27 July 2024

Pnnr, europrogettazione, comunità locali e sviluppo turistico dei territori: il punto della situazione

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 Tra le grandi domande indagate nel corso della Bit 2023 ha suscitato notevole interesse quella relativa a quanto i territori abbiano beneficiato dei fondi garantiti dal Pnnr e se questi abbiano generato un cambiamento positivo. In un panel ritmato si sono alternate le voci di figure importanti del settore, capaci di mettere a confronto il mondo del turismo con quello delle istituzioni. Rosanna Mazzia, presidente di Borghi Autentici ma anche sindaco di Roseto Capo Spulico, in Calabria, ha lamentato il fatto che i piccoli centri non siano stati coinvolti  nella fase programmatoria e non abbiano potuto esporre i loro reali bisogni, per cui «i fondi erogati dopo la pandemia non sono riusciti a colmare il divario nord-sud, nonché quello tra i grandi centri e quelli periferici, che sono scrigni preziosi per il paese».

Anche Giancarlo Dell’Orco, destination manager e co-funder del Progetto Borghi, ha sottolineato la complessità del momento e il fatto che la propria iniziativa abbia messo a punto un catalogo con 45 azioni d’intervento da tutta Italia, per sostenere i piccoli territori e destinazioni, «perché solo i comuni che riusciranno a velocizzare il processo potranno usufruire del bando». Il processo di tutela deve richiamare quello che 30 anni fa aveva riguardato gli agriturismi e impedito lo spopolamento e l’abbandono delle aziende agricole. Tra le attività slow favorevoli allo sviluppo territoriale anche il cicloturismo e il turismo equestre. Alex Kornfeind, istruttore e guida della Federazione Ciclistica e destination manager Gal Oglio-Po racconta il proprio compito di collegare i bisogni della pubblica amministrazione con quelli delle associazioni del territorio e il privato, in un momento in cui tutte le regioni propongono il cicloturismo: «Oggi le regioni devono essere preparate e visionarie, perché il cicloturista sceglie la destinazione che gli offre più possibilità».

Maurizio Rosellini, ceo di Final Furlong, parla di un altissimo interesse da parte dei privati nello sviluppo di un circuito economico attraverso il cavallo: «Dai singoli operatori può nascere una messa a sistema di imprese. C’è una maturità politica della pubblica amministrazione nell’accogliere e seguire progetti qualitativi con un forte valore identitario per il territorio. Attraverso l’europrogettazione e le tematiche di Agenda 2030, si potranno realizzare operazioni di sviluppo capaci di mettere in risalto il valore assoluto che ha l’Italia a livello mondiale: un prodotto interno straordinario a livello di cultura e tradizioni. I piccoli centri devono richiamare il turismo, ma anche rivendicare la possibilità di vivere una quotidianità che eviti lo spopolamento e garantisca nuovi posti di lavoro ai giovani, grazie ad accordi con gli istituti agrari».

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