25 luglio 2017 11:34
GoEuro ha analizzato i principali aeroporti europei, stilando la classifica di quelli più facilmente raggiungibili e meglio collegati al centro cittadino. Lo studio è disponibile su https://www.goeuro.it/voli/aeroporti. Al primo posto si trova l’aeroporto di Nizza (nella foto), a 5 minuti dal centro città con il treno, ad un costo di 1,80 euro. Seguono Lanzarote, dove è possibile raggiungere i terminal in autobus in 10 minuti a 1,40 euro e Birmingham, che garantisce un collegamento in treno di 9 minuti ad un prezzo di 4 euro. Gli aeroporti italiani più alti in classifica sono Napoli, che guadagna la 13ª posizione, raggiungibile in autobus in 16 minuti con una spesa di 4 euro e Bergamo, al 14° posto, che dista dal centro città 18 minuti in autobus (2,30 euro). Seguono gli aeroporti di Catania, Venezia, Bologna, Roma Ciampino, Milano Linate, Palermo, Milano Malpensa e Roma Fiumicino. GoEuro ha preso in considerazione 76 aeroporti in Europa, selezionati in base al numero di passeggeri serviti nel 2016 (dati Eurostat), in Spagna, Gran Bretagna, Germania, Portogallo, Svezia, Italia, Irlanda, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Belgio, Polonia e Repubblica Ceca. Per ciascun aeroporto sono stati utilizzati tre parametri di valutazione: la distanza in chilometri dal centro città, la durata in minuti e il prezzo in euro per raggiungere lo scalo con il mezzo di trasporto pubblico più rapido.
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Ci sono due questioni che non riesco a digerire legate al turismo. La prima è questo nuovo concetto che sostiene: "Il vero lusso è il tempo". E' naturale che si tratti di uno slogan di chi padroneggia e non di chi subisce. In Italia ci sono milioni di precari e di persone a contratto a tempo determinato, di stagionali, che di tempo non ne hanno. E se ce l'avessero non riuscirebbero ad andare in vacanza neanche a casa dei nonni, visto che non hanno un euro in tasca.
Il tempo è un lusso per chi ne dispone. Non per chi non riesce a ritagliarsi un momento neanche per andare in bagno. Sono discorsi da benestanti, da persone con contratti robusti, che prendono e vanno dove gli pare. C'è da dire inoltre che circa 8,4 milioni di italiani, ovvero quasi 1 su 5, non sono andati in vacanza nell'estate 2025, principalmente per motivi economici, con dati che variano dal 31% (Eurostat, 2024) al quasi 50% della popolazione che rinuncia in varie indagini, spesso a causa dei rincari e dell'inflazione. Loro il tempo ce l'avevano pure, ma non disponevano di soldi. Questo è il punto.
Ricettivo
Seconda questione. Il fatturato alberghiero in Italia nel 2025 mostra una forte crescita, con una previsione di oltre 87,79 miliardi di dollari per l'intero mercato dell'ospitalità e circa 3 miliardi di euro di investimenti nel settore immobiliare alberghiero, trainato da un aumento delle presenze turistiche e da solide performance, soprattutto nel segmento lusso, con alcuni gruppi che puntano a raggiungere decine di milioni di euro di fatturato.
Per questo motivo non riesco a capire le continue lamentele degli albergatori. Certo nella massa ce ne sarà qualcuno che va meno bene degli altri, ma in genere sono strutture ad alto tasso di margine.
Giuseppe Aloe
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Il fenomeno è particolarmente forte nelle grandi città: nei comuni con oltre 250mila abitanti le imprese della ricettività diffusa passano in dieci anni da 2.823 ad 8.579, con un incremento del 204%. Di poco inferiore quello registrato dai comuni tra 50 e 250mila residenti (+196%) e dalle località intermedie (+182% per i comuni tra 15 e 50mila abitanti). L’ondata del turismo diffuso non risparmia neanche piccoli e piccolissimi: case vacanze, affitti brevi e B&B crescono anche nelle località con una popolazione compresa tra 5 e 15mila abitanti (+136%) e nei micro-comuni con meno di 5mila residenti (+80%).
Desertificazione
“Complessivamente, una tripla metamorfosi per i nostri centri urbani: gli appartamenti diventano attività ricettive, i negozi ed i servizi essenziali spariscono e il commercio si dematerializza”, è il commento di Confesercenti.
“Un fenomeno che va monitorato con attenzione: la deregolamentazione di fatto in cui si è sviluppato il mercato degli affitti brevi in Italia ha già portato a gravi squilibri, favorendo le non-imprese e svuotando molte località di residenti e sostituendole con turisti. Un processo che contribuisce a rendere meno sostenibili le imprese del commercio di vicinato, già in difficoltà per la concorrenza delle grandi catene e delle piattaforme di eCommerce, che grazie alla loro struttura multinazionale pagano in proporzione meno tasse.
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Guardando ai primi sei mesi, Tirana e Cagliari sono le destinazioni più ‘affollate’ rispettivamente con 28.759 passeggeri e 22.132, seguite da Palermo (17.570) e Budapest (14.363). Ryanair rappresenta circa il 73% del traffico commerciale mentre Wizz Air il 23%. Il traffico estero è pari al 68,5%.
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«Con un aumento del 14.6% rispetto allo stesso periodo del 2023 - commenta il presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana - il turismo in Liguria continua a consolidare il suo trend di crescita da Ponente a Levante, sulla costa, così come nell' entroterra. Proprio le aree interne con outdoor e sentieristica sono sempre più attrattive, con potenzialità importanti. Altro fattore positivo è la crescita sia per il turismo da oltre confine con +23%, che quello interno con un aumento di quasi il 10 per cento».
“Questo considerevole aumento di turisti - aggiunge Augusto Sartori assessore regionale al Turismo -, specie stranieri, in un mese insolito per la Liguria come marzo, indica che le attività che stiamo facendo anche all'estero per promuovere la nostra regione, anche al di fuori della classica stagione estiva, stanno portando i loro frutti. La Liguria è una regione da vivere 365 giorni all'anno grazie al suo clima mite che permette di fare tante attività outdoor».
L’aumento di presenze turistiche ha riguardato tutte le provincie liguri. Nel dettaglio, nella provincia di Imperia sono state registrate 182.769 presenze, con un aumento del 20% rispetto a marzo 2023 (30.490 unità in più). Gli stranieri sono stati 69.198 (+35,5%), gli italiani 113.571 (+12.2 %).
In provincia di Savona, nel marzo 2024 sono state registrate 223.973 presenze (+30.035 persone rispetto al marzo 2023), pari ad un aumento del 15,49%; i visitatori da oltre confine sono stati 56.211 (+30,6%), gli italiani 167.762 (+11.17 %).
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