Australia: banda larga per quasi tutta la nazione
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19 giugno 2007 06:08
John Howard, premier australiano ed Helen Coonan, ministro per le comunicazioni hanno annunciato il progetto "Australia Connected", che entro due anni, garantirà il collegamento in banda larga a quasi tutta la popolazione. Un investimento di 2 miliardi di dollari australiani, (1.250 milioni di euro), statali e privati sarà il costo dell’operazione che garantirebbe all’Australia una copertura quasi totale sul territorio, in anticipo rispetto anche all’Italia.
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[post_content] => Sentiamo il ministro del turismo Daniela Santanchè: «L'Italia è una nazione di qualità e non è una nazione di quantità» e fin qui ci siamo, la distinzione è classica. Proseguiamo. «Quindi non parliamo più di quanti sono i turisti che vengono nella nostra nazione, ma parliamo e facciamo tutte le azioni volte a far capire quanti soldi lasciano i turisti, alle nostre comunità e a negozi, ristoratori, albergatori, quanto è la spesa pro capite».
Allora c'è qualcosa che non capisco: dove sarebbe la qualità? Se invece di mettere l'accento su quanti turisti arrivano, si mette l'accento di quanti soldi spendono, mi sembra che si tratti sempre di quantità e non di qualità. Naturalmente potrei sbagliarmi, ma sono abbastanza convinto che si tratti di due misure quantitative che con la qualità non hanno niente a che fare.
Aspettiamo la prossima dichiarazione, magari risulterà più esplicita.
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[post_content] => La tavola rotonda “Turismo religioso e sostenibilità ambientale”, svoltasi presso l’Università Europea di Roma, ha riunito relatori internazionali per fare il punto sul turismo religioso e interrogarsi sui nuovi modelli di accoglienza e governance necessari, in occasione del Giubileo 2025 e oltre. L’iniziativa nasce dal lavoro della prof.ssa Carmen Bizzarri, coordinatrice dell'evento e responsabile scientifica del progetto in cui si inserisce, “I nuovi sentieri del benessere tra turismo lento, sostenibilità e pellegrinaggio”.
Il pellegrinaggio oggi si è trasformato: non è più solo un’esperienza di fede, ma anche un percorso alla ricerca di benessere, spiritualità, cultura e contatto con la natura, con il sé più autentico e la comunità. Tuttavia, senza reti locali e nazionali solide, consapevolezza, formazione adeguata e strumenti operativi, il rischio è che la sostenibilità resti soltanto uno slogan. Da qui l’appello dei relatori a costruire modelli concreti e inclusivi, con il coinvolgimento diretto di studenti, operatori e comunità.
Bizzarri ha aperto i lavori sottolineando come il concetto di benessere non possa essere oggi disgiunto da una visione integrata della persona e del paesaggio attraversato. «La sfida della sostenibilità nel turismo religioso richiede di considerare il benessere del corpo, dell’anima e dell’ambiente come dimensioni interconnesse. I cammini spirituali diventano così infrastrutture preziose per la rigenerazione umana e territoriale». Il suo intervento ha posto le basi per un dialogo interdisciplinare tra accademici, operatori e istituzioni, richiamando la necessità di nuove metriche capaci di misurare l’impatto del pellegrinaggio non solo in termini numerici, ma valoriali e relazionali.
Il prof. Kiran Shinde (La Trobe University, Australia), tra i massimi esperti internazionali di turismo religioso, ha quindi offerto una prospettiva comparativa tra paesi e culture diverse, illustrando casi studio dall’India, all’Europa, fino al Medio Oriente. Shinde ha esaminato l’aumento dei flussi di pellegrinaggio e il loro impatto ambientale, proponendo un modello concettuale che integra elementi spirituali, culturali e fisici del luogo sacro. «Per gestire l’impatto ambientale del turismo religioso dobbiamo comprenderne a fondo le dimensioni spirituali e culturali e sviluppare modelli di sostenibilità che rispettino il valore sacro dei luoghi visitati» ha spiegato, evidenziando come la sacralità non sia solo una qualità astratta, ma un elemento che modella la fruizione del territorio.
