22 December 2025

Decolla il pagamento biometrico: con voce, impronte, iride, vene della mano.

Tutto accelera a una velocità senza precedenti nella Storia, quindi è probabile che siano molto più brevi del previsto i tempi in cui il login su tablet e smartphone, ma anche su siti e portali, si farà con i dati biometrici delle persone: l’impronta digitale, la scansione dell’iride o delle vene della mano, naturalmente la voce. Tutto molto più affidabile di qualsiasi password, e di massima più difficile da contraffare.

Gli analisti calcolano che quest’anno almeno il 25% degli smartphone attivi negli Usa saranno utilizzati per un pagamento da mobile in un punto di vendita fisico, ossia un negozio vero e proprio. E da un’indagine di Transaction Network Services (TNS) e Kantar TNS risultava a marzo scorso che il 14% degli americani ha già fatto l’anno scorso un pagamento con identificazione biometrica: lo aveva fatto il 19% degli uomini intervistati, contro il 12% delle donne. La modalità naturalmente piace alla fascia tra 18 e 24 anni, ma solo al 3% tra 55 e 64. E un’indagine di Visa ha scoperto a settembre 2017 che le impronte digitali erano usate regolarmente dal 35% degli internet user americani.

In Europa paga già il virtual assistant
Il riconoscimento facciale ha già preso il largo con iPhone X; Samsung offre il suo Intelligent Scan con Galaxy S9 e S9 Plus. Mentre milioni di persone rivolgono domande ad Alexa, integrata per ora solo con Amazon, grazie alla sua Yext Knowledge Engine. CapGemini dice che il 28% degli europei che usa un virtual assistant se ne serve già per fare anche pagamenti e inviare denaro.

Nel 2023 bio-pagamenti per 2mila miliardi di dollari
Sembra insomma che la domanda per questo comodo e inquietante mezzo di pagamento sia pronta a decollare, il 66% dei consumatori intervistati da TNS ritiene che diventerà comune entro un periodo di due/cinque anni.
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