lanciato l’idea di realizzare una rete di musei industriali per ampliare l’offerta turistica. «Bisogna mettere in rete tutti i
nostri musei industriali perchè abbiamo un’offerta pazzesca, bisogna lavorare ad un network per metterli a sistema per incrementare non soltanto la destagionalizzazione del turismo ma anche per attirare i giovani che sono alla ricerca di queste realtà».
Quindi si è soffermata sull’offerta ricettiva: «Siamo una nazione di qualità non di quantità, bisogna vincere la sfida dei servizi, metterci insieme, troppe aziende soffrono di nanismo nella filiera del turismo. Non abbiamo una catena di alberghi famosa nel mondo. Nei piccoli borghi, abbiamo fatto una ricerca, gli alberghi non ci sono, capisco che voi avete problemi economici ma pensiamoci insieme, troviamo soluzioni perché sono necessari», ha aggiunto.
Il ministro ha ragione, non abbiamo una catena di alberghi forte in campo internazionale. M; qui si pone la domanda: perché non l'abbiamo. siamo meno bravi? Non credo. Abbiamo delle defaillance organizzative? Neanche. Il vero problema che le nostre ricchezze, dalle auto, alla componentistica, all'industria dolciaria (tranne qualche marchio) alle catene alberghiere è tutto in mano straniera. E questo per un motivo solo: eccesso di liberismo. Chi è più ricco compra tutto. E noi vendiamo
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[post_content] => Cresce l'offerta dell'Augustus Hotel & Resort di Forte dei Marmi che ha recentemente acquisito Villa Radici, storico edificio affacciato sul vialetto rosso d’ingresso e immerso nella verdeggiante pineta privata. La struttura sarà inaugurata il prossimo anno e comprenderà sette suite, distribuite su una superficie di circa 300 metri quadrati. Per l'intera operazione, acquisto e ristrutturazione, il gruppo Augustus investirà oltre 15 milioni di euro.
"La stagione appena conclusa ha superato ogni nostra previsione, confermando l’attrattiva e l’eccellenza del nostro resort - sottolinea l'amministratore delegato, Giacomo Maschietto -. Questa performance eccezionale ci motiva a investire ulteriormente nel lusso e nell’ampliamento delle nostre strutture. Siamo perciò particolarmente entusiasti di presentare un nuovo concetto che celebra il vivere in villa".
Il progetto di ristrutturazione di Villa Radici, realizzato da Discreet Architecture in collaborazione con lo studio internazionale di architettura e design De.Tales, mirerà ad armonizzare il fascino storico dello stile Liberty di Forte dei Marmi con un design contemporaneo e rinnovato.
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Ciò si traduce in 6 nuove rotte, più di 32.000 voli operati e 8 milioni di posti tra gli Stati Uniti e il Canada (Nord America) e il Sud America (Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù e Uruguay). E sono stati oltre 5 milioni i passeggeri trasportati.
«Questa crescita di capacità, unita alle oltre 200 destinazioni offerte da Delta negli Stati Uniti e in Canada e alle oltre 120 destinazioni servite da Latam in Sud America (Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù e Uruguay), rende la joint venture fondamentale nei collegamento della regione, offrendo il network più ampio e diversificato in termini di destinazioni e opzioni di viaggio» afferma Soledad Berrios, direttore alleanze strategiche del Gruppo Latam.
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[post_content] => Un anno particolare, ricco di sfide ma anche di soddisfazioni per Arcadia Tour Operator & Dmc. “Grazie alle numerose partnership strette con clienti internazionali tra cui tour operator, network, Ota e bedbanks, durante l’estate abbiamo registrato una crescita dei volumi del 50%. Ma avremmo anche potuto raddoppiare i ricavi, se non fosse stato per il fallimento a fine maggio di Fti, storicamente il nostro cliente principale”, racconta Matteo Mambelli, portavoce dell’operatore con base a Cesenatico.
Anche per Arcadia il mercato ha inoltre mostrato una certa polarizzazione delle tempistiche di prenotazione: “Durante i primi mesi dell’anno viaggiavamo a un ritmo di 200-250 conversioni al giorno. A maggio e giugno siamo scesi a 150, mentre da luglio il trend ha ripreso decisamente a salire e ora registriamo già una domanda consistente anche per il 2025”.
Arcadia al momento lavora su quattro destinazioni. Oltre all’Italia, con 3 mila strutture alberghiere contrattualizzate, c’è la Croazia con 250, la Slovenia con 50 e Cuba con 300. “Serviamo il comparto turistico mondiale. In Europa i nostri principali bacini di domanda sono i paesi di lingua tedesca, la cosiddetta area Dach, nonché la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Polonia, la Spagna e l’Inghilterra. Ma è estremamente importante anche il mercato asiatico, che sviluppa con noi flussi di incoming veramente consistenti, così come avviene per Usa e gli Emirati Arabi”.
Nonostante i numeri positivi, in Arcadia non manca però la consapevolezza delle criticità che l’incoming Italia deve affrontare: “Oggi nel mondo esistono moltissime nuove destinazioni turistiche che fino a 20-30 anni fa erano praticamente inesistenti, ma che hanno saputo rinnovarsi e valorizzare l’offerta, aumentando notevolmente la concorrenza e attirando tra l’altro parte della nostra domanda domestica. Non solo: gli stessi alberghi oggi fanno sempre più fatica a far fronte ai costi, così come a reperire personale qualificato. L’offerta è in sofferenza. D’altra parte, però, possiamo contare su un prodotto unico, che varia dal mare alla montagna, passando per le più ricercate città d’arte, per una proposta termale che andrebbe ulteriormente valorizzata e soprattutto per le esperienze e le attrazioni turistiche del territorio: food and wine, sport, musei, arte in generale».
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Gran recupero per il l'industria turistica del Marocco nei primi otto mesi del 2024, con una crescita delle entrate del 6,7% e un totale di 11,8 milioni di turisti.
Secondo i dati rilevati dal Foreign Exchange Office le entrate hanno raggiunto i 76,4 miliardi di dirham (circa 7,8 miliardi di dollari) alla fine di agosto, rispetto ai 71,7 miliardi di dirham dello stesso periodo dell'anno precedente. Cifre che riflettono una progressiva ripresa del settore turistico negli ultimi tre anni, dopo le pesanti conseguenze della pandemia.
"Questi risultati confermano lo slancio senza precedenti del turismo marocchino. Il record di entrate è stato raggiunto grazie a un numero eccezionale di arrivi di turisti, 1,8 milioni in agosto e 11,8 milioni dall'inizio dell'anno, pari ad una crescita di 1,6 milioni rispetto allo stesso periodo del 2023”, ha sottolineato Fatima-Zahra Ammor, ministro del Turismo, dell'Artigianato e dell'Economia sociale e solidale.
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