Ne sono un esempio i cammini urbani, che possono diventare strumenti di riqualificazione territoriale e coesione sociale. L’unicità del rapporto tra cammini e grandi città è stata il fulcro dell’intervento di Silvio Marino (Associazione Europea Vie Francigene), che ha raccontato l’esperienza dei cammini urbani attorno alla Capitale, come il Cammino di San Francesco, e delle iniziative che hanno portato i cittadini a riscoprire i margini della città: «È una nuova forma di turismo, centripeta e partecipata, che fa emergere l’orgoglio civico e connette la città con i suoi abitanti».
Ma qual è oggi l’identikit del pellegrino contemporaneo? L'ha illustrato Samanta Tata di FS Treni Turistici Italiani attraverso i dati più recenti della Via Francigena e degli itinerari spirituali italiani. «Accanto alla fede, emergono la ricerca interiore e spirituale, il desiderio di cultura, il turismo tout court e persino l’enogastronomia. Le motivazioni dei pellegrini oggi sono sempre più ibride e diversificate, con una chiara preferenza verso esperienze autentiche e sostenibili» ha sottolineato Tata, richiamando anche la necessità di rafforzare le reti logistiche e i servizi lungo i cammini.
Le criticità da affrontare
Tra i rischi crescenti, tuttavia, c'è quello della mercificazione del sacro e della compromissione dell’equilibrio economico e ambientale delle comunità locali. Ne hanno parlato Tiberio Graziani (Vision & Global Trends) e il prof. Vito Roberto Santamato dell'Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro'. Secondo Graziani, nel contesto contemporaneo, il turismo religioso intreccia dinamiche complesse che rendono necessaria una riflessione su un modello di turismo etico fondato su consapevolezza, responsabilità e rispetto. «Oltre alla sostenibilità ambientale, occorre un equilibrio culturale, - avverte - che richiede rispetto e ascolto. L'importanza di un'educazione al 'sacro' è cruciale, anche per evitare fenomeni di sfruttamento predatorio sul territorio e favorire relazioni equilibrate tra visitatori e luoghi». Il prof. Santamato ha evidenziato quindi i risvolti della complicata integrazione tra turismo e accoglienza attraverso l’esempio di San Giovanni Rotondo, raccontando i rischi delle conseguenze negative sull'economia locale e sulla sostenibilità ambientale a causa degli elevati costi sociali (gestione rifiuti, servizi sanitari, sicurezza) legati all'afflusso di un pellegrinaggio di massa non regolato e non consapevole.
La prof. Claudia Caneva (Università Ecclesia Mater) ha aggiunto alle criticità il problema della formazione non sempre all'altezza delle esigenze, oltre che quello della perdita di consapevolezza culturale nei luoghi sacri. «Servono percorsi formativi per gli operatori, come per esempio per le guide turistiche, che siano capaci di restituire senso e codici simbolici a chi accompagna e accoglie i pellegrini: una formazione ispirata, storica e umanistica».
Claudiana Di Cesare, giornalista di Travel Quotidiano ed esperta in turismo e innovazione, ha sottolineato come il turismo religioso, se ben governato, possa diventare un vero laboratorio per costruire modelli di sviluppo sostenibile davvero integrati, ma ha evidenziato il punto di vista degli operatori del settore e delle varie realtà della filiera dell'accoglienza che «si sentono spesso isolati, senza strumenti concreti, senza il supporto di una promozione integrata ed emozionale e con reti di coordinamento ancora troppo deboli».
Modelli e visioni a confronto
Guardare al passato e all'esperienza degli altri paesi può offrire spunti preziosi per leggere il presente e valorizzare le nostre opportunità. Il prof. Luigi Russo dell’Università Europea di Roma ha offerto una lettura storica del pellegrinaggio e delle sue implicazioni culturali e sociali. Russo si è soffermato in particolare sul Medioevo, periodo in cui il turismo religioso si è affermato con grande vigore, permettendo la nascita di una rete di ospitalità religiosa diffusa e necessaria per sostenere i lunghi viaggi dei pellegrini.
Il prof. Fernando Martínez de Carnero Calzada (Sapienza Università di Roma) ha arricchito la narrazione portando uno studio comparato sull’esperienza dei pellegrini tra Italia e Spagna, analizzando anche le narrazioni turistiche e i dati biometrici sulla percezione dell’autenticità, «spesso costruita più dai dispositivi di promozione che dalla reale esperienza del pellegrino. C’è bisogno di maggiore ascolto e di una governance che valorizzi l’esperienza spirituale, non solo i flussi», ha aggiunto.
Il contributo di Roberta Alberotanza (ECHE Lab, Università Mediterranea di Reggio Calabria) ha messo in luce l’evoluzione degli itinerari religiosi come strumenti di integrazione europea, dialogo interculturale e coesione sociale: «I cammini a tema religioso non sono solo percorsi di fede, ma veri ponti culturali che uniscono territori, comunità e patrimoni».
L’evento si è concluso con l’invito rivolto ai relatori dalla prof.ssa Bizzarri alla raccolta dei contributi in vista di una prossima pubblicazione e al prosieguo del dialogo attivo con studenti e operatori. Il progetto di terza missione finanziato dall’Università Europea di Roma, infatti, prevede che gli studenti lavorino, in collaborazione con gli operatori, alla creazione di prodotti turistici innovativi pensati per le nuove tipologie di viaggiatori delineate durante la tavola rotonda, alla ricerca di spiritualità, benessere e bellezza nella propria vita.
[post_title] => Il turismo religioso cambia volto: a Roma nuove visioni tra spiritualità e sostenibilità
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[post_content] => Compiono 30 anni oggi i collegamenti di China Airlines fra l'Italia e Taiwan: anniversario celebrato con un evento speciale a Roma Fiumicino, in collaborazione con Aeroporti di Roma.
Dal 1995, China Airlines ha costruito un solido ponte tra l’Italia e l’Asia, facilitando gli scambi culturali, economici e turistici: nei tre decenni la compagnia ha mantenuto voli di linea costanti, registrando una crescita che punta su elementi fondamentali come l'affidabilità operativa, il continuo rinnovamento della flotta, l’introduzione di servizi sempre più all’avanguardia, la sostenibilità ambientale, la sicurezza e l’innovazione tecnologica.
Il volo diretto da Roma a Taipei, attualmente operato con un Airbus A350-900, atterra nella capitale taiwanese nelle prime ore del mattino, consentendo ai passeggeri in arrivo di proseguire comodamente verso tutte le principali destinazioni dell’Estremo Oriente — tra cui Giappone, Filippine, Tailandia, Indonesia, Malesia, Singapore, Hong Kong, Corea del Sud, Vietnam, Australia e Palau — grazie al vasto e capillare network di China Airlines e a tempi di connessione brevi ed efficienti.
“Abbiamo scelto di celebrare questo importante traguardo proprio qui, in questo prestigioso aeroporto, ed insieme ad Aeroporti di Roma, per sugellare una collaborazione incessante e quanto mai preziosa, che ha contribuito a rendere i nostri servizi ai passeggeri sempre più accurati. Festeggiare poi insieme ai nostri passeggeri in partenza - ha dichiarato il rappresentante di China Airlines Italia, Pony Tung -. E' un gesto simbolico per ringraziare tutti coloro che in questi trent’anni hanno scelto di volare con noi. E oggi più che mai sappiamo che chi vola con China Airlines, torna a volare con China Airlines».
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[post_content] => Australia chiama Italia: sì, il nostro mercato viene monitorato da molto vicino da Tourism Australia, come testimonia la recente visita a Milano di Phillipa Harrison ed Eva Seller, rispettivamente managing director e regional general manager Europa Continentale.
Lo Stivale rappresenta infatti il 16° mercato di provenienza dei visitatori nel Down Under, ma il decimo in termini di spesa e, quando si tratta di mercato leisure, l'Italia è il primo per spesa turistica a persona, con oltre 10.000 dollari australiani. Nei primi quattro mesi del 2025, gli arrivi italiani sono cresciuti dell'11,9%, fino a 22.690. Gli italiani tendono poi ad andare oltre le città principali (34%) e a rimanere più a lungo nella destinazione, con una media di 113 giorni trascorsi in Australia (si questo dato incide il numero dei Whv).
In questo quadro è strategico il ruolo delle agenzie di viaggio, «che sono ancora molto importanti per una destinazione come l'Australia - ribadisce Harrison - perché anche se oggi i consumatori prenotano attraverso più canali, spesso hanno necessità di confrontarsi con un agente di viaggio, che li aiuti a comprendere il grande e diverso prodotto che è l'Australia. Quindi continueremo a puntare sui questi nostri partner commerciali».
Da parte loro, gli adv «richiedono spesso maggiori informazioni su materie specifiche. E qui entra in gioco il nostro programma di formazione Aussie Specialist, che rimane un elemento chiave della nostra strategia per promuovere la destinazione e dare accesso alle informazioni in modo chiaro». Condiviso da tutti gli otto stati e territori partner e progettato per fornire ai venditori di viaggi in prima linea di tutto il mondo le conoscenze e le competenze per vendere al meglio la meta, «oggi in Italia conta 737 agenti formati. Va detto che il tasso di conversione in vendite degli agenti aumenta in modo tangibile, dopo aver seguito il corso di formazione e aver viaggiato in Australia con un fam trip».
Tourism Australia quest'anno tornerà alla fiera di Rimini dove «con il supporto e la collaborazione del nostro partner STOs, creeremo una piattaforma per coinvolgere gli agenti di viaggio nel programma Aussie Specialist e creare una serie di sessioni di formazione approfondita per migliorare le conoscenze e la fiducia nella vendita della destinazione. Inoltre, stiamo già organizzando fam trip per gli agenti di viaggio, con il sostegno delle compagnie aeree partner, anch'esse interessate a mostrare agli adv il loro prodotto.».
L'appuntamento 2026 per tour operator e buyer, è come sempre l'Ate, che si terrà ad Adelaide/Tarntanya dal 10 al 14 maggio.
La promozione del nuovo anno 2025-26 ruoterà attorno al secondo capitolo della campagna “Come and Say G'Day” basato su: carattere distintivo, destinazioni ed esperienze fresche e familiari, natura calda e accogliente, narrazione e creatività indigena.
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[post_content] => Alpitour World è partner ufficiale del terzo World Summit on Accessible Tourism, in calendario a Torino dal 5 al 7 ottobre 2025: Un’azione che rappresenta un segnale concreto del crescente impegno del settore verso un turismo realmente accessibile e inclusivo, in linea con gli obiettivi del Summit.
«Questa collaborazione rappresenta per noi un’importante occasione di crescita condivisa, guidata da un obiettivo comune: migliorare l’esperienza di viaggio per ogni tipo di viaggiatore e rendere le destinazioni sempre più accessibili e inclusive - dichiara Maurizio Montagnese, presidente del Terzo World Summit sul Turismo Accessibile -. In questo senso, il World Summit costituisce un evento eccezionale e di portata storica, al quale Alpitour World apporterà sicuramente un contributo determinante nella diffusione e promozione di un turismo realmente For All. Per la prima volta in Italia, dopo le edizioni di Montréal e Bruxelles, coglieremo insieme l’opportunità di riunire esperti e operatori da tutto il mondo, con l’obiettivo di condividere buone pratiche e rafforzare una rete globale di destinazioni accessibili. La scelta di Torino, nominata European Capital of Smart Tourism 2025, sottolinea l’impegno della città nell’offrire un'accoglienza turistica innovativa, sostenibile e priva di barriere».
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[post_content] => Avanzano a ritmo serrato i lavori per l’ampliamento del terminal passeggeri dell’aeroporto di Venezia: la nuova struttura, prima parte di uno sviluppo in più fasi tra loro collegate, sorge adiacente all’aerostazione, alla quale sarà collegata da un corridoio sospeso, e consiste in un edificio di 14.300 metri quadrati caratterizzati da spazi ampi e luminosi che si affacciano sul piazzale aeromobili e sulla laguna. L’importo lavori di questa tranche è di circa 64 milioni di euro, come da bando pubblico.
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[post_content] => Riflettori puntati sul Giro del Mondo 2026 per Costa Crociere, che vedrà protagonista Costa Serena con un itinerario inedito di 66 giorni che attraversa tre continenti - Asia, Oceania e Sud America -, 15 Paesi, 26 destinazioni e 14 isola. La partenza è prevista il 18 ottobre 2026 da Tokyo, con arrivo a Buenos Aires il 22 dicembre successivo.
Il viaggio inizierà tra le meraviglie dell’Estremo Oriente, dove i passeggeri potranno esplorare Tokyo, Keelung dove scoprire il fascino di Taipei, Hong Kong e ancora Filippine e Bali. In Australia, si farà tappa a Sydney, Brisbane e Cairns per poi attraversare il Pacifico alla volta di isole da sogno come Nouméa, Lifou, Suva, Tonga, Rarotonga e Tahiti.
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Ogni segmento include una selezione di tour pensati per valorizzare le tappe più iconiche del viaggio, offrendo esperienze autentiche e memorabili.
«Con il nuovo Giro del Mondo 2026 a bordo di Costa Serena, ampliamo ulteriormente la nostra offerta con un itinerario unico nel suo genere: partendo dal Giappone invece che dall’Europa, arricchiamo molto la traversata tra Oriente e Sud America passando per l’Oceania - spiega Luigi Stefanelli, vice president worldwide sales di Costa Crociere -. Dopo le innovazioni su itinerari di durata minore, come l’introduzione di ‘fly&cruise’ su Canarie o da Hong Kong, per l’inverno 2026-2027 introduciamo innovazione anche sulle crociere più iconiche come il Giro del Mondo e con Serena rendiamo complementare l'offerta partendo da Tokyo e sbarcando a Buenos Aires prevedendo scali diversi. Questo itinerario rappresenta un invito a vivere la meraviglia del mondo in modo profondo e autentico, in perfetta sintonia con il nostro posizionamento ‘Live Your Wonder’, per offrire ai nostri ospiti non solo una crociera, ma un viaggio esperienziale fatto di emozioni, scoperte e momenti irripetibili, accompagnati dalla qualità e dall’ospitalità che da sempre ci caratterizzano».
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[post_content] => Una suite completa di strumenti di marketing digitale: Explora Journeys punta a rafforzare e accrescere il successo della sua community di consulenti di viaggio con un'iniziativa che migliorerà la loro capacità di promuovere e vendere il brand in un modo che ne rifletta l’etica raffinata e aspirazionale.
In collaborazione strategica con Rallio, piattaforma di gestione dei social media, la divisione lusso del gruppo Msc offre ora ai consulenti accesso diretto a contenuti approvati dal brand, facilmente programmabili e condivisibili sui propri canali social. La piattaforma consente la pianificazione anticipata dei post, il monitoraggio delle performance e garantisce coerenza nella voce e nell’identità visiva – offrendo una soluzione elegante ed efficiente per stimolare l’engagement dei clienti e incrementare le conversioni.
I consulenti di viaggio negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Irlanda, Australia e Germania saranno i primi a beneficiare di questa offerta esclusiva, con l’estensione ad altri mercati prevista nei prossimi mesi.
«I nostri partner di viaggio sono al centro della nostra strategia di crescita - commenta Anna Nash, presidente di Explora Journeys -. Investendo in strumenti facili da usare, che riflettono la stessa cura e precisione delle nostre crociere oceaniche, permettiamo ai nostri partner di prosperare nell’attuale panorama del viaggio di lusso e di coglierne le potenzialità. Insieme, stiamo plasmando il futuro dei viaggi oceanici di lusso – in modo elegante, fluido e di successo».
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Ci sono i solidi punti fermi di un prodotto che non smette di affascinare - dall’unicità della cultura aborigena allo straordinario contesto naturale - e che beneficia degli ottimi collegamenti aerei (incluso il diretto di Qantas sulla Roma-Perth). Poi, c’è l’accento su una nuova Luxury experience, declinata in sette ambiti diversi (Luxury Lodges, Great Walks, Discover Aboriginal Experiences, Cultural Attractions, Great Golf Courses, Ultimate Winery Experiences e Australian Wildlife Journeys) accomunati dall'esclusività, che vada oltre il mero lusso.
L'Australia vuole presidiare il mercato Italia e lo fa presentandosi così nel nostro Paese, un bacino molto caro a Tourism Australia e che «benché non conti numeri elevatissimi» è preziosi poiche «dall'Italia giungono visitatori di ottima qualità e il nostro settore ama molto il mercato italiano», come spiega Phillipa Harrison, managing director dell'ente, che dopo 8,5 in in Tourism Australia, il prossimo ottobre lascerà l'incarico per dedicarsi «ad una nuova avventura overseas».
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Poi, c’è l’accento su una nuova Luxury experience, declinata in sette ambiti diversi (Luxury Lodges, Great Walks, Discover Aboriginal Experiences, Cultural Attractions, Great Golf Courses, Ultimate Winery Experiences e Australian Wildlife Journeys) accomunati dall'esclusività, che vada oltre il mero lusso.\r\n\r\nL'Australia vuole presidiare il mercato Italia e lo fa presentandosi così nel nostro Paese, un bacino molto caro a Tourism Australia e che «benché non conti numeri elevatissimi» è preziosi poiche «dall'Italia giungono visitatori di ottima qualità e il nostro settore ama molto il mercato italiano», come spiega Phillipa Harrison, managing director dell'ente, che dopo 8,5 in in Tourism Australia, il prossimo ottobre lascerà l'incarico per dedicarsi «ad una nuova avventura overseas».\r\n\r\nInsieme a Eva Seller, regional general manager Europa Continentale e Matteo Prato (ceo di Tourism Hub, che rappresenta l'ente in Italia), ha ricordato che nell'ultimo anno - chiuso lo scorso 31 marzo - gli arrivi italiani sono stati circa 67.000, pari ad una crescita del +4,5%: un incremento che coinvolge tutti i target di turisti, inclusi i working holiday makers: anzi, in questo segmento siamo addirittura oltre i numeri pre-Covid, siamo al 147% rispetto al passato con circa 17.700 lavoratori italiani che vengono in Australia ogni anno. Numero che fa dell'Italia, in Europa, il quinto mercato per le vacanze-lavoro. Resta comunque il segmento leisure quello su cui attualmente concentriamo le nostre attenzioni in Italia».\r\n\r\nGli sforzi di marketing puntano a «convincere le persone a fare quel passo in più per venire in Australia» tendenzialmente ancora percepita come destinazione 'dall'altra parte del mondo' e dunque difficile da raggiungere, «ma con l'aumento dei collegamenti aerei - il diretto di Qantas ma anche il potenziamento di capacità di vettori quali Turkish Airlines, Singapore Airlines, Cathay Pacific oltre a Emirates ed Etihad - è tutto molto più semplice e dunque ci ci concentriamo su cosa c'è di diverso, di caratteristico nell'Australia che non si può trovare da nessun'altra parte. Questo è il punto focale e fulcro dei nostri sforzi di marketing. Per noi si tratta di una connessione autentica con la natura, con la fauna selvatica unica e un benvenuto caldo e accogliente».\r\n\r\nSulla possibilità di un nuovo volo diretto verso l'Italia, Harrison conferma: «I progetti ultra long haul di Qantas con il nuovo, atteso A350 sono inizialmente pensati su Londra, ma sì, Roma è nel radar e potrebbe dunque decollare un collegamento diretto fra la East Coast l'Italia».\r\n\r\nSposi in viaggio di nozze, famiglie, amici e senior, la tipologia dei turisti italiani nel Down Under è variegata, attraverso tutto il Paese e, soprattutto, «oggi conta un 50% di viaggiatori repeaters, a dimostrazione che ormai l'Australia non è più solo \"il viaggio da fare una volta nella vita\" e a conferma che occorre venire più volte per scoprire il paese del quale altrimenti si rischia di scalfire solo la superficie». Un esempio è quello del Western Australia, fino a poco tempo fa classica meta da repeaters e che oggi, «grazie al volo diretto di Qantas, è destinazione a sé di un viaggio. Una tendenza che anche i tour operator hanno recepito e che sta funzionando molto bene per il trade».\r\n\r\n \r\n\r\n ","post_title":"Tourism Australia presidia il mercato Italia: «Il 50% dei turisti sono repeaters»","post_date":"2025-07-01T15:06:26+00:00","category":["estero"],"category_name":["Estero"],"post_tag":[]},"sort":[1751382386000]}]}}







